MAGGIO 1987 LIRE 5000 HARDWARE & SOFTWARE DEI SISTEMI PERSONALI DeskTop Publishing La trasmissiotne dati pumò subire alteraziozni a causa di interfersenze dovute al cadttivo funziona- mento delle licnee telefoniche. Nopn tutti isz modem sodno in grado di evitarnle. Noi trasmettiamo solo le parti in nero. Ecco perché i modem della serie "SmarTEAM" sono i più venduti tra i com- patibili Hayes. Veloci ed affidabili nella trasmis- sione dati, assolutamente stabili nella frequenza, vi tutelano da ogni tipo di interferenza. Grazie alla loro capacità di controllo, possono co- municarvi non solo lo stato della linea telefonica, ma il corretto funzionamento di modem remoti e di se stessi. Una gamma completa di modem in grado di soddi- sfare ogni vostra esigenza tecnica. "SmarTEAM": per essere sicuri di svolgere, rapidamente e bene, la vostra trasmissione dati. I modem "SmarTEAM" sono disponibili nelle ver- sioni 300 -1200 - 2400 BPS, sia interni che esterni. 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(090) 2931972 Hot Line 06/8321219 Indice degli inserzionisti 6 Editoriale - Convergenza di interessi dì Paolo Nuti 8 Posta 22 News 34 Stampa estera - a cura di Manlio Severi 56 Informatica & Parlamento - di Elvezio Petrozzi Il flusso di dati transfrontiera 60 IBM presenta i nuovi personal di Marco Marìnacci e Corrado Ciustozzi 63 Microsoft presenta i nuovi sistemi operativi di Maurizio Bergami 68 Telematica - Il protocollo Kermit Prima parte: struttura generale - di Corrado Ciustozzi 73 Telematica - Modem Digital Devices. Integrai e Full Link di Corrado Ciustozzi 76 Lexikon, come nasce un Winchester di Corrado Ciustozzi 79 Prova: lexikon HD670. HD674. HD352, HD362. HDC372 di Corrado Ciustozzi 83 Prova: Toshiba TI 100 Plus di Andrea de Prisco 90 Prova: Tre 386: Asem, Bit Computers, Brainstorm - di Corrado Ciustozzi 98 Asem Thor 9000 100 Bit Computers PC bit 386 104 Brainstorm ST 386 108 Prova: Archive FT600 dì Massimo Truscelli 112 Playworld - di Francesco Carla Avvenimento, Panorama, Revival, Play-Copy, News 118 IntelliCIOCHI - di Corrado Ciustozzi Turbo Mandelbrot 127 IntelliCIOCHI - dì Elvezio Petrozzi 2° Program Cup: Exodus 132 AMIGhevole - Future Sound, digitalizzatore audio di David laschi 137 AMIGhevole - Tutta la grafica di Amiga di Andrea de Prisco 141 AMIGhevole Software - a cura di Andrea de Prisco FI 5 145 MCmicrocomputer n. 63 (numerazione editoriale) maggio 1987 Mac Corner - a cura di Raffaello De Masi Hard Disk Rodime 20 plus. Calculator Construction Set 148 Desk Top Publishing di Mauro Candirti 157 Grafica - di Francesco Petroni Lo standard Olivetti 164 Spreadsheet - di Francesco Petroni Organizzazione e modalità di lavoro con il tabellone elettronico 170 Parliamoci - di Corrado Giustozzi Un po' di storia 175 TKISolver - di Raffaello De Masi La costruzione dei modelli 178 Appunti di informatica - di Andrea de Prisco And, Or. Not 182 Algoritmi - di Cristiano Teodoro Numeri di Fibonacci e di Lucas 188 Intelligenza artificiale - di Raffaello De Masi Identificazione degli oggetti 190 Assembler 8086/8088 - di Pierluigi Panunzi Il set di istruzioni: istruzioni di stringa (1) 194 128 da zero - di Andrea de Prisco MMU: scottanti rivelazioni 198 Mister MSX - a cura di Maurizio Mauri Il video (3) 203 1 trucchi dell'MS-DOS - di Pierluigi Panunzi 1 comandi esterni 206 Software Apple - a cura di Valter Di Dio Lapicida - Sort più veloce - Posta 211 Software C-128 - a cura di Tommaso Pantuso Strutt - 80/33 216 Software C-64 - a cura di Tommaso Pantuso Strange Basic - Il castello di Dracula 222 Software MSX - a cura di Francesco Ragusa MSX Bank 227 Software di MC disponibile su cassetta o minifloppy 229 Guidacomputer 231 Microma rket-micromeeting 247 Microtrade 256 Moduli per abbonamenti - arretrati - annunci 257 maggio 1987 INDICE DEGLI INSERZIONISTI LLlLVIìL APPLE-minus le minuscole per Apple II M/1: Eprom programmata per Apple II delle nuo- ve serie (rev. 7 e successive) L. 30.000 M/2: Eprom programmata per Apple II delle serie precedenti la 7 4- circuito stampato + 2 zoccoli 24 pin + 1 zoccolo 16 pin L. 40.000 M/3: come il kit M/2, basetta montata e collau- data L. 55.000 Descrizione: MC n. 3 - 4 - 5 - 7 EPROM per Commodore MPS-801 set di caratteri con discendenti Si sostituisce al generatore di caratteri della stam- pante Commodore MPS-801 per migliorare la leg- gibilità della scrittura. L. 40.000 Descrizione: MC n. 41 Per acquistare i nostri kit: Il pagamento può essere effettuato tramite conto cor- rente postale n. 14414007 intestato a Technimedia s.r.l., o vaglia postale, o tramite assegno di c/c bancario o circolare intestato a Technimedia s.r.l. N.B. Specificare nell'ordine I indicando il numero di par- tita IVA) se si desidera ricevere la fattura. MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 Se ti abboni o rinnovi l’abbonamento a MCmicrocomputer, puoi ricevere una confezione di due minifloppy Dysan, doppia faccia doppia densità, con un supplemento di sole 3.500 lire. Non perdere quest’occasione! Ritaglia e spedisci oggi stesso il tagliando per sottoscrivere l’abbonamento pubblicato nell’ultima pagina della rivista. I minifloppy ti saranno spediti in una robusta confezione a prova di danneggiamenti postali. I prodotti Dysan sono distribuiti in Italia dalla Datamatic, Via Volturno 46, 20124 Milano Convergenza di interessi Credo che la legge n. 75 de! 6 marzo 1987, pubblicala sulla Gazzella Ufficiale delil ! marzo (e quindi già in vigore), sia passala inosservata Ira il grande pubblico, compresi quanti, come numerosi nostri lettori, sono particolarmente allenii a quel che avviene in tema di tariffe e servizi SIP. Ebbene, dice la legge n. 75 che d'ora in avanti «gli abbonati lai telefono) hanno facoltà, nei limiti e con le modalità stabilite nel regolamento, di provvedere direttamente .... per la fornitura e messa in opera delle apparecchiature terminali abilitate totalmente o parzialmente a comunicare con la rete telefonica pubblica, nonché delle condutture ed accessori relativi, salvo il collaudo e l’allacciamento all'impianto principale da parte dell'esercente» (N.B.: esercente = SIP). Dunque, siamo finalmente liberi di comprare centralini telefonici ed altri accessori, montarli o farli montare da personale specializzato e chiamare quindi la SIP che. collaudato il tutto, attaccherà il nostro impianto in rete. Evviva, è cominciata la «deregulation»! Anche quella dei modem ( che come è noto sono apparecchiature terminali )? Beh. andiamoci piano, perchè a parte il fatto che «nei limili e con le modalità stabilite dal regolamento» è una dizione piuttosto vaga (il regolamento ancora non c’è e quindi non si sa quali siano questi limiti) i commi successivi chiariscono meglio le finalità del provvedimento: «la manutenzione degli impianti deve essere assicurala dal titolare dell'abbonamento che dovrà provvedervi tramite l'esercente o a mezzo delle ditte di cui al precedente comma, in possesso di autorizzazione di grado adeguato alla potenzialità e complessità dell’impianto». Dunque, mentre prima la SIP era tenuta ad assicurare la manutenzione degli impianti, ora la responsabilità passa al proprietario che potrà affidarla, previa trattativa sui costi, a ditte specializzate o alla stessa SIP (che però non è più tenuta ad accettare'.). Insomma, un vero e proprio scaricabarile, che. se da un lato è particolarmente conveniente per la SIP (non più costretta a mantenere in vita grosse strutture di manutenzione per tutto il materiale omologato), dall'altro potrebbe rivelarsi conveniente anche per noi: comprare apparecchiature omologale, attaccarle correttamente alla rete e farci carico della manutenzione è esattamente ciò che. a proposito di modem, auspicavamo nel gennaio '86. Già, e la liberalizzazione del modem ’f Anche qui c'è una forte convergenza di interessi: da un lato utenti cui vengono imposti canoni di noleggio e manutenzione intollerabili, dall'altro una SIP che, per ogni modem non installato, perde milioni e milioni di lire in mancati consumi. A parte la possibilità di assimilare (come sarebbe giusto) il modem alle altre «apparecchiature terminali» e quindi di considerarlo già oggi deregolamentato, ambienti ben informati danno per probabile una sua liberalizzazione ufficiale entro la fine dell’anno. Con il che si aprirà una battaglia ben più grande per l'abolizione (o quanto meno la riduzione) dell'odiosa imposta di concessione ministeriale «per sede di utente telegrafico» e la completa ristrutturazione delle tariffe dei servizi telematici. Paolo Nuli MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 E LIETA DI PRESENTARTI. ..mm S^SSS^SSI IB PC/XT TURBO 4.77/8 Mhz - 256K - ESP. 640K 1 DRIVE • SCHEDA VIDEO - TASTIERA PC/AT 6-8-1 0 Mhz - 51 2K - 1 DRIVE 1 .2 MEGA - FLOPPY/ HARD DISK CONTROLLER - SK VIDEO - TASTIERA L.2*^d0 s 000 + IVA PC/XT E PC/AT TRASPORTABILI A PARTIRE DA L. 1-830.000 + IVA SPEED CARD 286 PER TRASFORMARE IL TUO XT IN AT E VELOCIZZARLO OLTRE 7 VOLTE L. 580.000 + iva 'COPY CARD PER DUPLICARE QUALSIASI PROGRAMMA SUL TUO XT IBM L. 190.000 -i- iva MOUSE Z-NIX OPTOMECCANICO PER XT/AT/M24 MODEM CARD 300/1200 BOUD MULTISTANDARD - AUTO-ANSWER AUTO-DIAL PER XT/AT/M24 SCHEDA GRAFICA EGA MONITOR EGA COLORE ESPANSIONE 2 MEGA PER XT XT DRIVE CONTROLLER 360/1.2 M. PROGRAMMATORE DI EPROM (2764 - 128 - 256 - 51 2K) HARD DISK 20 MEGA L. 350.000 + IVA L. 390.000 + IVA L. 880.000 + IVA L. 380.000 + IVA L. 250.000 + IVA L. 290.000 + IVA L. 690.000 + IVA TUTTE LE NOVITÀ SOFTWARE AMIGA - IBM - COMMODORE 64/128 SCONTI PER I SIG. 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Chiamarsi Cantili iti registrali. Chiamarsi sislemi lutali integrali per la gestione in sinio solili i rostri min, prillili il ungili, mie la ogni giorno. Come il sistema di eltibiirazitine d'immagini '"'"agili innovativa ( tinnii Cinzie alla siili ine- guagliabile esperienza nei piò diversi settari della tee m, logia avanzala. C man vi offre la &hzione male. Insieme ad aita rete di assistenza a livelldsmmdiak. oggi, nel amnisti inondo dell'infonmlica. Canon vi for- nisti mille anime ragioni per voltare pagimi. razione testi e immagini CHIAMAR CANON LBP-8. LA STAMPANTE LASER CHE HA DATO UINPUT TECNOLOGICO ALLE STAMPAMI LASER PIÙ VENDUTE NEL MONDO Avete di fronte il numero I: Canon LBP-8. la macchina che ha aperto la nuova era delle piccole stampanti laser. Una tecnologia innovativa creata dalla Canon e adottata anche da tutte le principali marche mondiali. Nata per offrirvi una scelta di possibilità straordinariamente am- pia. vi garantisce risultati a livello di stampa tipografica. 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I I PEI ì AVERE MAGGIORI INFORMAZIONI COMPILATE E INVIATE QUESTO COUPON A CANON ITALIA S.p.A. ■ OP INIONE MACCHINE PER UFFICIO ■ VIA MECENATE 90 ■ 201 ÌK MILANO NOME AZIENDA INDIRIZZO CIITÀ TEL La vera alternativa PC/XT VARIE CONFIGURAZIONI AT REGULAR E BABY MONITORS DOPPIA FREQUENZA (TTL e RGB) FOSFORI VERDI. AMBRA E BIANCHI MONITORS EGA VASTA GAMMA DI COMPONENTI I NOSTRI PRODOTTI SONO IN VENDITA PRESSO: - COMPUSHOP. Via Nomentana 273. ROMA - tei 06/857124 - E.T.P.. Via del Macao 4. ROMA - tei 06/4746880 - ITALSVILUPPO. Via C. Prato Nuovo. S. CESAREO (RM) - tei 06/2751374 - TECNINOVAS, Via Emilia 36. PISA - tei 050/502516 - ELETTRONICA HOBBY. Via L. Cacciatore 51. SALERNO - tei. 089/394901 - CEAUDIT. C/so A. De Gasperi 318/c, BARI - tei 080/421186 - ATE di D. Minutillo. 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Disponibilità di modem e modemphone da 300 a 1200 baud, con auto chiamata! risposta e modem per VIDEOTEL. JINTERDAJA Desidero ricevere CI materiale illustrativo □ visita Vs. funzionarlo Nome e cognome . Via Città Professione Interdetta Sistemi s.r.l. 00147 Roma, via A. Ambrosini 72 Tel 065423380/5402295 Telefono Frequenta il liceo, controlla il magazzino; sollecita i pagamenti. Apple IIgs™ Apple IIgs 1 ' 1 vi stupirà per tutto quello che è in grado di fare. all’espandibilità sono i 10.000 programmi scritti per Apple E, per la scuola e per ogni applicazione professionale, che Apple IIgs può utilizzare. La sua dote più preziosa oltre sonorità fedelmente e visualizza grafici ed immagini con oltre 4.000 colori. Poi, Apple IIgs riproduce ogni Cose da non credere ciecamente. Perciò prima di scegliere un personal venite per una dimostrazione da un Apple Center. a ' n ' : o il 19 - Premio SMAU Apple, Il marchio Apple, Apple IIgs sono marchi di Apple Computer Ine. •. Apple Computer CaC Computers and 'Communications IL TEMPO COLLAUDA I SUPPORTI 1 Hard & Floppy Disk SEC NEC Business Systems Italiana Srl distribuzione ©A5EP1* ASEM Spa - Buia (Ud) - Telefono 0432/962118 - Tele, 450608 - Fa, 0432/960282 Da oggi Atari gioca duro ! ATAR1 1040. Tecnologia forte, prezzo vincente. Per richiesta nominativi, agenti e distributori rivolgersi a ATARI ITALIA s.p.a. Prima non c'era. Adesso c'è. È il nuovo Atari 1040: la risposta Atari ai Personal Computer che si facevano forti solo del prezzo. Oggi tutti possono avere un computer serio a un prezzo da ride- re. Infatti il 1040 vi offre 1 milione di bytes di memoria, il Mouse, un monitor dalla definizione strabiliante (680 x 400 punti), tre generatori di suono e una monta- gna di programmi che hanno già superato l'esame di milioni di utenti. E tutto que- sto a molto meno di quanto osereste pensare Solo Lit 1.290.000 con monitor in bianco e nero ad alta risoluzione e Lit 1.540.000 con monitor a colon." Da oggi Atari gioca duro per vincere. Fate i vostri conti e poi scegliete con chi schierarvi. Il computer comprende le seguenti specifiche: 1040 Kb RAM, 192 Kb ROM con sistema opera- tivo, Disk-drive da 720 Kb (formattati). Interfac- ce: seriale, parallela, mouse, joystick, floppy disk, hard disk, MIDI. ATARI ITALIA S.pA - Via dei Lavoratori, 25 20092 Cimsello Balsamo (MI) - Tel. (02) 6120851 Tlx 325832 IL o 3 - /V'VV'^ /vvv^ d5f tSLI Da un’unica famiglia, tante soluzioni. Rbase - Word 3 - Multiplan 2 - Chart 2 Sono tanti i problemi da risolvere con l’aiuto del personal computer, in azienda o nelle professioni: scrivere, calcolare, archiviare informazioni, tracciare diagrammi... ma è facile risolverli con i programmi Microsoft. Word 3 per la stesura di lesti di qualità editoriale, con le più sofisticate funzioni che permettono di risparmiare tempo e fatica e dedi- care più attenzione alle idee: dal controllo ortografico alla possibilità di eseguire calcoli, dallu generazione dell'indice al controllo della struttura logica. Rbase per la gestione di grandi quantità di informazioni diverse, con la più potente impostazione relazionale e la possibilità di creare in modo automatico procedure personalizzate di inserimento, ricerca, modifica, elaborazione, stampa dei dati e cosi via. Multiplan 2 per l'elaborazione di dati numerici su fogli elettronici: sicuro, veloce e potente, ora con la possibilità di consolidare più tabelle, di trattare molti più dati e di "imparare” complesse sequenze di comandi. Chart 2 per la grafica gestionale, a livelli di versatilità mai raggiunti finora: qualsiasi tipo di diagramma, in cui qualsiasi elemento può essere modificato a piacere, e collegamenti attivi con i più diffusi fogli elettronici c database. Ciascun programma, nel suo settore, è il più rapido, potente e semplice da usare, ma c’è di più. Basta con programmi diversi per potenza o modo di comunicare con chi li utilizza, oppure con programmi integrati con i quali è impossibile ottenere il meglio nelle singole funzioni. Conoscendo uno dei programmi Microsoft, immediatamente potrete servirvi di tutti gli altri: gli stessi comandi di base, la stessa sem- plicità di apprendimento e d’uso, la stessa impostazione, naturalmente con la più ampia possibilità di interscambio di dati. Realizzati per lavorare insieme, potenti ed affidabili fin nei minimi dettagli, i programmi Microsoft rendono più semplice la vostra vita. MICROSOFT Potenza e semplicità. Insieme. MICROSOFT S.p.A. - 20093 Cotogno M“ (MI) - Via Michelangelo, 1 tei. (02) 2549741 r.a. - fax (02) 2549745 NEC Business Systems Italiana Srl distribuzione ASEM Spa - Buia (Ud) - Telefono 0432/962118 - Telex 450608 - Fax 0432/960282 Pirateria, pubblicità e... suppliche Salve a tutti, sono un vostro lettore da più di 4 anni e questa è la mia prima lettera. Innanzi tutto la vostra è una rivista fanta- stica fin dai tempi in cui di spazio ce n'era ben poco, con quei listatucci verdognoli, quelle prove sempre accurate ma di macchi- ne ben poco capaci. Poi mese dopo mese le rubriche aumen- tavano. le macchine miglioravano e i listati (orribile dictu) si allungavano, ora finalmente con la riduzione dei listati ai soli interessanti la rivista è piena zeppa di lunghi e interes- santi articoli. Devo proprio ringraziarvi, grazie a voi e ad articoli come l' Assembler dello Z80, del Forth. suH'8088, sull'MSDOS e sul C che ho imparato ad usare un computer come io Spectrum e ora tento di ripetere l'avventura (il miracolo secondo alcuni) su un PC com- patibile. Dopo questa lunga introduzione trattiamo gli argomenti per i quali sono stato indotto a scrivervi. Poiché tutti dicono la propria circa la pira- teria software e la pubblicità nella vostra ri- vista, anche io vorrei esporre le mie idee. Circa la pirateria dico che è una cosa ignobile, agli smanettoni collezionisti dico che è inutile avere 20 varianti di uno stesso gioco, compratevene uno e basta. Potreste dire -dove vado a prenderlo l'originale io?-, giustissimo, anche se non sono molti ci so- no gli importatori in Italia, io conosco la La- go e la Mastertronic (vedi Playworld). Il prezzo? Ridottissimo, intorno alle 20.000 li- re. voi potrete dire io ne compro 10 di pro- grammi allo stesso prezzo, eccezionale se va bene te li danno su una TDK anonima con i nomi dei programmi registrati, quando li compri originali hai una cassetta per ogni programma, colorata, con manuali e che funziona. Per chi possiede sistemi più grossi il di- scorso è identico: cosa serve copiare Fra- mework o Lattice C, quando non si hanno i manuali sono perfettamente inutili e poi il 90% degli utilizzatori di queste copie non se ne fa niente (cosa ne fai del Turbo Pascal senza External). Ora parliamo un pò di pubblicità. Alziamo un evviva alla pubblicità, è lei che con i suoi interventi ci fa conoscere prodotti nuovi ed ha permesso ad MC di diventare un giornale di tutto rispetto (220 pagine scusate se è poco!). Non dico certo che debba diventare un giornale di sola pubblici- tà intervallata ogni tanto da qualche scarno articolo come le famose riviste americane (vedi Byte e PC World). Vorrei infine mandare una supplica al grande Giustozzi affinché nella rubrica -par- liamoci- parli anche dei compilatori C in commercio (prezzi, produttore, distributo- re). Un'altra supplica vorrei mandarla a Fran- cesco Carlà per la sua rubrica Playworld: per favore so che l'Amiga e l'Atari in questi mesi fanno la parte dei leoni, ma ci sono al- tri computer, ed infine nella tua rubrica nella sezione riguardante le adventure potresti parlare di Zork? In chiusura complimenti per MCLink che ha risolto il problema dei listati, forse un giorno mi ci collegherò. Andrea Loreto - Campobasso Grazie per i «documentati» complimenti che, tra l’altro, tirano di nuovo in ballo l'an- nosa vicenda listati: grazie alla riduzione di questi ultimi, ricorda il nostro lettore, la rivi- bit center MICRO & PERSONAL COMPUTER VIP Ve ry Important Persona! Computer Caratteristiche: Microprocessori 8088 - 8088/2 - 80286 Velocità: da 4.77 a 10 MHz Co-processori matematici 8087 - 80287 Memoria RAM da 256 Kb a 16 Mb Floppy 360 Kb e 1.2 Mb Tape Back-up da 10 a 60 Mb Stampanti, modems, print- switch, LAN. terminali, schede espansione Mouse, digitalizzatori, plotters Accessori per PC Via Calabria, 12 - 00187 Roma Tel. 06/4741682 - 4743593 Sigg. Rivenditori interpellateci 22 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 c*c sta è piena zeppa di lunghi e interessanti ar- ticoli, Il che è precisamente quello che si vo- leva ottenere. Sono, in linea di massima, abbastanza, d'accordo sui punti di vista espressi su pira- teria e pubblicità: però vorrei fare alcune considerazioni. La prima è che la pirateria cui il sig. Loreto fa riferimento non è la più dannosa: nel senso che è quella di chi com- pra, ma quella che crea più problemi al mer- cato e ai distributori «veri» è quella di chi vende. Le vetrine dei negozi (e purtroppo anche le edicole) sono piene di software ap- parentemente regolare, che in molti casi il negoziante si trova anche ad acquistare con regolare fattura, magari addirittura ignaro, se non molto smaliziato, della provenienza illecita. Quindi non è tanto agli smanettoni o ai collezionisti che bisogna fare la predica, nè a chi copia programmi seri che poi non riesce ad usare perché privi di istruzioni, quanto soprattutto a chi copia e vende ciò che ha copiato, in piccole o (peggio) grandi quantità. E costoro -ci sentono» molto me- no. Se infatti è relativamente facile convin- cere un utente che è meglio spendere 20.000 lire per un originale che 10.000 per una copia, ben più dura è l'impresa nei con- fronti di chi è abituato ad acquistare un solo originale (o magari neanche quello), dal quale -tirare» tutte le copie (abusive) di cui ha bisogno, nel momento in cui ne ha biso- gno. Questo vuol dire, per lui, sia minimizza- re l'investimento, aumentando il guadagno, sia investire (nel fare la copia del disco o le fotocopie del manuale) solo nel momento della vendita o quasi, quindi ridurre pratica- mente a zero (!) l'impiego di capitale. É que- L'interfaccia è la ST 412 per tutti i modelli ad esclusione del drive D5652 che ha interfaccia ESDI; MTBF > 20.000 h per tutti i modelli. Hard & Floppy Disk SEC Business Systems Italiane Srl DISTRIBUZIONE MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 SISTEMI INTEGRATI E MODULARI PER ACQUISIZIONE DATI ftpwTBo: :=u» VIA ORMEA. 99 - CAP. 10126 TORINO TEL. (Oli) 655.865 - 669.85.74 (Service) TELEX 224243 PERTEL I posta sto, da un certo punto di vista, l'aspetto più conveniente. Mi spiego meglio: compro un programma il cui prezzo ufficiale è di 300.000 lire. Probabilmente sono in teoria un rivenditore, quindi lo compro con lo sconto, diciamo 200.000 o meno. Lo tengo li; quando viene un cliente che me lo chiede eseguo la copia e incasso, per esempio, 150.000 lire. Sulle quali, tra l'altro, non pago le tasse. Lui ha pagato la metà, io mi sono quasi rifatto delia spesa iniziale, mancano 50.000 lire più il costo di copiatura (dischet- to e fotocopie). Già, ma la fattura di 200.000 lire ce l’ho, quindi quelle le scalo dalle tasse. Mi sa che sono già pari, forse ci guadagno. Per semplicità, dimentichiamoci dell'IVA, che comunque viene ovviamente evasa. Da questo momento in poi. ogni volta che ven- do, faccio la copia e incasso (anzi intasco) i soldi. E quindi il ricavato è praticamente tut- to guadagno, per di più nero. Ma se rifaccio i conti bene, scopro che se vendessi origi- nali, certo non a metà prezzo ma a prezzo di originali, riuscirei a guadagnare qualcosa di molto simile, certo sarei costretto a pagare le tasse il che non è poco. Ma. soprattutto, sarei costretto ad acquistare i programmi originali e tenerli in magazzino fino a quan- do non li vendo. Dieci esemplari di dieci pro- grammi sono cento pacchetti che devo ac- quistare, dieci programmi da vendere copia- ti sono solo dieci da acquistare. Mi sembra di sentire il coro di piagnucoloni: ma come faccio a tenere i programmi in magazzino? Ce ne sono alcuni che non si vendono mai, rischio di comprarli e tenermeli II! Bravo. Al- lora quelli che non vanno non li comprare, quando qualcuno te ne chiede uno ordini un esemplare che il distributore (speriamo, ma gli conviene) curerà di farti avere in fretta. Dei programmi che invece hanno un certo smercio tieni un adeguato magazzino, com- patibilmente con le richieste che prevedi e con le tue capacità finanziarie, è ovvio. E se non hai abbastanza soldi da investire (o non vuoi) devi ridimensionare la tua attività. È una legge di mercato. E un'altra legge di mercato è quella che giustifica ed anzi impone la presenza della pubblicità in una rivista. È in qualche modo vero che la pubblicità è l'anima del commercio, come spesso si sente dire. Nel senso che i prodotti si ven- dono se sono conosciuti, e tutto quanto una ditta fa per far conoscere i propri prodotti è in qualche modo pubblicità. A noi, ovvia- mente, interessa informare i lettori su... ciò che ai lettori interessa sapere, ad esempio come vanno le varie macchine. Ed è essen- zialmente perché ne ricavano una forma di pubblicità che i vari operatori sono in gene- rale lieti di mettere a nostra disposizione gli apparecchi per le prove, o le informazioni in genere. Pubblicità che ovviamente sperano sia positiva, nel momento in cui ritengono di commercializzare prodotti validi. Il discorso sarebbe probabilmente interessante ma molto lungo, veniamo quindi alla forma di pubblicità “Classica», quella a pagamento cui il nostro lettore si riferisce. È chiaro che per la rivista è utile, essendo una delle due fonti di ricavo (l'altra è ovviamente la vendita delle copie). Le riviste di sola pubblicità, o di troppa pubblicità rispetto alle -informazioni indipendenti», se cosi vogliamo chiamarle, finiscono per essere sgradite ai lettori e quindi per perdere da una parte quello che guadagnano dall'altra. Quando invece viene mantenuto un adeguato bilanciamento fra pagine di redazione e pagine di pubblicità, la situazione é la migliore per tutti. È questo che, effettivamente, ha consentito ad MC di raggiungere certi traguardi. In questo nume- ro ci sono la bellezza di 256 pagine, direi che non sono molte nel mondo intero le rivi- ste di computer cosi grandi. Ottanta (79, per l'esattezza) sono di pubblicità, che quin- di occupa circa il 30% della rivista. A propo- sito: però di dire che su Byte ci sia qualche scarno articolo che intervalla la pubblicità non me la sentirei proprio... Quanto alle suppliche: è ovviamente in programma che Corrado parli dei compilato- ri C esistenti, nell'ambito della rubrica sul C, ed aggiungo che faremo di tutto per esten- dere il più possibile il panorama delle mac- chine prese in considerazione in tale ambito (cioè non limitandoci al solo mondo IBM). Però devo dire che non sono riuscito ad avere dai distributori NESSUN compilatore C originale... Attenti, distributori di software: tutti sanno, e voi per primi, che la difficoltà di reperimento del software è purtroppo un ottimo incentivo al mercato delle copie, ol- tre che una pretestuosa ma plausibile giusti- ficazione. Per quel che riguarda Carlà, personal- mente ignoro cosa sia Zork, ma... prima o poi ne parlerà di sicuro. MCLink, infine, non ha di certo potuto risolvere totalmente il problema dei listati, se non per chi abita a Roma ed... è fortunato nel trovare la linea. Però stiamo lavorando con molto impegno (anche economico) per una soluzione tele- matica in grado di consentire una gestione molto più efficace del problema. Atari, Amiga, Apple: chi difende, chi accusa Voglio esprimere i miei complimenti per il vostro tentativo di mettere a confronto i tre computers A tari. Amiga e Appiè II GS. Ho avuto modo di lavorare a lungo con i primi due. Non mi sembra che la vostra pro- va abbia però centrato il nocciolo della que- stione: si tratta in fondo di mostrare l'effetti- va utilizzabilità di un computer e la sua utili- tà. Dirò subito che. se I A tari è affetto da una parziale incompatibilità tra I vari formati grafici, il grosso difetto dell'Amiga è lo sfar- fallio dei monitor. Questo computer non si presta (come affermato anche dalla rivista tedesca 68000') ad un uso continuativo ad es. in ufficio. Effettivamente il fastidio visivo è assai sensibile ed è difficile fare dei CAD o del WP. Un'altra utilità può certo essere /' hard disk. Però esso non è direttamente collegabile all'Amiga. Ho anche notato che spesso la memoria è insufficiente e non è possibile un multitasking. C'è poi da chie- dersi se sia più utile un computer che abbia un MIDI, quale l 'A tari, o un computer con un chip a più voci, che non può essere comun- MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 s 1 e MICROTEK: periferiche e componenti di qualità per il tuo personal, garantiti 12 mesi, e l'affi- dabilità dei marchi più prestigiosi sul mercato: ^.MiniCrriK^ “Wl in m^i *0 J NO. MICROTEK: un servizio di assistenza qualificata con tempo massimo di riparazione in labo- ratorio di 48 ore e hot line per mettere costantemente al vostro servizio la nostra professionalità. posta que suonato dalla tastiera del computer. Infine alcune precisazioni: la maggior par- te dei programmi per Atari funziona sia in colore che in b/n; il ciclo vuoto 1-10000 in Fastbasic per Atari dura 1.04 sec: con un piccolo programma è possibile - saltare - il GEM e impartire le istruzioni al sistema ope- rativo (come il CU). Forse la prova doveva essere fatta tenen- do conto di queste cose concrete, non par- lando solo di colore, suono ecc., ma della effettiva utilità e utilizzabilità di tali doti. Silvano Monte! - Salomo (BZ) Leggo con interesse il vostro articolo del numero di marzo sul confronto fra Apple IIGS. Amiga e Atari ST. Sono un utente di un 520 ST acquistato sul finire del 1985 e non sono per niente soddisfatto di questa macchina. È vero che potenzialmente potrebbe essere una gran bella macchina, ma di fatto non lo è. Il monitor è accecante e poco ergonomi- co, sia il mio che quello di altri utenti da me contattati - balla -, per non parlare del rumo- re. fastidiosissimo se si alza il volume, dovu- to a quanto pare a dei bit sporchi di cui non saprei la provenienza. Il Basic consegnatomi è una vergogna ed è poco pratico. I molti bugs che lo caratte- rizzano fanno innervosire e per questo lo uso raramente. Nessuna casa degna di nota dovrebbe far girare prodotti simili. Il Logo è buono anche se non permette di utilizzare certe caratteristiche delI'ST quali la MIDI. Il programma di grafica è meglio non menzionarlo perché invece di non so quale favoloso GEM paini mi è stato consegnato (dall A tari Italia, ci tengo a sottolinearlo) un Doodle che meriterebbe la forca. Utilizzo, dei programmi consegnatimi al- l'acquisto. solo Ist Word, che è un discreto WP, e il Logo. Non parliamo nemmeno di Db One. L 'hardware, non da meno mi ha dato pro- blemi enormi. Ho atteso quasi otto mesi per dei chips custom rotti. Voi di MC quando presentate qualche macchina, e questo sapete farlo molto be- ne, per favore diteci qualcosa anche di quanto sta dietro a questi prodotti. Per esperienza personale posso dire che il 520 ST è stato commercializzato motto, ma mol- to male e queste sono considerazioni che, pur esulando dai prodotto in sé, andrebbero fatte per meglio salvaguardare l'utenza. Tutto questo si aggrava ancora di più se l'utente abita in zone diciamo periferiche dove la penuria di programmi, scambio di idee e pareri con altri utenti si fa sentire molto. Massimo Belli Monte S.Giov.Campano (FR) Due fra le numerose lettere che sono arri- vate, come c'era da aspettarsi, sul confron- to di due numeri fa. Alcune sono molto spe- cifiche e contengono informazioni anche molto interessanti, alle quali sarà dato spa- zio al più presto in altra parte della rivista. Queste due sono significative : una dice che abbiamo parlato troppo bene di Atari, una che ne abbiamo parlato troppo male. Ce ne sono altre a proposito di Amiga o Apple, ma è essenzialmente intorno all’Atari che il mondo si è diviso in due: chi lo difende e chi lo accusa. Noi abbiamo cercato di non fare nessuna delle due cose, all'epoca della pro- va che abbiamo cercato di condurre con la massima obiettività e nella maniera più do- cumentata possibile. Certo, alcune informa- zioni che abbiamo ora, e che ci sono perve- nute da lettori particolarmente informati, sa- rebbe stato utile averle prima. Ma, fermo re- stando che la carenza o difficoltà di reperi- mento di informazioni su una macchina è un problema che la macchina stessa si ritrova sulle spalle, non ritengo imputabile a nostra negligenza non averle avute, né credo che vi sarebbe stata una grande differenza nei termini del problema o nelle nostre valuta- zioni. Credo comuque che il sig. Belli sia forse eccessivamente critico nei confronti del proprio computer, non potrebbero es- serci altrimenti i numerosi utenti più che soddisfatti dalle prestazioni del loro ST, co- me quelli che ci hanno scritto. La verità è che ogni macchina ha i suoi pregi e i suoi li- miti. e le dimensioni che assumono i vari aspetti (positivi e negativi) sono abbastanza dipendenti cfal punto di vista soggettivo di chi osserva. Entro certi limiti, ovviamente. Ma non credo che, per tornare al confron- to, ci siano macchine che meritino di non esistere o di essere l'unica esistente, come emergerebbe dalle critiche di alcuni. 26 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 posta Ladri forse e ladri di sicuro... Sono un vostro assiduo lettore da un paio di anni e vorrei criticare l'autore americano della lettera a pag. 12 di MCmicrocomputer n. 59. Il mittente è uno della Microprose in USA e per me sbaglia. Qui in Italia non siamo tutti « pirati - del software! lo. una volta, rimasi affascinato da un pro- gramma descritto su Playworld. chiamato «Cyber Video-, che poteva « comporre - un videogame (è prodotto in USA dalla softwa- re house Touchstone) ed io ero disposto a tutto per comprarmelo. Però, adesso che ho visto quella lettera le mie speranze sono poche. Secondo voi avrei delle possibilità di poter ricevere il programma senza perdere i 24.95 dollari? Devo confessare che anch’io copio i pro- grammi, però io non li vendo, io li regalo o li scambio. A proposito dei listati lunghi, io avrei com- pilato. per lo Spectrum, un programma di mia invenzione chiamato War Games. Pro- prio cosi, l'omonimo film ora è diventato un gioco per lo Spectrum, però il listato è trop- po lungo e non possiedo la stampante. Po- trei inviarvi il programma solo in disco o in cassetta? Alberto Da Balin - Martellago (VE) La posizione della Microprose che, dicia- mo a beneficio dei lettori che non hanno presente l’episodio, rifiutava sostanzialmen- te di dare informazioni al nostro Carlà a cau- sa dell’eccessiva pirateria del nostro paese, appare, sì, criticabile, ma dobbiamo purtrop- po accettare II fatto che è tuttavia giustifica- ta e che, in ogni caso, il problema non si sa- rebbe posto se la pirateria da noi fosse un po' meno... industrializzata. Se comunque mandi i tuoi 24.95 dollari (e le spese di spe- dizione?) DEVI vedere o arrivare il tuo pro- gramma o tornare indietro I tuoi soldi, per- ché se loro non ti mandano il programma perché FORSE sei un ladro, non possono tenersi i tuoi soldi perché altrimenti SICU- RAMENTE sono ladri loro... A proposito dei tuoi programmi, certo che puoi inviarci la cassetta, anzi lo raccomandiamo a tutti gli autori di programmi un po' lunghi, nel riqua- dro che pubblichiamo qua e là nelle rubri- che del software. Chi ha detto che i listati non ci sono? Leggendo il n. 60 di febbraio, ho notato che è ormai «scoppiata- la guerra a propo- sito della non pubblicazione dei listati sulla rivista. Da parte mia penso che questa sia stata la più grande stupidaggine che abbiate commesso, infatti i listati facevano in modo di far capire la logica di utilizzo del Basic ai lettori meno esperti. Voi vi giustificate col fatto che sia impossibile digitare corretto un listato-fiume, ma ciò non è affatto vero, al- meno per me, infatti, quando trovavo un er- rore nel listato, non mandavo tutto a quel paese, ma ciò mi esortava a ricontrollare il listato e, quindi, a capire meglio l’effettivo funzionamento. Dai listati pubblicati sulla vostra rivista ho preso e utilizzato in altri programmi decine di subroutine, ma visto che adesso i listati non li pubblicate più, questa opportunità è scomparsa, e con es- sa è scomparso l'interesse sulla rivista, vi- sto che ricevere i programmi a casa non è proprio gratis. A questo proposito ho trova- to interessanti altre riviste che hanno esat- tamente fatto il contrario di quello che avete fatto voi. Un vostro ex-lettore dalla Sicilia Gaetano Minardi - Niscemi (CL) Leggo MC dal n. 1 e la compro ogni mese a partire dal n. 2. La prima cosa che faccio, quando compro la rivista, è quella di guarda- re quali sono i programmi pubblicati per le macchine in mio possesso. Devo dire che proprio non mi va di vedere pubblicato il software dei lettori senza i rela- tivi listati. Sarebbe meglio che non ti pubblicaste proprio, a questo punto. La mia proposta è la seguente: perchè non pubblicate i listati troppo lunghi in un fascicoletto a parte (magari usando carta meno costosa) da allegare alla rivista ogni due o tre mesi? r * * / a Bari è SISTEMI PER L'INFORMATICA HARDWARE SOFTWARE ASSISTENZA TECNICA rivenditore autorizzato BIT COMPUTERS disponibile la nuova gamma dei r%>.]^2SI)Ìt DEC s.r.l. - 70124 Bari, via Lucarelli 62/D, tei. 080.420991 . COMPUTER SHOP: 70124 Bari, via Lucarelli 80 28 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 ^.MiniCrriKn m 'Q&r\ in ii^sv^l iuu Disk Drives Miniscribe, uno dei più grossi pro- duttori mondiali di dischi rigidi, ha conquistato in questo campo la leadership incontrastata per quali- tà, affidabilità ed innovazione tec- nologica: le più importanti aziende internazionali di computer hanno confermato questa posizione adot- tando MINISCRIBE come fornitore preferenziale nei loro sistemi. La gamma dei dischi parte dal cavallo di battaglia 3425 che dispone di 21.4 MBytes formattati (dimensioni di 5.25" mezza altez- za), per arrivare alla serie 6000 con prestazioni da leader, capacità fino allO MBytes, tempi di acces- so medio di 28 millisecondi. Infine, la nuova serie 8000, che con dimensioni di 3.5" e capacità fino a 32.7 MBytes, soddisfa le esigenze dei sistemi attuali, che richiedono dimensioni ridotte e minimi assor- bimenti. Microtek Italia s.r.L - Via A. Bertoloni, 26 00197 Roma Tel. (06) 80.24.40 - 80.25.33 - 87.70.82 - 87.76.74 ("fesse Discom s.r.L - Via Civitali, 73 20148 Milano Tel. (02) 40.45.420 - 40.45.176 Per la prima volta in Italia ULTIMOBYTE S.r.l. - Via Aldo Manuzio. 15 -20124 Milano Ordini telefonici: 02/65.97.693 Tutti i prezzi esposti comprendono VIVA. Aggiungere all 'importo di ogni ordine il contribu- to fìsso di L. 4.000 per spese di spedizione. □ SI aderisco alla vostra proposta di Membership. □ Inviatemi a L. 129.000 "The PC-SIG Library", il Supplemento, la Newsletter e 5 dischetti. Scelgo: coll, t cod. 2 cod 3 coti. 4 cod. 5 □ A semplice richiesta e senza ulteriori spese mi invierete i rimanenti dischetti che mi spettano. □ NO non desidero diventare Socio - Rinuncio alla Newsletter e allo sconto - Inviatemi comunque Totale da pagare L. + L. 4000 = L. □ Allego assegno/vaglia postale □ Pagherò al postino in contrassegno NOME COGNOME VIA CITTÀ ( ) CAP P. IVA/Cod. Fise. posta Ad ogni modo spero che si trovi una solu- zione accettabile a questa orrenda mutila- zione della rubrica software! Vi saluto cordialmente, come si possono salutare dei vecchi amici. Mauro Zaccaro - Campobasso Ma chi lo ha detto che i listati non li pub- blichiamo più? Quelli -di prima» continuano ad esserci. E in più c'è la descrizione di al- cuni programmi il cui listato ci sembra trop- po lungo. Per quanto possibile, quando su un numero c'è un programma senza listato cerchiamo di pubblicarne anche uno più corto, quindi con il listato: dico per quanto possibile perché, onestamente, ci sono me- si in cui il materiale inviato dai lettori non è di qualità particolarmente elevata ed è diffi- cile trovare un programma interessante fra quelli non eccezionalmente lunghi. Le routi- ne, per quanto mi riguarda, si pescano me- glio dai listati non troppo lunghi, sono sicu- ro quindi che i nostri lettori potranno conti- nuare a trovare materiale interessante da sfruttare nel propri programmi. Aggiungo, che per quello che riguarda le routine parti- colarmente interessanti inserite nei lavori dei lettori, stiamo lavorando per mettere a punto un'iniziativa che dovrebbe incontrare il favore di chi vuole effettivamente imparare i «trucchi» dai programmi altrui. Un modo migliore Simpatica Redazione, sono un ragazzo di 16 anni appassionato di computer, e naturalmente non perdo un nu- mero della vostra rivista che secondo me si eleva nettamente dalle altre per l'originalità, la vastità, la completezza e l’accuratezza degli articoli e di tutte le altre informazioni. Dopo questi doverosi elogi vorrei sotto- porre alla vostra attenzione un problema che spero risolverete sulle pagine della rivi- sta o direttamente a casa mia. Com'è possi- bile tutelare il software personale creato, sottraendolo allo sfruttamento commerciale (naturalmente non a mezzo software, ma per vie legali?). Ringraziandovi anticipata- mente vi saluto. Stefano Favretto - Ramon (Treviso) Grazie per I complimenti. Del problema che ti sta a cuore si è occupato Elvezio Pe- trozzi nel numero 56, dello scorso mese di ottobre, nella puntata relativa a «La tutela giuridica del software» nella rubrica Informa- tica & Parlamento. Non sto a riassumerti la situazione che. però, non è rosea. Non tan- to, a mio avviso, per la mancanza di norme che tutelino l'autore, quanto piuttosto per la difficoltà (o più che altro «laboriosità») del- l'ottenere giustizia una volta depredati. Non vorrei sembrare qualunquista nel dire che la cosa migliore che puoi fare, dopo esserti ovviamente adeguatamente tutelato nel ca- so tu Intraprenda l’attività di creatore di software, sia quella di sperare in un mondo migliore... MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 Silenzio. LP4000 esegue. veloce : 50 cm/sec COR POR A TION KYBER" TRA IL PIÙ DIFFUSO ED IL NUOVO ESISTONO UNMILIO TOTTOMILASET DIFFE LIRA PIÙ Si, Amstrad PC-1512, nella sua versione base ti costa veramente meno, solo L. 1 .390.000. Questo è un prezzo incredibilmente basso se consideri che comprende, oltre alla tastiera, al monitor grafico, all’unità di sistema e al drive per dischi, anche il mouse e ben quattro dischi di software. Le prestazioni poi, sono un'altra meraviglia. Amstrad PC-1512, confrontato a personal molto più costosi, esprime prestazioni superiori. Infatti è decisamente più veloce e la sua memoria, di ben 51 2K RAM, è espandibile a 640K. Puoi scegliere il tuo PC-1512 tra sei differenti versioni, con drive singolo, doppio, oppure con hard disc da 20 Mbyte. Il monitor può essere scelto tra quello monocromatico a 16 toni di grigio o quello a 16 colori. Sei configurazioni, sei modi intelligenti per garantirsi il massimo, senza per questo dover investire il capitale che altri personal ti chiedono. Amstrad PC-1512, ti dà tanto di più, ma ti chiede molto di meno. I , Se il PC-1512 vi interessa e desiderate ricevere ulteriori informazioni, spedite il tagliando compilato a. G.B.C. Italiana S.p.A - Viale Matteotti. 66 20092 Cinisello Balsamo (MI) - Tel. (02) 61.81.801 Cognome PERSONAL COMPUTER AMSTRAD PC 1512 NETRECENTOQUARAN TECENTONOVANTA RENZE LIRA MENO PC-1512 Versione Italiana L.1.390.000+iva Distribuito in esclusiva da G.6.C. Italiana S.p.A. a cura di Massimo Truscelli Nelle News di questo numero si parla di: Akron srl Casella Postale 348. 33170 Pordenone - Amplisystem/Amplifoo Spa Via Ripamonti 1 15. 20141 Milano - Apollo Computer Spa Milanofiorì Pai C2 strada 2. 20090 Assago (MI) - Atari Italia Spa V.le dei Lavoratori 25, 20092 Cinisello B. (MI) - Bytec Elettronica Via S. Rocco 46. 12042 Bra' (CN ) - DHT(AST) Via Q. Sella 4. 20121 Milano - Digitronica Spa C.so Milano 88/A, 37138 Verona - Discom srl Via P.G.A. Filippini 1 19. 00144 Roma - Fiat Spa (In. Te. S.A.) C.so G. Marconi 10. 10125 Torino - FSP srl Via Locateli! 5. 20124 Milano - Fujitsu Italia Spa Via Melchiorre Gioia 8, 20124 Milano • Honeywell Bull Spa Via G.B. Pirelli 32, 20l24Milano - Intel Corporation Italia Milanofiorì Pai. E. 20090 Assago (MI) - Lotus Detelopment European Corp. Via Lampedusa I l/A. 20141 Milano - Mannesmann Tally srl via Borsini 6. 20094 Coreico (MI) - Memorex Italia Via Ciro Menotti 14, 20129 Milano - Microdata System srl Via Matteotti 50. 19032 Lerici (SPI - MPM srl Via Casorati 12. 42100 Reggio Emilia - NCR Corporation V ie Cassala 22, 20143 Milano - Northen Telecom Data Systems Spa Via Turati 29, 20124 Milano - Oliietti Spa Via Jervis 77. 10015 Ivrea (TO) - SAS Insilane srl Via S. Martino della Battaglia 17, 20122 Milano - Siemens Data Spa V.le Monza 347, 20126 Milano - Sirius Spa Milanofiorì Pai. F2, 20094 Assago (MI) - SFFR srl Via Faentina 175/A, 48010 Fornace Zarattini (RA) - SPH Elettronica Spa Via Giacosa 5, 20127 Milano - SVPT srl Via Val Cristallina 3, 00141 Roma - Trust International srl V.le Piemonte 21, 20092 Cinisello B. (MI). AST Premium Publisher Presentato un sistema per il Desktop Pu- blishing dalla AST Europe Limited, distri- buita in Italia dalla DHT e dalla Fast Ita- lia, con sede a Milano, che lo ha introdotto sul mercato denominandolo Premium Pu- lì sistema comprende una combinazione hardware e software di elevale prestazioni particolarmente orientata agli utilizzatori di PC IBM e compatibili. La combinazione comprende un perso- nal computer Premium/286 compatibile AT, lo scanner ottico TurboScan, la stam- pante AST Turbolaser e numerose schede di espansione. Le applicazioni tipiche riservate al siste- ma comprendono la produzione di layout e la progettazione di opuscoli, notiziari, in- serzioni, cataloghi, manuali e brochure tec- niche e commerciali. Il PC Premium 286, cuore del sistema, è una stazione di lavoro che può funzionare a 6/8/10 MHz senza alcun stato di attesa della memoria e impiegato come cuore del sistema Premium Publisher comprende una scheda Fastram da 1 Mbyte con supporto espanso EEMS (AST intelligent memory), hard-di.sk da 40 Mbyte con un tempo di ac- cesso di 28 ms, un floppy disk drive da 1.2 Mbyte ed un monitor monocromatico con una risoluzione di 720 per 348 punti per una presentazione incisiva di testo e grafici. Con il sistema viene fornita una scheda grafica avanzata AST 3G Plus in grado di emulare le schede EGA, CGA, MDA ed .Hercules. Lo scanner TurboScanner AST consente di convertire ad alta velocità testi, scritture, fotografie e disegni in grafica bit-mapped per l'elaborazione da parte dell’unità cen- trale. La stampante TurboLaser (presto se- guita dalla TurboLaser Plus, capace di pro- durre 15 pagine al minuto) è caratterizzata dal sofisticato LPC (Laser Printer Control- ler) comprendente il processore Motorola 68000 e ben 1.5 Mbyte di memoria dedicata all'emulazione degli standard Epson, Dia- blo ed Extended Diablo. oltre all'emulazio- ne di plotter grafici compresi i linguaggi HPGL e Lasergraphics Language. La riso- luzione è di 300 punti per pollice ad una velocità di 8 pagine al minuto. Il Premium Publisher comprende anche oltre 75 font di carattere con stampa in spaziatura propor- zionale ed a passo fisso con un intervallo variabile tra 6 e 36 punti, compatibilità con Page Maker, Ventura Publisher, Font Page. Digitronua e NEC Dal 1986 la Digitronica Spa distribuisce le stampanti NEC sul mercato italiano, tra i modelli di spicco sono da ricordare quelli 34 appartenenti alla linea Pinwriter a 24 aghi ed in particolar modo la P9 XL che stampa alla velocità di 400 cps in modo draft e 140 cps in Letter Quality. La società di Verona è ora impegnata nella commercializzazione di una serie di nuovi prodotti appartenenti al mercato dei sistemi operanti in ambiente UNIX/XE- NIX System V. Si tratta della linea di computer Blitz che utilizzano come CPU i processori Motorola della serie 68000 a 32 bit. I modelli della fa- miglia Blitz sono 3: Blitz 682, Blitz 685 ed il nuovo Blitz 689. Le principali caratteristiche dei primi due modelli possono essere riassunte in ter- mini di grande espandibilità e di apertura agli standard industriali. L'architettura è costituita da una CPU Motorola MC 68010 a 10 MHz «zero wait state». MMU (Memory Management Unit) a 32 registri operante con un MC 68451, memoria centrale di 2 Mbyte espandibile a 16 Mbyte, e uscite seriali RS 232C, control- ler perfino a 3 hard-disk e nel modello 685, bus standard VME con altre 6 uscite seriali per il collegamento di posti di lavoro e stampanti. Il Blitz 689 è invece il modello di mag- gior prestigio e opera con il processore MC 68020 a 16 MHz, utilizza un bus VMX e permette il collegamento di 36 terminali. Grazie ad un opportuno software di in- terfaccia è possibile il collegamento di qualsiasi personal computer IBM compati- bile con funzionamento in MS-DOS. In tal modo il Blitz viene utilizzato come concen- tratore o «server» di archivi residenti sotto XENIX, realizzando in tal modo un vero e proprio «ponte» tra i due ambienti operali- Intel PLCC 80286 Confezionato in un package economico PLCC (Plastic Leaded Chip Carrier) il pro- cessore 80286 e immediatamente disponibi- le in una nuova versione. La notizia ufficiale diffusa dalla Intel parla anche di notevoli miglioramenti ri- guardanti le specifiche di temporizzazione dell'80286. da 10 e 12.5 MHz. per l'uso di RAM dinamiche più economiche per la conseguente progettazione di memorie con stato di attesa zero (zero wait state). L'impaccamento PLCC, compatibile con tutti i precedenti modelli garantisce una maggiore resistenza allo sforzo ed alla rot- tura ad un costo notevolmente inferiore. Un diffusore di calore incorporato permet- te la continuità termica rispetto ai package PGA e LCC, con un aumento della dissipa- zione di calore. Il PLCC 80286 si può montare su qual- siasi lato di un pannello a circuiti stampati economizzando spazio. L’80286 è sempre più richiesto sia sul mercato industriale che su quello militare che per le telecomunicazioni grazie anche alla compatibilità del software sviluppalo con il processore 386 che assicura una base di software da 10 miliardi di dollari. MCmicrocomputer n, 63 - maggio 1987 TRA IL PIÙ DIFFUSO PERSONAL COMPUTER ED IL NUOVO AMSTRAD PC 1512 NON ESISTE SOFTWARE DI DIFFERENZA Amstrad PC-1512 è un Personal MS-DOS. Utilizza cioè lo stesso software dei più diffusi personal computer oggi in commercio, dai quali, però si differenzia non solo per il prezzo inferiore e per le prestazioni superiori, ma anche per il software in dotazione. Infatti nessuno ti dà, compresi nel prezzo, ben due sistemi operativi: l'MS-DOS 3.2 della Microsoft, il DOS Plus 1.2 della Digital Research e tante altre applicazioni: il GEM versione 2, il GEM Paint della Digital Research e il GEM BASIC 2 della Locomotive Software. Logicamente sono in italiano, manuali compresi. Amstrad PC-1512, ti dà tanto di più, ma ti chiede molto di meno. PC-1512 Versione Italiana L.1.390.000+iva Distribuito in esclusiva da G.B.C. Italiana S.p.A. news Bite-Board a protezione del software Il metodo più sicuro per impedire la co- pia del software è quello di fornire, insieme al programma, una «chiave» hardware non duplicabile ed indispensabile al corretto funzionamento della procedura installata. Seguendo questa filosofia la Hardest ha prodotto Bite-Board, un efficace aiuto per i produttori di software ai quali assicura protezione per il proprio lavoro. Si tratta di un sistema intelligente e pro- grammabile daM'utente che consente copie cautelative dei programmi impedendone il funzionamento su unità non abilitate. Distribuite in Italia dalla MPM di Reg- gio Emilia, viene inserita in uno degli slot di un qualsiasi PC compatibile come una comune interfaccia e non necessita di porte seriali o parallele. Bite-Board offre 16 locazioni da 8 bit di memoria RAM a disposizione dell'utente per la creazione di sofisticati sistemi di pro- tezione c comunica con l'elaboratore in cui è inserita tramite sequenze criptografiche basate su codici pseudo-causali, un metodo che assicura un alto livello di sicurezza nel- l'eventualità di un tentativo di decifrazio- ne. Bite-Board, nelle intenzioni dei costrut- tori, vorrebbe essere uno strumento che, ol- tre a proteggere le software house dalla co- piatura indiscriminata dei programmi svi- luppati, possa contribuire in maniera ade- guata anche ad una più corretta gestione del software circolante. SAS Institufe acquista la Lattice Ine. Nel 1984 SAS Institute acquistò dalla Lattice Ine. il diritto ali'implementazione del famoso compilatore Lattice C per mi- crocomputer sui mainframe operanti in am- biente IBM. Dopo diverse sperimentazioni dell’im- plementazione del linguaggio per la realiz- 36 zazione del Sistema SAS, scaturite nel suc- cesso commerciale ottenuto dall'implemen- tazione della versione mainframe del SAS con il compilatore C, è scaturita la decisio- ne della SAS di acquisire la Lattice C. In seguito all'acquisizione, la Lattice opererà come consociata indipendente ed attraverso i propri canali di vendita già esi- stenti continuerà ad offrire la propria linea di prodotti comprendente oltre 50 strumen- ti per lo sviluppo di software e pacchetti di ottimizzazione della produttività. Con un fatturato che nel 1986 ha superato 100 mi- lioni di dollari, SAS Insitute è una delle più grandi aziende produttrici di software. Il Sistema SAS, il prodotto di maggior prestigio, è un pacchetto integrato multi- funzionale adatto a diversi settori di attivi- tà: gestione dati, sviluppo applicativo, ana- lisi statistiche, produzione di grafici, piani- ficazione, ricerca operativa e controllo qua- lità. Il Sistema SAS per PC, scritto principal- mente in C e presentato nell'ottobre del 1985 ha raggiunto il traguardo delle 220.000 licenze di rilascio per l'utilizzo su workstation. XT 386? La Microdata System srl di Lerici distri- buisce in Italia i prodotti della Quadram USA, una delle società leader nella produ- zione di schede di espansione per PC. È di questi giorni la notizia riguardante l'acquisizione di un nuovo prodotto, si trat- ta della scheda Quad 386XT che permette di potenziare le prestazioni di un PC basa- to sul processore 8088 grazie all'impiego della CPU 80386 con clock a 16 MHz. La scheda Quad 386XT permette la ge- stione di fino a 3 Mbyte di memoria di si- stema, 96 Kbyte di memoria video e 32 Kbyte di memoria «cache»; inoltre i PC XT possono, sfruttando le caratteristiche di elaborazione a 32 bit proprie del 386, lavo- rare in multiutenza utilizzando più pro- grammi contemporaneamente. L'installazione della scheda sul PC non richiede il settaggio di alcuno switch o jum- per, ma avviene via software rispondendo ad alcune domande con una operazione di configurazione semplice e veloce che non consente errori. La scheda Quad 386XT è dotata di un bus di interfacciamento asincrono ed offre I Mbyte di memoria configurata in parole di 32 bit, ottenuta utilizzando un chip di memoria dinamica da 256 Kbyte, ed una espansione di memoria da 2 Mbyte; è pre- vista la possibilità di inserire il coprocesso- re matematico 80287 e la scheda supporta espansioni di memoria secondo lo standard LIM (Lotus, Intel, Microsoft) oppure AST, Quadram, Ashton-Tate. Al fine di utilizzare la modalità a 32 bit al massimo delle possibilità sono previsti dei driver per la gestione della memoria per l’utilizzo da parte dei programmi applicati- Borse di studio Apollo Computer Per l’anno 1986/87, la Apollo Computer, leader mondiale nella produzione di work- station professionali, attenta ai problemi della scuola, mette in palio 4 borse di stu- dio, 6 stage di formazione ed 8 corsi di computer grafica per giovani studenti lau- reandi, laureati o diplomati che potranno conoscere una realtà lavorativa qualifican- te dal punto di vista professionale nello specifico settore della computer grafica, Apollo metterà a disposizione le proprie workstation grafiche presso le quattro filia- li che la società ha in Italia, per permettere ai giovani studenti di sviluppare le tesi sul- l'argomento computer graphics, che rap- presenta attualmente uno dei settori di avanguardia con applicazioni e sviluppi nei più svariati settori industriali e di ricerca. Il sunto delle tesi premiate sarà pubbli- cato sul giornale Apollo distribuito a tutti i suoi clienti dalla società. Amplisystem Education Per chi volesse perfezionarsi nell'uso di molti pacchetti applicativi, Amplisystem, la divisione computer della Amplifon SpA, rende noto che per il periodo aprile/luglio 1987 sono aperti i corsi di alfabetizzazione informatica inerenti argomenti di carattere generale e argomenti specifici. Il calenda- rio dei corsi prevede argomenti monografi- ci da trattare nello spazio di tempo compre- so tra 1 e 4 giorni con lezioni riguardanti sia l'uso di prodotti affermati come dBase III, AutoCAD, Framework, Lotus 123 ed un corso specifico riguardante il sistema operativo MS-DOS rivolto a chi non pos- siede alcuna esperienza di Personal Com- puter e vuole acquisire le nozioni fonda- mentali ed i comandi relativi al sistema operativo. Il prezzo è di L. 180.000 (IVA esclusa) e la partecipazione a questo corso è conside- rato come un prerequisito per la partecipa- zione agli altri corsi. Nel calendario sono previsti anche corsi riguardanti l'uso di DALOG-GA 85, indi- rizzato a chiunque necessiti di uno stru- mento per la gestione aziendale su PC, del- la durata di 4 giorni ad un prezzo di 180.000 lire più IVA a modulo, ed anche un interessante corso della durata di due gior- ni, con inizio a maggio, riguardante l'uso di PageMaker. MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 TRA IL PIÙ DIFFUSO PERSONAL COMPUTER ED IL NUOVO AMSTRAD PC 1512 ESISTONO TRECENTO OTTANTAQU ATTROMI L A DIFFERENZE BYTE PIÙ BYTE MENO Amstrad PC-1512 nasce con una memoria sviluppatissima: 51 2K RAM facilmente espandibile a 640K. E pensare che altri personal della stessa categoria, di prezzo ben superiore, ti mettono a disposizione solo 128K RAM. Inoltre PC-1512 è velocissimo, fino a cinque volte di più rispetto agli altri, grazie al suo microprocessore Intel 8086 funzionante a 8 MHz. Come se non bastasse, già nella versione base ti offre addirittura la grafica ad alta risoluzione con 16 toni di grigio. Amstrad PC-1512. ti dà tanto di più, ma ti chiede molto di meno. ìcrpr PC-1512 Versione Italiana L. 1.390.000 iva Distribuito in esclusiva da G.B.C. Italiana S.p.A. news Olivetti e previsioni del tempo Dopo l'annuncio riguardante lo sviluppo di nuovi modelli in ambiente Unix, centra- to sugli elaboratori della linea AT&T 3B, la Olivetti ha fornito i nuovi servizi meteoro- logici computerizzati «Meteouno» e «Me- teodue», rispettivamente per la prima e se- conda rete televisiva, basati su una rete di personal computer di propria produzione. I due servizi sono realizzati in coprodu- zione con la RAI, e sulla base delle cono- scenze acquisite con l'analogo servizio già operativo sulla terza rete (Meteotre), sono utilizzati per tutte le fasi del processo di creazione del programma: dalla raccolta ed elaborazione dei dati provenienti dalle 62 stazioni di rilevamento dell'Aeronautica Militare su tutto il territorio nazionale, fino alla presentazione in forma grafica sullo schermo delle relative previsioni atmosferi- che. La Olivetti ha fornito oltre alle appa- recchiature anche la consulenza tecnica ed il software sviluppalo dalle società Data- mat e Telesia. La rappresentazione grafica nel corso dei due programmi televisivi è differente: Me- teouno visualizza i dati riguardanti le previ- sioni atmosferiche con un sistema di rap- presentazione in tempo reale che consente effetti di immagini in movimento, mentre Meteodue visualizza immagini tridimensio- nali con possibilità di poter adoperare fino a 16 milioni di colori. II servizio rappresenta un interessante esempio di applicazione delfinformatica in campo televisivo e propone nuove originali vie per l'utilizzazione del personal compu- ter. Fujitsu Italia: nuove unità periferiche In occasione della propria partecipazio- ne al PC Forum, la Fujitsu Italia ha annun- ciato la disponibilità di alcune unità perife- riche particolarmente indicate per gli utenti di personal computer. Si tratta di drive per floppy disk e dischi rigidi, e di nuove stam- panti a matrice di punti caratterizzate da una elevata risoluzione. La nuova linea di floppy disk drive si compone di due diverse serie denominate M2550 e M2530: la prima è costituita da drive da 5 pollici e 1/4 del ti- po slim line della capacità non formattata compresa tra 0,5 e 1,6 Mbyte con tempi di accesso di 67 e 91 msec. La velocità di tra- sferimento è compresa tra 250 e 500 Kbyte per secondo ed è possibile realizzare dei sottosistemi collegando in cascata fino a 4 unità ad un controller standard. La serie M2530 comprende disk drive da 3,5 pollici con capacità non formattata compresa tra I e 2 Mbyte, tempi medi di accesso compresi tra 173 e 94 msec. La velocità di trasferi- mento è identica a quella della serie M2550 e come questa il posizionamento dei drive può essere sia orizzontale che verticale. An- che sul fronte dei drive Winchester le novi- tà Fujitsu appaiono piuttosto interessanti: si parte da un modello da 5 pollici e 1/4 con interfaccia SCSI della capacità di 172 Mbyte non formattati, per finire a due mo- delli da 3,5 pollici da 36 e 51 Mbyte non formattati. Il tempo medio di accesso del primo è di 25 msec. con una velocità di tra- sferimento dei dati che si aggira intomo a 1,25 Mbyte/sec. Tra le caratteristiche di maggior rilievo l'elevata densità per traccia (20400 bit per pollice), la velocità di rota- zione di 3600 giri al minuto ed un consumo di 30 watt. I due modelli da 3,5 pollici han- no un tempo medio di accesso di 40 msec. con una velocità di trasferimento di 625 Kbyte al secondo. I dati vengono registrati con codifica MFM con una densità per traccia di 14845 bit per pollice. La nuova stampante DL 34000 a 136 colonne e 10 cpi, può stampare fino a 240 cps in draft e 60 cps in Letter Quality con una risoluzio- ne di 360 x 1 80 caratteri per pollice. La te- stina a 24 aghi è garantita per una durata di 300 milioni di battute. Per la stampa di font diversi dal Courier 10 e Prestige Elite già residenti, la nuova Fujitsu si avvale di un sistema denominato IC Cards. Si tratta di schedine che incorporano ognuna due font. Un pannello frontale permette la selezio- ne di numerose possibilità operative: come per i modelli precedenti è possibile la coe- sistenza del foglio continuo con il foglio singolo. Un kit colore è facilmente installa- bile per trasformare il modello monocro- matico in una stampante a colori di elevata qualità e costo contenuto. Le interfacce Centronics e RS 232C permettono la con- nessione con la maggior parte dei personal computer, mentre l'emulazione IBM Pro- printer/Graphic printer, FX80, JX80 e Dia- blo 630 rendono questa stampante compa- tibile con la maggior parte dei sistemi pre- senti sul mercato. Akron si presenta Con un recente accordo stipulato con la Convergent Microsystems Ltd. giapponese, la Akron di Pordenone distribuirà in Italia i prestigiosi prodotti Convergent, tra i quali hard disk e controller integrati su scheda per PC IBM e compatibili. Tra gli hard disk controller integrati, I* Hardcard Plus, disponibile nelle capacità di 33, 51 e 66 Mbyte è il modello di mag- gior interesse distribuito dalla società. Si tratta di un prodotto dall'installazione mol- to rapida e con consumi e dispersione di calore altrettanto bassi: appena 1 1,5 watt di assorbimento contro i 40 watt di un norma- le hard disk da 10 Mbyte ed una dissipazio- ne in calore di soli 6 watt. La velocità di trasferimento dei dati è di 7,65 Mbyte al secondo, un dato che signifi- ca il 50% in più in termini di velocità di un tradizionale disco rigido. Grazie all'avanzata tecnologia impiega- ta, l'Hardcard Plus, per accedere ad una traccia, utilizza una sola rotazione del di- sco con riprova automatica in caso di erro- La scheda controller provvede alla dia- gnosi automatica al momento dell'accen- sione ed é possibile la coesistenza di un se- condo Hardcard Plus nello stesso PC. La compatibilità é assicurata anche con i PC AT e XT. Tra i servizi offerti dalla Akron c'è anche un tempestivo servizio informativo che tie- ne continuamente aggiornati, a mezzo news- letter inviate a coloro che ne fanno richie- sta, su quanto i mercati intemazionali of- frono nel campo dell'informaiica e delle te- lecomunicazioni. Graphtec Corporation Plotter Le periferiche grafiche prodotte dalla Graphtec Corporation di Tokio sono distri- buite in Italia dalla SPH Elettronica di Mi- lano che annuncia la disponibilità sul mer- cato italiano di tre nuovi plotter di piccolo, medio e grande formato denominati PD93I1/F, FD52II e PD91II. Il primo è un plotter a foglio mobile in formato A3 con una velocità massima di plottaggio di 44,5 cm/sec in direzione dia- gonale ed una accelerazione massima di 2g. La risoluzione meccanica è 0,005 mm programmabile in step compresi tra 0,1 e 0,025 mm; la precisione è inferiore a più o meno lo 0,2% dello spostamento con una ri- petitibilità dello 0,2 mm 4 penne con ab- bassamento smorzato e regolazione auto- matica della velocità e pressione completa- no, insieme ad un alimentatore automatico per 100 fogli, disponibile opzionalmente, la dotazione di questo modello. Il secondo plotter è in formato A2 con funzione di compensazione degli assi nel caso che la carta non sia stata inserita cor- rettamente. 38 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 PCbit: ristampe d'autore. nfijÓvOSSS® e- PCbit plus microprocessore 8088 con clock da 4.77 MHz a 10 MHz PCbit 286 microprocessore 80286 con clock a 12 MHz PCbit 386 microprocessore 80386 con clock a 16 MHz I nuovi PCbit, compatibili con i vecchi e i nuovi sistemi operativi standard (MS DOS, MS OS/2, XENIX, ecc.), riaffermano come vincente la scelta della Bit Computers di proporre personal computer a costo aggressivo ma tecnologicamente avanzati e sviluppati tenendo conto dell'evoluzione degli standard: creatività nella continuità. ]]™bit computers news La massima velocità è di 62,5 cm/sec in direzione assiale con risoluzione di 0,00625 mm, anch'essa programmabile con step tra 0,1 e 0,05 mm. La precisione consente un coefficiente di ripetitibilità inferiore a 0,1 mm. Le penne in dotazione sono 10 e gra- zie alla regolazione automatica della velo- cità e della pressione è possibile l'impiego di carta normale, patinata, da disegno, po- liestere e trasparenti per proiezioni, ritenu- te con un sistema di tipo elettrostatico. Un display a cristalli liquidi sul pannello di controllo frontale permette una semplice e facile impostazione dei parametri di fun- zionamento. Un buffer da 256 Kbyte è di- sponibile in opzione. L'ultimo modello è a foglio mobile di grande formato (Al) con una area di scrit- tura di 864x594 mm con riconoscimento automatico delle dimensioni del foglio. An- che in questo caso c'è un sistema di com- pensazione per l'allineamento degli assi con i bordi della carta. La massima velocità è di 44,5 cm/sec in direzione diagonale con accelerazione di 2g. La risoluzione è di 0,005 mm programmabile con step compre- si tra 0,1 e 0,025 mm con una precisione dello 0,15%. Anche per questo modello è disponibile un buffer da 256 Kbyte in op- zione, mentre è dotato in partenza del siste- ma di discesa frenata delle 4 penne e della regolazione automatica della velocità e pressione. Analogamente su questo model- lo, come sul precedente, è presente un di- splay di controllo frontale. Per tutti i mo- delli è prevista l'utilizzazione del linguag- gio grafico Graphtec o emulazione HP, le interfacce disponibili sono Centronics (standard) e in opzione RS 232C oppure IEEE 488. Le penne utilizzabili sono del ti- po con base ad olio o acqua, ceramiche, a sfera ed a china. NCR 3390 Workstation Se non fosse per il fatto di vedere uno schermo a tubo catodico piuttosto che uno piatto a tecnologia LCD o plasma, la sta- zione di lavoro professionale NCR 3390 potrebbe tranquillamente essere scambiata per un portatile. L'inganno scaturisce dal fatto che le dimensioni compatte ed il peso contenuto lo fanno sembrare insolito per essere definito come AT compatibile. I modelli proposti dalla NCR sono tre e sono contraddistinti dalla diversa configu- razione dei dischi: senza disco, con unità micro floppy da 3,5 pollici 720 Kbyte e con disco rigido da 3,5 pollici 20 Mbyte. Cia- scuno dei tre modelli è disponibile con di- versi adattatori video ed i prezzi oscillano da un minimo di L. 3.365.000 ad un massi- mo di L. 4.965.000 con una configurazione comprendente, in caso di presenza del di- sco rigido, sistema operativo NCR DOS 3.2 e video monocromatico. Le caratteristiche tecniche del prodotto di maggiore impor- tanza riguardano l'architettura di sistema basata su due schede più una espansione per compatibilità PC/AT IBM con CPU 80286 a 6 e 10 MHz e coprocessore 80287, bus a 16 bit, memoria di 640 Kbyte con possibilità di espansione fino a 2 Mbyte, orologio/calendario con batteria tampone, controller per due disk drive ed hard-disk, adattatore video monocromatico standard ed in alternativa Hercules, CGA, NCR ad alta risoluzione e IBM EGA. Sono logicamente comprese due porte seriali ed una porta parallela Centronics; la tastiera può essere di due tipi: espansa con layout italiano o statunitense, e speciale de- dicata all'uso dell'unità come workstation. Siemens: PC-XIO SINIX Equipaggiato con un processore a 16 bit 80186 Intel funzionante con un clock alia frequenza di 8 MHz, memoria di 512 Kbyte oppure I Mbyte, un floppy disk drive da 5 pollici della capacità di 650 Kbyte ed un hard-disk della capacità di 10 o 22 Mbyte a scelta, il PC-X10 della Siemens rappresenta una soluzione ideale per chi vuole orientar- si all'utilizzo del PC in direzione dei siste- mi multiposto funzionanti sotto SINIX, il sistema sviluppato da Siemens su base UNIX. Il PC-X10 permette la comunicazione con elaboratori centrali IBM e Siemens ed assi- cura la compatibilità con i sistemi operativi BS 2000, DOS e MVS. Nell'ambito del pri- mo, adottato dagli altri elaboratori Sie- mens, il PC-X10 presenta la caratteristica di permettere collegamenti molto veloci grazie al sistema BAM. Tale collegamento raggiunge una veloci- tà di 230 Kbyte al secondo, una velocità di trasmissione dati non consentita da altre procedure. Il sistema operativo SINIX permette di poter usufruire delle garanzie offerte dal mondo UNIX e quindi di poter utilizzare un vasto parco software costantemente in crescita. Oltre ai prodotti standard come word processing, contabilità finanziaria e più generali applicazioni di calcolo, esiste una vasta gamma di programmi applicativi e di tool per lo sviluppo di software. In opzione sono disponibili numerosi ac- cessori che variano da una unità di backup a nastro della capacità di 45 Mbyte ad un secondo processore di I/O con 4 interfacce SS97 per il collegamento di un maggior nu- mero di unità periferiche, oppure un pro- cessore per l'impleraentazione di una LAN del tipo Ethernet. Honeywell Bull UPS 7000 A pochi giorni dalla costituzione e dal- l'annuncio del cambio di denominazione da Honeywell ISI in Honeywell Bull, la prima grande multinazionale posseduta da soci americani, europei e giapponesi pre- senta una nuova serie di 5 modelli di elabo- ratori contraddistinti dalle sigle 10, 20, 30 40 e 50 che assicurano prestazioni compre- se tra 9000 e 52000 operazioni l'ora con una gestione massima, nel modello 50, di 600 terminali. L'architettura di sistema dei nuovi Ho- neywell DPS 7000 è basata su un originale sistema modulare che opera la distribuzio- ne delle operazioni, ad esempio, il proces- sore centrale è costituito da cinque mini- processori miniaturizzati, collegati da un bus interno, che elaborano simultaneamen- te altrettante funzioni. La velocità di elaborazione è assicurata dall’impiego di un bus di sistema da 27 Mbyte al secondo, di una «cache memory» e di una memoria centrale (RAM dinami- ca) dotata di 256 kbyte per elemento per una configurazione massima di 16 Mbyte. I sistemi DPS 7000 possono essere impie- gati anche in ambito dipartimentale grazie al sistema operativo GCOS 7-AS espressa- mente studiato per integrare tutte le funzio- ni di base necessarie alle diverse applica- zioni in campi che spaziano dalla automa- zione d'ufficio all'impiego gestionale. Lotus: aperta la sede della filiale italiana Il Presidente della Lotus Development Corporation, la prima società indipendente di software, Jim Manzi, ha presenziato alla cerimonia di inaugurazione della nuova se- de della filiale italiana. Jim Manzi è il Presidente, Chief Executi- ve Officer e Chairman della società, e per la prima volta, con l'occasione, è venuto in visita nel nostro paese. La nuova sede italiana della Lotus, in via 40 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 stampanti BIT writcr PChit compaci Bit Computers: fornitore globale, Oltre ai personal Apple e IBM, proposti tramite i punti vendita diretti, e alla gamma completa dei PCbit (PCbit, PCbit plus, PCbit 286, PCbit 386, PCbit compact e PCbit portable), la Bit Computers distribuisce i personal Olivetti, le stampanti BITwriter linea OKI e linea Mannesmann, i dischi rigidi Lexikon nonché monitor, controller, back-up, modem, floppy disk e quanto il mercato richiede ad un'azienda che ha questo obiettivo: proporsi come fornitore globale di prodotti e servizi qualificati a prezzi vincenti tramite una rete di Rivenditori Autorizzati selezionata e presente nell'intero territorio nazionale. ^23bit computers news Lampedusa ll/A, diretta dall'ingegner Giovanni Catalfamo, è inserita in un nuovo insediamento industriale milanese che vede la presenza di altre aziende del settore in- formatico. Gli uffici coprono un'area di oltre 700 mq con un ampio spazio dedicato alla sala corsi attrezzata con 40 posti, 12 PC ed una completa disponibilità di attrezzature au- diovisive. La sede si avvale di due grandi sale di riunione e di una ampia zona dimo- strativa dove sarà possibile assistere alle prove dei prodotti Lotus e consultare la re- lativa documentazione. Attualmente la struttura sarà utilizzata da un organico di IO persone che entro l'anno aumenterà di circa il 50%. In occasione dell'apertura della sede ita- liana, accanto a figure già note della strut- tura Lotus in Italia, sono entrati a far parte dell'organizzazione anche nuove figure professionali responsabili della promozio- ne dei prodotti presso i grandi utenti ed i centri software. F.S.P. il franchising ad alta tecnologia Il franchising è una particolare forma commerciale che dietro corresponsione di una royalty, fa acquisire da un punto ven- dita il diritto allo sfruttamento del marchio ed a tutti i vantaggi concordati con il fomi- Tale forma di commercializzazione vanta illustri esempi nel settore dell'abbigliamen- to dove già da tempo famose marche utiliz- zano il franchising per la creazione di punti vendita definiti come «affiliati». Anche nel settore dell'informatica il franchising co- mincia ad essere apprezzato e sono già nate alcune catene di negozi affiliati dei quali i lettori di MC‘ sicuramente avranno avuto modo di sentir parlare specialmente per ciò che riguarda Computerland e Micro-Age. La F.S.P. (Franchising Studio e Progetti), una società di «Management Consultant» mirata allo sviluppo di sistemi di franchi- sing in alternativa a più tradizionali sistemi di distribuzione, si affianca ora, oltre a re- altà imprenditoriali già esistenti, anche in segmenti di mercato particolarmente inte- ressanti, e con originali formule, a nomi già affermati. La F.S.P. ha progettato una operazione di sicuro successo in un settore altamente tecnologico come quello dell'informatica, destinato ad essere, per definizione, un mercato in evoluzione dagli sviluppi futuri certamente positivi. L'operazione attualmente allo studio in questo segmento permette la realizzazione di vantaggiose formule economiche attra- verso la formula del franchising; tale ope- razione prevede la creazione di alcuni pun- ti vendita selezionati ed esclusivi, idonei al- l'offerta di prodotti di alta tecnologia desti- nati- a soddisfare le esigenze professionali di un vasto target di consumatori, sempre più esperto e qualificato, quale quello degli utilizzatori di sistemi informatici. Terminali Memorex per IBM 3270 Con una serie di nuovi annunci la Me- morex Italia ha ampliato la propria gamma di prodotti con alcuni terminali rivolti agli utenti di reti tipo IBM 3270. I nuovi modelli sono due e si differenzia- no per l'essere uno, il 2180, monocromati- co, e l'altro, il 2180C, a colori. Il primo, con display da 15 pollici, rappresenta una alter- nativa al corrispondente IBM 3180, mentre il 2180C Memorex, con display da 14 polli- ci a colori, combina le caratteristiche del terminale IBM 3179 con quelle del modello 3180. È stato annunciato anche il display 2291, un modello monocromatico compatto che sostituirà il precedente Memorex 2178. I due terminali presentati possono essere configurati in modo da poter collegare il modulo logico prescelto con il video che meglio si adatta alle specifiche richieste dall'utente; ciò consente anche la configu- razione sia per le reti 3270 che per i sistemi IBM 34/36/38. Tra le caratteristiche offer- te dal 2180, la possibilità di selezionare con la pressione di un solo tasto tra 4 formati video comprendenti diverse risoluzioni: da 1920 (80 colonne per 24 righe) a 3564 carat- teri alfanumerici (132 colonne per 27 righe) visualizzabili su fondo verde o ambra. II modello 2180C ha un formato massi- mo di 3440 caratteri (43 righe per 80 colon- ne) in emulazione 3180. 11 display misura 36 cm in larghezza ed altezza e la profondi- tà è di 42 cm; la configurazione completa pesa 18 kg. I nuovi terminali si distinguono per la concezione ergonomica particolarmente avanzata, comprendente anche il tratta- mento filtrante antiriflesso dello schermo, allarme regolabile, scelta dei colori di vi- sualizzazione tra verde ed ambra e spazio per appoggiare il palmo della mano sulla tastiera. E possibile il collegamento di tre diversi tipi di tastiera: una da 122 tasti, re- golabile in altezza su 5 diverse posizioni, ti- po macchina per scrivere APL ed una a 88 tasti. Per tutti i modelli è prevista la nazio- nalizzazione in 14 lingue diverse. II terminale compatto 2291 da 12 pollici utilizza una tastiera da 122 tasti e con sup- porto per una stampante locale. Tutti e tre i nuovi modelli operano in ambiente bisin- crono o SNA/SDLC e possono essere uti- lizzati da tutti gli utenti di sistemi IBM di media e grande potenza, compresa la serie 8100, e di sistemi compatibili. IN.TE.S.A. Fiat/IBM Iniziative Telematiche per Servizi Appli- cativi, per l'appunto IN.TE.S.A., è la socie- tà posseduta in parti uguali da Fiat ed IBM che opererà nel settore dei servizi a «valore aggiunto», cioè dei servizi informatici for- niti attraverso reti di telecomunicazione. I servizi sviluppati avranno come obietti- vo quello di migliorare il flusso dei mate- riali che ha luogo tra le industrie di produ- zione o distribuzione, i loro fornitori, le reti commerciali, gli spedizionieri, i trasporta- tori e le infrastrutture logistiche. Tutti gli operatori potranno accedere a banche dati centralizzate, alle quali affluiranno le infor- mazioni sui movimenti delle merci: sarà co- si possibile esercitare un controllo tempe- stivo dei processi garantendo la comunica- zione tra le diverse società in tempi rapidi. La sede commerciale della IN.TE.S.A. sarà a Torino ed i servizi verranno fomiti da un centro di calcolo costituito da un comples- so di elaborazione IBM al quale farà capo una rete SIP con unità periferiche distribui- te su tutto il territorio nazionale. MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 ATEMA VI OFFRE Le migliori linee di Personal Home Computer e accessori 'ìSmiga olidala Commodore Amstrad Digitalizzatori Applicazioni professionali video Il professional low cost Software personalizzato Assistenza tecnica PCW 8256 Sistema Videoscrittura PC 1512 II massimo per un compatibile Solo chi espone questo marchio 1987 rivenditore autorizzato '328 bit computers assicura la qualità dei prodotti e dei servizi Bit Computers, la più grande azienda italiana interamente rivolta alla vendita e all'assistenza di personal computer e periferiche • DIREZIONE GENERALE: Roma, . BIT COMPUTERS a Carlo Perrier 4, lei. 06.45191 1 (15 linee r.a.) ■ Telefax 06.4503842 • PUNTI VENDITA DIRETTI: Roma, viale Jonio 333, tei. 8170632 ; via Nemorense 14. tei. 858296; via Satolli 55. lei. 6386096; via Tiberio Imperatore 73. tei. 5127618; via Tuscolana 350. tei. 7943980. • RIVENDITORI AUTORIZZATI BIT COMPUTERS: Anzio: Computing Service, tei. 9845257; Archi (RC): Atlantic, tei. 44671 ; Arezzo: Valerio Randellini, lei. 356933; A versa (Ce): I.M. ìnformalic Methods. tei. 5032861; Bari: Auditorium 3. tei. 237713; Dee Sistemi, tei. 420991 ; Bologna: EDP Sistemi, tei. 263032; Cagliari: SJN.T., tei. 485145; Campobasso: Ecom, tei. 91303; Canicattì (Ag): Computer Center, tei. 858529; Carmiano (Le): Elettronica Salenlina. tei. 676424; Caserta: O.P.C., lei. 444507; Catania: Elettronica Delta, lei. 370170; Siel Informatica, tei. 533418; Catanzaro Lido: Robosoft Italia, tei. 33908; Cesenatico (Eo): MicroSystem, tei. 81751 ; Chieti: Diessepi, tei. 64389; Cinisello Balsamo (Mi): FRA. ES., tei. 6127970 ; Civitavecchia: Marine Pan Service, tei. 20267; Conegliano Veneto (Tv): De Maria Computer, tei. 24845; Cuneo: Thema, tei. 60983; Firenze: Soluzioni EDP. tei. 245220 ; Foggia: ISI Informatica Sistemi, tei. 72823; Francavilla Fontana (Br): Hard House, tei. 940532; Gaeta: Delta Computers, tei. 470168; Genova: Computer Center, tei. 581474 ; lamezia Terme (Cz): Sipre Elettronica, tei. 29081 ; Latina: First Success, tei. 495285; Luino (Va): Hacker Studio, tei. 531126; Molerà: Lucana Sistemi, tei. 214423; Melilo P.S. (RC): Nucleodata Teleinformatica, tei. 787339; Messina: Hardware Software Service, tei. 775912; Mestre (Ve): Computer Service, tei. 5311455; Milano: Computer Shop, tei. 2360015; Napoli: C.F., tei. 7612144; General Computers. lei. 5510114; Terminal, tei. 404521 ; Padova: EDP Sistemi, tei. 654281 ; Palermo: Dalamax, tei. 575369; Perugia: Seld Umbria, tei. 72721; Piacenza: Genius, tei. 31047; Pisa: Dataport 2. tei. 48558; TT LAB. tei. 552590; Pordenone: Electronic Center, tei. 28006; Portoscuso (Ca): SA.P. Sistemi Elettronici, tei. 509893; Potenza: Delta Informatica, tei. 22835; Rende (Cs): DP. Service, tei. 863790; Rimini (Fo): Computer System, tei. 771209; Salerno: Informatica Key Computers, tei. 227433; Saluzzo (CN): EDP Windows, tei. 46971; S. Giovanni Valdarno (Ar): SMA.U., tei. 944277; Sassari: Golden Computers, tei. 234309; Servinform, tei. 293824; Sciacca (Ag): Professional Computer, tei. 26986; Siena: Numerika, tei. 284229 ; Siracusa: Magis General Soft, tei. 22455; Sondrio: Tek.no bit. tei. 219540; Taranto: SSJ., tei. 335996 ; Torino: Cesit, tei. 3190920; Torrita di Siena (Si): Delta System, tei. 686363; Venezia: Mariconda Computer, tei. 29040; Verbania (No): Elliolt, tei. 43517. news Il sistema è basato sull'architettura di co- municazione IBM SNA (Systems Network Architecture) e prevede collegamenti delle reti pubbliche per le interconnessioni con il centro e tra unità periferiche. I servizi inizieranno ad essere disponibili attorno alla metà del 1988, dopo una base dedicata alla realizzazione delle infrastrut- ture di rete ed all'attività di sviluppo. Oltre ai servizi logistici, la Società offrirà anche stazioni di lavoro, prodotti software e servizi di consulenza e formazione per la progettazione ed integrazione di sistemi te- leinformatici. Open A«ess: quattro per uno Cale, Base, Word e Com sono i 4 moduli che costituiscono Open Access, il primo am- biente di gestione dei dati integrato con ta- bellone elettronico, videoscrittura e comu- nicazione via modem, disponibile in modu- li separati, integrabili in un unico corpo. Base, l'ambiente principale del pacchetto è un database relazionale realizzato con un linguaggio strutturalo che gestisce diretta- mente le finestre sullo schermo. È possibile la conversione dei dati in formato dB li e dB III in quello impiegato dal programma. Cale, il tabellone di calcolo è in grado di fare la ricerca all'indietro (goal seeking) calcolando fino a 5 variabili. Word e Com sono i moduli dedicati alla videoscrittura ed alle comunicazioni. Il pri- mo lavora su file lunghi fino a 32 Kbyte, ed ha formati compatibili sia con il DOS che con Wordstar: alcuni dei grafici bidimen- sionali di Cale possono essere inseriti diret- tamente in Word. Il pacchetto di comunicazione multistand- ard Com lavora in Xon-Xoff, XModem, Kermit. VT-100 e permette il collegamento con la maggior parte dei protocolli utilizza- ti in tutto il mondo. I moduli separati di Open Access rendo- no possibile l'uso anche su computer muni- ti di due drive da 360 Kbyte. I prezzi stabi- liti dalla SVPT (Sviluppo Vendite Prodotti Tecnologici), che ha realizzato il pacchetto, variano tra 1.750.000 lire per il programma, 900.000 lire per il modulo Base, e 280.000 lire per il modulo Word, tutti IVA esclusa. Amiga Enhancer Software Ad un prezzo di sole 30.000 lire più IVA, la Bytec di Brà offre l'Amiga Enhancer Software, un pacchetto per gli utenti di Amiga, comprendente la manualistica ri- guardante Kickstart, Workbench 1.2 ed Ex- tras comprensivo di Amiga Basic. I tre dischetti sono compresi nella confe- zione e consentono agli utilizzatori di Ami- ga che hanno acquistato il sistema prima dell'uscita aggiornata di Workbench, di po- ter disporre finalmente della nuova release ufficiale del sistema operativo. Nel disco Extras sono contenuti anche i file riguardanti le cosiddette PC utility per l'uso con gli emulatori di PC ed il file di configurazione della tastiera italiana op- portunamente corretto per evitare lo scam- bio dei tasti W e Z, richiamabile con l'istru- zione SETMAP 1. I manuali comprendono i nuovi comandi e le nuove funzioni sia del KERNAL che della sofisticata interfaccia Intuition. Nelle intenzioni della Bytec c'è anche la commercializzazione a breve scadenza di un pacchetto comprendente i manuali in italiano di Amiga DOS comprensivi delle indicazioni riguardanti le versioni 1.1 e 1.2 ed una serie di utility adatte all'ottimizza- zione delle potenti risorse del sistema. I nuovi prodotti si vanno ad aggiungere alla linea di accessori già commercializzata comprendente anche una espansione di memoria modulare di produzione Micro- botics con prezzo compreso tra 720.000 lire nella versione da 512 Kbyte e 4.100.000 lire nella versione da 2 Mbyte; un drive esterno da 3,5 pollici disponibile in versione singo- la o doppia al prezzo, rispettivamente di 322.000 o 551.000 lire. I prezzi sono da in- tendersi IVA esclusa ed a richiesta è possi- bile ricevere un catalogo del software di- sponibile comprendente molti titoli, tutti in versione originale completa di manuali. 44 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 news 384: arriva il Multiterh 1100 AT 386 Novità Mannesmann al SIOA In occasione dell'ultimo SIOA, la Man- nesmann Tally ha presentato alcune nuove stampanti che si vanno ad aggiungere alla già completa linea di stampanti fin qui pro- dotte. Si tratta della MT 50 Heavy Duty e delle piccole e versatili MT 87 e MT 88. La MT 50 è indicata per impieghi gravo- si, applicazioni industriali, self Service ban- cario e dove deve essere fruibile diretta- mente dal pubblico. In proposito, una taglierina permette di produrre moduli fino a 25,4 mm evitando qualsiasi spreco di carta. La MT 50 si caratterizza per una elevata velocità di stampa, fino a 400 cps, ed un ot- timo rendimento in High Quality con velo- cità di 100 cps. La testina a 9 aghi permette densità di stampa comprese tra 10 e 16,6 cpi con un set di 128 caratteri ASCII selezionabili tra 8 set nazionali. La versione D permette anche la stampa di macrocaratteri, stampa OCR-A/B e co- dici a barre. L'interfaccia è parallela, oppu- re seriale, gestisce moduli continui con tra- scinamento a trattori e la rumorosità si man- tiene al di sotto dei 60 dB in misura pesata. I nuovi modelli MT 87 e MT 88 sono Sfruttando l'alta velocità di elaborazio- ne del processore avanzato Intel 80386, unita alla particolare gestione della me- moria che utilizza la tecnica definita «ze- ro wait state memory access», il Multi- tech 1100 AT 386, distribuito dalla SHR di Ravenna, si aggiunge alla già nutrita schiera di compatibili MS-DOS funzio- nanti con il rivoluzionario processore a 32 bit 80386, che offrono una velocità di elaborazione unica. Il Multitech 1100 AT 386 assicura la massima compatibilità con lo standard IBM XT/AT grazie alla possibilità di se- lezionare la frequenza di clock del micro- processore in un range compreso tra 16 e 4.77 MHz. La memoria centrale è di I Mbyte nella versione base e può essere espansa fino a 16 Mbyte. Le memorie di massa utilizzate sono una unità per floppy disk da 1,2 Mbyte ed una unità hard-disk da 40 Mby- te con tempo di accesso medio di soli 28 msec. Un orologio interno con batteria tampone, 8 slot di espansione, 2 porte se- riali ed una parallela completano la dota- zione standard che comprende anche una tastiera a 101 tasti compatibile con la ta- stiera Enhanced IBM PC. Il sistema operativo fornito con la mac- china è l'MS-DOS vers. 3.2 ed il sistema prevede la possibilità di installazione del coprocessore 80387. L'elevata velocità di accesso ai dischi consente al Multitech 1 100 AT 386 di es- sere impiegato come file server per appli- cazioni LAN (Locai Area Network) e di essere utilizzato per il supporto di appli- cazioni in multiutenza con il sistema ope- rativo XENIX. Le LASER PRINTERS LZR 2665 26 pagine A3 al minuto che attendevate sono qui... LZR 1200 12 pagine A4 al minuto TH. 06/5923625 5923626 Via Thailandia, 4 00144 Roma MSTRSUZIONE PRODOTTI SISTEMI PERIFERICHE STAMPANTI ACCESSORI Dataproducts 46 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 Desktop Publishing? A volte non puoi giudicare T) un libro dalla copertina. rer comporre Questo è particolarmente vero per il nuovo sottosiste- ma grafico 1280 della AMDEK. E progettato specificatamente per le richieste di altis- sima risoluzione in ambiente Desktop Publishing e applicazioni CAD. Tuttavia è compatibile con tutto il software standard MS DOS. L'AMDEK 1280 è composto da un monitor ad alto contrasto, antiriflesso di 15“ a fosfori bianchi e da un controller grafico bit-mapped. Il motor può gestire si- no a 160 caratteri per linea con 50 linee di testo (con- tro 80 x 25 standard). Una risoluzione incredibile. 1280 (H) x 800 (V). con i caratteri in una matrice 16 x 32 (contro 8x8 stan- dard). permettono risultati in testo e grafica, davvero limpidi e facili da leggere. • . • 1 • Creare presentazioni, rap- mten volumi, porti, mailing, bollettini o qualunque cosa da "pubblicare" nel tuo ufficio sarà semplice come non mai. L'AMDEK 1280 è anche sup- portato da uno dei più popolari pacchetti di desktop publishing. CLICKART bv T/Maker, oltre che da GEM. WINDOWS, LOTUS 123 e altri. Compatibilità con AutoCAD. VERSACAD. CADvance. DRAFIX 1 plus ti danno piene potenzialità CAD. anche in modo dual screen. Facile da usare con i controlli sul frontale e una base basculante per scegliere il miglior angolo di visuale. Qualunque cosa pronta per la stampa è più bella su di un AMDEK. XlfVUDEK elettri)' the fìnest in monitors. Importatore per l'Italia: ECD - Europea» Computer Design 00192 Roma - via Virginio Orsini. 19 - (06) 385177 381950 3595856 SOLUZIONI CAD. H.H.C. ITALIANA S.r.l t 0 H IP 11 I I f! S Unico Mario Cardano IBM COMPATIBILI ADD-ONS STAMPANTI GRAFICHE IBM COMPATIBILI PANASONIC KX-PI080B 80 COL UT 590.000 EPSON EX- 1000 152 CÓL. UT 9Ò5.ÓOO EPSON EX-1000 152 COL UT I 520.000 CAVO PARALLELO STAMPANTE UT 25.000 • •• LE STAMPANTI SONO TUTTE NEAR I ETTER QUALITY E COMPO- RENSIVE DI CAVO PARALLELO DI COI LEGAMENTO PC FLOPPY-DISKS MODEMS MOUSE MOUSE MECCANICO 3 TASTI UT 220.000 GRUPPI DI CONTINUITÀ GRUPPO DI CONTINUITÀ 51X1 WATT UT 1.090 000 GRUPPO DI CONTINUITÀ 500 WATT UT I J50.000 ••• TUTTI SONO COMPRENSIVI DI BATTERIE A SECCO CONSEGNE RAPIDISSIME (L RICEVIMENTO DELLA MERCE „ ...A ITALIA ISOLE COMPRESE Il MATERIALE È SOTTOPOSTO AD UN COLLAUDO DI 90 ORE CONSEGNA GRATUITA IN NEI NOSTRI IABORATORI. ASSISTENZA TECNICA IN SEDE GARANZIA TOTALE SCRITTA DI 565 Glt GARANZIA DI SOSTITUZIONE ENTRO 5 I OMACCIO H.H.C. ITALIANA S.r.l. C0MPUTERS VIALE LIBIA 209 - 00199 ROMA - TEL. 06/83.64.59 VIA S.M. CORETTI 16 - 00199 ROMA - TEL 06/83.93.971. APERTURA DAL LUNEDÌ AL SABATO COMPRESO. ORARIO CONTINUATO 9.00 - 20.00. progettati per l'utilizzo in unione a perso- nal computer per offrire la massima flessi- bilità d’uso. Entrambe offrono una velocità di stampa di 200 cps in draft e 50 cps in High Quality con una dotazione di serie comprendente anche un inseritore automatico orizzontale ed opzionalmente un caricatore automatico di fogli singoli. La stampa è bidirezionale ed ottimizzata ed i due modelli differiscono esclusivamen- te per il formato di stampa: 80 colonne nel- la MT 87 e 136 colonne nella MT 88. I set di caratteri ottenibili con la testina a 9 aghi sono: intemazionale, PC-IBM ed Epson italico. Le interfacce modulari consentono l'in- terfacciamento per via seriale o parallela emulazione di stampanti grafiche. Proprin- ter IBM ed Epson FX. In opzione sono disponibili font di carat- ili Disiom «ambio sede Dall'inizio di maggio, per migliorare la propria organizzazione, la Discom srl di Roma, distributore dei prodotti Commodo- re, Nec, Star, Verbatim, Hitech, concessio- nario Sperry/ Unisys e agente Olivetti Pro- dest, ha trasferito la propria sede in Via Marcello Garosi 23, a pochi passi dalla vecchia sede in zona EUR Mostacciano. Nei nuovi locali, il cui numero telefonico ,è adesso 06/5207839, sarà dato maggiore spazio alle sezioni che si occupano dell'as- sistenza tecnica e del software. Una ampia zona della nuova sede è stata riservata al- l'allestimento di una showroom per la pre- sentazione dei prodotti trattati. Vienna A0C: Il miglior design La maggiore autorità britannica nel cam- po del design, il Design Center, ha attribui- to il premio per il migliore design al perso- nal computer Northern Telecom Vienna AOC. Una giuria di esperti e tecnici indipen- denti ha sottoposto il Vienna ad una serie di esami relativi alle caratteristiche di affi- dabilità, semplicità d'uso e raffinatezza progettuale alla fine dei quali il computer è risultato il vincitore dell'annuale concor- so per la definizione del sistema dai più alti standard ergonomici, tecnologici e di de- sign. 11 Northern Telecom è stato cosi fregiato dal famoso «kitemark», il prestigioso con- trassegno distintivo del Design Center attri- buito ogni anno a strumenti di lavoro dal- l'alto contenuto stilistico. Già nel 1985 la Northern Telecom si era distinta, questa volta con il Vienna SRC, al concorso Indu- striai Design che si svolge a Milano in oc- casione dello SMAU. La Northern Telecom è attualmente tra i maggiori fornitori mondiali di sistemi di te- lecomunicazioni completamente digitali e di sistemi integrati per l'elaborazione delle informazioni per l’ufficio. Modulus al FTI La Sirius SpA, produttrice del robot Mo- dulus, sarà presente dall' 1 1 al 17 maggio al- l'appuntamento di Gand, in Belgio, con il Flanders Technology International, il salo- ne intemazionale delle nuove tecnologie, nel corso del quale verrà presentato uffi- cialmente in Europa (dopo lo scorso SMAU) quello che la stessa Sirius ha defi- nito scherzosamente «l'androide italiano». Il personal robot Modulus è già stato presentato in occasione del 15° Winter Consumer Electronic Show (Las Vegas) dello scorso gennaio con un confortante ri- torno in termini di interesse suscitato tra gli operatori del settore. Il progetto Modulus ha finora comporta- to un investimento da parte della società di quasi tre miliardi, da alcuni mesi concretiz- zato nella produzione del robot disponibile in tre diverse configurazioni completamen- te modulari. Il Flanders Technology International si articolerà attorno a tre diverse tendenze per la concretizzazione della «Terza Rivoluzio- ne Industriale»: micro-elettronica, bio-tec- nologia ed infine, i nuovi materiali. È prevista una partecipazione di circa 220.000 visitatori in larga pane composta da operatori e con circa il 10% di presenze di operatori stranieri. •tori: Mega SI t PC Reduci dal successo del CeBIT 87 di Hannover (vedi MC 62, pag. 45), sono stati presentati anche in Italia, alla quinta edi- zione del SIOA, i nuovi computer Atari. I tre nuovi computer della linea Mega ST sono siglati Mega 1 , 2 e 4 in considerazione della quantità di memoria RAM. rispettiva- mente di 1, 2 e 4 Mbyte. Il contenitore è stato ridisegnato e la tastiera è separata. Per eventuali espansioni ed hard disk è pre- visto un contenitore slim line della medesi- ma linea dell'unità centrale da inserire tra MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 Il Turbo Pascal Se siete programmatori professionisti, questo è 10 strumento che vi offre le alte prestazioni di cui avete bisogno. Se invece non avete mai programmato in un linguaggio evoluto, Turbo Pascal vi aiuterà a muovere i primi passi in un ambiente integrato di programmazione strutturata facilissimo da utilizzare. Con le sue 500.000 copie vendute in tutto il mondo, Turbo Pascal è diventato uno standard di fatto neN'ambito dei personal computer. Fino a 4.000 righe di codice al minuto: Turbo Pascal è il più veloce compilatore Pascal esistente. E occupa solo 39 kB in memoria rispetto ai 300 kB occupati da alcuni altri compilatori Pascal. Ma c’è di più. Turbo Pascal offre alcune estensioni significative standard, tra cui i file ad accesso diretto, le stringhe dinamiche, gli overlay e l’accesso allo hardware di basso livello ed al sistema operativo. Inoltre, Turbo Pascal comprende un full- screen editor, tipo Wordstar. 11 compilatore individua istantaneamente gli errori, attiva automaticamente l'editor e indica la posizione dell’errore all’interno del codice sorgente. Turbo Tutor - Per imparare il Pascal da chi ha inventato il Turbo Pascal. Turbo Tutor è composto da una guida Wordstar è un marchio registrato della di autoistruzione ed un dischetto con il codice sorgente degli esempi. Passo dopo passo, Turbo Tutor accompagna il programmatore dalle nozioni di base fino ai concetti e le tecniche più avanzate. I Turbo Toolbox Turbo Database, Turbo Graphix e Turbo Editor contengono ognuno una collezione di routine per la soluzione di tipici problemi EDP tramite Turbo Pascal. Con ogni Toolbox viene fornito un programma professionale di immediato utilizzo. Un esempio: il Text Editor MicroStar incluso nel Turbo Editor Toolbox. E tutto questo in codice sorgente, per permettervi di trasformare i moduli dei Toolbox e integrarli nei vostri programmi Turbo Pascal, che potrete rivendere senza dover pagare alcuna royalty. Naturalmente, tutti i manuali sono in italiano. Potrete acquistare i nostri prodotti servendovi del modulo d’ordine, scegliendo la modalità di pagamento per voi più comoda o richiedendoli al vostro rivenditore di fiducia. "Dopo quanto detto le conclusioni sono veramente scontate. Si tratta di un pacchetto eccezionale corredato da un eccellente manuale di circa 300 pagine venduto a un prezzo incredibilmente basso..." Carlo Magnaghi "Bit" Per ulteriori chiarimenti, il team della Edia Borland è a vostra disposizione chiamando la nostra Hot-Line allo 02/588.523 Dati tecnici Requisiti del sistema PC IBM, Olivetti e compatibili e quasi tutti i sistemi su MS-DOS, CP/M 86 e CP/M 80 (solo Z80) Sistemi operativi PC-DOS da versione 2.0 MS-DOS da versione 2.0 CP/M 86 da versione 1.0 CP/M 80 da versione 2.2 Memoria minima del sistema PC-DOS, MS-DOS CP/M86 120 K CP/M 80 48 K ■ generazione del codice oggetto in una passata ■ editor incorporato ■ rilevamento interattivo degli errori ■ occupa meno di 39 kB in memoria □□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□□ Tagliare o fotocopiare e spedire a Edia Borland s.r.l. Vogliate Spedirmi: (+ 9% IVA) □ Turbo Pascal 3.0 8-Bit L. 1 25.000 □ Turbo Pascal 3.0 16-Bit L. 1 75.000 □ Turbo Pascal 8087/BCD L. 275.000 □ Turbo Database Toolbox L. 125.000 □ T urbo Graphix T oolbox L. 1 25.000 □ Turbo Editor Toolbox L. 1 25.000 □ Turbo Tutor L. 75.000 □ Turbo Prolog L. 250.000 Denominazione del Computer: Misura del dischetto: Sistema operativo e N. di versione:. □ Pagherò contrassegno al postino (più L. 4.000 di spese postali) □ Allego assegno non trasferibile N. _ □ Allego fotocopia di versamento su CCP 48067201 □ Pagherò con addebito sulla mia carta di credito American Express N scadenza Con busta intatta del dischetto SODDISFATTI O RIMBORSATI entro 10 giorni Nome e Cognome _ EDIA mo BORLAND v.le Cirene, 11 • 20135 Milano • Tel. 02/588523 - 5451953 INSTABILITÀ DI RETE E BALCK-OUT NON SONO UN PROBLEMA Grappi di continuità DIGITEK a protezione del vostro lavoro e delle vostre apparecchiature elettroniche. I blackout e le mlcrolntemizlonl dell’energia elet- trica, oltre a danneggiare le Vs. apparecchiature, provocano variazioni o cancellazioni del dati Inse- riti nel Vs. computer; a volte 11 danno rappresenta 11 lavoro dell'intera giornata. Per eliminare questi costosissimi inconvenienti la DIGITEK propone gruppi di continuità della serie no-stop disalimentando direttamente le apparec- Ie fluttuazioni ed instabilità dell'energia elettrica. In caso di black-out. II gruppo, oltre a garantire li salvataggio dei dati, permette il proseguimento del lavoro, dandovi una autonomia fino a 2 ore. I gruppi di continuità de GCS 401 pot. ma*. GCS 502 pot. max. XT 701 pot. max. GCS 851 pot. max. XT 1001 pot. max. GCS 1251 pot. max. XT 1301 pot. max. GCS 2001 pot. max. XT 2002 pot. max. 1* uscita 400W 1* uscita 500W 1* uscita 400W 2* uscita 200W 1" uscita 850W 1* uscita 600W 2" uscita 300W 1* uscita 1250W 1* uscita 800W 2* uscita 500W 1* uscita 2400W 1* uscita 1200W 2* uscita 1200W DIGITEK compuTEfl VIA VALLI, 28 • 42011 BAGNOLO IN PIANO (RE) Tel. 0522/61623 za. - Telex 5301S6 - fax 0S22/61626 G3 Desidero ricevere materiale illustrativo riguardante i Gruppi di continuità. Cognome e Nome Ditta Via Cap Città | MC. questa ed il monitor. L’hardware non ha subito modifiche tranne che per la sezione video che ora si avvale dell’aggiunta di un chip blitter che migliora la grafica del com- puter. Interessante anche la stampante la- ser a basso costo SLM, completamente pri- va di memoria interna, che utilizza la me- moria RAM dei Mega ST ai quali è collega- ta. È stato presentato anche il PC MS-DOS Atari da 512 K di RAM, processore 8088 con clock selezionabile tra 4,77 e 8 MHz. Equipaggiato con floppy disk da 5 pollici, il PC è dotato di 256 K di memoria video e di una scheda grafica multistandard in gra- do di emulare Hercules, CGA. EGA, IBM monocromatica. La risoluzione varia tra 720x348 e 640x350 punti. La dotazione software comprende il sistema operativo MS-DOS vers. 3.2. GEM e GWBasic: il prezzo base dell'Atari PC con monitor mo- nocromatico sarà sensibilmente al di sotto di 1.500.000 lire. Per confermare il proprio impegno sul fronte del software, la Atari Italia ha an- nunciato anche la disponibilità di nuovo software specificamente per la serie ST. 1 programmi finora presentati sono stati scel- ti tra la serie «K» della software house in- glese Ruma: si tratta di K-Word 2. K-Spre- ad 2 e K-Graph 2. Altra interessante novità riguarda la notizia dell’accordo concluso con la Mirrorsoft per la realizzazione della versione italiana del programma desktop publishing «Fleet Street Publisher» compa- tibile con la stampante laser SLM. Trust International al SIOA Quest'anno anche la Trust International ha partecipato al SIOA, esponendo la sua vasta e già affermata gamma di prodotti Goldline per PC IBM, Olivetti e compatibi- li. Interessanti novità anche nel settore dei terminali «plug-compatible» operanti in ambiente IBM 3270: nel settore dei modem card, dove è stata presentata una scheda che con un costo inferiore al milione di lire permette il collegamento diretto, su linea switched della SIP, con i mainframe. Tra le schede di espansione presentate dalla Trust International quelle che hanno MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 Reflex è Reflex è il primo data-base analitico con cui potrete non solo raccogliere ma anche analizzare i vostri dati. Reflex trova le relazioni nascoste fra i dati e le visualizza graficamente sotto forma di istogrammi semplici e sovrapposti, grafici lineari e torte. Reflex è facile da usare. Le cinque modalità di visualizzazione dei dati, unite ad un utilizzo dinamico di finestre, menù pull-down, grafica interattiva, help in linea e possibilità di impiego del mouse fanno di Reflex uno strumento potentissimo e amichevole. Reflex è velocissimo, perchè lavora in memoria centrale. E per le applicazioni più impegnative è possibile usare memorie espanse per elaborare file fino a 8 Mbyte. Reflex è il generatore di report più sofisticato oggi disponibile. Grazie alla compatibilità con i più diffusi fogli elettronici e data-base, come Lotus 1-2- 3, Symphony e dBase, potrete rappresentare in cinque modi diversi anche i dati raccolti da questi programmi e generare report, circolari, etichette autoadesive, tabelle grafiche. Reflex è un potente supporto alle decisioni. Per mezzo di analisi “cosa succederebbe se" istantanee e interattive. Reflex permette di generare proiezioni e previsioni che vi aiuteranno nei momenti più impegnativi e creativi del vostro lavoro. Reflex rompe insomma con i canoni tradizionali dei database e fornisce un modo completamente nuovo per analizzarne i contenuti, un modo facile e divertente che permette di lavorare piacevolmente, con un mezzo ad alte prestazioni! Reflex esiste ora anche in Italiano: abbiamo infatti tradotto per voi sia il manuale che il programma. Saranno entrambi disponibili a partire dal 30 Aprile ed il loro prezzo sarà di L. 298.000+ IVA 9%. Per ulteriori chiarimenti, il team della Edia Borland è a vostra disposizione chiamando la nostra Hot- Line allo 02/588.523. Le voci della stampa: “La prossima generazione di software è ufficialmente arrivato". Peter Norton “PC Week" “Un data-base rivoluzionario a costi estremamente popolari". G. Gobbi “PC World magazine" "Il suo vero successo però è da ricercare nella impostazione veramente innovativa, che consente di trasformare un tradizionale filing System in un potente strumento di analisi". Alberto Nosotti "Bit" "... le prestazioni che rapportate al prezzo, possono essere giudicate veramente eccezionali". Le-Lu “M&P Computer” Dati tecnici Ricerca/Selezione secondo esempi, condizioni logiche, funzioni matematiche e caratteri yolly. Calcolo In ogni campo potete inserire funzioni matematiche trigonometriche, logiche o finanziarie. Ordinamento ascendente e discendente fino a cinque chiavi contemporaneamente. Interscambio di dati File dBase, Lotus 1-2-3. Synphony. PFS ed ASCII vengono importati direttamente e possono essere inseriti come codice ASCII nei vari word processor Hardware richiesto PC IBM, Olivetti o compatibili, 384 «Byte memoria RAM, due diskdrive e scheda grafica (IBM Color Grafica, EGA, Olivetti. Hercules). CP □ □ 0 □ □ □ □ □ □ D □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ □ }□□□□□□□□□□□□□□□□ Tagliare o fotocopiare e spedire a Edia Borland s.r.l. Vogliate Spedirmi: □ Reflex L'analista □ Turbo Prolog □ Turbo Pascal 3.0 8-Bit □ Turbo Pascal 3.016-Bit □ Turbo Pascal 8087/BCD □ Turbo Database Toolbox □ Turbo Graphix Toolbox □ Turbo Editor Toolbox □ Turbo Tutor Denominazione del Computer: Misura del dischetto: Sistema operativo e N. di versione: (+ 9% IVA) L. 298.000 L. 250.000 L. 125.000 L. 175.000 L. 275.000 L. 125.000 L. 125.000 L. 125.000 L. 75.000 □ Pagherò contrassegno al postino (più L. 4.000 di spese postali) □ Allego assegno non trasferibile N □ Allego fotocopia di versamento su CCP 48067201 □ Pagherò con addebito sulla mia carta di credito American Express N scadenza Con busta intatta del dischetto SODDISFATTI O RIMBORSATI entro 10 giorni □ Si richiede l’emissione di fattura P. IVA Azienda Nome e Cognome Via N CAP Città Prov Data Firma □ Chiedo solo ulteriori informazioni sui prodotti senza alcun impegno EDIA mo BORLAND v ie Cirene, li - 20135 Milano - Tel. 02/588523 - 5451953 news destato maggior interesse sono state la EO- graph e la Autoswitch EGA Card della Pa- radise. La prima è una interfaccia intelligente che consente di sfruttare al massimo le ca- ratteristiche offerte dalle stampanti, ridu- cendo fino a 10 volte il tempo di stampa e riducendo l'impegno della CPU a pochi se- condi. Agli utenti di AutoCAD, la scheda permette di utilizzare la stampante a matri- ce in luogo del plotter con consistenti ri- sparmi di tempo. Autoswitch EGA Card è una scheda per il controllo di monitor monocromatici e a colori per grafica avanzata su PC XT e AT. La funzione più importante, unica nel suo genere, è quella di consentire la configura- zione automatica (EGA, CGA, Hercules, ecc.) in funzione del software utilizzato. Perfettamente compatibile con i più diffusi programmi applicativi, la scheda utilizza la tecnologia LSI che consente alta affidabili- tà e dimensioni ridotte tanto da occupare uno slot corto. La scheda è dotata di una propria memoria video di 256 Kbyte in gra- do di registrare sino a 8 immagini video. Per ciò che riguarda i prodotti di comu- nicazione tra PC e Mainframe sono da ri- cordare Attachmate, per l'emulazione loca- le 3270 PC e IBM 3278/3279, sia normale che grafica con file transfer; Mainlink per- mette l'emulazione IBM 3278/3279 sia nor- male che grafica, locale e remota, con file transfer; Access 36, per l'emulazione IBM serie 34/36/38, tutti i modelli windowing e file transfer; EasyLAN, rete locale e remo- ta per PC con Gateway con mainframe e centrali telefoniche. té c n meglio del SOFTWARE pubblicato su MCmicrocomputer Il meglio del SOFTWARE di MCmi- crocomputer è una raccolta dei mi- gliori programmi pubblicati su MCmicrocomputer per l’Apple II e il Comrpodore o4. Costa 14.000 lire e ogni confezione comprende tre di- schetti, una scatolina e un manualet- to. I tre minifloppy sono ODP a doppia faccia e doppia densità, quindi pos- sono essere utilizzati (eventualmen- te riformattandoli) con il vostro per- sonal qualunque esso sia (se, ovvia- mente usa minifloppy da 5 pollici e 1/4). È chiaro che ì programmi per Apple II vengono letti solo da questo tipo di macchina (e compatibili) , e lo stesso vale per i due dischetti di pro- grammi pier il Commodore64. Ciascun programma è stato pub- blicato su MCmicrocomputer, e quindi descritto in maniera sufficien- temente ampia in quell'occasione. Sui dischetti è stato comunque inclu- so un file di help, che contiene le in- formazioni fondamentali per l'uso. Istruzioni più ampie si trovano nel manualetto che fa parte della confe- zione; spie eie per i programmi più complessi ai quali si è interessati, in ogni caso, può essere opportuno mu- nirsi del numero di MCmicrocompu- ter sul quale è avvenuta la pubblica- zione (per ogni programma è indica- to il relativo riferimento). Se non trovate II meglio del SOFT- WARE pubblicato su MCmicrocom- puter in edicola, richiedetelo diret- tamente alla nostra casa editrice uti- lizzando il tagliando nella pagina qui a fianco (o una fotocopia, oppure usate una richiesta su carta qualsia- si). La confezione vi sarà tempestiva- mente spedita, in una confezione suf- ficientemente robusta, speriamo, da resistere alle... intemperie postali. Per chi ha un Commodore 64 Executive Se avete un 64 Executive, le cui ROM so- no diverse e quindi non è totalmente com- E «Ubile con il 64 normale, potete tranquil- amente usare i due dischetti a patto che non cerchiate di utilizzare il programma MENU che viene lanciato automaticamen- te all’accensione. E sufficiente che richia- miate i programmi secondo il loro nome, specificato nella directory dei dischi (soli- to load dollaro e poi list). Non dovreste avere problemi per identificare i nomi (Reti Logiche si chiama RETI C*. Cross Re- ference CR; questi due sono probabilmen- te i nomi più « strani » ) . Per quanto riguar- da The Dark Wood, dovete rinunciare alla schermata di presentazione e caricarlo semplicemente con LOAD «DW», 8. Per avere gli help caricate il programma HELP; da questo, però, ricordate di non cercare di passare al programma MENU. MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 Inaugurata la prima Banca Dati sullo stato delie acque in Italia Con una applicazione dimostrativa nel- la sede del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) è stata presentata, duran- te la giornata di studio «Un sistema infor- mativo per la gestione della qualità delle acque», una Banca Dati sullo stato di qualità delle acque superficiali interne della Penisola e sulle fonti di inquina- mento di origine civile e industriale. Tale Banca Dati è stata predisposta dall'Istitu- to di Ricerca sulle Acque (IRSA) del CNR su mandato del Ministero dell'Am- biente e con il supporto dell'Enidata, So- cietà di informatica del gruppo ENI, che ha curato lo sviluppo del software per la gestione delle basi informative. La Banca Dati rappresenta un importante passo avanti nello sviluppo operativo del Piano di Risanamento delle Acque, previsto dalla legge 319 del 1976. La configurazione attuale della Banca Dati rappresenta un utile termine di rife- rimento per i potenziali utenti quali Sta- to, Regioni, Enti privati e pubblici inte- ressati allo stato delle acque territoriali. I dati di qualità sono stati raccolti ed inse- riti nel sistema informativo nel corso di un'indagine promossa dall'IRSA ed effet- tuata con la partecipazione delle Ammi- nistrazioni Centrali, delle Regioni e di numerosi organismi responsabili della ge- stione e della tutela delle acque. Per la predisposizione del sistema in- formativo sono stati esaminati prodotti software ad elevata versatilità e interazio- ne sulla base di un modello di dati rela- zionale. La scelta è stata effettuala anche tenendo conto della struttura hardware attualmente in dotazione all'IRSA. In particolare è stato adottato il sistema QBE (Query By Example) ed il molto più conosciuto dBase III (Data Base Mana- gement System). Il QBE, disponibile pres- so il Centro di Calcolo dell'Istituto di Astrofisica Spaziale (IAS) al quale ITR- SA è collegato, è stato scelto per la realiz- zazione della Base Dati relativa alla valu- tazione dell'inquinamento potenziale e per la creazione della base di dati a livel- lo nazionale con informazioni sulle acque correnti, i laghi ed i serbatoi. Il dBase III (che è tra i più diffusi soft- ware di trattamento dei dati per sistemi personali) è stato utilizzato per la messa a punto della «Base Dati regionale» relati- va ai dati di qualità delle acque correnti e dei laghi e serbatoi localizzati in una re- gione geografica. Per la valutazione deU'inquinamento potenziale sono stati acquisiti dall'Istitu- to Centrale di Statistica, i dati registrati su nastri magnetici, relativi al 12° Censi- mento Generale della Popolazione del 1981, ai vari livelli di aggregazione terri- toriale amministrativa, ai dati relativi alle unità locali ed agli addetti alle attività economiche rilevate nel 6° Censimento Generale dell'Industria e del Commercio (1981). L'indagine per la messa a punto della Base di Dati ha interessato 1700 punti di prelievo con la raccolta di dati apparte- nenti a circa 600 fiumi, 60 tra laghi e ser- batoi, per un totale di circa 150 mila in- formazioni elementari. Il sistema è stato strutturato secondo tre fasi operative. Nella prima è stata rea- lizzata una procedura standardizzata per il caricamento e la gestione dei dati relati- vi a ciascuna regione; nella seconda si è creata la Base Dati Nazionale; nella terza fase è stato sviluppato un complesso del- le elaborazioni delle informazioni tratte dalla Base Dati Nazionale. 52 EDITOR MC.P.A. HGR PRINT CATALOGO PARZIALE MOTOMURO TRAPPOLA NUMERI IN LETTERE BOOMERANG UTILITY IN LM heapsort supervai attributi video rilocatore and e or aritmetico turbo hgr levados input all conversioni Xrri\r^\oppv C-6A . V \ P 5 * Tutti i programmi sono completi di HELP e istruzioni per i\ Se il tuo edicolante ne fosse sprovvisto: Inviatemi n copie di Il meglio del SOFTWARE pubblicato su MCmicrocomputer al prezzo di L. 14.000 cadauna Scelgo la seguente torma di pagamento: □ allego assegno di eie Intestato a Technimedia srl □ ho effettuato il versamento sul c/c postale n. 14414007 intestato a Technimedia srl □ ho inviato la somma a mezzo vaglia postale intestato a Technimedia srl - Via Carlo Perrier 9. 00157 Roma Città/Prov. IL MEGL: PUBBLICATO SU Commodore 64 - (1) Commodore 64 - (2) PJT BASIC FLIB SCARABEO MESCOLA ADP BASIC NUMEROLOGIA SPREADSHEET PAROLIAMO GESTIONE BIBLIOTECA VOTERS GESTIONE MAGAZZINO THE DARK WOOD ARCHIVIO PROGRAMMI OTHELLO RUBRICA UTILITY DISK ENALOTTO REFLEX RETI LOGICHE BEEP SPEED BASIC ANTIRESET CROSS REFERENCE FINESIRE SUPERLIST G&G LABEL CHECK-SUM SPLIT RAM MAXI SCRITTE LOCATURE MAXI PRINT F1/F7 ONE TOUCH STRISCIA Paradise "AutoSwitch" EGA 480. Finalmente una scheda che risponde auto- maticamente alla vostra configurazione soft- ware e hardware qualunque essa sia. La scheda Paradise "Auto Switch" Automonitor offre tutte le possibilità dell'IBM Enchanced Graphics Adapter man- tenendo la compatibilità con gli standard EGA, CGA, Plantronics, MDA e Hercules, EGA + (640x480) e relativi monitor senza necessità di configurare switches hardware o software. "Nessuna scheda ha mai avuto maggior successo nel migliorare l'idea originale IBM" (PC World 9/86), e "nessun'aura ne sem- plifica la funzionalità e ne allarga la versatilità come la scheda EGA Autoswitch Paradise”, (Personal computer 9/86). Questo, prima ancora che noi introducessimo la EGA 480 con 132 colonne e risoluzione a 480 linee verticali, che ci ha permesso di estendere la più vasta gamma di software applicativo utilizzabile. TRUST INTISI1NATICNAI. Viale Piemonte 21 20092 Cinisello Balsamo (Mi) 02-61.28.312 ffjj — MPM AT e MPM XT:compatibili assemblati accuratamente sce- gliendo il meglio della tecnologia USA e giapponese. — MPM AT e MPM XT:compatibili accompagnati da certificato di garanzia illimitata. — MPM AT e MPM XTlcompatibili con licenza ufficiale Microsoft per MS-DOS 3.20 e GW-BASIC. — MPM AT e MPM XTlcompatibili distribuiti ed computer se ne intende. MPM s.r.l. - 42100 Reggio Emilia ■ Via Casoratì, 12 - Tei. (0522) 513227 a cura di Manlio Severi Amiga 2000 Superrtar Questa volta, sul tempo, li abbiamo battuti. MCmicro- computer è stata la prima rivi- sta al mondo (febbraio ’87) a parlare di Amiga 2000: per la precisione riguardo al reporta- ge a Fuerteventura dove la macchina è stata presentata uf- ficialmente. Ma non ce ne van- tiamo: il nostro intento non è quello di bruciare sul tempo... Sul numero successivo, di- sponendo in redazione di un 2000 e di un po' di documenta- zione in merito, siamo «usciti» con un'antemprima di appena due pagine nella quale abbia- mo iniziato a svelarvi alcuni se- greti. Aspettando con molta impazienza che la Commodore Italia ci mandi una scheda Bridge (per la compatibilità con l'MS-Dos) torniamo breve- mente sull'argomento nella ru- brica Stampa Estera, avendo attinto da Byte e PCW impor- tanti informazioni a riguardo. Come già detto più di una volta, la scheda Bridge Board si installa all'interno dell'Ami- ga 2000 a cavallo tra il BUS 100 pin di questo e il BUS PC compatibile, altrimenti fisica- mente scollegato dal resto del- la macchina. Restano cosi libe- ri tre Slot per schede PC e quattro per le schede Amiga. Tra quest'ultime annoveriamo un controller per Hard Disk SCSI e ST-506 compatibile, espansioni della fast memory fino a 8 megabyte, e una super scheda contenente un 68020 e una MMU per l’utilizzo in multiutenza sotto Unix. Sulla Bridge Board trovano posto oltre all’8088, 512 K ram, un floppy disk controller, il bios, uno zoccolo (vuoto) per il coprocesore matematico 8087, più un PC multifunction chip, che unito al resto fanno di tale scheda un vero e proprio computer IBM compatibile. Per l'interfacciamento con l'A- miga i progettisti del Bridge hanno pensato di installare una dual-port ram (128 K) tra- mite la quale passano tutte le informazioni tra le due macchi- ne (ricordiamo che un Amiga 2000 con la Bridge Board in- stallata non è un computer ma due, in grado di comunicare, nello stesso cabinet). Ad esem- pio per visualizzare lo schermo monocromatico o quello a co- lori del PC rispettivamente in una finestra o in un playfield di Amiga. Analogamente per accedere da Amiga alle schede •del PC : possiamo utilizzare ad esempio un Hard Disk su sche- da PC compatibile e formattar- ne metà MS-Dos e metà Ami- ga Dos. Praticamente come se i due computer fossero collegati in rete (e in un certo senso lo sono) e da bravi fratelli condi- vidono le risorse di questo mi- ni sistema distribuito. Come era da aspettarsi, l'ac- cesso all'HD installato su uno slot PC, dal punto di vista del- l'Amiga, non è molto veloce: ciò a causa dell'istradamento indiretto attraverso il Bridge. Sempre meglio di niente. A questo punto non resta che augurarsi che presto sia possibile anche il contrario: l'utilizzo delle risorse Amiga da parte del PC, in modo da poter piazzare le risorse più vi- cine al computer che le utiliz- zerà con maggior frequenza. Ad esempio, HD e microflop- py c/o Amiga, minifloppy e schede grafiche avanzate c/o PC, ma tutte utilizzabili da en- trambi i lati. Che bello. Per finire, già si parla di uti- lizzo ibrido della macchina, con software progettato per gi- rare, partizionato, contempora- neamente su tutt'e due i pro- cessori (8088 e 68000), distri- buendo il carico perfino sulla risorsa più importante di ogni computer, la CPU. Un esem- pio: un velocissimo spread sheet dove un processore rical- coia continuamente e il secondo ti assiste nell’editing senza mai rallentarti... un WP o un DP do- ve uno dei due processori provvede a salvare ogni modi- fica ai tuoi testi o dati in me- moria in modo da ripristinare il tutto dopo un crash del siste- ma a seguito di un incidente (enei)... un velocissimo gioco di simulazione dove il nemico, sempre all'erta, è allocato su un processore tutto suo e non perde un solo attimo per sfer- rare i suoi colpi... il tutto limi- tato, come al solito, solo dalla fantasia di chi inventa. A. d. P. 56 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 PC MAINT Per risolvere tutti i problemi di manutenzione dei vostri computer, chiedete di PC MAINT, il centro specializzato nella riparazione di personal ed accessori. • PC MAINT esegue in tempi brevi riparazioni o sostituzioni del materiale fuori uso | r 0 ' • La costante disponibilità nel magazzino di prodotti delle migliori marche, assicura qualità e • Un listino prezzi garantisce i costi delle riparazioni. • PC MAINT offre la sua assistenza anche presso di voi. • Le riparazioni sono coperte da garanzia di 60 giorni, le sostituzioni di 180 giorni. (RC. MAINT) ^PtnSOMAl CoWPU>EHMA.mt:NtNCt ^ Via Bertoloni, 26 - 00197 Roma • Tel. 06/873133 Il Tromputer Se qualcuno vi parla di un elaboralore con architettura a 32 bit. capace di indirizzare 4 Gbyte di memoria e compiere un milione e mezzo di opera- zioni in virgola mobile al se- condo. non è detto che si stia riferendo ad un sistema delle dimensioni fisiche di un mini. O di un personal. In effetti quelle che ho appe- na citato sono alcune delle ca- ratteristiche salienti del T800, l'ultimo chip della Inmos. Su questa bella rivista ingle- se di elettronica pratica. Mike Barvyise ci parla di un'ennesi- ma sconvolgente meraviglia tecnologica. Nel novembre 1985, dopo tre anni di sperimentazioni, la Inmos ha presentato la sua gamma di Transputer che. per sintetizzare al massimo, sono interi computer ridotti su una scheggia di silicio di 12 milli- Sviluppati contemporanea- mente al linguaggio Occam, hanno un progetto che ottimiz- za le risorse al fine di supporta- re linguaggi ad alto livello stu- diati per i multi-tasking. L'elaborazione concorrente è gestita a livello hardware e individua automaticamente il momento migliore per passare da un task all'altro tenendo conto di fattori quali le dimen- sioni del blocco di parametri necessari al ripristino e l'even- tuale inattività dovuta all'atte- sa di dati da un canale. Ma la vera novità è un'altra. Ogni transputer è fornito di collega- menti seriali asincroni ad alta velocità che per il processore risultano identici al meccani- smo che gli consente di opera- re in multi-tasking: da ciò deri- va la possibilità di smistare su più processori connessi in pa- rallelo attraverso le linee seriali i programmi che stavano giran- do su di un solo transputer e creare quindi una situazione di «vera» elaborazione concor- rente su una schiera di unità si- Questo non sarebbe di per sé tanto vantaggioso se tutti i pro- cessori fossero costretti a con- dividere una stessa memoria, ma per i transputer non C'è nessun problema, visto che la loro piccola ma veloce memo- ria è implementata sul medesi- mo chip della CPU. Un'altra sciocchezzuola a cui hanno pensato per velociz- zare ancora di più questi picco- li fulmini è stata di renderli ca- paci di continuare il lavoro sul- la memoria interna MENTRE è in corso un accesso diretto a qualunque cosa (memoria ef- fettiva o periferica) sia mappa- ta sugli indirizzi esterni. Il campionario offre attual- mente la scelta fra tre modelli: il T4I4 a 32 bit, fornito di 2K di RAM statica, mappa di me- moria da 4Gbyte, 4 collega- menti seriali da 20Mbit/sec ed una velocità operativa di 20 MIPS: il T2I2 a 16 bit. IK di RAM statica, mappa da 64Kbyte, 2 collegamenti seriali da 20Mbit/sec. IO MIPS: I'M2I2 che a caratteristiche si- mili al T2I2 aggiunge una in- terfaccia disco incorporata (forse è più lento del fratello maggiore, ma Barwise non lo dice). M. S. MOD 4 È INTELLIGENTE!! PER COMMODORE C 64/C 128 AUTOMATICO MANUALE FULL DUPLEX V21/BELL 103 300 BAUD AUTOANSWER: aggancio, controllo e sgancio della linea telefonica, AUTO- MATICAMENTE. AUTOBELL: riconoscimento dello standard interrogante V21 B103 e risposta AUTOMATICA nello stesso modo AUTODIAL: per comporre AUTOMATICAMENTE il numero telefonico E il modem "INTELLIGENTE" Anche per BANCHE DATI Completo di MANUALE, SOFTWARE. CAVETTO TEL. L 290.000 più Sp. Pt. tei 02/680619 B & C ELETTRONICA - VIA EDOLO, 40 ■ 20125 MILANO 02/6697619 58 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 AKRON: * Operiamo nel campo dell’informatica e delle telecomunicazioni. ^ Le esigenze dell’utente guidano il lavoro di ricerca di un agguerrito team di esperti in marketing internazionale. ^ Uno staff tecnico di prim’ordine seleziona solo prodotti che si distinguano per qualità e caratteristiche innovative. ^ Un dinamico servizio informativo a mezzo Newsletter vi tiene continuamente aggiornati su quanto di meglio i mercati internazionali possano offrire. ^ Ricordandovi le splendide HARDCARDplus* Convergent Microsystems, di cui siamo distributori, vi informiamo di avere in arrivo delle “ghiottonerie” che siamo ansiosi di presentarvi. Akron, una opportunità per essere informati, acquistare bene e direttamente solo prodotti selezionati. \KRON S.r.l. Cor*. Villorio Emanuele 30 ■ 33170 Ponlen. Telefono 0434 21404 Fax 0434 21.840 uiformatita ^parlamento < ---j y' di Elvezio Petrozzi Il flusso di dati transfrontiera Sotto l'etichetta intemazio- nalmente riconosciuta di Transborder data flows, tra- dotto appunto con «flusso di dati transfrontiera», si na- sconde una serie di delicatis- simi argomenti politici ai quali viene finalmente rico- nosciuta una crescente im- portanza intemazionale. Il problema è stato colpe- volmente trascurato fino a qualche tempo fa, ma esso è sicuramente fondamentale per il concetto generale di de- mocrazia dato che non ri- guarda eslusivamente la vita dei singoli, ma interessa gli utili delle multinazionali, in- cide sulla sicurezza nazionale ed interferisce nelle relazioni tra nazioni diverse. Oggi sono numerosi i go- verni che si sono accorti della necessità di studiare gli effet- ti di questo flusso e diverse sono anche le organizzazioni internazionali che ne stanno valutando risvolti ed implica- li ruolo ormai fondamen- tale svolto dai servizi compu- terizzati teleconnessi nell'atti- vità di industrie e governi hanno evidenziato l'impor- tanza dell'argomento ; a que- sto si aggiunge poi il fatto che gli utenti del flusso di da- ti transfrontiera operano in realtà in modo contempora- neo sotto due o più regimi politici e giuridici molto spesso diversi. L'interesse verso la ricerca coordinata di una soluzione che garantisse i vari interessi in gioco, prese il via dalla problematica del- la tutela della privacy, ma inizialmente visse sull'incom- prensione tra i paesi europei e quelli del Nord America. Questi ultimi intesero l’ini- ziativa come manovra volta alla limitazione dell'attività delle loro multinazionali e la discussione fu ridotta ad una semplicistica contrapposizio- ne tra libero flusso e restrizio- Lo stallo fu di fatto supera- to solo dopo la conferenza del 1983 organizzata dall'OC- SE a Londra e dedicata pro- prio al flusso transfrontiera dei dati. Allo stato delle cose però, l'unico atto che affronta in modo organico l’argomento del Transborder data flows rimane la Dichiarazione OC- SE approvata dai Ministri eu- ropei nell'aprile del 1985. Essa peraltro rappresenta solo un punto di riferimento e più che costituire una pie- tra miliare si propone come una sorta di segnale stradale che indica la via da seguire. A fianco dell’OCSE sono intanto scese altre importanti organizzazioni intemazionali quali l'IBI (Intergovemmen- tal Bureau for Informatics) ed il GATT (General Agree- ment on Tariffs and Trade) le quali, seppure con motivazio- ni ed obiettivi diversi, garan- tiscono se non altro la conti- nuità dell’azione. Cerchiamo ora di scendere nel dettaglio delle implicazio- ni che il problema dello scambio intemazionale di da- ti detenuti in forma «infor- matica» sottende. Partiamo dalla considera- Crediamo nei vantaggi MCmicrocomputer ri. 63 - maggio 1987 zione già fatta e cioè dalla fondamentale importanza che oggi rivestono le teleco- municazioni ed i servizi com- puterizzati nel quotidiano svolgimento degli affari. Tutto questo si traduce nel- la constatazione che l’inter- scambio tradizionale può fa- cilmente tramutarsi in vero e proprio commercio di dati, mettendo cosi in evidenza un primo ordine di problemi le- gato all’extraterritorialità e cioè all’applicazione della normativa di un paese nel- l'ambito territoriale di un'al- tra sovranità. Un altro aspetto da non trascurare nasce dal fatto che l'aumento nello scambio di dati porterà sempre più i vari paesi a dipendere in maniera crescente da informazioni de- tenute all’estero, dal che deri- verà, in caso di eventuali di- vieti d’accesso, una serie di ripercussioni di tipo econo- mico. Quest'ultimo problema non troverà comunque facile soluzione fino a che non ver- rà colmato il divario di cono- scenze che oggi esiste tra gli esperti commerciali e quelli delle telecomunicazioni. La sempre maggiore im- portanza delle telecomunica- zioni ha poi spesso portato con sé un attrito tra industria ed amministrazioni preposte appunto alle telecomunica- zioni, le quali tendono a mantenere la loro posizione di monopolio, ma a questo proposito appare ormai ine- vitabile la coesistenza di for- niture di carattere monopoli- stico con prestazioni in regi- me di concorrenza. In realtà va rilevato che quanto più un paese indugie- rà nel più efficace impiego delle strutture nazionali allo scopo di migliorare le capaci- tà concorrenziali della pro- pria industria, tanto più si troverà in condizione di ritar- do nei confronti di altri part- ner commerciali presenti sul mercato intemazionale. Tornando più propriamen- te all’argomento del nostro articolo, va fatto presente che una serie di possibili restri- zioni al flusso transfrontalie- ra di dati potrà derivare da considerazioni di sicurezza nazionale. Queste restrizioni saranno spesso in contrasto diretto con gli interessi del- l’industria, ma le preoccupa- zioni per un eventuale sfrut- tamento da parte di potenzia- li nemici di informazioni scientifiche e tecnologiche «esportate» è più che legitti- Àbbiamo già accennato ne- gli scorsi articoli all’altro pro- blema strettamente legato al- la divulgazione plurinaziona- le di dati e cioè alla vulnera- bilità di una società compute- Un ulteriore motivo di pre- occupazione può infine deri- vare dal cosiddetto «hack- ing» intemazionale, l’accesso non autorizzato ad un compu- ter da fonte straniera. Questo fenomeno sta cre- scendo e pochissimi sono i paesi che dispongono di una normativa adeguata tale da consentire una forma di assi- stenza e supporto a forze di sicurezza di un altro paese che abbia subito danni da questa illecita pratica. A questo punto rimangono ancora due aspetti da consi- derare: il primo riguarda la compatibilità a livello inter- nazionale nella protezione dei programmi per computer. Il secondo, più delicato, si riferisce alla «proprietà giuri- dica» dei dati e rispetto a questo ci si trova di fronte a due differenti ipotesi di lavo- ro: quella che tende ad attri- buire una connotazione di proprietà vera ai dati e l’altra che invece sembra richiedere solo una serie di regole «pra- tiche» per il loro utilizzo. È chiaro comunque che, ai di là di tutto, uno dei motivi principali per cui l’elabora- zione di proposte operative in questo settore va cosi a ri- lento è certamente la poca fa- miliarità che spesso i politici, o la maggior parte di essi, hanno con i problemi tecno- opportuno perciò che le loro conoscenze si integrino al più presto con il livello tec- nico dell’ambiente che li cir- conda, in modo da potersi sentire a loro agio anche nel legiferare su argomenti ad al- to contenuto tecnologico. dell’informatica libera. E a chi lavora con noi offriamo anche il vantaggio di rimanere libero imprenditore. A chi vuol lavorare in assoluta liberta. ICL olire una proposta totale il Traderpoml Traderpoint per noi signilica imprenditore libero, ma liberò davvero! Libero di operare, sfruttando le nostre capacita e le nostre referenze, sui mercati che noi meniamo strategici cosi come su quelli che lui reputa piu interessanti; ma sempre con la possibilità di chiederci un intervento per minimizzare l'investimento iniziale stessa clientela, qualora ciò dovesse essere richiesto dal mercato specilico Libero di decidere la sua politica di assistenza clienti, trovando insieme a noi l'accordo piu appropriato preclusioni e penalizzazioni, soltanto quei prodotti delle nostre linee che ritiene piu validi Libero di operare ovunque, chiedendo il nostro intervento se le distanze geografiche rappresentano un problema Libero di strutturare la propria immagine e dimensione commerciale senza limiti o obblighi soltanto per necessita e non secondo impegni, libero di comprare, vendere e segnalarci aliati Libero di perseguire, come e giusto, innanzi tutto il proprio utile Libero, mime, di voltare pagina senza spedirci il coupon di risposta a questo annuncio Ma questo non lo tara Perche, se e giusta l'idea che un'occasione persa 1 ICL TRflDER POiriT Si dovrebbe comunicare di più ICL ITALIA INTERNATIONAL COMPUTERS SPA CENTRO DIREZIONALE MIL ANOFIORI PAL AZZO E1 - 20090 ASSAGO MILANO ICL e una società del gru MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 appo STC Pie 61 wA mwwwwwwwwwwui i mi in/////// XENY5 vi porta nel mondo dei sistemi multiutente. multitasking, nelle reti per Office Automation. XENY5 è un sistema integrato di hardware e software: un hardware PC AT compatibile, un software XENIX Sys V S.C.O. nel pieno rispetto della «System V Interface Definition» AT&T XENY5 vi dà la possibilità di leggere e scrivere floppy disk da 360 Kbyte o 1.2 Mbyte anche in formato MS-DOS per consentire scambio dati in maniera * trasparente. XENY5 permette il collegamento di almeno || jL 8 posti di lavoro indipendenti, la connessione con altri sistemi fi, 1 XENY5 attraverso la rete locale MICNET. jl collegamento con altri computer in ambiente XENIX/UNIX o in altri ambienti operativi, tutto con il software standard XENIX Sys. V. XENY5 viene fornito con il software e documentazione relativa a partire dalla configurazione base. COITIPUTER COMPUTER LINE sii 00173 Rome a U Comandtnl 49 tei 06 6133025 6130164 6130912 Telex 621 166 Compul-I Telefax 39 6 7970559 IBM presenta i nuovi personal di Marco Marinacci ■ Gli annunci IBM del 2 aprile hanno, come era ovvio, suscitalo le reazioni ed i commenti dell’intero mondo informatico. Tutti si chiedono dove mira la IBM, cosa riuscirà a ottenere e quali saranno le reazioni dell'enorme mercato dei compatibili. È diffìcile giudicare, anche perchè si tratta di guardare ben al di là della punta del proprio naso, e questo vale per tutti: per la IBM che ha fatto la mossa, per chi deve rispondere, per chi vuole cercare di capire cosa sta per succedere. ■ R oma, 29 aprile 1987. Che senso ha cominciare un articolo come questo con una data? Non è il resoconto di una presentazione, di un avvenimento, di una manifestazione, e allora iniziare con la data può sicuramente apparire fuori posto. Ma è effettivamente il 29 aprile il giorno in cui sto scrivendo questo articolo che, al di là della più o meno banale (sebbene indub- biamente necessaria e importante) relazio- ne sulle nuove macchine presentate, vor- rebbe servire da un lato a fare il punto del- la situazione sulla fisionomia del mercato, dall'altro — forse soprattutto — a cercare di indovinare quali saranno le possibili ri- percussioni degli eventi sia in un futuro prossimo, sia in uno un po' più (ma non tanto) lontano. E dagli annunci in questio- ne è ormai passato ben quasi un mese o, a seconda del punto di vista, solo poco meno di un mese. A costo di apparire cervelloti- co, vorrei esplicitamente esprimere che questo lasso di tempo può essere conside- rato sia molto breve, sia abbastanza lungo: lungo, se si ritiene che il clamore iniziale, ormai spentosi, abbia lasciato il posto a considerazioni più ponderate e mature; breve, se ci si ricorda che le proporzioni del fenomeno sono in effetti tali che il tempo di un mese non possa essere ritenuto suffi- ciente a generare opinioni e riflessioni ade- guatamente documentate e motivate: senza dimenticare, inoltre, che non è trascorso il tempo necessario perché il mercato e gli al- tri produttori possano produrre reazioni abbastanza significative. Nel frattempo, molto si è scritto e si è parlato intorno al- l'argomento, e sono state fatte le più diver- se considerazioni, ipotesi e profezie di va- rio genere. Anche molti dei nostri lettori, almeno quelli interessati a tutto il mondo dell'informatica un po' più che domestica, avranno avuto modo di scambiare o legge- re opinioni e, come in ogni situazione intri- cata che si rispetti, avranno riscontrato spesso punti di vista almeno apparente- mente del tutto diversi o contraddittori. Al- cuni indubbiamente errati, come quello di coloro che, tout court, hanno ritenuto di ve- dere nella mossa IBM la totale e definitiva sconfitta e scomparsa dei cloni e delle co- pie di ogni genere, compatibili «di marca» compresi. No, la mossa IBM ha un signifi- cato molto più ampio e, per fortuna, me- no... combattivo. Quello di tentare sempli- cemente di stroncare il fenomeno «IBM-li- ke» non sarebbe stato, d'altra parte, un at- teggiamento del tutto opportuno e intelli- gente, e un'azienda grossa e polente come la IBM può, come tutti, eseguire delle scel- te sbagliate (anche perche possono investi- re problematiche e ripercussioni cosi ampie da essere di veramente difficile valutazio- ne), ma non in maniera cosi grossolana. E la casa di computer più grossa del mondo quindi non poteva non rendersi conto da un lato che allo stato attuale non sarebbe convenuto a lei stessa tentare di stroncare il mercato del compatibile, dall’altro che il suo problema non era solo, nè forse princi- palmente, quello. Anche se in effetti, sul mercato, ha poi intrapreso una campagna pubblicitaria basata sull’affermazione che «solo il passato si può copiare, il futuro de- ve essere creato». Ritengo che il senso sia abbastanza sotti- le, molto più di quello che sembra. Se dico che verniciando di rosso un computer que- sto diventa rosso, difficilmente mi si può contraddire. Però bisogna vedere se vale la pena dire quello che sto dicendo... allora: copiare il futuro non si può, non si discute. Questo non vuol dire che, una volta diven- tato presente, il futuro non sia copiabile e che quindi, quando sarà passato, ne esista una copia. Ma attenzione: dal punto di vi- sta in cui ci troviamo, passato e presente coincidono finché sono in produzione (o più propriamente in commercio, o ancora più propriamente in uso) macchine basate su quello che è stato definito «passato». E allora lo slogan IBM può benissimo assu- mere, ben meno drammaticamente, il signi- ficato che «chi copia deve ricominciare da capo». Che non è cosa di poco conto, in- tendiamoci, anche considerando che nel progettare le nuove macchine la IBM ha preso le sue precauzioni, rendendole molto più difficili da copiare. Come? Semplice- mente facendo uso di alcuni circuiti inte- grati di cui i copiatori non potranno dispor- re, essendo di progettazione, produzione e commercializzazione IBM che, quindi, può benissimo tenerli solo per sé. Sono i cosid- detti «chip custom», che molti altri costrut- tori usano per le macchine di progettazione evoluta (Apple ad esempio ne fa uso da tempo, anche se non producendoli in pro- prio) e che sono molto utili: fanno rispar- miare spazio, semplificano la costruzione, possono consentire prestazioni migliori e anche un contenimento di costi, se il nume- ro di pezzi prodotti è sufficientemente ele- vato. E scoraggiano o comunque complica- no le operazioni di copiatura. O, almeno, quelle che sono state definite di clonazio- ne. Vi ricordate cos'è la clonazione? Ce lo ha spiegato Corrado Giustozzi (chi, se non lui?!) poco più di un anno fa, nel numero SI di MC: «in biologia si definisce clona- zione una popolazione di individui origina- ti da un unico progenitore mediante scis- sione agamica o partenogenetica». Lascia- mo stare la partenogenesi e la scissione agamica, Corrado in quell'occasione ha precisato che «in ogni caso il clone possie- de ovviamente il medesimo patrimonio cro- mosomico del suo unico genitore e ciò lo rende ad esso virtualmente identico, una vera e propria copia conforme». E quella di copia conforme è una denominazione che ben si adatta a molti dei prodotti at- tualmente in commercio nell'area del com- patibile IBM: all'inizio praticamente tutti (a parte quelli di grosso nome come Olivet- ti o Ericsson o Sperry), quando i cinesi di Taiwan (di qui il nome di «cinesi» dato ori- ginariamente a queste macchine) hanno co- minciato a copiare la scheda madre del PC IBM, poi dell’XT, poi dell'AT. Si è detto anche che le stesse fabbriche che produce- vano per IBM vendessero ai «donatori» le piastre, prive della sola ROM del BIOS protetta da brevetto IBM; non so onesta- mente fino a che punto le cose stiano esat- tamente cosi ma al momento non è impor- tante. Ecco, con i chip custom la clonazio- ne diviene praticamente (e legalmente, vo- lendo) impossibile. Ma non la realizzazione di un compatibi- MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 63 IBM: I NUOVI PERSONAL le. 1 taiwanesi, da un po' di tempo, si sono evoluti ed hanno smesso di clonare banal- mente: per dime una hanno introdotto, sui loro compatibili AT, clock con velocità se- lezionabili e più elevate di quella (fissa) dell'originale IBM, realizzato piastre più piccole ed ingegnerizzate in maniera origi- nale, in modo da poter oltretutto essere in- serite in contenitori meno mastodontici di quello IBM. Ecco, finalmente lo ha fatto anche la IBM... Nel senso che le nuove macchine, per quelle che sono le caratteri- stiche che è attualmente possibile utilizza- re, sono soprattutto un adeguamento alle mosse dei concorrenti e quasi di conse- guenza alle nuove e attuali esigenze del mercato. Si, concorrenti: perché i cloni (e cloni evoluti) devono essere considerati an- che numericamente concorrenti della IBM, ovviamente nella zona dei piccoli sistemi. Interesserà sapere che nei primi tre mesi di quest'anno la IBM, secondo stime molto attendibili, dovrebbe aver venduto qualco- sa come diecimila unità centrali: ma il nu- mero di macchine provenienti in qualche modo da Taiwan e vendute nello stesso pe- rìodo si aggira intorno alla metà di questo valore, è quindi un dato confrontabile. Se poi si aggiungono i sistemi venduti dagli al- tri produttori di macchine compatibili «di marca», e si considera che la sola Olivetti ha superato la IBM nel numero di personal venduti nell'86, appare evidente che la quo- ta IBM nel mercato del compatibile IBM non è in fin dei conti particolarmente ele- vata... E allora, tornando allo slogan IBM: la- scia intendere che la mossa sia anticinesi più di quanto lo sia in effetti, in modo da agire in parte da deterrente nel ridare fidu- cia al prodotto IBM, a scapito del compati- bile dal futuro incerto. E in realtà, come di- cevo, la mossa è più ampia perchè coinvol- ge l'area dei sistemi più grandi. Lo slogan in sé, in pratica, fa parte dell'azione antici- nesi (non so mai come chiamarli, se cinesi, cloni, copie o compatibili, ci sono fra i ter- mini sottili diversità che però a volte non sono nemmeno tanto sottili ; lasciamo stare e, per questa volta, mettiamo tutto in un unico pentolone). D’altra parte, la IBM ha necessità di re- cuperare quote di mercato nel settore da lei stessa creato, come dicevo prima. Però è chiaro che è preferibile non avere la totalità di un grosso mercato, piuttosto che essere l'unico detentore di un mercato molto più piccolo. E i compatibili di ogni specie han- no contribuito ad ingrossare in maniera ra- dicale il settore di cui stiamo parlando: se si dice che il PC IBM ha imposto uno Cosa farà IBM ... di Corrado Giustozzi ...è sempre difficile da dire. In America esi- ste addirittura una categoria di esperti di cose IBM. gli IBM-watcher. giornalisti tec- nici ed economici che valutano, commenta- no. prevedono le mosse di Big Blue, proprio come da noi ci sono giornalisti esperti di co- se Vaticane o di fatti parlamentari. Gli avvenimenti degli ultimi anni hanno comunque sempre dimostrato una cosa: che le mosse future di IBM. nelle loro linee ge- nerali, sono sempre scritte nel presente e nel passato. Sapendo leggere gli indizi si può capire in che direzione grosso modo si muo- verà IBM. Tuttavia i dettagli sfuggono: e capita quasi sempre che l’annuncio vero e proprio di nuovi prodotti giunga inaspetta- to. e che le novità presentate prendano un po ' in contropiede il mercato ed i suoi profe- Mestiere duro. VIBM watcher. ma affa- scinante: perché, tutto sommato, consiste nel cercare di prevedere gli sviluppi stessi dell'informatica, per via che la casa di Ar- monie ha sempre avuto un peso non indiffe- rente sul mercato, prevenendolo e forman- dolo costantemente. Sapete ad esempio chi ha inventato i floppy disk, i dischi rigidi Winchester, le stampanti a getto d'inchio- stro? Perfino le schede perforate, le ha in- ventate IBM! È evidente che ogni nuova mossa di Big Blue non è finalizzata al mo- mento attuale ma proiettata in un futuro più o meno lontano, come in una partita a scacchi in cui si gioca l’evoluzione dell'in- formatica personale e non. Integrazione di sistemi Cerchiamo dunque di leggere fra le ri- ghe degli ultimi annunci IBM, anche alla luce di ciò che sta parallelamente avve- nendo al di là del muro che ancora sepa- ra i personal dai mini e dai mainframe. Forse riusciremo a fare un po' di luce nel prossimo futuro. Dunque, la prima cosa che appare chiara è l’integrazione. La nuova famiglia verticale di personal IBM è potenzial- mente predisposta ad una integrazione piuttosto ampia con altri sistemi, sia uguali che maggiori. La cosa non è affat- to secondaria, come potrebbe sembrare; anzi, è una precisa risposta, forse un po' tardiva, ad un'esigenza sentita dal merca- to già da molto tempo. Il grosso proble- ma commerciale dei PC IBM è stato in- fatti la loro scarsa possibilità di integra- zione nei riguardi dei sistemi superiori IBM, soprattutto i supermini S/36 e S/38 ed i medi sistemi 43xx. Di questo si sono accorti gli utenti, i quali hanno capito pri- ma di IBM stessa che era assai vantaggio- so integrare PC e mainframe in strutture informative parzialmente distribuite. Pur- troppo il PC non era nato per questo, sembra anzi che sia stato progettato in modo completamente avulso dal resto del mondo IBM. E questo è stato un errore, cui in ritardo e con fatica IBM ha cercato di porre rimedio. PC e Sistema /36 Vediamo ad esempio l'evoluzione avve- nuta nel Sistema /36, attualmente il più diffuso supermini gestionale IBM che sembra avviato ad un lungo successo. In questi ultimi due anni molti annunci rela- tivi al /36 hanno riguardato la possibilità di collegamento dei PC, prima totalmente preclusa. La loro evoluzione è sintomati- Inizialmente era possibile solo la bana- le emulazione di terminale, tramite una particolare scheda da inserire nel PC; co- sa di limitata utilità, in quanto il /36 non sapeva neppure di avere dei PC collegati. Poi alcuni prodotti programma del /36 consentirono quasi a forza al PC di vede- re in qualche modo parte del disco del /36 come un proprio floppy; la cosa era ancora rozza ed affrettata (ad esempio l'XT perdeva l'accesso al suo disco rigido e quindi non poteva fare trasferimenti di file) ma più o meno funzionava. Poi ven- ne annunciata la rete tokenring per il /36, realizzata però per mezzo di una CPU de- dicata addizionale derivata dall'AT. Solo l'anno scorso il collegamento di- retto dei PC fu definitivamente migliora- to con l'introduzione congiunta di una nuova scheda e relativo software sul PC e di un particolare prodotto programma sul /36, il cosiddetto PC Support. Questa ac- coppiata permetteva finalmente il pieno accesso dell'utente PC sia alle risorse del suo personal che a quelle del /36, con una ampia sinergia fra le due macchine. Il PC poteva crearsi dischi virtuali di qualsiasi dimensione sul /36 ed inviare le proprie stampe alle stampanti di sistema tramite spool; il /36, in cambio, poteva (volendo) stampare su una stampantina eventualmente collegata ad un PC; in più il PC aveva pieno accesso ai file ed alle li- brerie del /36, con ampie possibilità di upload e download che prevedevano sele- zione, riorganizzazione dei campi, con- versioni automatiche di formato dei file. Ancora una volta, però, queste funzioni erano un qualcosa di «aggiunto» alla struttura del /36, il quale ha una filosofia totalmente diversa da quella del PC. I di- schi virtuali erano una forzatura, essendo implementati come grandi file random, non erano direttamente utilizzabili dal 64 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 IBM: I NUOVI PERSONAL standard, ed è vero, questo deve voler dire che c'è qualcuno che a questo standard si uniforma, e anzi devono essere parecchi. Che, appunto, è precisamente quello che è successo e che, nell'interesse anche della stessa IBM, deve continuare a succedere. Certo per la IBM sarebbe opportuno cerca- /36 stesso e l'accesso ad essi da parte di utenti PC poteva avvenire esclusivamente un utente per volta. Il passo finale (per ora) è di due mesi fa, e si è compiuto con il rilascio della nuova versione del sistema operativo del /36 (SSP 5.0): ora, finalmente, le funzioni base di interfaccia coi PC sono native nel sistema operativo del supermini e non ag- giunte mediante programmi esterni. Ciò significa una maggiore integrazione ed una migliore omogeneità nella struttura della macchina. I dischi virtuali sono ora equiparati ad una particolare struttura ad albero nativa delI'SSP (il folder), i proble- mi e le limitazioni degli interscambi sono stati superati ed il tutto è, finalmente, co- me doveva essere fin dall'Inizio I Che farà II Sistema /36 ? Questo movimento di integrazione che ha coinvolto il /36 non è stato tuttavia so- lo rivolto verso il basso, ossia verso i PC: si è anzi sviluppato enormemente anche in orizzontale, per cosi dire, e verso l'alto. In orizzontale significa colloquio dei /36 fra di loro. In due anni, e tramite quattro rilasci successivi delI'SSP (dalla 2.0 alla 5.0), si è passati da spartani colle- gamenti diretti tipo host (ossia master-sla- ve) sotto SDLC a possibilità estremamen- te sofisticate: sessioni remote multiple, rete Peer-to-Peer (colloquio fra pari), fun- zionalità passthrough (uso di elaboratori intermedi come «ponti» completamente trasparenti all'elaborazione), comunica- zioni avanzate fra programmi ; il tutto an- che attraverso reti digitali a commutazio- ne di pacchetto (Itapac) con funzioni di chiamata e risposta automatica. Verso l'alto si è stabilito finalmente un ponte più versatile verso il Sistema /38, fin’ora completamente chiuso nella sua inaccessibile torre d'avorio, e migliorate le possibilità di scambio verso i sistemi di classe superiore 43xx e 9370. A proposito di sistemi di classe supe- riore: anche in questa fascia è in atto un movimento verso l'integrazione, che coin- volge la vecchia famiglia /370 e la più re- cente gamma dei 43xx (4331, 4341. 4381). Entrambe sono destinate a scomparire, sostituite dalla nuova linea 93xx (9370) che le raccoglie unificandole e potenzian- dole. Anche qui ritroviamo l'impulso ver- so una maggiore omogeneità. Cosa appare, allora, da questi sviluppi? Che il /36, sistema intermedio per eccel- lenza, sta diventando sempre più un «concentratore», un gate fra i personal ed i nuovi mainframe. Ogni /36 può at- tualmente fungere da nodo di una rete di /36 interfacciata verso il basso con i PC e verso l'alto con i 43xx ed i 9370. Si deli- nea pertanto piuttosto chiaramente un'ar- chitettura gerarchica a tre livelli : in basso i PC come workstation, al centro una rete di /36 come gestore, in alto i mainframe 9370. Tutti in grado di colloquiare fra lo- ro in modo nativo, integrati magari nella SNA che già raccoglie i sistemi maggiori. I nuovi /2 : personal o workstation? Alla luce di queste considerazioni ap- pare ora chiaramente l'importanza strate- gica dei nuovi personal /2 IBM. I quali nascono già all'insegna di una maggiore omogeneità e della futura integrazione verso l’alto. Evidentemente IBM si è ac- corta dell'errore commerciale del passato e non vuole ripeterlo. Ed altrettanto evi- dentemente sta cercando di «professiona- lizzare» il personal rendendolo soprattut- to una potente workstation dalle ampie risorse locali, connessa ad una architettu- ra assai più vasta di sistemi intercomuni- canti. Il fantomatico «MicroChannel» dovrebbe essere proprio la chiave di que- sto sviluppo. La battaglia, quindi, non è più tanto sul fronte del personal (inteso come elabora- tore personale del singolo, deH’hobbysta) quanto su quello della workstation, del- l'elaboratore locale inserito nel mondo del lavoro in ambiti distribuiti. Questo, secondo noi, è il concetto che sta alla ba- se di questi annunci. Maggiore produtti- vità personale, maggiore diffusione dei PC nelle realtà aziendali, spinta al decen- tramento ed al colloquio orizzontale e verticale, maggiore compatibilità ed omo- geneità fra sistemi della stessa famiglia. La sfida del prossimi dieci anni I dettagli tecnici delle nuove macchine lasciano, a questo punto, quasi il tempo che trovano. L'importante è questo: la IBM dei grandi sistemi, che fino ad ora aveva quasi snobbato il mondo dei perso- nal, sta cercando di riagganciare quella fetta di mercato di cui non aveva capito forse l’importanza. Il futuro non sta nella divisione anche commerciale fra personal e mainframe ma nel colloquio ordinato di famiglie modulari di macchine inserite in una realtà stratificata ma omogenea. Sarà questo l'obbiettivo dei prossimi dieci an- ni? Sembra di si. «L'architettura globale» del futuro, in cui tutto parla con tutto, si basa forse su queste tre punte: Personal /2, Sistema /36 (e successori), 93xx. Co- me al solito, nessuno può dire cosa succe- derà, e le mosse di IBM sono alle volte imperscrutabili: ma gli indizi sono chiari. Dimentichiamo qualcosa? Ah già, la concorrenza. Che adesso è temibile, mol- to più dei «cinesi» i quali per un po' se ne staranno buoni per via dei chip cu- stom dei nuovi PC. Cosa faranno i grandi deU’informatica? Nello scorso anno sono nati due nuovi giganti: Unisys dalla fu- sione fra Sperry e Burroughs, e Honey- well Bull da una jointventure fra Honey- well, Bull e Nec. Saranno loro a dare la risposta alla strategia IBM, chissà quan- do ed in che modo. Sapete, forse stiamo assistendo alla nascita del nuovo mondo informatizzato del domani. MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 65 I NUOVI PERSONAL re di mantenere quel «plus» nei propri pro- dotti che riesca a consentire di avere la quota maggiore del mercato, bisogna dire che obiettivamente quello di cercare di es- sere leader del «proprio» mercato è un in- tendimento del tutto giustificabile. Il modo migliore per ottenere questo risultato è, per l'appunto, quello di avere prodotti partico- larmente competitivi, oltre s'intende alla necessaria rete di distribuzione e vendita. È cosi che è stato possibile per la Olivetti sca- valcare IBM: ottimo prodotto (M24), prez- zo buono, rete efficiente. La risposta IBM si chiama modello 30, come vedremo fra breve: anticipo solo che, finalmente, non ha più 1*8088 del PC ma 1*8086 dell’M24. Già un modello 30 «clonabile» avrebbe consentito alla IBM di riguadagnare stra- da, in quanto prodotto più competitivo del vecchio PC o XT. In più sono state aggiun- te... difficoltà clonatorie, per limitare l'of- fensiva. Probabilmente è giusto, anche se è difficile dare una valutazione assoluta. Perché? È presto detto. Dunque: le parti non clonabili dei nuovi IBM servono, an- che, a consentire alcune prestazioni miglio- rate rispetto ai vecchi sistemi, ad esempio una grafica più evoluta. Le cose sono due: 0 c'è del software che le utilizza, oppure queste nuove prestazioni possibili non ser- vono a niente. Ma o la IBM si realizza il software in proprio, oppure bisogna che i produttori di software siano motivati a te- nere conto, nei loro prodotti, delle nuove e più ampie possibilità: e questo avviene solo se pensano che il numero di pacchetti ven- dibili è previsto alto, e perché sia cosi è ne- cessario che si prevedano grosse vendite per i nuovi sistemi, o meglio per i sistemi con le nuove caratteristiche. Insomma: se le nuove potenzialità sono dei soli IBM, il mercato possibile ha certe dimensioni; ma se anche gli altri costruttori si adeguano al- le nuove prestazioni, realizzando in qual- che modo macchine compatibili (sia pure senza fare uso dei famigerati chip custom), 1 produttori di software hanno ben più mo- tivo di produrre programmi in grado di sfruttare in pieno i nuovi hardware. Queste operazioni di copia-non-copia saranno ov- viamente ben più impegnative delle prime clonazioni, per cui il nuovo mercato del compatibile sarà in mano ad un minor nu- mero di costruttori più qualificati, perché devono essere in grado non solo di clonare. Sdrammatizziamo, allora. E concludo auspicando che IBM cominci a vendere con successo i nuovi nati, che rapidamente giungano sul mercato macchine compatibi- li (non clonate, ripeto, ma riprogettale in tutto o in parte in modo da avere le stesse caratteristiche operative), che nasca del nuovo software (o che i prodotti attuali vengano aggiornati) capace di trarre bene- ficio dai miglioramenti dell'hardware. Solo cosi nel mercato sarà successo qualcosa di positivo. Le nuove macchine Come annunciato nel numero scorso, la IBM ha presentato la gamma Personal Sy- stem/2 che si compone di quattro sistemi diversi: 30, 50, 60 e 80. Caratteristica comune a tutte le macchi- ne è l'uso della tecnologia SMT (Surface Mount Technology, ossia componenti sal- dati sulla scheda senza fori; consente di ri- sparmiare spazio ed è già utilizzata da vari costruttori fra cui, come leggete in questo stesso numero, Lexikon). Su tutte le mac- chine sono di serie le interfacce seriale, pa- rallela e per mouse e l'orologio interno. Altra caratteristica comune é l'ingegne- rizzazione molto più moderna, con collega- menti diretti fra le varie schede e contenito- ri (specie nel 30) molto più compatti che nelle serie precedenti. Attenzione, questo fatto comporta come conseguenza che non sono utilizzabili nei nuovi sistemi la mag- gior parte delle schede aggiuntive disponi- bili per i vecchi. Ancora: il chip custom VGA è il nuovo chip grafico, che consente di arrivare a 64 livelli di grigio o 256 colori scelti da una ta- volozza di 262.144. con 320x200 punti sullo schermo; ci sono numerosi altri modi grafi- ci fra cui uno da 640x400 con 16 colori o li- velli di grigio. Nei modelli 50, 60 e 80 è impiegata la nuova architettura denominata Micro Channel, per massimizzare l'efficienza del microprocessore particolarmente nelle ap- plicazioni multitask. Il tutto è inserito nell'ambito della nuova Systems Application Architecture che, co- me si legge nella documentazione IBM, è «destinata a rendere le applicazioni svilup- pate su sistemi IBM omogenee e indipen- denti dal tipo di elaboratore utilizzalo», per risolvere il problema della compatibili- tà fra la linea personal e quelle più elevate dei sistemi 3X e 370, esigenza particolar- mente sentita dagli utenti di questi sistemi: il non poter efficacemente inserire personal nelle linee maggiori è stato un limite che ha consentito pesanti attacchi alla IBM da parte della concorrenza (Digital. Sperry in particolare). Il modello 30 è l'evoluzione del vecchio PC/XT: si basa non più sull'8088 ma sul- 1*8086, quindi con bus dati a 16 bit, come l'M24 della Olivetti e alcuni altri compati- bili, come il Toshiba 1100 Plus che sto usando in questo momento. Il clock del mod.30 è a 8 MHz e non vi sono cicli di at- tesa, la RAM di base di 640 K può essere espansa fino a 2,256 megabyte. Come me- moria di massa prevede, novità IBM (vor- rei dire finalmente...) microfloppy da 3 pol- lici e mezzo da 720 K, dello stesso standard Sony adottato da tempo da HP. Aprico! e altri (la stessa IBM li usa da un anno nel Convertible); il 30-002 ha due microfloppy, il 30-021 ha un microfioppy e un hard disk interno da 20 M. Il CBIOS è su 64 K di ROM ed esiste uno zoccolo per montare il coprocessore aritmetico 8087-2/8. I modelli 50 e 60 sono basati sull'80286, come l'AT, ed hanno il clock a 10 MHz. In entrambi i sistemi la RAM nasce da I me- gabyte. e può essere espansa fino a 7 M nel 50, 1 5 M nel 60. La memoria di massa è di un microfloppy da 1.44 M più un disco ri- gido che è da 20 M per il mod.50, mentre per il 60 può essere da 44 o da 70 M (ver- sioni 60-041 e 60-071). Come vedete nelle foto il 50 è un desk top, mentre per il 60 è prevista la collocazione sul pavimento. I 128 K di ROM comprendono sia il CBIOS per la compatibilità con la famiglia di per- sonal IBM, sia l'ABIOS per l'impiego del nuovo sistema operativo, l'Operating Sy- stem/2, che non può girare sul 30 ma solo sui sistemi basati su 80286 e 80386. Si tratta in pratica della versione IBM dell'Opera- ting System/2 della Microsoft, a riguardo del quale potete leggere nelle pagine che seguono nelle quali si parla anche del PC DOS 3.3, praticamente l'MSDOS 3.3, che gira su tutti i modelli compreso il 30. II modello 80 è basalo sull'80386 con clock a 16 MHz e a 20 MHz rispettivamen- te nelle versioni 80-041/80-071 e 80-111, che differiscono per la memoria di massa: hard disk da 44, 70 e 1 15 M, sempre in ab- binamento con un microfioppy da 1.44 M. La RAM parte da IM nel 41, da 2 nel 71 e nel III ; può raggiungere, in tutti e tre i ca- si, i 16 megabyte. La ROM è di 128 K, co- me nei modelli 50 e 60. Il contenitore è to- wer, da pavimento. Qualche prezzo: il modello 30 costa circa 3.120.000 lire con due microfloppy, 4.070.000 con l'hard disk. Il 50 costa 6.370.000 lire con il disco da 20 M, poco meno di 9 milioni con il 44; per 1*80 è inve- ce previsto un prezzo di circa 10.700.000 li- re con il drive da 44 mega. Competitivi quindi, ma tali da lasciare spazio alla con- correnza dei compatibili. MC 66 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 franco muzzio editore w Manuali scientifici Programmare in Pascal Catalogo II piacere del computer Microsoft Basic Chimica con il pocket computer Intelligenza Artificiale e Robotica Bertram Raphael Il computer che pensa IAR I. pp. 446. illustrato. L. 38.000 Costruire un sistema esperto I. 'automa/ione del ragionamento matematico lai rivoluzione robotica l.a geometria della tartaruga !.a teoria dei numeri Kundameuti di inlbrmntica Crittografia Algoritmi elementari Pascal per l'elettronica RICORRENTE Rcginaldo Danese Il calcolo ricorrente MS 29. pp. 250, 88 illustrazioni. L. 30.000 lino: introduzione Imparale il linguaggio dell'Apple Il Basic e il personal computer. Due: applicazioni Il manuale del CP/M per l'uomo d'affari Basic per i geometri Programmare in SupcrBasic con il Ql. tiratici di funzioni Chimica con il personal computer Progetti speciali per il Vie 20 e il C 64 Introduzione al t.isp Programmi in Basic per l'elettronica li Linguaggio macchina delio Spectrum 32 programmi per il Vie 20 in il Commodore 64 Introduzione al C FONDAMENTI DI PROGRAMMAZIONE LOGICA John W. Lloyd Fondamenti di programmazione logica IAR 6. pp. 156. illustrato. L. 24.000 Manuale di elettronica applicata Robert !.. Swam ZX 80 e ZX 81 come strumenti di controllo MCA 51. pp. 222 . 40 illustrazioni. L 15.000 Apple House MEA 53, pp. 204. 20 illusi razioni. L. IK 000 R.C. Mollanti Interfacciamento dei microcompuler MEA 54. pp. 242. 115 illustrazioni. I. 18.000 Biblioteca del personal computer Paul Y Gtacss Capire l'Intelligenza Artificiale Capire il C Victor Lcdin Capire il Pilot Esperimenti di Intelligenza Artificiale Michael M. Complon Capire I robot William Ursehcl Guida a Wordstar Microsoft presenta i nuovi sistemi operativi di Maurizio Bergami ■ Il 7 aprile, a pochi giorni di distanza dagli annunci IBM, Microsoft ha presentato alla stampa, nella sede dell'Hotel Palace di Milano, una serie di nuovi prodotti che permettono di comprendere meglio cosa succederà a! mercato nel prossimo futuro. Principale oggetto di attenzione è stato il nuovo sistema operativo Operating System/2 (o, più brevemente, MS OS/2) il quale, diversamente da quanto IBM ha lasciato capire nel corso della sua presentazione, non è un prodotto esclusivo di Big Blue ma è stato sviluppato da Microsoft, anche se in parte congiuntamente ad IBM nell'ambito di un accordo di collaborazione siglato a metà dell '85. I diritti dell'OS/2 sono dunque della Microsoft, che darà il nuovo sistema operativo in licenza non solo a IBM, ma anche a tutti i produttori OEM che ne faranno richiesta. Il futuro dei compatibili, che sembrava assai precario dopo l’uscita dei nuovi modelli IBM. appare ora ben più roseo. Oltre all "OS/2 gli annunci interessanti sono stati numerosi, e hanno riguardato un nuovo manager per reti locali, fatto apposta per l'OS/2; la versione di Xenix System V per 80386; la nuova release dell'MS DOS ed una nuova versione di Windows. Ma andiamo per ordine. ■ MS Operating System/2 Per chi ancora non l'avesse capito, l'MS OS/2 altro non è se non quello che nei me- si scorsi è stato definito come MS DOS 5.0, Advanced DOS o, ancora, Windows 386. È un sistema operativo multitasking rea- lizzato per microprocessori 80286 e 80386: gira quindi solo su macchine della classe dell'AT o superiore, e non sul PC normale e su tutte le macchine che utilizzano P8086 o l'8088 (compreso, quindi, il recentissimo modello 30 IBM). Gestisce il funzionamen- to sia in reai mode che in protecied mode e permette ai programmi applicativi di utiliz- zare fino a 16 Mbyte di memoria reale op- pure fino a I Gigabyte di memoria virtuale. Tra le nuove possibilità che offre, vi è una completa gestione dei livelli di priorità tra i vari task, ed un insieme di funzioni de- dicate allo scambio di dati tra i task. Que- st’ultiraa caratteristica permette di realizza- re applicativi composti da più moduli col- legati tra loro. Pensate, ad esempio, ad un tabellone elettronico in cui la sezione di ri- calcolo gira contemporaneamente a quella di inserimento dati! L'interfaccia utente, come era abbastan- za facile prevedere, è di tipo grafico e si chiama Windows Presentation Manager. Diversamente da Windows per MS DOS, non è un'opzione, ma parte integrante del nuovo sistema operativo. L'aspetto non è proprio identico a quello del vecchio Win- dows: in particolare la differenza più evi- dente è nelle finestre, che saranno sovrap- ponibili, come sul Macintosh, e non sem- plicemente accostate. L'MS OS/2 è un sistema operativo pen- sato per sfruttare a fondo le caratteristiche del microprocessore 80286. Con tutto il parlare che si è fatto ultimamente del- Ì'80386, qualcuno rimarrà un po' deluso nel veder arrivare un DOS. che è ancora una generazione indietro rispetto all'hardware disponibile. Una versione di OS/2 già ri- volta specificamente al 386 avrebbe però tagliato fuori le macchine dotate di 286, che rappresentano una quota di installato ben più significativa. Una versione per 386 è, comunque, sicu- ramente già allo studio e, sono parole di Microsoft, «verrà sviluppata in tempi ade- guati alle esigenze del mercato» (presumi- bilmente entro un paio d'anni o poco più). Domanda: con il nuovo sistema operati- vo, il vecchio MS DOS che fine fa? Rispo- sta: nessuna fine, nel senso che continuerà a vivere una vita propria ed a venire co- stantemente migliorato. Questo non solo perchè rimane l’unica scelta per i sistemi dotati di 8088 e di 8086, ma anche perchè l'OS/2 è decisamente oneroso in termini di memoria occupata: si porta via infatti in- torno a 150 Kbyte, e gira su sistemi dotati almeno di 1,5 Mbyte di RAM. Anche il prezzo si discosterà significativamente da quello dell'economico MS DOS: si parla di una cifra vicina al mezzo milione di lire. Molti utenti senza esigenze troppo spinte preferiranno dunque rimanere in ambiente MS DOS. L'OS/2 è compatibile con (quasi tutto, come dichiara Microsoft per mettere le ma- ni avanti) il software MS DOS. Gli applica- tivi MS DOS potranno girare (uno alla vol- ta) in un «box di compatibilità» nei primi 640 Kbyte di RAM. Per poter sfruttare la compatibilità MS DOS, è tuttavia necessa- rio disporre di almeno 2 Mbyte di RAM. Veniamo infine ai tempi di rilascio effet- tivo: le previsioni di consegna agli OEM sono per il quarto trimestre di quest'anno: una beta release sarà disponibile a metà an- no, in modo da permettere ai costruttori di iniziare gli opportuni adattamenti al pro- prio hardware. MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 MICROSOFT OPERATING SYSTEM/2 MODO PROTETTO ..NUOVO AMBIENTE SPAZIO RISERVATO ^ AMBIENTE ATTUALE Sotto MS OS/2 il primo segmento dì memoria (fino al limite di 640 Kbyte) sarà dedicato alla realizzazione di una zona di compatibilità con I MS DOS. La zona di memoria tra 640 Kbyte e I Mbyte. Oltre I Mbyte, fino al limile massimo di 16 Mbyte, gireranno le nuove applicazioni in modo protetto. Per poter usufruire della compatibilità MS DOS. sarà necessario avere a disposizione almeno 2 Mbyte di RAM. Xenix System V/386 È stata approntata la versione per 80386 di Xenix, ('implementazione Microsoft del si- stema operativo multi-utente della AT&T. Xenix System V/386 sarà pienamente com- patibile con le applicazioni scritte per la precedente versione di Xenix per l’80286. Con l’occasione è stato ribadito che per la multiutenza, la fedeltà di Microsoft a Xenix rimane totale. L'OS/2 è, e rimarrà, un sistema operativo soltanto multitasking. Per quanto riguarda il futuro di Xenix, in seguito ad un accordo con AT&T, i rami Xenix e Unix tra breve si riunificheranno sotto l'unico nome di Unix, a tutto vantag- gio del l'affermazione di uno standard defi- MS DOS 3.3 L'ultimissima release del vecchio — ma an- cor lontano dalla pensione — MS DOS, contiene diversi miglioramenti. Innanzitut- to è finalmente possibile vedere volumi maggiori di 32 Mbyte: una barriera fasti- diosa, soprattutto con la recente invasione di dischi dalla capacità elevatissima. È vero che era stata già superata con vari artifìci, ma l'arrivo di una soluzione definitiva inte- grata nel DOS è certamente preferibile e più affidabile. La gestione di disco è migliorata, grazie all'impiego di algoritmi più efficienti che permettono una gestione più veloce dell'l/ O. Infine è stato potenziato il supporto in- ternazionale, con la possibilità di commu- tare dinamicamente tra diversi set di carat- teri. Windows 2 Per il mondo MS DOS sarà presto disponi- bile una nuova versione di Windows, d'a- spetto identico al Windows Presentation Manager dell'OS/2. Prescindendo dal sem- plice impatto visivo, Windows 2 avrà pre- stazioni nettamente migliorate rispetto alla prima versione; in particolare i programmi’ scritti per Windows gireranno sino a quat- tro volte più veloci. Un nuovo modulo di gestione della memoria permetterà un uti- MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 lizzo più efficiente della memoria espansa, consentendo il funzionamento simultaneo di più programmi di dimensione superiore ai 640 Kbyte (compatibilmente con la quantità di memoria installata!). I programmi scritti per il vecchio Win- dows potranno girare senza modifiche sot- to la nuova versione. MS OS/2 Lan Manager Contemporaneamente al nuovo sistema operativo, Microsoft ha anche annunciato un nuovo prodotto per la gestione di reti locali operanti con il sistema operativo OS/2. L'MS DOS Lan Manager è compatibile con Microsoft Networks, la precedente rete locale Microsoft, e permette il collegamen- to alla stessa rete di macchine con sistema operativo OS/2, MS DOS e Xenix. Le stazioni con OS/2 o Xenix potranno funzionare contemporaneamente come ser- ver e come posto di lavoro (non sarà quindi necessario disporre di un server dedicato), mentre quelle dotate di MS DOS potranno assolvere una sola delle due funzioni. Una delle potenzialità più affascinanti del nuo- vo Lan Manager è la capacità di comunica- zione tra task, denominata IPC (Inter Pro- cess Communications), che consentirà di realizzare applicazioni completamente di- stribuite in rete. In altre parole, le parti co- stituenti di un singolo programma, potran- no funzionare contemporaneamente sul server e sul posto di lavoro: ad esempio, un database potrà essere progettato per per- mettere all'utente di interagire con un pro- gramma di interrogazione attivo nel posto di lavoro, che, a sua volta, potrà inviare ri- chieste al programma di database attivo nel Software su dischetti da 3,5" Ora che finalmente IBM ha consacrato -l’ufficialità dei dischi da 3,5". Microsoft ha deciso di commercializzare i suoi prodotti su entrambi i tipi di supporto: 5,25" e 3,5’. I programmi principali in lingua inglese (Word, Multiplan, Chart ecc.) verranno for- niti con entrambi i tipi di disco nella stessa confezione. Altri prodotti, come Windows e il compilatore Quickbasic avranno invece due confezioni diverse a seconda del for- mato del disco. I prodotti localizzati, cosi come i compilatori Fortran, C, Basic e Pa- scal, verranno invece distribuiti su dischi da 5,25" e solo a richiesta su dischi da 3,5”. E cosi Microsoft ha finalmente fatto la sua mossa, anche se dopo tanto tempo qualcuno iniziava a sospettare che Gates e soci non fossero poi cosi interessati a far uscire l’evoluzione dell’MS DOS che tutti aspettavano con ansia. E invece l'ineffabile Gates ha colpito ancora, e non deve essere stato facile riuscire a far convivere la «vo- glia di monopolio» di IBM con le esigenze di tutti gli altri licenziatari dell'MS DOS. I ritardi appaiono dunque pienamente giusti- ficati, senza contare naturalmente che, sot- to il profilo strettamente tecnico, la realiz- zazione dell'OS/2, considerato anche il re- quisito fondamentale della compatibilità con l'MS DOS, non deve essere stata affat- to uno scherzo. Tanto si è discusso su IBM che impone gli standard, ed alla fine si va a scoprire che IBM in fondo non ha mica imposto tanto di suo: tornando indietro nel tempo salta fuori che è stata Microsoft ad orienta- re IBM sull'8088, che è stata sempre Micro- soft a fornire l'MS DOS, e che oggi è di nuovo Microsoft a fornire lo standard soft- ware del futuro personal-informatico pros- simo venturo. MC 69 Vi Presentiamo La Potenza Disitaco PC DYNAMIC XT TURBO 1024K COMPATIBILE IBM® DA L. 990.000 +iva PC BIG MAX AT TURBO 1024K COMPATIBILE IBM® CONFIGURAZIONI PC XT TURBO 1024K RAM 1024K CLOCK 4.77/8 MHz 8 SLOTS 1 DISK DRIVER 360KB ALIMENTATORE 150W TASTIERA EVOLUTA L. 990.000+iva PC XT TURBO 1024K RAM 1024K CLOCK 4.77/8 MHz 8 SLOTS 2 DISK DRIVER 360KB ALIMENTATORE 150W SCHEDA GRAFICA TASTIERA EVOLUTA MONITOR FOSFORI VERDI L. 1.590.000+iva PC XT TURBO 1024K RAM 1024K CLOCK 4.77/8 MHz 8 SLOTS 1 DISK DRIVER 360KB 1 HARD DISK 20MB ALIMENTATORE 150W SCHEDA GRAFICA TASTIERA EVOLUTA MONITOR FOSFORI VERDI L. 2.290.000+iva CONFIGURAZIONI PC AT TURBO 1024K ram 1024K CLOCK 6/8 MHz 8 SLOTS 1 DISK DRIVER 1200KB 1 HARD DISK 20 MB ALIMENTATORE 200W SCHEDA GRAFICA TASTIERA EVOLUTA MONITOR B/N , „ or , r . ...... L. 3.390.000+iva PC AT TURBO 1024K RAM 1024K CLOCK 6/8 MHz 8 SLOTS 1 DISK DRIVER 1200KB 1 HARD DISK 20MB ALIMENTATORE 200W SCHEDA GRAFICA TASTIERA EVOLUTA MONITOR COLORI L. 3.790.000 +tva PC AT PORTATILE TURBO 1024K RAM 1024K CLOCK 6/8 MHz 8 SLOTS 1 DISK DRIVE 1,2MB 1 HARD DISK 20MB ALIMENTATORE 200W SCHEDA GRAFICA TASTIERA EVOLUTA L. 3.890.000 +IVA Da Oggi Anche Economica PC 256K TURBO ECONOMIC DAL. 790.000 + iva PC 256K ESPAND. 1024K i drive o C o 0CK 4.77/8 MHz ALIMENTATORE 150W 8 SLOTS TASTIERA ITALIANA L. 790.000+iva PC 256K ESPAND. 1024K ì drive 360K CLOCK 4.77/8 MHz ALIMENTATORE 150W8SLOTS TASTIERA ITALIANA SCHEDA GRAFICA MONITOR FOSFORI VERDI L. 1.090.000+iva DISITACO S.pA IMPORTATORE & DISTRIBUTORE COMPUTER E PERIFERICHE Via Arbia, 60 00199 Roma ITALIA Tel. 857607/8440766/867741 Telex 626834 DITACO I PC 256K ESPAND. 1024K 2 drive 360K CLOCK 4.77/8 MHz ALIMENTATORE 150W ™ S . L i? TS TASTIERA ITALIANA SCHEDA GRAFICA MONITOR FOSFORI VERDI L. 1.280.000+iva PC 256K ESPAND. 1024K 1 drive .fKCLOCK 4.77/8 MHz ALIMENTATORE 150 s W c 8 „IKS A ITAL,ANA HD 20 “ B L. 1.990.000 + IVA 8 DISITACO S.PA. Gruppo Disitaco Potenza A Misura Di Utente LINEA DISITACO PC COMPATIBILI TURBO 1024K PC XT TURBO 1024K RAM I024K CLOK 4 77/6 ALIMENTATORE ISOW TASTIERA ^EWDUJTA PC PORTATILE TURBO 1024K PC XT PORTATILE TURBO 1024K RAM I024K CLOCK 4 77/8 MHz 8 SLOTS 2 DISK DRIVE 360K ALIMENTATORE ISOW SCHEDA GRAFICA TASTIERA EVOLUTA L. 2.089.000 ALIMENTATOfli ?50W S SCHEDA E GRAFICA TASTIERA EVOLUTA MONITOR FOSFORI VERDI PC AT PORTATILE TURBO 1024K RAM I024K 1 HARD DISK 20MB ALIMENTATORE 200W SCHEDA GRAFICA TASTIERA^ EVOLUTA PC XT TURBO I024K RAM I024K CLOCK 4.77/8 DISK 20MB AUMENTATORE 200W SCHEDA GRAFICA TASTIERA EVOLUTA MONITOR FOSFORI VERDI L. 2.690.000 PERIFERICHE PC COMPATIBILI 1024K HARD DISK PC AT TURBO 1024K RAM 1024K CLOCK 6/8 MHz 8 SLOTS 1 DISK DRIVER I200K8 1 HARD DISK 20M8 ALIMENTATORE 200W SCHEDA GRAFICA TASTIERA EVOLUTA MONITOR LINEA DISITACO PC 256K ECONOMIC PC 258K ESP AND. 1024K 1 DRIVE 360K CLOCK 4.77/8 MHz ALIMENTATORE ISOW 8 SLOTS TASTIERA ITALIANA L. 790.000 PC 256K ESPAND. 1024K 1 DRIVE 3SOK CLOCK 4 77/8 MHz ALIMENTATORE 150W 8 SLOTS TASTIERA ITALIANA SCHEDA GRAFICA MONITOR FOSFORI VERDI L. 1.090 000 PC 2S6K ESPAND. 1024K 2 DRIVE 360K CLOCK 4 77/8 MHz ALIMENTATORE ISOW 8 SLOTS TASTIERA ITALIANA SCHEDA GRAFICA MONITOR FOSFORI VERDI L. 1.280.000 PC 2S8K ESPAND. 1024K 2 DRIVE 360K CLOCK 4.77/8 MHz ALIMENTATORE ISOW 8 SLOTS TASTIERA ITALIANA SCHEDA GRAFICA MONITOR COLORE L. 1.680.000 PC 256K ESPAND. 1024K 1 DRIVE 360K CLOCK 4,77/8 MHz ALIMENTATORE 150W 8 SLOTS. TASTIERA ITALIANA HD 20 MB SCHEDA GRAFICA L. 1.990.000 SCHEDA PER MONITORS MONOCR. TIPO ERCULES L 140 000 INTERFACCE CENTRONICS L 50.000 CAVO CENTRONICS IBM L 33 000 MONITORS PHILIPS MONOCR IBM COMP L 185 000 PHILIPS COLORE IBM COMP L 635 000 PHILIPS EGA IBM COMP L 1.250 000 VARIE BACKUP 10MB L 840.000 BACKUP 20MB L 1 060 000 RETE LOCALE AT - XT 2 POSTI L 1 350 000 GRUPPI DI CONTINUITÀ "NO BREAK"’ HENOR ITALIA. .. TELEFONARE TAVOLI PER COMPUTER ELITABLE TELEFONARE SINCLAIR STAMPANTI MANNESMANN PERIFERICHE TELEFONARE COMMODORE ALTRE NEC COLORE AMIGA CENTRONICS PS 220 PER INS. FOGLIO SINGOLO MONITORS HANTAREX COMMODORE DATA GENERAL IBM COMPATIBILE PORTATILE 2! DISK DRIVE 1581 3" MONITORS 1802 COLORE PER S4...._ . „l_ 410 000 1901 COLORE PER 128- — L. 510.000 STAMPANTI MP| 802 GRAFICA L 380.000 reR ACCESSORI E SOFTWARE TELEFONARE COMMODORE AMIGA 1000 • 2000 COI?mÒnÌtOR 2 COLORE TELEFONARE PERIFERICHE AMIGA 1000 DIGIT AUH * TELECAMERA . ESPANSIONE IMB. - PLOTTER ROLANO L 2 260 000 STAMPANTE COLORE NEC L 1 350 000 TAVOLETTA GRAFICA L. 1.000.000 PALETTE POLAROID TELEFONARE AMIGA 2000 1MB CON MONITOR COLORE E 1 DISK DRIVE TELEFONARE AMIGA 2000 1MB CON MONITOR COLORE E 2 DISK DRIVE TELEFONARE ACCESSORI AMIGA 2000 /E AGGIUNTIVO 1MB TELEFONARE VALIGETTA TERMICA ATARI I PREZZI SONO IVA ESCLUSA Assumiamo Funzionari Diretti vendita Età 25 35 I Inviare curriculum I I Foto tessera colore I I A mezzo espresso I SERVIZI VENDITA SPEC. PER UNIVERSITÀ E SCUOLA CONTRATTI ASSIST. TECNICA PC COMP. CURATI DA DCS ITALIA VENDITA RATEALE SENZA ANTICIPO E SENZA CAMBIALI SU TUTTE LE CONFIGURAZIONI VENDITA PER CORRISP. IN TUTTA ITALIA ISOLE COMPRESE: IL PAGAMENTO DEVE ESSERE EFFETTUATO ESCLUSIVAMENTE IN ANTICIPO 0 TRAMITE CONTRASSEGNO CORRIERE DOPO AVERE VERSATO TRAMITE VAGLIA TELEG. IL 10% DI ANTICIPO SULL'ORDINE. PUNTI VENDITA COMPUTRON SHOP Largo Forano 7/8 Tel. 8391556 Roma 2M ELETTRONICA s.r.l. 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Si tratta di un protocollo sviluppato piuttosto di recente alla Columbia University e progettato principalmente per consentire il trasferimento fra macchine molto diverse tra loro, in particolare mainframe e personal computer. ■ // protocollo Kermit 1° parte: struttala generale di Corrado Giustozzi 1 / protocollo Kermit è già piuttosto diffuso e si sta guadagnando una popolarità sempre più ampia. È infatti certamente più generale e versatile del- l'Xmodem, essendo nato per risolvere esigenze assai differenti, come vedremo bene nel corso di questa puntata. Come già l'Xmodem. anche il Kermit è stato posto nel pubblico dominio dai suoi ideatori: ciò significa che la sua de- scrizione è a disposizione di tutti ed ognuno può scriversi il proprio program- ma che lo utilizzi. Esistono già diversi programmi di comunicazione commer- ciali che fanno uso de! Kermit. così co- me sistemi pubblici che lo prevedono: fra i primi cito solo l'ultima versione del famoso CrossTalk, fra i secondi i vari BBS facenti capo alla rete Fido. MC- Link ancora non lo adotta, in quanto la scelta iniziale è andata al più diffuso Xmodem: ma è probabile che in futuro possa essere implementato anche Ker- Perchè è importante conoscere come è fatto Kermit ? Per almeno due motivi: perchè la sua struttura è di per sè inte- ressante ed istruttiva, e perchè lo si in- contra di frequente in ambienti di lavo- ro. È infatti in largo uso in tutti quei centri di calcolo caratterizzali dalla coe- sistenza di personal e mainframe. Ker- mit nasce infatti proprio allo scopo di permettere lo scambio di file fra sistemi diversi e non del tutto compatibili tra lo- ro, quali sono in genere i grandi elabo- ratori nei confronti dei personal compu- Origini di Kermit Innanzitutto il nome: Kermit non è un acronimo ma un nome proprio, ispirato dall’omonimo ranocchio ver- de del Muppet Show, la fortunata se- rie televisiva a pupazzi animati tra- smessa con successo anche in Italia. Un acronimo esiste, ma è stato inven- tato succfessivamente: «KL10 Error- free Reciprocai Micro Interconnection over TTY-lines», ossia all'incirca «connessione reciproca senza errori fra micro su linee TTY» (il KL10 non so proprio cosa significhi!). Kermit nasce quattro o cinque anni fa alla Columbia University per risol- vere un problema pratico: evitare la congestione dei dischi del centro di calcolo dell’università da parte dei file degli studenti. Vediamo perché un problema del genere ha dato in ultima analisi origine ad un protocollo asin- crono di comunicazione. Dunque, il sistema informativo della Columbia consiste in un grosso centro di calcolo (dotato di mainframe IBM e DEC) ed in numerosi mini e micro sparsi per i vari istituti e dipartimenti. Parte delle risorse del sistema centrale vengono ovviamente destinate a far girare ap- plicazioni degli studenti. Negli ultimi •anpi, tuttavia, col crescere del numero di studenti abilitati all’accesso, si co- minciò a creare una certa congestione dei sistemi centrali. La situazione di- venne critica soprattutto a livello di occupazione delle memorie di massa da parte degli innumerevoli file di la- voro prodotti quotidianamente dalle varie centinaia di utenti. Non potendo per ragioni di costo aumentare la ca- pacità di memorizzazione dei mainfra- me, i responsabili della gestione del si- stema decisero invece di alleviare la pressione sui sistemi centrali invitan- do ad un miglior uso di quelli periferi- ci. Fu stabilito che i file di lavoro risie- dessero nel sistema centrale solo per il periodo del loro effettivo uso, e per questo furono imposti limiti piuttosto ristretti ai tempi di permanenza dei fi- MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 73 PROTOCOLLO KERMIT MARK LUNGH. N.PROGR. TIPO DATI CHKSUM le degli studenti negli archivi principa- li. Ne fu invece consigliato il decentra- mento nelle memorie dei vari sistemi periferici, e da queste il backup su floppy e relativa conservazione com- pletamente fuori linea a cura del pro- prietario. Fu quando si trattò di mettere in pratica questa ragionevole direttiva che i gestori del centro di calcolo rea- lizzarono con grande stupore che non esisteva nessun mezzo veramente sem- plice ed efficiente che consentisse il trasferimento di un file da un sistema all'altro della loro struttura! Le varie macchine erano infatti cosi diverse fra loro da non avere possibilità di collo- quio ad alto livello (protocolli sincroni o reti) se non nei casi particolari di si- stemi della stessa classe o famiglie ver- ticali di macchine dello stesso produt- tore. Mancava, in particolare, un «ponte» diretto fra i personal ed i mainframe centrali, che consentisse lo scambio di file e non la semplice emu- lazione di terminale. L'unico canale comune a tutti i computer era quello, a basso livello, costituito da linee asin- crone: la buona vecchia RS-232, in- somma, da usarsi o per via diretta o tramite modem proprio per collega- menti «stupidi» di tipo TTY, ossia in emulazione di terminale. Esistevano sì mezzi per far parlare coppie di mac- chine: ma portare un file da un siste- ma qualunque ad un altro sistema qualunque avrebbe comportato un la- voro di passaggi multipli per varie macchine intermedie, con modalità differenti ad ogni passaggio e soprat- tutto con una quantità di lavoro addi- zionale insostenibile. Fu cosi che lo staff tecnico del cen- tro di calcolo cominciò a pensare di sviluppare in proprio un sistema per trasferire i file fra macchine qualsiasi sfruttando il canale asincrono della RS-232. 11 progetto fu intrapreso a due livelli: definire un protocollo che aves- se le proprietà desiderate, e successi- vamente implementarlo in programmi reali su tutte le macchine della Colum- bia. Quello che serviva era un proto- collo che fosse il più indipendente possibile dall'hardware, semplice da programmare in un linguaggio anche ad alto livello, non eccessivamente so- fisticato e ragionevolmente efficiente, diretto soprattutto allo scambio di file di testo ma valido anche per file bina- ri. Il lavoro fu portato avanti accurata- mente, studiando e cercando di segui- re le principali direttive degli enti di normalizzazione (in primis l'architet- tura a sette livelli OSI-ISO), per far sì che il nuovo protocollo fosse compati- bile e potenzialmente integrabile in ogni sistema di comunicazione attuale e futuro. Da questo lavoro nacque in- fine la prima versione di Kermit come protocollo, subito implementata con successo in una serie di programmi Kermit specifici per i vari elaboratori della Columbia. II nuovo procollo così inventato era qualcosa di effettivamente utile, ed i suoi autori pensarono che non fosse giusto che rimanesse chiuso nell'ambi- to della Columbia University. Decise- ro pertanto di renderlo pubblico, met- tendo in circolazione i programmi svi- luppati e pubblicando le specifiche del protocollo in modo che chiunque fosse in grado di implementarlo in proprio. Non bastava l’Xmodem? Qualcuno si potrebbe domandare, a questo punto, se era veramente neces- sario sviluppare un ulteriore protocol- lo asincrono o non poteva bastare uno di quelli già largamente diffusi, maga- ri l'Xmodem che abbiamo visto nei mesi scorsi. La risposta è no, l'Xmo- dem pur con tutti i suoi pregi in que- sto caso non bastava. E vediamo per- ché. Il concetto di base su cui si fonda l'Xmodem è che le due macchine da far parlare siano uguali o perlomeno molto simili. Ricordiamo che fu inven- tato originariamente per scambiare fi- le tra microcomputer basati sullo Z80 ed il CP/M, ossia solo fra macchine con un substrato comune. L'estensio- ne ad altri personal è stata facile, trat- tandosi sempre di macchine concet- tualmente analoghe. Gli assunti di ba- se impliciti nell'Xmodem sono che en- trambi i sistemi usino l'alfabeto ASCII ad otto bit, che il canale di comunica- zione accetti dati ad otto bit senza bit di parità, che il sistema ricevente ac- cetti pacchetti lunghi oltre 130 byte senza incorrere in problemi di ricezio- ne o di overflow nel buffer, e che sia il canale di trasmissione che i sistemi colloquiami non «facciano capricci» in corrispondenza a determinati carat- teri di controllo. Queste caratteristiche sono generalmente verificate nei mi- crocomputer ma non sempre nei mini e nei mainframe, i quali a riguardo so- no assai più schizzinosi. Inoltre l’X- modem non brilla certo per versatilità, ed anzi ha due grossi limiti pratici di utilizzo. Il primo è che può inviare so- lo un file per volta, dopo di che il col- loquio si interrompe forzatamente ed un nuovo trasferimento può essere fat- to solo ricominciando tutto da capo: il secondo è che il protocollo si limita a trasferire il file e non esporta alcuna conoscenza od informazione di livello superiore, neppure il semplice nome del file trasmesso. Kermit invece supera questi proble- mi, primi fra tutti quelli di incompati- bilità imposti dall'hardware o dal soft- ware dei corrispondenti e del canale di trasmissione. Non fa affidamento sul- le loro caratteristiche se non presu- mendo che siano in grado di ricevere e trasmettere i soli caratteri ASCII «stampabili», ossia quelli da 32 a 126. Ogni dettaglio tecnico della trasmis- sione è lasciato al mondo esterno: Kermit si adatta ai vincoli esistenti, configurandosi a quello che risulta il minimo comun denominatore fra le capacità del canale e dei sistemi collo- quiami. Per far ciò Kermit si avvale di un più stretto scambio di informazioni fra i due sistemi corrispondenti. L'Xmo- dem è un protocollo rigido, in cui i pa- rametri e le regole sono fisse ed immu- tabili. Kermit invece è un protocollo flessibile, in grado di modificare il suo comportamento adattandosi in modo dinamico alle esigenze imposte dall’e- sterno. La responsabilità di queste azioni di adattamento è a carico, ov- viamente, dei due programmi Kermit che girano sui due sistemi in colloquio e gestiscono il trasferimento. E mentre sotto Xmodem i due corrispondenti interagiscono in modo molto limitato, sotto Kermit ogni estremità intrattiene con l'altra un colloquio assai più stret- to. Struttura del Kermit Prima di passare a vedere i concetti di base del Kermit, vi do un breve cen- no sulla struttura fisica del protocollo tanto per chiarire che, comunque, non si tratta di nulla di particolarmente esoterico. Attenzione al fatto che da ora in poi con la parola «Kermit» in- dicherò sia il protocollo in sé che i programmi che implementano il pro- tocollo stesso, i quali si suppone siano disponibili ed attivi sui due sistemi che partecipano al colloquio. Dal con- testo sarà facile capire a quale dei due significati farò riferimento. Kermit è ovviamente un protocollo asincrono orientato al byte, e quindi non richiede hardware particolare per il suo funzionamento. Si basa sul me- desimo concetto di «pacchetto» che abbiamo già visto nel caso dell’Xmo- dem, ma più generalizzato. In Xmo- dem esiste fondamentalmente un solo tipo di pacchetto, quello di dati, oltre 74 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 IL PROTOCOLLO KERMIT ai «pacchetti degeneri» di riconosci- mento affermativo e negativo, di fine del file e di aborto della trasmissione, tutti costituiti da un singolo carattere di controllo ASCII. Questo unico pac- chetto di Xmodem serve compieta- mente al suo scopo, che è solo quello di trasferire un flusso di byte. In Ker- mit invece il pacchetto è il mezzo base di colloquio tra i due corrispondenti, ed assicura non solo il trasferimento del file ma anche qualunque altro scambio di informazioni. In Kermit esistono quindi diversi tipi di pacchet- ti, ognuno dei quali adatto ad una cer- ta funzione. La struttura dei vari pac- chetti è sempre costante ma il loro si- gnificato varia a seconda del tipo di pacchetto. Come conseguenza di ciò accade che non è possibile definire un formato unico per i pacchetti, quanto meno per quanto riguarda la quantità di informazione incorporata in ognu- no di essi; e cosi i pacchetti Kermit non hanno lunghezza costante ma va- riabile. Un pacchetto di Kermit è quindi un'entità più complessa rispetto ad un pacchetto Xmodem, quanto meno per- ché possiede due campi in più: un identificatore di tipo ed una segnala- zione di lunghezza del pacchetto stes- so. Sono ovviamente presenti anche gli altri campi indispensabili che già conosciamo: il segnale di intestazione, l'indicatore di sequenza, il campo dati (che però è opzionale) ed il controco- dice di controllo che garantisce la vali- dità di tutto il resto. Tutti i pacchetti Kermit sono di questo tipo, anche quelli di affermazione e negazione: i quali tra l'altro sono il caso tipico di pacchetto in cui manca il campo di da- Vedremo meglio nella prossima puntata la sintassi del pacchetto Ker- mit, campo per campo. Per ora potete vederne la struttura in figura. Ora vor- rei invece passare a parlarvi in linee più generali dei principi di funziona- mento del Kermit per fissarne subito gli aspetti più importanti. Filosofia del Kermit Vediamo dunque i concetti che stan- no alla base del funzionamento del Kermit, cioè la sua filosofia. In Ker- mit abbiamo l’importante concetto di «sessione», totalmente assente in Xmodem. Una sessione Kermit inizia nel momento in cui i due programmi corrispondenti si sincronizzano, e ter- mina con un apposito comando di scollegamento. Durante una sessione i due elaboratori connessi dialogano tra loro passando attraverso i Kermit e non direttamente. Questo dialogo può comprendere l'invio di alcuni coman- di ma è generalmente finalizzato allo scambio di file. La cosa importante da notare è che i due corrispondenti hanno necessità di sincronizzarsi per poter dare avvio ad una sessione. Questa sincronizzazione iniziale avviene mediante lo scambio di un particolare pacchetto detto «Send-Init», ossia inizializzazione del- la trasmissione. È tramite questo pac- chetto che i due Kermit «fanno cono- scenza» e portano a conoscenza l'uno dell'altro le eventuali limitazioni dei rispettivi hardware. In base alle infor- mazioni scambiate, i due corrispon- denti sono in grado di adattarsi reci- procamente per portare avanti il resto del colloquio nel modo più efficiente possibile. La cosa simpatica è il modo in cui avviene questa «conoscenza»: ognuno dice all'altro come desidera vedere le cose, ad esempio «voglio pacchetti non più lunghi di 80 byte». Generalmente i due Kermit si trovano d'accordo sulla maggior parte dei pa- rametri, ma può accadere che per qualcuno di essi vengano richiesti va- lori differenti. A seconda del tipo di parametro è allora possibile che venga mantenuta una disparità fra i due versi di trasmissione, cosa che accade ad esempio nel caso della lunghezza del pacchetto; altrimenti viene usato un default opportuno che entrambi sono in grado di accettare. Una volta attivata la sessione si pos- sono trasferire file senza dover ripete- re la sincronizzazione iniziale, la quale rimane in effetto per tutta la durata della sessione stessa. È possibile ese- guire trasferimenti multipli, sia singo- larmente (file per file) che in blocco mediante l’uso di caratteri «wildcard» (se il sistema trasmittente lo permet- te); in ogni caso il nome del file viene trasmesso per intero al sistema rice- vente mediante uno speciale pacchetto di «inizio file». È anche possibile im- partire dei semplici comandi al siste- ma remoto, quali ad esempio richiede- re la lista dei file presenti su disco; an- che in questo caso appositi pacchetti si incaricano di traferire la richiesta e successivamente restituire l'output prodotto dal comando eseguito. Ci fermiamo qui... Purtroppo i soliti motivi di spazio mi impongono a questo punto di ter- minare. Faccio quindi una pausa di trenta giorni, dopo la quale riprenderò il discorso interrotto. In particolare vi illustrerò in dettaglio la struttura dei pacchetti, nonché i vari accorgimenti mediante i quali Kermit riesce a sfrut- tare il solo subset dell’alfabeto ASCII costituito dai caratteri stampabili. Ap- puntamento quindi alla prossima pun- tata. mc MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 75 Modem Digital Devices Integrai e Full- link di Corrado Giustozzi AA fl^VB icrolab è una dilla romana ■ W ideila quale ci siamo già occu- pali su queste pagine. Attiva nel campo delle costruzioni elettroniche in genere, si sta da un po ' di tempo a questa parte specializzando soprattutto nel settore dei modem. Sono di sua produzione, sotto il marchio Digital Devices, diversi tipi di modem: da quelli più economici della linea Communicator (provati su MC 47) a modelli di taglio più professio- nale quale l'Eclipse ( provato su MC 58). Le ultime novità in questa oramai va- sta gamma sono i due modelli in prova questo mese. Si tratta di due versioni di un medesimo apparecchio base, realiz- zate Luna per il funzionamento stand- alone e l'altra per quello su scheda per PC IBM. Le caratteristiche generali so- no estremamente interessanti: 300-1200 baud full duplex, autodial e aufoanswer, programmabilità totale meditiate il set di comandi Haves esteso, altoparlantino per monitor di linea, possibilità di colle- gare in serie un apparecchio telefonico. Vale anche la pena di citare l'estrema compattezza di entrambi gli apparecchi, ottenuta grazie all'uso di integrati VLSI, la presenza di dip-switch di confi- gurazione facilmente accessibili, il ma- nuale (ovviamente) in italiano. La ver- sione stand-alone, in più. offre una ca- ratteristica del tutto singolare e poten- zialmente molto utile: quella di poter collegare una normale stampante con interfaccia Centronics, realizzando così una stazione di stampa remota che non necessita di un computer in loco. Descrizione esterna La versione interna, denominata In- tegrai, è interamente contenuta su una scheda di tipo corto. L'esame visuale lascia sconcertati: praticamente tutto il modem, compresi il firmware di ge- stione e l'interfaccia verso il bus IBM, è contenuto nei due integrati VLSI che si notano al centro della scheda. Fra gli altri componenti si notano il grosso traslatore di linea e l’altoparlantino usato come monitor di linea. Due dip- switch a quattro vie consentono la configurazione degli stati di default dell'apparecchio. La connessione alla linea ed all’eventuale apparecchio te- lefonico in serie avviene per mezzo di due connettori rapidi del tipo telefoni- co americano (RJ-11), comodamente accessibili dall'esterno anche a scheda montata nel computer. La versione esterna, denominata Full-Link, è montata nel medesimo ti- po di contenitore usato per il modello Eclipse, dalle dimensioni piuttosto contenute e dotato, a differenza di pri- ma, di due piedini estensibili posti nel- la parte anteriore che consentono di appoggiarlo in posizione inclinata. Sul pannellino frontale, molto pulito e gradevolmente disegnato, si trovano ben otto led e due dip-switch per com- plessive dodici posizioni. I led, da si- nistra a destra, segnalano: la presenza deH'alimentazione, lo stato di autoan- swer, la rivelazione della portante, il riaggancio della linea, il transito dei dati in arrivo e partenza, lo stato del DTR ed infine il funzionamento a 1200 baud. I dip-switch sono suddivisi in due gruppi, il primo relativo al set- taggio dell'interfaccia Centronics ed il secondo alla configurazione dei de- fault del modem. Sul pannello poste- riore, da sinistra a destra, troviamo: i robusti morsetti per la connessione al- la linea ed all'eventuale apparecchio telefonico, i due DB-25 che consento- no di collegare il computer e la stam- pante, la presa di ingresso della rete e l’interruttore di alimentazione. In alto, cosi come sul fondo dell'apparecchio, alcuni fori consentono un'adeguata aerazione all'interno della macchina. L'interno Beh, per quanto riguarda il modello su scheda ovviamente non si può par- lare di interno! Per il Full-Link, inve- ce, l'interno si dimostra piuttosto af- follato, ma estremamente ordinato. Notiamo praticamente i medesimi componenti, fra cui il solito robusto trasformatore di linea. Buona parte dello spazio è occupata dal pesante trasformatore d’alimentazione, avvol- to appositamente dalla ben nota 76 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 MODEM DIGITAL DEVICES ICES; la sezione alimentatrice è tra l'altro protetta da un fusibile posto fra il trasformatore ed il pannello poste- riore. L'altoparlantino di monitor è in questo caso montato a cono in basso dall'altra parte dello stampato. Nelle foto si vede chiaramente an- che la presenza della schedina supple- mentare, montata «a ponte» al centro del contenitore, che comprende il con- vertitore di interfaccia e l'uscita Cen- tronics. Il suo montaggio (e smontag- gio) è semplicissimo, il collegamento essendo effettuato mediante un con- nettore rapido. Notiamo esplicitamente l’elevata qualità della costruzione di entrambi gli apparecchi, dalla pulizia del dise- gno alla qualità dei componenti. Il ca- blaggio è inesistente (non c’è un filo in giro) e tutti gli integrati sono montati su zoccoli. Insomma, una realizzazio- ne veramente ben fatta e professiona- le. La cosa ovviamente ci fa molto pia- cere, trattandosi una volta tanto di prodotti Made in Italy. Utilizzazione Abbiamo utilizzato il modem Inte- grai per diverse settimane in un com- patibile AT, ottenendo sempre presta- zioni prive di difetti. Dal punto di vi- sta pratico non possiamo non sottoli- neare i vantaggi della ridotta dimen- sione della scheda. I dip-switch sono azionabili con un po' di difficoltà a scheda installata, ma va considerato che le necessità di intervento su di essi sono piuttosto rare anche per via che ogni default è tranquillamente ridefi- nibile da software. Per quanto riguarda il Full-Link, anche avendo potuto usarlo per meno tempo, abbiamo sempre verificato un comportamento più che corretto. I led spia sul frontale, assieme all’altopar- MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 lantino interno, sono importantissimi per rendersi conto di cosa stia effetti- vamente accadendo sulla linea ed al collegamento. I dip-switch, anch'essi sul frontale, sono molto pratici. Ci sembra anche ben riuscito il difficile tentativo di sfruttarli come motivo estetico. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la loro presenza ap- parentemente senza protezione non porta alcuna conseguenza negativa; questa macchina infatti tipicamente non andrà in mano ad utenti cosi ine- sperti da mettersi a giocare con i con- trolli, ed il loro azionamento acciden- tale è da escludersi trattandosi di mo- delli con interruttore a slitta e non a levetta. Anzi, per azionarli non basta- no le dita ma serve la punta di una matita o, meglio ancora, l’apposito cacciavitino con clip fornito come ac- cessorio. Già, parliamo un attimo degli acces- sori forniti con le macchine. Assieme all'Integral si ottiene l'indi- spensabile cavetto dotato di connetto- re RJ-1 1, di buona fattura e sufficien- temente lungo. Assieme al Full-Link invece vengono dati in dotazione il cacciavitino isolato appena citato non- ché un cartoncino plastificato formato credit-card su cui è stampato il riepilo- go delle funzioni dei dip-switch e dei principali comandi AT. Beh, considerando che stiamo par- lando di modem ci sembra pure trop- pa grazia! Infine una parola sui manuali: sono ben fatti, esaurienti e piuttosto chiari. Riportano il significato di tutti i co- mandi AT estesi e di tutti i registri, esempi di funzionamento in modo au- toanswer ed in modo autodial e perfi- no lo schema dei segnali sui connettori. Una parola, per concludere, sulle possibilità addizionali del modello Full-Link. Quella di poter colloquiare direttamente con una stampante ci sembra piuttosto interessante. Certo non capita tutti i giorni, ma avendoce- la si possono escogitare diversi metodi per sfruttarla. In futuro questa caratte- ristica servirà per realizzare attorno a questo modem un «terminale stupi- do» di tipo TTY senza la presenza del computer. La Microlab sta infatti rea- lizzando una tastierina alfanumerica con uscita RS-232. A questo punto, tastiera + modem + stampante TTY. Conclusioni Ci siamo dilungati molto nelle de- scrizioni e quindi passiamo veloce- mente a vedere i prezzi. Dunque, il modem su scheda costa praticamente mezzo milione, quello esterno seicen- tomila lire. Fatti i conti con la concor- renza ci sembra di poter dire che si tratta di prezzi particolarmente inte- ressanti. Occorre infatti portare in conto tut- te le caratteristiche addizionali viste in precedenza: produzione (e assistenza) italiana, qualità, prestazioni, dotazioni accessorie. Il rapporto prezzo/presta- zioni diventa cosi piuttosto favorevole. Per inciso, volendo è possibile ottene- re il Full-Link senza interfaccia Cen- tronics, risparmiando cosi qualcosina: ma secondo noi non ne vale la pena. 77 t Espansione di memoria RAM fino a 14 MByte MULTI-TASKING molti programmi sullo stesso Computer CONTEMPORANEAMENTE MULTI-UTENZA molti utenti sullo stesso Computer CONTEMPORANEAMENTE VELOCITÀ 4 milioni di Operazioni/sec. MEMORIA 1024 kbyte di RAM on-board standard espandibile a 14 Mbyte COMPATIBILITÀ ottimale MS DOS Disk Driver 1,2 MByte Unità di Backup 20/40/60 MByte Hard Disk 20/40/130 MByte Via Ubaldo Comandini 49, 00173 Roma tei. 06/6132394-6132619 - TX 620570 ELDEV-I Lexikon Come nas [TTF l F 1° I" V l K l L H I T- Tj TT T r T r T I \ r MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 105 I PC BIT 386 un sensibile degradamento delle pre- stazioni od un sottoutilizzo delle po- tenzialità del sistema. A questo propo- sito segnaliamo che esiste la possibili-* tà di avere, con una spesa aggiuntiva di 1.600.000 lire, un drive Fujitsu da 71MB formattati e 30 ms. Ricordiamo comunque che usare il 386 col DOS vuol dire proprio sprecarlo, ed il pas- saggio ad un sistema operativo supe- riore è praticamente un obbligo. Chi compra adesso questa macchina ha di- verse alternative a riguardo: o attende- re l'annunciato OS/2, disponibile da gennaio prossimo, o optare per Xenix. La scelta dipende dal tipo di orienta- mento delle proprie applicazioni, in quanto mentre la prima consente di ri- manere più vicini al mondo DOS, la seconda offre la compatibilità con Unix. Conclusioni Ci vediamo, nostro malgrado, costretti a ricordare ancora una volta che la pa- rola definitiva la possono dare solo i prezzi. Vediamoli, quindi. Il PC Bit 386 configurato come quello in prova, e cioè con 512 KByte di RAM, un mi- nifloppy ad alta capacità, un Winche- ster da 40 MByte 40 millisecondi, ta- stiera avanzata, scheda EGA e moni- tor a colori ad alta risoluzione costa poco più di dieci milioni. È possibile tuttavia risparmiare quasi un milione e mezzo sostituendo la EGA e relativo monitor (complessivamente quasi un milione ed otto) con la Hercules ed un monitor monocromatico (poco meno di quattrocentomila in totale). In que- sto modo il sistema completo viene a costare un po’ meno di nove milioni. Anche in questo caso notiamo che la differenza rispetto ai concorrenti è mi- nima: l'eventuale scelta definitiva do- vrà avvenire quindi anche alla luce di altre considerazioni, ne abbiamo par- lato mille volte ed evitiamo di ripeter- ci: confermiamo che, per 1.600.000 lire in più, ci piace la sostituzione del Win- chester da 40 M con quello da 71 Me 30 ms, dalle prestazioni più confacenti alla classe della macchina. 106 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 Interconnessione-Elaborazione-Hardware E ottenete un capolavoro di integrazione. Inserire nuove apparec- chiature in un sistema infor- mativo, senza avvalersi di una sperimentata competenza, porta ad incongruenze quali: linguaggi diversi, apparecchia- ture incompatibili tra loro e con il main-frame, inadeguate all’architettura di rete ottimale per l’azienda. Incongnienze che più tardi precluderanno lo sviluppo ver- so sistemi di rete. Qualunque sia il vostro main-frame, FACE è in grado di proporvi un’architettura di rete che interconnetta armoni- camente le apparecchiature di- sponibili con nuove apparec- chiature ITT, scelte dalla gam- ma più completa e totalmente compatibili. Dal singolo elemento, al- l’architettura ISDN più sofisti- cata, FACE vi offre tutta l’affi- dabilità di una leadership tec- nologica. Non aggrovigliate la matas- sa. Seguite il filo logico FACE. Per informazioni: telefona- te alla Divisione Teleinforma- tica (02) 37791. Filiali in tutta Italia. Industrie FACE STAMMBTO Viale Bodio 33 - 20158 Milano tei. (02) 37791 - telex 331157 - fax 3779303 Brainstorm ST 386 L a Gesin Trade di Roma assembla il suo Brainstorm a partire da una piastra di provenienza statunitense, or- ganizzata in modo particolare in quanto monta microprocessore e RAM su sche- de separate. Il microprocessore può es- sere sia I80286 che i80386. La macchi- na viene attualmente fornita con un ca- binet tradizionale tipo AT, ma a breve dovrebbe essere disponibile un conteni- tore tipo tower in grado di alloggiare anche eventuali schede di espansione supplementari. Il sistema operativo for- nito di serie è il classico MS-DOS, ma grazie ad un accordo di distribuzione con l'americana Software Link la Gesin Trade dovrebbe distribuire sulle sue macchine, a partire dalla fine di questo mese, il PC-MOS 386, un sistema ope- rativo multiutente a trentadue bit in grado di sfruttare a fondo le potenziali- tà del microprocessore 80386. Caratteristica interessante di questo Brainstorm è quella di poter essere for- nito con un monitor del tutto particola- re: TAmdek 1280, un vero e proprio sot- tosistema di visualizzazione intelligente in grado di mostrare immagini ad altis- sima risoluzione su monitor paper-whi- te. Descrizione esterna II contenitore in cui ancora per qualche tempo viene fornito il Brain- storm è del consueto tipo «compact» per AT, quello dalle dimensioni inter- medie fra il cabinet classico IBM ed il Baby adottato da molti compatibili. Sul frontale dispone pertanto del tra- dizionale pannellino di controllo su cui si trovano la spia di alimentazione, la serratura di sicurezza, un pulsante di reset, la spia di attività del disco e quella di «modo turbo» ossia di velo- cità di funzionamento del clock (la macchina può infatti essere fatta fun- zionare a velocità dimezzata per risol- vere eventuali problemi di compatibi- lità). Sulla destra troviamo i consueti alloggiamenti per le memorie di mas- sa, in questo caso costituite da un dri- ve floppy da 5,25" ad alta capacità e da un Winchester da 40 MByte per 40 millisecondi di tempo medio di accesso. Anche il pannello posteriore è del tutto usuale e comprende sulla sinistra la sezione alimentatrice (con tanto di comoda presa di rete IEC asservita al- l'interruttore di alimentazione) e a de- stra lo spazio dedicato alle schede di espansione. La tastiera è del tipo che l’IBM defi- nisce avanzato, praticamente analoga a quella che equipaggia le altre mac- chine in prova questo mese (nonché tutti i nuovi IBM). Il cordone è parec- chio più lungo del normale, ed è av- volto a spirale solo nella sua parte centrale. Il monitor Amdek è un oggetto ve- ramente molto bello perfino da spen- to. La sua caratteristica principale è quella di essere un sistema autonomo, intelligente e programmabile, in grado di emulare tutti i modi video standard della famiglia IBM nonché di preve- derne di nuovi. Fra questi il più inte- ressante è quello grafico bit-mapped da 1280x800 punti, che può ovviamen- te essere sfruttato a fondo solo da ap- plicazioni che lo prevedano espressa- mente: attualmente Windows, Lotus 1-2-3 v. 2, AutoCad. L’Interno Una volta aperta la macchina e dato uno sguardo all'intemo quasi non si crede ai propri occhi: questa macchi- 108 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 BRAINSTORM ST-386 na è diversa dalle altre! Evidentemen- te anche in questo mondo di cloni esi- ste ancora qualcuno che si prende la briga di fare le cose a modo suo, per fortuna. L'architettura è piuttosto stra- na, oseremmo quasi definirla «distri- buita»: in particolare nè il micropro- cessore né la memoria centrale si tro- vano sulla mother board ma ognuno di essi è alloggiato su una particolare scheda a circuito stampato da inserire in appositi slot della scheda madre. Quest'ultima è progettata per accettare anche una schedina a base di 80286 e non solo quella con 1*80386. La memo- ria RAM nella macchina in prova è di 768 KByte ma può essere espansa pra- ticamente a qualsiasi valore semplice- mente sostituendo la schedina relati- va. Le capacità previste arrivano a va- lori incredibili (addirittura 100 M By- te), sfruttando particolari «schedone» multiple. I 768 KByte, comunque, ven- gono usati come 640 KByte di sistema più 128 KByte «fantasma» nei quali viene copiato il BIOS all’atto del boot per aumentare le prestazioni della macchina. La costruzione della piastra princi- pale e di quelle «accessorie» (ammes- so che RAM e microprocessore siano accessori...) è di alta qualità, con cir- cuiti stampati multistrato e largo uso di integrati VLSI. Notiamo sulla sche- da dell'80386 la presenza di un 80287 come coprocessore numerico, montato mediante un curioso «doppio piggy- back» e fortemente aiettato. Naturalmente la piastra madre è do- tata di slot compatibili IBM per per- mettere il montaggio di schede di espansione di vario tipo: tre con bus ad otto bit, tre con bus a sedici bit ed uno con bus a trentadue bit. Fra le schede installate notiamo la strana doppia scheda del controller video, su cui si trova tutta l’intelligenza di que- sto particolare sottosistema. Le memorie di massa sono unità piuttosto tradizionali. Il Winchester, in particolare, pur essendo una unità dal- ie buone caratteristiche, forse non è il più adatto a questa macchina soprat- tutto in applicazioni di multiutenza; ed in effetti può essere fornito un mo- dello superiore, praticamente il mede- simo installato sull'Asem Thor 9000, dalla capacità di 68 MByte con tempo di accesso di 23 millisecondi. Utilizzazione La cosa più interessante del Brain- storm, almeno dal punto di vista del- l’utilizzazione, è il monitor paper-whi- te. È quello che ha contribuito a stupi- re più di una persona in redazione col suo modo ad altissima risoluzione, nel quale ad esempio lo schermo di testo diventa capace di ben 50 righe di 160 caratteri l’una (perfettamente leggibi- li!). Questo modo può essere usato sempre, anche semplicemente in DOS, ma ovviamente dà il meglio di sè quando viene gestito con criterio da un programma che lo preveda espres- samente. Windows è fra questi, col che ci si trova a lavorare in uno spazio as- sai più ampio del normale con un ef- fetto decisamente migliore. Immagina- te poi uno spreadsheet del quale pote- te vedere sullo schermo il doppio di ri- ghe e di colonne! A parte comunque questo modo piuttosto particolare, l'Amdek è in grado di emulare tutti i modi standard CGA ed EGA trasfor- mando i colori in toni di grigio. Ma non è tutto: siccome il sistema è pro- grammabile, vi si può intervenire dal- l'esterno sia per interfacciarvi applica- zioni scritte in proprio che per modifi- care alcuni dei suoi parametri, ad esempio caricando un set alternativo di caratteri. Insomma, si tratta di un oggetto veramente bello ed utile. Pec- cato solo che, essendo fuori standard, possa dare i migliori risultati solo sot- to applicazioni che lo prevedano espressamente. Come dicevamo prima ve ne sono già parecchie in grado di sfruttarlo, ma non sono certamente tutte: ad esempio Word non lo vede, cosi come la maggior parte dei pro- grammi vecchi di oltre un anno. Per quanto riguarda il discorso sulle prestazioni, inutile dire che nel puro calcolo il Brainstorm va praticamente come i suoi colleghi, salvo variazioni di trascurabile entità. Il disco da 40 millisecondi va più che bene in ambiti personali (ammesso e non concesso che il Brainstorm sia un personal...) ma comincia a diventare troppo lento in ambiti di vera multiutenza, in cui il drive è chiamato ad un lavoro certa- mente più arduo. La struttura a schede separate è interessante: l'annunciata disponibilità di memoria, poi, vera- mente incredibile. Ad ogni modo per installare molta memoria addizionale serve il cabinet tipo tower, di prossima MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 109 BRAINSTORM ST-386 commercializzazione, che disporrà di molto spazio in più per le schede di espansione. Attendiamo infine con ansia il PC- MOS 386; potrebbe essere la carta vin- cente per questa macchina, mettendo in grado l’utente di scatenare la note- vole potenza dell'80386. Dovrebbe in- fatti essere in grado di gestire sistemi con 25 utenti e 4 GByte di RAM (!), rendendo il Brainstorm una specie di piccolo mainframe. Tutto dipenderà, ovviamente, dalla disponibilità di soft- ware applicativo sotto PC-MOS, e dal- la maggiore o minore possibilità di mi- grazione e/o compatibilità offerte dal sistema stesso. Staremo a vedere, ma comunque qon possiamo non sottoli- neare il corretto modo di procedere di Gesin Trade che si è preoccupata di offrire tempestivamente al suo pubbli- co un prodotto alternativo, evitando di perdere tempo in attesa dei futuri rila- sci Microsoft. Conclusioni Prezzi, prezzi! L'ultima parola, in- fatti, spetta a loro. Allora, vediamo: un sistema-tipo come quello in prova questo mese, ma con il drive da 67 MByte veloce al posto di quello da 40 MByte, costa al pubblico poco meno di tredici milioni e mezzo, che com- prendono anche il bellissimo monitor Amdek e relativo controller. Questo prezzo sale aumentando la RAM di si- stema, ma scende tornando al drive da 40 MByte e passando ad un monitor normale, fino ad un tetto minimo di otto milioni e mezzo circa. Le valutazioni a questo punto ognu- no è in grado di trarsele da solo, te- nendo presente i punti che differenzia- no questa macchina dalle altre: il mo- nitor (lui e la relativa scheda incidono per un totale di 2.300.000 lire, sicura- mente ben spese se si sfruttano alme- no in parte le ottime caratteristiche grafiche) e l'annunciato PC-MOS ma anche le notevoli capacità di espansio- ne hardware che lo mettono in grado di affrontare ambienti multiutente di un certo impegno. mc 110 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 THE U t SHUTER La famiglia delle CPU board BUL- LET-286 della WAVE MATE è cresciuta. Ora c'è anche la versione con CPU 80286 a 12.5 Mhz. senza WAIT STATE. Questa scheda opera con prestazio- ni paragonabili ai migliori computers che montano F80386 ma a un costo decisamente inferiore. L'uso di tecniche avanzate come l'impiego di un GATE ARRAY - VLSI - e un doppio sistema di clock, assicurano la massima compatibilità con le schede di add-in per PC/XT, sistemi operativi e i relativi software applicativi. Due anni di garanzia sulle schede BULLET-286, danno la misura del- l'affidabilità dei prodotti WAVE MATE. FLOPPY DISK DRIVES da 3.5" e 5.25" compatibili XT CONTROLLER compatibili XT e AT per HARD DISK fi- no a 250MB. e STREAMERper BACK UP interno ed esterno fino a 120MB. Reti locali con STANDARD di comunicazione ETHERNET. Stampanti multifunzione da 160 a 480 cps, anche a colori. Roma: 06/5420305-54237 1 6 • Torino: 0 1 1 /6 1 998 1 7 617362# Verona: 045/48347# Padova: 049/725359 • Bologna: 051/271018 TourmàsTei? - Tou r mgsYel? • ?Kou r m'asTerj 1 Desidero ricevere ulteriori informazioni • ••••• Nome e Cognome Azienda Via CAP Città Inviare il coupon a: Fourmaster s.r.l. via Verga 14, 20049 Concorezzo (MI). Anhive FT 600 di Massimo Truscelli A rchi ve Corporation è un nome molto conosciuto tra gli «addet- ti ai lavori» in quanto è uno dei maggio- ri produttori e fornitori OEM a livello mondiale di sottosistemi ed unità di me- moria di massa per personal computer. Mediante un recente contratto di im- portazione esclusiva per il territorio na- zionale. concluso dalla Digital Data Products di Torino, ora i prodotti Archi- ve sono disponibili anche in Italia; af- fiancata alla DDP è presente anche la Descrizione La versione italiana dell’unità di backup Archive viene denominata Ta- KTape 60 in considera- presenza o meno del cabi- ìo esterno, ma a livello di ti meccaniche ed elettroni- logicamente esclusione per di alimentazione dotata dei- ventola di raffreddamento ella versione con il cabinet, i sono pressoché identici, permettono il «travaso» MS-DOS dei dati conte- ) rigido fino ad un massi- 112 ìputer n. 63 - maggio 1987 ARCHIVE FT 600 mo di 60 Mbyte su cartucce di nastro, con un «transfer rate» di circa 90 Kby- te al secondo. La confezione del kit di montaggio interno comprende il drive per le cartucce di nastro da 1/4 di pol- lice, la scheda controller da inserire in uno slot del PC, un dischetto da 5,1/4 contenente il sofisticato software di gestione dell’unità e tutti gli accessori di corredo (cavi di collegamento, staf- fe di fissaggio, ecc). Logicamente non manca la documentazione di rito, che sebbene scritta in inglese e di dimen- sioni abbastanza contenute, risulta sufficientemente completa. La mascherina di finitura anteriore del drive è disponibile in due versioni a seconda del computer sul quale il si- stema deve essere montato; può essere nera per il montaggio su IBM PC, XT e computer Compaq Deskpro, oppure grigio perla per il montaggio su IBM AT e compatibili. La versione con il cabinet è come dicevamo pressoché identica alla pre- cedente, comprende anch'essa scheda controller e software di gestione, ma è per l'appunto inserita in un contenito- re dalla forma molto simile per stile a quella dei PC IBM, particolare che non dispiace, ma che volendo prestare attenzione oltre il dovuto al «look» dell’insieme (ammesso che ne valga la pena), può suscitare qualche perplessi- tà se si intende usare il sistema di back- up affiancato, per esempio, ad un AT. Sull'esemplare fornitoci in prova è presente un alimentatore autonomo di generose dimensioni capace di alimen- tare diverse apparecchiature contem- poraneamente; ciò lascia supporre, e lo spazio vuoto presente nel cabinet lo conferma, che esiste la possibilità, co- me per altri sottosistemi a nastro di- stribuiti dalle stesse società, di monta- re anche un disco rigido, dotando in tal modo un PC che ne sia sprovvisto, di una unità comprendente hard disk e relativo sistema di backup su nastro in un solo colpo. L’installazione è sufficientemente semplice; la prima cosa da fare è inse- rire la scheda controller SC499 in uno degli slot liberi del PC e poi sistemare l'unità vera e propria di backup, gran- de quanto un normale floppy disk dri- ve da 5 pollici, in uno degli appositi spazi normalmente previsti ; sono logi- camente presenti nella confezione tutti i cavi di collegamento e le squadrette adatte al fissaggio in diversi modelli e marche di computer. Inutile dire che con l'unità esterna non esiste il minimo problema: basta inserire la spina in una qualsiasi presa della rete elettrica e collegare il con- nettore DB 25 del cavo che fuoriesce dall'unità, al relativo connettore pre- sente sul pannello posteriore del PC in Costruttore: Archive Corporation, 1650 Sunflower A venue. Costa Mesa. CA 92626 Distributori per l'Italia: Digital Data Products. C.so Giovanni Pascoli S/A, 10134 Torino Da la tee. Via M. Boldetti 27/29. 00162 Roma Prezzo: (IVA esclusa) Archive Tape 60 L. 2.400.000 Archive KTape 60 L 2.900.000 Scheda Controller SC 499 L. 950.000 1 corrispondenza della scheda control- ler SC499. La scheda è costruita utilizzando una apposita interfaccia creata dalla stessa Archive, compatibile con lo standard industriale QIC36, denomi- nata Basic Streaming Tape Interface, che assicura la comprensione nel «dia- logo» tra unità di backup e personal computer. Sulla scheda sono presenti molti jumper la cui funzione è spiegata det- tagliatamente nell'appendice A del manuale in dotazione; alcuni di essi controllano il «Tape Format», il nu- mero di tracce in cui è suddiviso il na- stro, la priorità dei canali DMA e de- gli interrupt. Molti dei valori di de- fault settati sulla scheda devono tassa- tivamente essere lasciati invariati, in particolare la configurazione iniziale prevede i seguenti parametri: indirizzo di base 200 HEX, canale DMA 1 e li- vello di priorità degli interrupt (IRQ) uguale a 3. Non manca il settaggio di un self- test dell'unità attivato ogni volta che essa viene accesa o dopo un reset. Il tipo di registrazione utilizzata è su 4 tracce con scrittura dei dati in for- mato di serpentina, ciò vuol dire che i dati vengono scritti in tracce separate, una per voltà, e in direzioni opposte. Tale processo di scrittura consente un certo vantaggio in termini di tempo in quanto evita molte operazioni di av- volgimento e riavvolgimento del na- stro; analogamente la struttura del si- stema fisico di registrazione e lettura dati, composto di un unico blocco comprendente una testina di cancella- zione operante su tutte e quattro le tracce, due testine per la registrazione e due testine di scrittura operanti ognuna su due tracce (la prima sulle tracce 1 e 3, la seconda sulle tracce 0 e 2), ha consentito l'implementazione del sistema denominato «Read after Write» consistente nella immediata lettura dei dati appena scritti sul na- stro dalla testina precedente, con la conscguente individuazione di even- tuali errori. È evidente l'importanza ai fini del- l'utilizzazione di un tale sistema di controllo che assicura, come già riba- dito in altre occasioni ed in altri arti- coli, una maggiore sicurezza dei dati ed un maggiore controllo sulla qualità di scrittura sul nastro degli stessi. Il software Uno streamer di backup può essere quanto sofisticato si vuole, ma le sue possibilità sono legate in maniera de- cisiva al software di gestione, che quanto più è sofisticato e versatile, tanto più ne consente di sfruttare al La versione con cabinet (KTape 60) mostra sufficiente spazio per l'installazione di un disco rigido. MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 113 meglio le caratteristiche intrinseche. Il programma FasTape fornito in dotazione all'unità è decisamente mol- to ben fatto: nel dischetto da 5 pollici sono contenuti 3 file: FASTA- PE.COM, FTINSTAL.COM ed un file FASTAPE. HLP; il primo contiene il programma di gestione vero e proprio, il secondo provvede all'installazione iniziale dell'unità di backup ed alla sua configurazione, il terzo è un file contenente gli help relativi ai vari co- mandi da visualizzare di volta in volta sullo schermo. In proposito il distribu- tore di Roma, interpellato per sapere se è prevista una probabile traduzione degli help in italiano, ci ha detto che per il momento tale possibilità non è stata presa in considerazione. Tutto il software è del tipo «menu driven», ed offre numerose possibilità. Il menu principale del primo program- ma si compone di una finestra suddi- visa in due sezioni abbastanza distinte tra loro, ma con in comune alcuni co- mandi; la prima consente le operazio- ni di backup sfruttando esclusivamen- te le partizioni logiche del disco rigido (in pratica si tratta di Image Backup, Image Restore e Image Verify), la se- conda opera utilizzando i file contenu- ti sul disco e si compone in pratica delle stesse opzioni precedute dal pre- fisso «file». Non mancano alcune pos- sibilità di utilità generale come il riav- volgimento, la cancellazioné totale dei dati sul nastro, l’inizializzazione con la relativa «messa in tensione» del na- stro atta a favorire la minima possibili- tà di errore dovuto a difetti di contatto tra nastro e testina, il controllo dello stato del nastro, la ricerca per segmen- ti o il catalogo completo dei dati in es- so contenuti. Una funzione particolare è riservata al tasto M che se premuto provoca ul- teriori spiegazioni sul menu in uso; premendo il tasto ESC si ha il ritorno al sistema operativo; di una certa co- modità è la visualizzazione dopo qual- siasi operazione dello stato del nastro e del numero di errori o riscritture dei dati nel corso delle operazioni. Non manca un test al lancio del programma che si occupa di verificare l’effettiva presenza della scheda di controllo e dell'unità di backup vera e propria; in caso di mancanza un pe- rentorio «Tape board or software not addressed properly» con un successi- vo ritorno al sistema operativo e la comparsa del prompt non permettono distrazioni di nessun genere. 114 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 ARCHIVE FT 600 I Il montaggio interno richiede la connessione di alcuni cavi: si può notare quello di alimentazione già posizionato fot la proiezione de! nastra da 1/4 di pollice viene rimossa automaticamente inserendo la cartuccia foto di destra). di leveraggi. Il software di installazione è altret- tanto immediato: in una schermata vengono visualizzati i parametri di controllo principali come l'indirizzo base, il canale DMA impiegato, l’in- terrupt utilizzato, il numero di buffer utilizzato: schiacciando la lettera cor- rispondente ad ognuna delle voci si può variare il valore corrispondente, schiacciando ESC si ha, come al soli- to, l’uscita dal programma. L’uso Risparmiamoci la solita tirata sulla comodità dei sistemi di backup e sulla loro grande utilità nell’evitare la perdi- ta dei dati contenuti sui dischi rigidi, spesso maldestramente sottoposti a se- vizie di ogni genere, e soffermiamoci un attimo sulla versatilità dell’Archive FT 600. L’uso è estremamente agevole e l’af- fidabilità sufficientemente elevata: il modello utilizzato per le nostre prove è stato impiegato in condizioni di nor- male operatività per usi interni senza mai creare alcun problema, l’installa- zione è semplice e l’uso altrettanto. Copiando dati da un hard-disk per un totale di circa 30 Mbyte si impiega- no circa 6 minuti, un tempo che au- menta logicamente facendo la copia fisica del disco, ma la versatilità del software di gestione si fa apprezzare particolarmente nella copia di file contenuti oltre che nella «rootdirecto- ry», anche in «subdirectory» più o meno ramificate. Tutto viene copiato e poi riscritto in maniera identica all’ori- ginale ed all’occorrenza anche in mo- do più ordinato. Partendo da una copia fisica del di- sco è possibile la riscrittura dei dati fi- le per file con la logica e conseguente eliminazione della frammentazione ti- pica dei dati scritti su hard-disk «spor- chi», con in più i vantaggi derivanti dall’utilizzazione di un disco rigido pulito e ordinato; in altre parole tempi di accesso più brevi e maggiore spazio a disposizione per la mancanza di file rimossi o tracce e settori danneggiati. Al momento di scrivere l’articolo è disponibile la sola versione operante in MS-DOS (tra l’altro capace grazie al software di gestione di essere utiliz- zata anche in ambiente Novell LAN, quindi con equa divisione da parte dei vari PC collegati in rete delle risorse offerte dall’unità), ma presto dovrebbe essere disponibile una versione speci- ficamente dedicata ai sistemi multiu- tente operanti in ambiente XENIX. La particolarità maggiore di questa nuova versione dovrebbe risiedere esclusivamente nel software di instal- lazione e gestione. Al momento non abbiamo sufficienti notizie in merito, ma probabilmente c’è da credere che l'unità meccanica sia praticamente la stessa: riguardo al software non sap- piamo dirvi se sarà come quello distri- buito con il modello fin qui esamina- to, oppure del tipo da usare solo una volta all'atto dell’installazione, con il quale si opera il link del software al si- stema operativo in modo da gestire successivamente l’unità semplicemen- te con un comando. Conclusioni Trarre le conclusioni è decisamente facile: ottime le prestazioni special- mente in termini di versatilità, rimane solo da fare un po’ di conti in tasca. Un sistema di back-up è sicuramen- te un oggetto che ha un suo significato se deve essere impiegato per la copia di dati particolarmente importanti o vitali nel lavoro di una azienda, par- tendo da questa considerazione biso- gna decidere se i 2.400.000 lire della versione interna o i 2.900.000 del KTa- pe 60 siano o no troppi. Per venire incontro all’utente esiste una vantaggiosa offerta che permette di utilizzare la medesima unità di back-up, a questo punto è preferibile quella esterna dotata di cabinet, su di- versi computer equipaggiati tutti con la scheda controller SC 499 venduta separatamente ad un prezzo che si ag- gira intorno alle 950.000 lire. È questa una offerta che riteniamo molto vali- da, specialmente per chi vuole ottimiz- zare la sicurezza dei dati scritti sui di- schi rigidi di molti computer con un costo non eccessivamente elevato. ) p V 3 BEGINNING OFTAPE END OF MEDIA Uno degli schemi esplicativi de! manuale in dotazione disposte a serpentina. END OFTAPE riguardante il formato delle tracce MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 115 PHILIPS COMPUTER NMS 8280: IL PIU' EVOLUTO MSX DELLA SECONDA GENERAZIONE Linea professionale con tastiera separata dotata di tastierino numerico a 16 tasti. IL NUOVO consolle incorporante due unità a dischetti da 720 KB formattati e i comandi propri del computer e dell'interfaccia video (mixer video, mixer audio, digitize level). possibilità di connettere uno o due videoregistratori/ camcorder. CARATTERISTICHE TECNICHE - Microprocessore Z80 - Memoria ROM 64KB; RAM utente 128KB; VIDEORAM 128KB funzione di ramdisk/ memory mapping - Risoluzione in modo testo: 40/80 colonne 24 righe (2 modi) - Risoluzione in modo grafico: 512 x 212 punti (7 modi) Numero colori: 256 selezionabili su una tavolozza di 512 NMS 8280: IL COMPUTER PER LA TUA FANTASIA! Dotato di una speciale interfaccia video e di un digitalizzatore professionale, rappresenta una tappa obbligatoria per tutti VIDEOPROCESSORE gli amatori della videoregistrazione e della grafica evoluta. In omaggio viene fornito un Mouse e un programma per l'elaborazione grafica professionale grazie al quale è facile realizzare effetti particolari per personalizzare le proprie produzioni video. E tra le tante possibilità grafiche possiamo menzionare: - sovrapposizione tra immagine video e immagine del computer - 6 effetti wipe di sostituzione di immagine - effetti di animazione su immagini video/computer - digitalizzazione manuale o automatica - mixaggi video/audio computer/sorgente esterna - hardcopy di immagini su stampante - memorizzazione immagini su disco NMS 8280: IL COMPUTER PER IL TUO LAVORO! Acclusa alla confezione viene fornita una serie di programmi applicativi: la videoscrittura, la gestione archivi, il foglio di calcolo elettronico, la grafica finanziaria, l'agenda appuntamenti, il sistema operativo MSX-DOS. Un ricco catalogo software per ogni esigenza di lavoro. Il pacchetto gest pack per risolvere problematiche amministrativo • gestionali (fatturazione, contabilità, magazzino) e tutti gli altri pacchetti software dedicati cartella clinica - gestione dentisti - gestione ottici - gestione alberghi - gestione conti correnti bancari/titoli - gestione condomini PHILIPS PLAY WORLD Carla Maggio vai adagio. Sui simulatori di automobile il vecchio detto non ha sensate ragioni di esistere. Ed uno stupendo simulatore di formula uno è proprio uno degli argomenti di Playworld/Panorama. Amiga o non Amiga, questo è il vero problema. E soprattutto: Amiga subito (Amiga 1000), oppure Amiga a settembre (Amiga 500). E perché no Amiga 2000, subito e perfino IBM compatibile. Vedete un po' voi, l'importante è che continuiate a seguire il software made in 68000 che Playworld vi propone ormai da mesi. E passiamo a rispondere ad una lettera. Massimo Bartalena mi scrive dalla provincia di Cuneo. A dire il vero vuole sapere un bel po' di cose. 1) È vero, Marble Madness vuol dire follia di biglie, e io ho scotto follia marmorea; mea culpa. 2) Non ti piace Jeff Minter, Iridis Alpha è solo uno shoot'em up, troppa marijuana e simboli di pastorizia nei suoi videogame, troppo fissato con l'heavy metal con i Pink Floyd: sai che forse hai ragione e Jeff comincia a stufare pure me. Però Iridis Alpha è molto bello, pensa alla catenella di freccine che diventano pulci salterine come in Lunar Leeper. 3) Invece ti piace molto Druid. Il fatto è che non ne posso più di golem, fantasmi e teschi vari: la roba fantasy e i dungeon and dragons lasciamoli ai nordici che ci passano l'inverno. Già, ma a Cuneo fa un bel freddo... 4) Impossible Mission, per fortuna, ti piace. Dici che il professore rincitrullito per via de! Defender grida: « Another visitor: stay for a while, and you'll stay forever». Sì è probabile, ma devi ammettere che anche la mia interpretazione « Unknown visitor, stay away or stay here forever» non è niente male. 5) Non ho capito la domanda: «Ha diritto la Sublogic di trattarci cosi?» 6) Non ho niente nel mio cilindro magico per farti passare l'esaurimento nervoso da Alternate Reality, prova in farmacia. 7) Che fine ha fatto la Windham? Era un'etichetta della Spinnaker Usa. Forse è andata male per via dei pirati. 8) Devo far rivìvere Below thè Root e Elite? Vedremo in uno di questi prossimi numeri. 9) La versione nuova di On field football c'è già e si chiama Championship football, ma a quest'ora lo saprai da tempo. Ci sentiamo. Per rispondere a Massimo non mi è quasi rimasto posto per il sommario. Telegrafico: Avvenimento: Déjà Vu; Panorama: Atari st, Amiga, Msx, IBM, Macintosh; News: C64, Spectrum, Amstrad, Msx Atari xl; Play-Copy: la nuova rubrica che ospita le più belle schermate eseguite sulla eccezionale Nec P6 Pinwriter; Revival: Asylum. Ci sentiamo sul Worìdnet Intercorp di Portai Inserite la card, please. avvedente Déjà Vu: A Nightmare Comes True! Dave Marsh. Pete Hallesey Icom Simulations Mindscape Amiga, Macintosh (Immagini dalla versione Amiga) Distribuito da: Lago. «Tutto comincia nel re- trobottega di un bar. La sensazione d’intontimento è molto forte: manca l'aria e l'umore è quello di un giocatore sfortunato dopo una settimana a Las Vegas. Ma l’intontimento non è la cosa più grave: il brutto è che non ho la minima idea di chi diavolo io sia e non so neanche perché mi trovo in questo bar. Ho perso la memoria e ho del sangue secco sulla mano destra. L'unica cosa che posso fare è andarmene un po' in giro, ma forse è meglio che passi prima dal bagno e mi dia una lavata. Entro nel bagno degli uomini: non si sente nessun rumore, il bar sem- bra chiuso e fuori è già buio. Nel bagno c’è un bel lavandino di quelli anni ’20, un po' squadrato e ab- bastanza pulito. Apro il ru- binetto e faccio scorrere un po' d'acqua sulla mano sporca di sangue: il sangue si lava via e va via anche un po’ della nebbia che vedo davanti agli occhi. Va via la nebbia e mi accorgo dello specchio: mi ci guardo den- tro e la scena mi agghiac- cia: non mi ricordo della mia faccia, l'uomo nello specchio per me è un per- fetto estraneo. Tomo dov'e- ro prima e intravedo un at- taccapanni: ci sta appeso un impermeabile di quelli alla Bogart con le tasche grandi e la cintura in vita. Lo prendo perché fuori de- ve fare freddo e magari po- potrebbe anche piovere. Quando lo stacco mi accor- go che l’impermeabile na- scondeva una pistola di quelle con la fondina da le- gare sotto l’ascella. A guar- darla bene si rivela una 38 special, un’arma potente. Finalmente comincio a muovermi all’interno del bar ed entro nella sala dove c’è il bancone. Sul bancone c’è un bicchiere mezzo vuo- to e al di là della vetrata su cui è dipinta la scritta «Joe’s Bar» c’è una mac- usavano negli anni del jazz. Il silenzio è pesantissimo. C’è una scala che porta al piano superiore; decido di andare su senza prendere troppe precauzioni; il corri- doio è deserto e ci sono tre manifesti di pugilato attac- cati alle pareti. Li guardo uno per volta e l’ultimo sul- la destra incollato vicino al- la porta mi ricorda decisa- mente qualcosa: ho uno sprazzo di memoria e mi ri- conosco nella faccia di quel pugile. A quanto pare il 118 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 mio soprannome era «AC'E» e non devo avere avuto troppa fortuna nella boxe a giudicare dalla sede degli incontri della locandi- na: sono tutte sale di perife- ria. Lascio perdere i pugili e apro la porta. Sono in un ufficio di quelli descritti nei quadri di Hopper o nei ro- manzi di Hammett: anche qui non c'è anima viva e l'arredamento é molto scar- no e consiste in una scriva- nia che é pure schedario, una lampada decò, una macchina da scrivere pro- babilmente una Remington, un telefono nero della At&t. C’è un'altra porta che sembra quella deH'ufficio del capo, ma dopo che ho provato ad aprirla mi ac- corgo che è chiusa a chiave. Si tratta oltretutto di una porta blindata antiproiettile e quindi del tutto inattacca- bile ai colpi della mia 38 .pecial. Frugo nelle tasche del mio impermeabile e ci trovo due chiavi: una ha una targhetta con la scritta «front», e deve essere quel- la della porta del bar, l'altra non ha una targhetta e pro- vo a vedere se apre questa porta. Funziona. La porta è pesante e devo fare forza per spingerla, e forza io non ne ho tanta: la testa mi gira e sono ancora molto intontito. Quando final- mente apro la porta i miei riflessi allentati hanno un sussulto: c'è un cadavere disteso sulla scrivania, gli cola un po' di sangue dalla bocca. C'è una finestra ed è aperta. Con le scalette an- tincendio si può andare in giro per il palazzo. Esco per quella strada e cosi final- mente capisco che sono in un edificio di complessivi quattro piani. Dalla scaletta di ferro vedo un'altra fine- stra aperta e rientro da quella parte: c'è una strana poltrona che ha un'aria davvero sinistra: è una se- dia elettrica anche se la cor- rente non è collegata. C'è in giro una siringa ipoder- mica e qualcosa mi dice che l'abbiano usata su di me per iniettarmi sostanze: de- vono avermi fatto il lavag- gio del cervello. Nella stan- za della sedia c’è un ascen- sore per uso interno, vado al secondo piano per dare un'occhiata. La scoperta è piuttosto sensazionale: al secondo piano è sistemato un mini casinò: c'è una roulette, due slot machine, un tavolo per i dadi e una ruota della fortuna. Sul mu- ro sono appesi i ritratti di Al Capone e Lucky Lucia- no e ci sono due lampade attaccate al soffitto: la ruo- ta della fortuna nasconde una porta segreta. Provo ad andare giù per il passaggio e mi ritrovo nelle fogne in un dedalo pieno di canali nei quai nuotano topacci di grandi dimensioni. Da li sbocco in cortile dove c'è una scaletta di ferro: salgo fino in cima e cerco di alza- re il tombino. Alla fine ce la faccio e mi ritrovo nella strada che è forse più silen- ziosa dell'edificio in cui so- no stato finora. Ma ad un tratto la scena cambia bru- scamente: una donna bruna mi guarda e mi chiama ad alta voce. Dice di avere un messaggio per me e fa il ge- sto di prendere qualcosa dalla borsetta. Intuisco il pericolo, ma non faccio in tempo a difendermi o a fug- gire: la donna mi spara con grande fragore. Muoio mentre il computer intona una triste marcia funebre». Come i più furbi tra voi avranno facilmente intuito, la storia che avete letto fin qui è una delle tante che si potrebbero raccontare do- po aver giocato un po' a Déjà Vu. Originariamente realizzato per il Macintosh e poi intelligentemente con- vertito per l'Amiga, Dèjà Vu è una esperienza per certi versi completamente nuova. Volendo può essere definito un adventure, per- chè dell'adventure conserva il sistema di interazione: una cosa tira l'altra e ad un comando impartito al com- puter segue una nuova si- tuazione e cosi via fino alla soluzione del caso; ma non ha la lentezza tradizionale degli adventure che spesso delude i fan meno accaniti di quel genere di simulazio- ni elettroniche e in più ha mollissime facilitazioni di gioco che evitano la tragica frustrazione che spesso prende quando il maledetto computer continua a repli- care alle nostre mosse, op- ponendo un ottuso: «I don' t understand». Dèjà Vu si può giocare anche tutta con il mouse, spedendo la Trec- cina che ben pochi chiama- no «pointer» in qualunque luogo dello screen che si ri- vela immediatamente sensi- bile e interattivo e che per- mette di risolvere con un delizioso dialogo per imma- gini le situazioni più ingar- bugliate. Quello che ne esce fuori è un intrattenimento superpiacevole, che fa per- fino dimenticare che sul te- ma degli investigatori è già stato giocato davvero mol- to Nei prossimi mesi, se Fede- rico Croci mi dà una mano, sentirete ancora parlare di Dèjà Vu e dello strano caso del bar di Joe e dell'uomo senza faccia e senza passa- to, unico indizio una mac- chia di sangue secco. MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 119 Eccoci arrivali all'appunta- mento con la rubrica Pano- rama. Come sapete qui m in- trattengo con i lettori cercan- do di dare il massimo nume- ro di informazioni possibili sul maggior numero di mac- chine che posso. Buona lettu- re », solo un po' lento e no- ioso il caricamento, New Aladdin presenta una serie di divertenti rubriche gioca- te proprio come in un gior- nale. Un esempio su tutti: nella rubrica del cinema compare una recensione di The ttame of thè rose tratto dal libro di Umberto Eco, impaginate assieme all'arti- colo il computer visualizza immagini digitalizzate del frate (Sean Connery), lo strano investigatore dell'ab- bazia. Ma ci sono anche ru- briche di cucina, consigli tecnici d'informatica e tan- te altre cose. Se andate in America cercatelo, e magari compratene una copia an- che pe me che ho soltanto il numero di dicembre. La Gamestar, ha pubbli- cato la versione per Amiga di Championship football, una ottima simulazione del gioco dei giganti che cozza- no i caschi l'uno contro l’al- tro. Lo schema di gioco è piuttosto interessante: del protagonista si vedono solo le mani, adottando un pun- to di vista molto simile a quello che ognuno di noi avrebbe se praticasse nella realtà questo sport. Si deve selezionare una fase di gio- co e curarne dal di dentro la strategia e l'azione. Per dirvi di più sulla completez- za di questo software do- vrei essere più addentro al- le regole deH'American fo- otball cosa che non è. Giu- seppe Origlia che oltre ad essere un prezioso collabo- ratore per le adventure è anche un esperto di foot- ball ha promesso di darmi una mano per sviscerare ciale della marina Usa. Versione per l'Amiga an- che di lOth frante della Ac- cess di cui ho già parlato qualche mese fa quando è uscito in standard 64. I fra- telli Carver, Bruce e Roger, già famosissimi per i video- games 8 bit Beach head e Raid over Moscow, hanno venduto una grandissima quantità di copie del leg- gendario Leader Board, splendido arcade/simula- tor dedicato al golf. Con lOth frame si propongono al pubblico con un simula- tore del bowling. Accusato nella versione 64 di non es- sere facilmente utilizzabile a causa della eccessiva mi- niaturizzazione degli ogget- ti, finisce per risaltare mag- giormente nelle macchine a sedici bit come l’Amiga. Il discorso è praticamente identico per ciò che rigurda l'Atari ST. Molto buono. Per l'Amiga è uscita da circa sei mesi una stupenda rivista su due dischetti: si chiama New Aladdin, ed è un intelligente esperimento su come potrebbero essere in futuro le pubblicazioni. Esteticamente eccezionale, molto semplice da «sfoglia- Che cosa c’è di nuovo per la macchina che più at- tira le attenzioni dei giova- ni interattivi e simulanti del mondo? Ci sono parecchie cose: dalla Strategie Simu- lations americana arriva la versione Amiga di Sileni Service, la famossissima si- mulazione di guerra con il sottomarino che ha avuto tanto successo sul C64. La sotiomarinile è esplosa nel- l'estate del 1985 con il gran- de successo di Gaio, della Spectrum Holobyte sempre americana, uscito inizial- mente per IBM e poi tra- dotto come sempre accade per tutti gli altri computer. Silent Service, già nella ver- sione 64 e adesso più che mai in quella Amiga e ST, è una buona simulazione per chi ha tantissimo tempo vi- sto che tutto quello che suc- cede è assolutamente in tempo reale. Un altro sotto- marino nella storia del vi- deogame è quello di Up thè periscope, sempre per il 64 e l'Apple 2, una simulazione realizzata addirittura grazie al contributo di un ex uffi- 120 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 §i| AYWiiHi li tutti i segreti di questo pro- gramma. Ne riparliamo. Da una nuovissima soft- ware house che si chiama Cale games e che potrebbe essere la nuova casa di Mark Cale, già autore di International Karaté e fa- moso game designer della Andromeda, è annunciato Formula One manager , un simulatore che ci mette al posto di un team manager di formula uno. Il software si presenta bellissimo dal punto di vista estetico e ter- ribilmente realistico in quanto a simulazione. Mol- to di più in questo momen- to non sono in grado di di- re: guardatevi intanto le im- magini e cercate di avere pazienza. Annuncio volante anche per i due nuovi prodott della Psygnosis, una casa d Liverpool di cui ho grandis sima stima. La Psygnosis pubblica Barbarian, un bel lissimo fantasy che minac eia di segnare un nuovo ca pitolo del dungeon anc dragon elettronico, e Ter rorpods , un videogame cu ratissimo ambientato in una base da qualche parte nello spazio, pieno di radar e di segnalatori di pericolo. In entrambi i casi si tratta di materiale che sarà pre- sentato al pubblico il pros- simo 28 aprile (io scrivo queste note il IO aprile) e in questi giorni ho ricevuto da Liverpool alcune immagini del gioco e niente altro. Na- turalmente questi due nuo- vi titoli della Psygnosis so- no disponibili sia in versio- ne Amiga che Atari ST. Atari ST Anche per Atari ST sono arrivati sul mio tavolo di la- voro un bel po' di scatole di software, a volte bellissime (parlo delle scatole). Due software house francesi so- no le responsabili dei primi prodotti di cui vi parlo: la Ere Automatique, e la Pyra- mide, tutte e due distribuite dalla Lago (tei. 031: 300174). La Ere Automati- que è autrice di Macadam Bumper , un flipper che era già uscito in versione C64 e che ora, visto il grosso suc- cesso delle nuove macchine Atari in Francia, saggia il mercato in confezione mol- to più lussuosa adeguata al- la possibilità grafica dell'A- tari ST. Macadam Bumper è un pinball con due serie di pulsanti e un bel po' di target e bumper vari; risul- tato finale: forse il miglior pinball elettronico mai uscito sul mercato del soft- ware, anche se siamo anco- ra in spasmodica attesa del Pinball Consiruction Sei del- l'EIectronic Arts che dagli screen che si sono visti in giro dovrebbe battere tutti i record. Si chiama Wanderer il videogame spaziale e vet- toriale della Pyramide. Ven- duto in una confezione con gli occhialini per esaltare la tridimensionalità (due paia in ogni scatola) è una spe- cie di Star IVars delle arca- de, anche se è un pochino deludente. Alla lunga gli occhi si sforzano parecchio e poi non è facilissimo abi- tuarsi alla prospettiva parti- colare che il videogame im- posta. Parlando di belle confezioni e di scatole pie- ne di gadget non si può ta- cere della software house che per prima ha inventato questo modo di vendere i programmi: la Infocom. Nata ormai otto anni fa per l’iniziativa di alcuni in- gegneri elettronici in tutt'al- tre faccende affaccendati, già dalle prime produzioni, la leggendaria trilogia di Zork, s’impose subito all'at- tenzione generale per il suo inedito modo di usare il computer: avventure text only, ma con un grandissi- mo vocabolario e una enor- me possibilità d'interazio- ne. Il successo è immediato MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 121 PLAYWORLD e conferma l'impostazione della Infocom. Nasce allora una sorta di giuramento aziendale: mai farsi irretire dalla possibilità di inserire immagini nel loro software, conservarsi anche di fronte a eccezionali novità in cam- po tecnologico fedeli alla propria immagine. Da quei tempi la Infocom ha fatto ancora molta strada, e con- ta intere legioni di fan in gi- ro per il mondo. Inutile ri- cordare i loro titoli più fa- mosi, basterà citare Wit- ness, Hitchhiker's guide lo thè galaxy, e il recentissimo e davvero interessante Lea- iher Goddsess of Phobos. La Infocom alla fine del 1986 ha venduto la propria eti- chetta alla Activision con la clausola di rimanere in tut- to e per tutto autonoma ri- spetto alla casa madre: il 125 di Cambridge Park dri- ve nel Massachussetts rima- ne il loro quartier generale. Immersi nel verde e entu- siasti come otto anni fa, i designer della Infocom continuano a sfornare una decina di nuovi text adven- ture ogni anno. Il loro ulti- mo prodotto, che ho ricevu- to in versione Atari ST, si chiama Hollywood Hi Jinx, ed è una gustosa rievoca- zione dei luoghi e dei per- sonaggi della Hollywood anni venti, giusto al tempo in cui si giravano i B-mo- vies, le pellicole di serie b piene di baci e inseguimen- ti, di ville sul mare e di am- bienti loschi. Opera di Dove Anderson, Hollywood Hi Jinx è un’avventura interes- santissima e affascinante a patto di conoscere bene l'inglese (anzi l'americano) ferroviere, come giocattola- io, come scaricatore ai mer- cati generali o perfino al- l'aeroporto; tutto questo la- voro per comprare i giocat- toli necessari a realizzare un parco giochi per i nipo- tini e per gli altri bimbi di Paperopoli. Diamogli una mano. Buoni tutti e due i prodotti Sierra. È uscito anche per Atari ST il secondo titolo della osannatissima (non troppo da me) Cinemaware. Come sapete si chiama SDÌ ed è la storia dello scudo stella- re americano. O almeno co- si dovrebbe essere. Finisce invece per essere un bellis- simo videogame spazialeg- giante che ha il suo punto di forza nella battaglia si- mulata contro i mezzi nemi- ci (ottima). La grafica è bel- lissima e anche la musica è stupenda. E uscito Liberator pubbli- cato da una sconosciuta software house inglese, la Tynesoft. Scritto da Tim Moore, che non ricordo di aver mai visto all'opera da qualche parte, il videoga- me, nonostante sia uno spa- ziale, convince sia per la grafica che per l'atmosfera generale, ambigua e ansio- e di amare il cinema e i suoi autori. Altre novità dal fronte Atari ST. È uscita la versio- ne ST di Trailblazer, un gio- chino mutuato dal C64 e abbastanza simile al decisa- mente più affascinante Ballblazer della Lucasga- mes. Confezionato in una scatola a forma di un pallo- ne da calcio, è notevolmen- te migliorato dal punto di vista estetico, anche se si tratta pur sempre di una folle corsa su un ponte a scacchi. Pubblicato dalla Gremlin in Inghilterra. Due nuovi prodotti della Sierra, la software house americana che ha l'esclusi- va worldwide per la traspo- sizione dei personaggi di Walt Disney in versione software. E uscita la terza parte di King quest, storia di un povero re che si aggi- ra senza trovare riposo tra foreste incantate e case de- solate, ed è finalmente uscita anche la versione per Atari ST di Donald Duck's playground, uno dei miglio- ri videogame di sempre su C64. Paperino entra a Duckburg alias Paperopoli, e deve cercare lavoro come sa come nei giochi di Fa- soulas, l'autore di Delta e di Sanxion, e come nei vecchi videogame di Jeff Minter. Lo consiglio a tutti quelli che amano il genere. Pub- blicato da Lago. La Michtron, una delle prime e più attive software house per ST, ha pubblica- to la parte seconda del suo successo Time Bandii. Sco- pro in questo momento di non avervi mai parlato del- la parte prima. Ecco in bre- ve: si tratta di una avventu- ra tipo Gauntlet, ambienta- ta nel tempo: s'incontano personaggi vari in una struttura labirintica, e si fi- nisce perfino nel settore vecchie glorie del videoga- me a tu per tu con una af- flosciatissima pattuglia di Pac Man. Consigliabile per i labirintomani e gli ammi- ratori del bellissimom Salo- mon ’s key delle arcade. MSX1 e MSX2 Le ultime grida dalla >a- vana Msx non fanno gioire certo le legioni di impazien- ti che vogliono comprare software per i loro affama- tissimi computer. C'è un di- scorso preliminare da fare: quasi sempre i giochi Msx sono conversioni, cioè non sono stati realizzati espres- samente per quel computer, ma trasferitici a forza per sfruttare la diffusione della macchine che è comunque cospiqua in Europa e in Giappone. Questo va[e so- prattutto per l'Msx I. la macchina successiva dispo- ne di poco software, ma davvero ottimo come si è potuto vedere nel mio spe- ciale Msx di qualche mese fa. Vediamo un po’ adesso che cosa c'è di nuovo per Msx I. È uscita la versione di Rombo per Msxl: non si può certo dire che si tratti di un videogame memora- bile. La definizione più adatta è orrore inaudito, dal momento che il già brutto videogioco nato sul C64 qui è diventato orribi- 122 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 PLAYWORLD' le. Non aggiungo altro che è meglio. Timetrax è un bel videogame degli autori del- la Odin che non ha perso troppo nel passaggio di standard: rimane un inte- ressante software che ne- cessita di parecchia atten- zione se si vuole capirne a fondo la possibilità. Spazia- le senza troppo brio è il su- peratteso Nemesis, che do- po essere stato un grande hit nelle arcade è stato tra- sferito dalla Konami, che ri- mane la grande bandiera dello standard nipponico in l'atto di videogame origina- li, nei piccoli computer ad otto bit. Non voglio affon- dare troppo il coltello nella piaga, ma Nemesis è uno spaziale spara e fuggi e niente di più. Se vogliamo trovare delle cose grandi per Msx I biso- gna andare nel catalogo e ripescare il Konami Soccer, che è a tutt'oggi il miglior calcio elettronico disponi- bile, anni luce lontano (in meglio) dal celebratissimo e a dire il vero molto giocar- le, Iniernational Soccer, del- l'ormai miliardario Andrew Spencer. Se ancora non ce l'avete dovete assolutamen- te procurarvelo. Anche Spy vs Spy 2 della bellissima trilogia delle spie della guerra fredda, esce in versione Msx 1. Pubblicata in Inghilterra dalla Databy- te ci rimette un bel po' nel passaggio dal C64 all’Msx. Il discorso è sempre lo stes- so: non è che l'Msx sia in- feriore al C64, anzi è proba- bilmente vero il contrario, ma come già sapete tutti è la bontà del software a fare buona una macchina e non viceversa. Ecco perché il miglior software per l'Msx è quello della Konami che ha studiato a fondo la mac- china. Dalla Sega, notissi- ma e buonissima casa di produzione di videogame arcade, esce Champion Pro Ringraziami i per arer calla bo- rala alla documentazione della pane MSX Eraldo Taioli e il club Soft & Computer di Ferrara. Wrestling. Il catch, noto an- che come Wrestling, non è esattamente lo spettacolo di maggiore gusto che sia emerso negli ultimi anni. Ma a beneficio dei suoi am- miratori annuncio che que- sta della Sega è una buona versione dello sport dei cic- cioni che appassiona gli americani. Finalmente mi posso accendere di entusia- smo per un gioco Msx I grazie alla pubblicazione in questo standard di Pinguin, un labirinto meraviglioso con protagonista un mobi- lissimo e simpaticissimo pinguino alle prese con un uovo quasi più grande di lui. Penso di riparlarvi me- glio di questo splendido vi- deogame Konami in una prossima occasione. Passiamo ad occuparci deli'Msx 2, il secondogeni- to dello standard nippo/eu- ropeo. La novità più inte- ressante credo che sia Lay- dok, uno sconvolgente vi- deogame spaziale che rias- sume la bellezza dei grandi antenati giapponesi. Gala- xian. Space Invaders e so- prattutto Galaga. Musica struggente e ossessiva, grandissima mobilità e faci- lità d'interazione, esseri alieni sempre diversi e tutti curatissimi: tutto questo fa di Laydok una delle miglio- ri space opera che io riesca a ricordarmi. Contemporaneamente è uscita la versione in italia- no di L'affaire la bellissima detective/adventure di cui già vi ho parlato due nume- ri addietro. Opera della software house francese In- fogames, autrice anche de Lheriiage sempre per Msx 2, è la storia movimentatis- sima di Raymond Pardon, uno sfortunato personaggio immischiato ingiustamente in una storia di crimine. L'azione si svolge nelle maggiori capitali europee e Pardon ha soltanto una co- sa in mente: vuole farla pa- gare cara a chi lo ha fatto stare sei anni in prigione per una rapina che non ha commesso. Per riuscire a discolparsi si fingerà ora giornalista ora malvivente e svolgerà ostinatamente la sua indagine nonostante i sicari che vogliono uccider- lo. Raymond, vincerà o per- derà se noi vinceremo o perderemo. Esce in questi giorni per l'Msx 2 anche Kineiic Connection, il famo- sissimo videogame/puzzle cui ho dedicato moltissimo spazio circa un anno fa. Opera di Sodalo Teneda, designer e deus ex machina della Angelsoft, ripropone gli stessi temi della versione Apple e C64: la realtà si scompone in molti o moltis- simi pezzi e il computer la ricompone a suo piacere. Moltissimi menu «icons driven» aiutano a comple- tare con maggiore facilità i puzzle: i soggetti sono sem- pre gli stessi: barchette a vela e dirigibili, grafici elet- tronici e framework astratti. E con questo ho finito di parlarvi delle novità di que- sto mese. Restano fuori due software atipici, The Pawn per il Macintosh che potete chiedere a Mastertronic (tei. 0332/212255) e Wilderness, un corso di sopravvivenza per IBM interessantissimo e molto bello anche grafica- mente che potete chiedere alla Lago. MCmicrocomputer n, 63 - maggio 1987 123 La storia era ambientata in un manicomio, un mani- comio popolato per lo più da ex giocatori di adventu- re, distrutti dalle difficoltà dei labirinti nei quali gli au- tori li costringono. Scritto da William Denman jr. in seguito e nello stesso perio- do autore di altri famosi e pregevoli pezzi di software (Fogo joe. Acrojet...), la sto- ria di Asylum fece veloce- mente il giro del mondo. Abbinato ad un appetibile concorso che prometteva 10.000 dollari al primo che fosse riuscito ad uscire dal- l' Asylum, cioè dal manico- mio teatro delle operazioni, colpi subito moltissimo tut- ti gli appasionati di compu- ter per la grande varietà di vocabolario che assicurava e per lo splendore della gra- fica assolutamente raro per quei tempi. Gli screen dise- gnati dall’artista Michael O’Haire potevano anche es- sere visti tutti con un siste- ma di slide show che li met- teva sul video in sequenza. A vederle fu facile rendersi conto che c’era un grande fascino ambiguo in quelle immagini, lo stesso fascino Inauguriamo questa nuo- vissima rubrica dedicata al- le hardcopy realizzate con la stampante Nec Pinwriter che è una stampante in gra- do di restituire sulla carta gran parte del fascino del- l’immagine che potete ve- dere sul video. Ogni mese vi proporrò una schermata differente sem- pre ottenuta con questa macchina e con l'Amiga: saranno giochi, dump scre- en di schermate grafiche, altre cose curiose e spero divertenti anche per i lettori di playworld. Questo mese, per comin- ciare, una bellissima imma- gine di Saucer attack, famo- sissimo videogame spaziale alla J.D. Sachs enterprise. Su questo videogame ho un aneddoto da raccontarvi, è una storia da self made man, tipicamente america- na, di chi riesce ad arrivare al successo unicamente con le proprie capacità. Siamo nel 1984 e su Compute’s ga- zette, una celebre rivista per i commodoriani, com- pare una pubblicità di un quarto di pagina completa di schermo del videogame offerto per corrispondenza. Si tratta proprio di Saucer attack, tuttora giustamente considerato uno dei massi- mi storici raggiunti dal Commodore 64 in fatto di grafica. Il software ha un grandissimo successo e il suo autore, con un solo vi- deogame all'attivo, diventa ricco. Ci vediamo il mese prossimo con una nuova hardcopy e con un'altra storia. 124 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 del tema manicomiale, qualcosa che richiamava al- la mente il nido del cuculo dove Milos Forman raccol- se una famosa serie di mat- ti. Le immagini, infatti, de- scrivono per lo più i pazien- ti dell’Asylum: un ciccione con i calzoni a scacchi che maneggia un giocattolo, un barbone con gli occhi spiri- tati che suona un pianofor- te con i tasti colorati, lo stesso Michael O'Haire in maglietta da marinaio a ri- ghe bianche e celesti che percuote un computer di cui vediamo la parte poste- riore, le guardie (maschi e femmine) in tuta alla Biade Runner, che sorvegliano tutte le uscite, i medici in camice verde che operano, per lo più alla testa, i letti con la testata provvista del marchio deil'Àsylum, una «A» in un cerchio. Follia, ambiguità, pazzia vera e matti elettronici, e al- la fine la beffa Finale: qual- cuno dei giocatori di tutto il mondo fa una scoperta desolante: i 10.000 dollari non potranno mai essere vinti. Non c’è nessun siste- ma per uscire dall’Asylum. Express Raider US GOLD. 1987, GB, C64, Spec Ams Conversione Us Gold di un famoso videogame we- stern della Data East Usa. Il tema è piuttosto interes- sante: qualcuno vuole rapi- nare un treno, c’è chi è d'accordo e chi vorrebbe evitarlo. Naturalmente la nostra parte è quella del buono in lotta disperata contro il cattivo che, essen- do elettronico, di solito ha la meglio. Samuray Trilogy Gremlin, 1987, GB C64 Spec Ams Chi tra voi sente ancora il bisogno di un bel video- game sulle arti marziali alzi la mano destra. Dalle po- che mani alzate che vedo percepisco che condividete la mia noia mortale per questa spaventosa ripetitivi- tà che le software house in- glesi dimostrano. Questa roba è come le opere del- l’antichità greca: una trage- dia. Laurei & Hardy Virgin 1987, GB C64 Spec Ams nero. Per coerenza Wilson ha deciso di realizzare il vi- deogame senza usare i colo- ri. Ranarama Hewson 1987, GB C64 Spec Ams Bellissimo dungeon and dragon della casa diretta con grande bravura da An- drew Hewson. Protagonista assoluta una tranquilla ra- nocchia disegnata stupen- damente da Steve Turner che forse ricorderete in Quazatron per lo Spectrum. La rana ispeziona decine di stanze e progredisce veloce- mente nel grande territorio pieno di cose da prendere. Viva la rana. Andy Wilson, autore di Dan Dare uno dei migliori videogame di tutto il 1986, ha preparato il suo nuovo software dedicato alla fa- mosa coppia nota in Italia come Stanlio e Ollio, me- morabile protagonista di in- numerevoli film in bianco e Shockway Rider FTL, 1987, GB C64 Spec Ams Durissima la vita per gli innocenti pedoni del futu- ro! Almeno se le cose an- dranno come in questo bel videogame della FTL, un'e- tichetta della Gargoyle ga- mes. Qui è tutta una scaz- zottata che attraversa l’inte- ro screen di gioco diviso in tre livelli. Il videogame è raffinato nella confezione e ben realizzato in tutto il re- sto. MCT Loriciels/Activision FR 1987 Ams Videogame interessantis- simo che è già uscito anche in versione Atari ST e che è ambientato in uno splendi- do palazzo di cristallo pie- no di strane forze magneti- che e di uffici e porte in fondo ai corridoi. L'incari- co che abbiamo ricevuto è molto chiaro, e ancora più esplicita è la posta in palio: raggiungere lo scopo o ri- metterci il collo. MS MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 125 foMB§]®CW] ■ Seconda parte dedicata all’Insieme di Mandelbrot. Questo mese, guidati da Vivaldo Moscatelli e Francesco Maria Lelario, vediamo i listati in TurboPascal che ci permetteranno di studiare di persona l’affascinante geografia complessa introdotta il mese scorso. I sorgenti relativi, come al solito, sono a disposizione di tutti su MCLink. ■ Turbo Mandelbrot I listati in TurboPascal per studiare l'Insieme di Mandelbrot in due o tre dimensioni di Corrado Giustozzi L o scorso mese, se vi ri- cordate, abbiamo fatto conoscenza con quel- l'oggetto incredibile che è l’insieme di Mandelbrot. Una conoscenza piuttosto superficiale, però, in quan- to buona parte della punta- ta se n’è andata per intro- durre quel minimo di no- zioni per cosi dire prope- deutiche allo studio dell’in- sieme stesso, quali la defi- nizione di piano complesso e le regole di calcolo fra nu- meri complessi. E quindi dell'insieme vero e proprio non ho avuto molto tempo di parlare, se non per spie- gare cos’è e come viene fuori (introducendo la co- siddetta «Legge di Mandel- brot»). In questa puntata, per- tanto, il discorso sarà un pò più concreto che in quella precedente. Vedremo da vi- cino l’insieme di Mandel- brot e, anche con i suggeri- menti dei nostri due lettori romani, discuteremo degli algoritmi per calcolare e vi- sualizzare questo affasci- nante oggetto matematico. A corredo della puntata un listato in TurboPascal che calcola e visualizza l’insie- me sullo schermo di un PC IBM (o compatibile). In ef- fetti i programmi preparati da Vivaldo e Francesco so- no più di uno, come avrò meglio modo di chiarire in seguito; tutti sono scritti in TurboPascal ma sono facil- mente adattabili anche a macchine e linguaggi diver- si, e possono essere libera- mente prelevati tramite MCLink. Dov’è l’Insieme? Riepilogando, l’insieme di Mandelbrot è il luogo dei punti del piano com- plesso i quali soddisfano al- la proprietà per cui, detto c il punto in questione, la successione prodotta ite- rando la relazione “z z‘2 + c”, con z inizialmente pari a zero, non diverge. La for- mula “z z"2 + c" si chiama, lo ricordo, «Legge di Man- delbrot». L’insieme di Mandelbrot si trova in un intorno piut- tosto ristretto del l’origine del piano complesso, che è il punto O + Oi o, se volete, (0,0). Per la precisione, tut- to quanto l’insieme (ripro- dotto nella foto a pag. 99 del mese scorso che intro- duceva l’articolo) è racchiu- so nel rettangolo i cui lati sono compresi fra —2 e + 0,5 lungo l’asse reale (quello orizzontale) e — 1,25 e +1,25 lungo l’asse complesso (verticale). Il punto (0,0) si trova proprio dentro l’insieme, come è fa- cile verificare a mente; in esso la legge di Mandelbrot converge istantaneamente al valore zero. L’insieme in sè e per sè è tutto ciò che nelle immagini pubblicate appare in nero; tutto il re- sto sono punti fuori dell’in- sieme, colorati in modo da evidenziare il comporta- mento in essi della Legge di Mandelbrot, come avrò me- glio modo di chiarire fra un attimo. Come si calcola? Un algoritmo semplicissi- mo per calcolare l'insieme di Mandelbrot discende im- mediatamente dall'applica- zione della legge stessa. Una volta scelta la zona di piano complesso che si in- tende studiare la si suddivi- de in una griglia più o me- no fitta di punti e poi, per ogni punto della griglia, si va a vedere se appartiene o meno all’insieme. Per fare questo non si fa altro che usare pari pari la legge di Mandelbrot: si prendono il punto c in esame e la quan- tità z (inizialmente pari a zero), e si sommano c ed il quadrato di z. (Ricordo che dire «punto» equivale a di- re «numero complesso», e quindi queste operazioni fra punti sono in realtà ope- razioni fra numeri comples- si). Quello che viene fuori diventa il nuovo valore di z con cui ripetere il procedi- mento. Si va avanti cosi fin- ché non si è dimostrato che MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 127 'MfflmOCMT la successione degli z diver- ge oppure no: se diverge al- lora il punto c non appar- tiene all’insieme, in caso contrario vi appartiene. Ma come si fa a stabilire se la successione diverge o no? Data la particolare for- ma della legge di Mandel- brot, in cui compare il qua- drato di z, ci viene in aiuto una proprietà dei numeri complessi la quale dice, grosso modo, che se un nu- mero complesso ha modulo maggiore od uguale a 2 il suo quadrato avrà modulo ancora maggiore. Per cui se in qualche momento della successione troviamo che il modulo di z è maggiore od uguale a 2 possiamo tran- quillamente terminare l'ite- razione in quanto abbiamo la certezza matematica che da quel punto in poi i z suc- cessivi saranno sempre cre- scenti fino aH'infinito. Sembrerebbe tutto a po- sto, ma c'è ancora un pro- blema: si tratta di uno di quei problemi di ordine squisitamente pratico che attanagliano i programma- tori e non i matematici. Per questi ultimi, infatti, la leg- ge generale basta per consi- derare un problema risolto in linea di principio, ma per chi poi le cose le deve fare nella realtà ciò spesso non è sufficiente. Nel nostro ca- so particolare potrebbe ad esempio succedere che una certa successione prenda ad oscillare intorno a valori di poco inferiori a 2, senza tut- tavia dar segno di volerlo raggiungere. In questo caso cosa si può concludere? In effetti il fatto che una certa successione non diverga dopo un certo numero di iterazioni non vuol dire che non divergerà mai: tutt'al più vuol dire che è troppo presto per decidere, ed oc- corre proseguire nelle itera- zioni. Ed allora come si fa a decidere il destino di quel punto? Potrebbe essere ne- cessario procedere nelle ite- razioni per un tempo infini- to, e questo è decisamente poco pratico! Bene, la cosa viene risolta in modo mera- vigliosamente empirico con uno di quei colpi d'ascia di Gordiana memoria che ser- vono spesso a sbrogliare matasse apparentemente impenetrabili. Non si fa al- tro che stabilire un certo numero massimo di itera- zioni permesse: se una suc- cessione non diverge entro quel numero di tentativi si presume che non divergerà mai e quindi si accetta il punto che la origina come membro dell’insieme. La cosa non è affatto corretta dal punto di vista teorico, ma si suppone che se sce- gliendo un limite abbastan- za alto le probabilità di commettere errori di attri- buzione siano limitate. Tra l’altro il valore di questo li- mite influenza direttamente il tempo di calcolo dell’in- sieme: una sua scelta accu- rata è essenziale per non dover attendere delle ore davanti allo schermo. Riassumendo dunque l’algoritmo: per ogni punto della griglia si itera l'appli- cazione della Legge di Mandelbrot fino a che il modulo di z non superi due o, in alternativa, non si sia superato il massimo nume- ro di iterazioni consentite; nel primo caso il punto non appartiene all’insieme, nel secondo caso si decide che vi appartenga (anche se con qualche incertezza). E i colori? Cosi facendo, tuttavia, l’insieme di Mandelbrot verrebbe visualizzato solo in due colori: ad esempio bianco per i punti che non appartengono all’insieme e nero per quelli che vi ap- partengono. Da dove na- scono allora quei meravi- gliosi vortici multicolore che vediamo nelle immagi- ni di queste pagine? Da un «trucco» piuttosto sempli- ce. Supponiamo di non vo- ler semplicemente studiare quali punti del piano ap- partengano all'insieme, ma più in generale come si comporta nel piano la Leg- ge di Mandelbrot. Possia- mo ad esempio studiare la velocità con cui la succes- sione diverge in funzione del suo punto di origine. Possiamo allora sfruttare i colori per visualizzare que- sto comportamento: ad esempio disegnando in bianco quei punti in cui la successione diverge alla prima iterazione, in giallo quelli in cui il numero di iterazioni è compreso fra due e dieci, e cosi via fino al nero per quei punti in cui il numero di iterazioni è in- finito (ossia la successione non diverge). Questa è la tattica seguita in tutti i programmi di vi- sualizzazione, con la quale si generano quegli stupefa- centi intrecci di filamenti che abbiamo visto più vol- te. Ovviamente ognuno ha la massima libertà nella 128 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 lnNMMOCHr scelta dei colori e delle ri- spettive fasce di attribuzio- ne: conviene anzi sperimen- tare un pò per trovare la combinazione più valida esteticamente. Certo che col PC IBM le cose sono un pò squallide: solo quattro colori, per una risoluzione di 320x200 punti, non per- mettono visioni particolar- mente eccitanti. Tuttavia su macchine maggiormente dotate di risorse grafiche (Amiga o Atari) si possono ottenere risultati decisa- mente d'effetto: valgano ad esempio le immagini, pub- blicate per confronto, gene- rate proprio da un Amiga. La parola ai lettori Ma a questo punto credo sia ora di vedere cosa ci propongono i nostri due amici romani Vivaldo e Francesco Maria. Cedo quindi direttamente a loro la parola per farci narrare le loro sperimentazioni e descrivere il programma pubblicato questo mese. Il fascino delle mappe di Mandelbroi è dovuto alle forme caratteristiche che si originano lungo i bordi del- l'insieme. Questi bordi pos- sono essere esplorati all'infi- nito (almeno in teoria) e pos- siamo veder sorgere in que- sta esplorazione paesaggi sempre nuovi. In questo caso il limite è la macchina, o me- glio il numero di cifre di pre- cisione di cui disponiamo. Per quanto riguarda l'a- spetto tecnico dello studio dell'insieme di M aride Ibrot, le immagini pubblicate in questa e nella precedente puntata di IntelliGiochi sono state ottenute calcolando i dati relativi alla matrice di schermo con un programma in C che girava in ambiente Unix (su PerkinElmer): i dati così ottenuti sono stati tra- sferiti ad un IBM non grafi- co collegato con Unix. Essi quindi sono stati utilizzati, su un IBM AT. da un pro- gramma in Basic che attri- buiva un colore ad ogni pixel a seconda della sua apparte- nenza. o meno, all'insieme. Il programma di ricerca è basato su un algoritmo che studia un'area rettangolare del piano complesso. Que- st'area viene suddivisa in 320x200 punti, rispettiva- mente lungo l'asse reale e quello immaginario, e per ogni punto viene iterato un processo per un numero di volte fissato dal programma- tore. Se dopo queste iterazio- ni il modulo del numero è minore di 2 il punto appar- tiene all'insieme ed in questo caso gli si attribuisce il colo- re nero: se durante le itera- zioni il modulo di questo nu- mero complesso supera il va- lore di 2 allora si attribuisce un colore al punto a seconda del numero di iterazioni ese- guite dal processo. Il programma è pertanto costituito da tre loop nidifi- cati che scandagliano la fi- nestra da studiare e verifica- no l'appartenenza o meno di ogni punto all'insieme di Mandelbroi. Per quanto ri- guarda l'ottimizzazione del programma gli accorgimenti più efficaci sono stali ap- prontati nei confronti del ci- clo più interno, cioè quello di verifica dell'appartenenza. Per esempio un semplice ac- corgimento è quello nella condizione di uscita, dove il modulo del numero comples- so in esame ( che è sqr t a *a+ b ’bu viene confronta- to senza la radice con il valo- re 4 risparmiando alla mac- china l'inutile e dispendiosa operazione di calcolo della radice. Nel programma pubblica- to. scritto in TurboPascal. le variabili fondamentali sono cinque: la parte reale ed im- maginaria del numero com- plesso z (zre. zim): la parte reale e immaginaria del nu- mero complesso c che rappre- senta il punto che stiamo studiando (ere. cim): la va- riabile contatore che rappre- senta il numero di iterazioni nel loop più interno. Il loop più interessante è il while più interno che verifica l'appar- tenenza de! punto che stiamo studiando: le condizioni di uscita sono due: la prima sul modulo del numero comples- so z, la seconda sul valore del contatore. All'uscita da questo loop con uno switch viene assegnato il colore al pixel che rappresenta il pun- to che si sta studiando. Come ulteriore passo di ri- cerca abbiamo realizzato delle versioni che permettono di rappresentare l'insieme di Mandelbroi in tre dimensio- ni. permettendo di creare paesaggi infiniti di infinite forme. Questi programmi si basano sull idea di associare ad ogni punto oltre che un colore anche una quota, vi- sualizzando quindi la super- ficie cosi generata. Le varie versioni che abbiamo prova- to si differenziano fra loro per la tecnica di attribuzione dell'altezza di ogni punto: in un caso in base al valore del contatore (come nel numero precedente) ed in un altro a quello del modulo del nume- ro complesso z. A chi volesse provare a studiare l'insieme in tre dimensioni, possiamo consigliare di dare un 'oc- chiala a questa zona: supx = 1.42. infx = 2.0005. supy = 0.1, infv = 0.1: e buon di- vertimento. Commenti Con queste descrizioni, ed il listato sotto mano, tut- to dovrebbe apparire chia- ro. Tuttavia vi do alcuni consigli di ordine pratico, ottenuti dalle mie personali sperimentazioni. Nonostante tutti gli ac- corgimenti tesi alla sua otti- MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 129 toNnmocNi mizzazione, il programma impiega molto tempo a completare il suo lavoro. È difficile dare una stima pre- cisa, ma si parla di diversi minuti su una macchina classe AT, che diventano anche diverse decine su un PC. Potrebbe essere pertan- to utile modificare il pro- gramma in modo che non visualizzi l’insieme diretta- mente sullo schermo ma salvi i dati calcolati in un fi- le. I dati conviene che siano quelli grezzi, ossia il nume- ro di iterazioni per punto e non direttamente il colore. Un secondo programma, in tempi successivi, potrebbe quindi occuparsi di leggere il file, interpretarlo, asse- gnare i colori e visualizzare la schermata. In questo mo- do la fase di calcolo avvie- ne una tantum (magari di notte) e si rende più veloce la visualizzazione, a tutto vantaggio soprattutto di una eventuale sperimenta- zione sull’assegnazione dei colori. Per quanto riguarda que- sto aspetto, io suggerisco una valutazione a posterio- ri: conoscendo il massimo numero di iterazioni effetti- vamente occorse durante la ricerca, si possono assegna- re i colori suddividendo in fasce di uguale ampiezza l’intervallo fra questo mas- simo ed il minimo assoluto (ossia 1), in modo da otte- nere la massima risoluzione cromatica. Altre scelte sono tuttavia possibili, e vanno dall'uso di scale logaritmi- che all'effettuazione di zo- om su particolari intervalli di interesse. Un fattore che incide molto sul tempo di calcolo è la scelta dei limite delle iterazioni. Un valore gene- ralmente accettato come va- lido è 1000, ma sembra che valori anche notevolmente inferiori (100 o giù di lì) non comportino eccessive imprecisioni. Valori inferio- ri a 100 sono troppo bassi, ma possono essere usati per ottenere particolari «effet- ti» di visualizzazione. Esistono poi altri trucchi per velocizzare la ricerca, non citati dai nostri amici. 11 più efficace consiste nel rivelare eventuali ciclicità della successione, in modo da accorgersi il più rapida- mente possibile della sua non divergenza risparmian- do passi di calcolo inutili. II metodo completo richie- de di mantenere una lista degli ultimi valori di z gene- rati, ma è piuttosto lungo e dispendioso da implemen- tare. Credo tuttavia che val- ga la pena di inserire quan- to meno un confronto con il valore immediatamente precedente, che già dovreb- be consentire un certo ri- sparmio in alcuni casi. A seconda della macchina e del linguaggio di cui si di- spone, poi, si possono ten- tare alcune ulteriori otti- mizzazioni: ad esempio ma- nipolando un pò le succes- sioni dei calcoli (conservan- do risultati intermedi per evitare calcoli ridondanti) od assegnando alcune va- riabili critiche ai registri del microprocessore (cosa pos- sibile ad esempio in C). Ma qui si entra in un campo troppo variabile, ed è diffi- cile dare consigli di validità generale. Ognuno, infatti, potrà scegliere le strategie migliori in funzione del proprio hardware e del compilatore a disposizione. Un solo consiglio: non pro- vate a scrivere questo pro- gramma in Basic, se non volete diventare vecchi da- vanti al video... Il prossimo mese La volta scorsa vi avevo promesso che avrei pubbli- cato più di un programma. Ed in effetti i programmi preparati da Vivaldo e Franceso sono tre: uno è questo pubblicato e gli altri due sono relativi alla visua- lizzazione tridimensionale «diretta» ed «inversa», os- sia con effetto «collina» o «valle» (avete presente la sigla di Quark?). Tuttavia per motivi di spazio non posso presentarli tutti in questa puntata. Mi limito quindi a pubblicare il pro- gramma principale, quello per la visualizzazione bidi- mensionale, lasciando gli altri per la prossima punta- ta. Già, ho deciso di dedi- care una terza puntata al- l’argomento perché riman- gono da dire ancora molte cose. Ad esempio discutere meglio delle possibilità di visualizzazione alternative, sul tipo di quella «a super- ficie» che consente varia- zioni dal notevole impatto estetico. Poi esiste tutta una serie di varianti alla Legge di Mandelbrot, che andreb- bero esplorate in quanto danno luogo ad insiemi to- talmente diversi nonché ad immagini altrettanto affa- scinanti. C’è spazio ancora per nuove immagini e per suggerimenti di zone parti- colarmente interessanti da scoprire. E poi... vorrei an- che parlarvi della conferen- za che Benoit Mandelbrot in persona terrà prossima- mente a Roma, all'Accade- mia Nazionale dei Lincei, sul tema delle applicazioni dei frattali nell’arte. (La da- ta è il 24 aprile, successiva a quella nella quale sto scri- vendo queste righe). Per cui c’è ancora tanta carne al fuoco, ed un’altra puntata diventa necessaria. Chi non avesse pazienza di attendere un mese potrà tuttavia trovare i listati dei tre programmi in TurboPa- scal su MCLink, comin- ciando cosi a sperimentare per suo conto. L’invito del- la volta scorsa, ovviamente, è ancora valido: chi avesse qualcosa di interessante da proporre sul tema dei frat- tali in generale, e dell'insie- me di Mandelbrot in parti- colare, me lo mandi senz'al- tro perché ne possa parlare su queste pagine. Buone sperimentazioni frattali, quindi, ed appunta- mento come al solito fra trenta giorni. oc 130 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 (7 servizio rivenditori .GARANZIA COMMODORE ITALIA. •Forniture prodotti: Commodore (garanzia Italia) Solo per rivenditori •Spedizioni su tutto il territorio nazionale •Consegne, in 5 gg. lavorativi a mezzo TRACO trasporti PER I VOSTRI ORDINI: DATA SUPPLY 095/322131 PBX 3 LINEE distributore ufficiale Commodore Italia . 95100 CATANIA -Via V. Emanuele, 99 - telex 912846 nfattUfOCHT 2° Program Cup EXODUS Archiviata la prima edizione della Coppa, ecco il nuovo impegno agonistico per i vostri computer. di Elvezio Petrozzi N el numero 59 di MC avevo descritto il gio- co deH’Halma ed avevo annunciato che a quel tema ludico si sarebbe ispirata la seconda Program Cup. Óra, dopo la conclusione del primo torneo e la pro- clamazione dei relativi vin- citori, è giunto il momento di affrontare la nuova fati- ca ed a giudicare dalle vo- stre lettere pare si tratti di un momento atteso con an- sia da molti. li nuovo gioco Entriamo dunque nel vi- vo del discorso ed iniziamo a descrivere il nuovo gioco cominciando dal nome: Exodus. In effetti il gioco consiste proprio in un esodo incro- ciato di pedine da un cam- po di partenza ad uno di ar- rivo disposto simmetrica- mente dall'altro lato della scacchiera e questo contem- poraneamente ad un analo- go spostamento di pedine avversarie a campi invertiti. È chiaro che lo scopo del gioco è quello di completa- re il trasferimento dei pro- pri pezzi da un campo al- l’altro prima che questo rie- sca all’opponente. Il tavoliere di gioco Il terreno di gioco è co- stituito dal tavoliere propo- sto in figura 1 nel quale si distinguono appunto i due campi e l’insieme delle 44 caselle teatro degli sposta- menti. Come si può intuire dai contorni delle due basi, ogni giocatore dispone di 8 pedine; quelle bianche si dispongono inizialmente nel campo superiore che occupa le case numerate 1-2-3-5-6-7-10-11 mentre le nere partono dal campo in- feriore costituito dalle case 34-35-38-39-40-42-43-44. Tutte le caselle sono col- legate tra loro da linee orto- gonali ed è solo lungo que- ste linee che le pedine pos- sono compiere i vari spo- stamenti; non sono dunque ammessi movimenti diago- nali. In alcune forme di Hal- ma gli spostamenti sono permessi in tutte otto le di- rezioni mentre nella popo- lare Dama Cinese questo può avvenire in sei direzio- ni dato che la scacchiera è coperta da esagoni, ma so- luzioni di questo tipo avrebbero sicuramente complicato in modo ecces- sivo la stesura dei program- mi di gioco per cui ho opta- to per i soli movimenti orto- gonali; comunque già cosi ritengo che il compito non sia assolutamente banale. Le regole del gioco Sono le stesse che ho ri- portato descrivendo l'Hal- ma, ma è sicuramente op- portuno che vengano ripe- tute: 1) I pezzi possono utiliz- zare durante il loro movi- mento due tipi di mossa: il passo ed il salto. 2) Il passo si esegue spo- stando un proprio pezzo dalla casa che occupa ad una qualsiasi adiacente purché libera; come detto. lo spostamento deve avve- nire esclusivamente lungo le linee disegnate sul tavo- liere. 3) Il salto avviene invece facendo passare un proprio pezzo sopra una casa occu- pata da un pezzo qualsiasi (anche avversario) e facen- dolo quindi atterrare nella casella immediatamente se- guente nella direzione del salto, la quale deve essere obbligatoriamente libera. Il pezzo saltato non viene ri- mosso in quanto nell'Hal- ma (e quindi in Exodus) non esistono catture. Più salti consecutivi ese- guibili con la stessa pedina hanno il valore di mossa unica. Una serie di più salti può essere interrotta in qualsiasi punto a discrezione del gio- catore che esegue la mossa; non deve quindi per obbli- go essere continuata fino all’esaurimento dei salti possibili. 4) Nel corso del proprio turno di mossa non è possi- bile eseguire movimenti mi- sti; durante ogni mossa è quindi possibile spostare una sola pedina e si è obbli- gati a farlo o con un passo oppure con uno o più salti concatenati. 5) L’ingresso di una pro- 132 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 pria pedina nel campo di arrivo è possibile solo dal momento in cui il campo di partenza sia stato compieta- mente sgomberato dai pro- pri pezzi. 6) Ogni partita si svolge su due manche, una giocata con pezzi bianchi (che han- no sempre diritto di prima mossa) ed una con i pezzi neri. Ogni manche si conclude nel momento in cui uno dei due giocatori ha portato a termine il trasferimento dei propri pezzi, salvo quando questo venga fatto dal Bianco ed il Nero possa ot- tenere lo stesso risultato con la mossa immediata- mente successiva; in questo caso la partita viene consi- derata patta. Una partita viene vinta dal giocatore che realizza due vittorie di manche op- pure una patta ed una vitto- ria. In caso di una vittoria a testa viene dichiarato vinci- tore il giocatore che ha con- seguito il suo successo in un minor numero di mosse rispetto al successo dell'av- versario. In caso di ulteriore parità la partita va ripetuta per in- tero. A questo punto, per con- cludere il discorso sulle re- gole, voglio presentare qualche esempio che chiari- sca qualsiasi dubbio resi- duo. In figura 2 è riprodotta una porzione del tavoliere sulla quale si trovano di- sposti dei pezzi contrasse- gnati dal quadrato e dal triangolo. In relazione alla regola 2) il pezzo in 6 può ad esempio spostarsi in 2, in 5 ed in 1 1 , ma non in 7 in quanto si tratta di casella già occupata. Per quanto riguarda inve- ce la meno semplice regola 3), vediamo che mentre il pezzo 8 non ha alcuna pos- sibilità di salto poiché le ca- selle di eventuale atterrag- gio 6 e 19 risultano occupa- te, il pezzo 14 può raggiun- gere sia la casa 12 (saltando il pezzo in 13) e lì fermarsi oppure proseguire per la casa 3 superando anche il pezzo 7. Più complesso il caso del pezzo 13: esso può sia rag- giungere la casa 4 saltando sull’8, che raggiungere la casa 2 saltando progressiva- mente i pezzi 19, 24, 17 e 6; questo fa capire che i salti possono avvenire in qual- siasi direzione, anche all'in- dietro rispetto alla normale direzione dell'esodo. Naturalmente, se ciò do- vesse giovare al disegno strategico, il pezzo 13 può anche raggiungere con un passo la casa 12. Vediamo ora di chiarire i vari casi possibili nell'ag- giudicazione di una partita: a) il giocatore A vince entrambe le manche: egli vince automaticamente la partita: b) il giocatore A vince una manche e patta l'altra: anche in questo caso egli vince la partita: c) il giocatore A vince la sua manche concludendo il trasferimento alla 36 a mos- sa mentre il giocatore B vince la sua con la 39 ‘ mos- sa: anche in questo caso A vince la partita in virtù del- la vittoria più «veloce»: d) entrambi i giocatori vincono la loro manche alla 4l a mossa: la partila è da considerare pari e va ripe- tuta. Le regole «informatiche» Durante lo svolgimento della prima Program Cup ci siamo più volte occupati di questo argomento ed i vo- stri contributi epistolari hanno portato a galla nu- Trilogy, 1° Program Cup: le toppe e i vincitori Ecco le coppe. Quella grande è per cia- scuno dei due vincitori, che ne hanno ri- cevuta una a testa. Quella piccola abbia- mo deciso, in extremis ed in seguito ad un atto di somma bontà, di darla a ciascu- no degli altri sette finalisti. L'altra foto ri- trae i vincitori. Marco Patrone e Marco Borasio. Non è gran che, e per punizione pubblichiamo la lettera di accompagna- mento inviataci dai due lettori. Vi inviamo la /oio che ci avete cosi urgentemente richiesto te questa è veramente un'uhraistanta- una Polaroid e cosi non abbiamo potuto farci ri- trarre nel nostro ambiente « naturale ». ossia in me:zo a computer, stampante e interminabili li- stali, come ci avevate consiglialo. L'operazione di un po ' troppi rischi per la nostra amata macchina. Dopo aver tentato inutilmente di sottrargli la macchina fotografica con ignobili sotterfugi, ci siamo dovuti accontentare di fare la foto sulla scalinata di fronte a! suo negozio. Come foto è un po' bruttina, ma nell'esiguo tempo che a avete Sulla sinistra si dovrebbe riuscire a riconoscere fé un po' buia) Marco Patrone, che non ha avuto ne- anche tempo di farsi la barba, e sulla destra il sot- toscritto, Marco Borasio. Speriamo di potervi conoscere presto « dal viva » per vedere quelle persone che noi possiamo soltan- to immaginarci dalle loro parole stampate e che MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 133 merosi problemi stretta- mente attinenti alle questio- ni per cosi dire informati- che. Il problema principale è sembrato riguardare il diva- rio di prestazioni ottenibili con computer di diversa ca- tegoria, ma purtroppo i confini non sono cosi facil : mente individuabili, per cui la decisione presa, descritta più avanti ha l’unico merito di accogliere almeno in par- te le vostre richieste pur non rappresentando la so- luzione ideale. Di fatto quest’ultima po- teva essere quella di accet- tare dei programmi scritti utilizzando un set genera- lizzato di istruzioni Basic, il che li avrebbe resi tutti tra- sferibili su un’identica mac- china, ma questo avrebbe comportato una mole im- proponibile di lavoro di riacquisizione dei listati ta- le da rendere inattuabile il progetto. Passiamo perciò all'elen- cazione delle regole di par- tecipazione al torneo nella speranza che risultino eque in modo soddisfacente: 1) i programmi che par- teciperanno al torneo do- vranno pervenire alla reda- zione di MC entro il 31 ot- tobre di quest'anno: 2) dovranno essere regi- strati su supporto magneti- co (disco o cassetta) e risul- tare immediatamente ese- guibili; non dovranno esse- re protetti e andranno ac- compagnati dalle note di utilizzo (computer, linguag- gio, configurazione richie- sta ecc.) e da un breve com- mento sulla strategia usata. Il listato del programma non è obbligatorio. 3) i programmi dovran- no eseguire le mosse citan- do solo la casella di parten- za del pezzo mosso e quella prevista di arrivo; in questo andrà rispettata la numera- zione prevista nella figura I: 4) non è indispensabile, anche se sarà gradita sia pure in forma schematica, la rappresentazione grafica del tavoliere di gioco con la posizione dei pezzi ; 5) l’esecuzione di una mossa non valida compor- terà l’immediata perdita non solo della manche ma dell’intera partita; 6) i programmi pervenuti verranno suddivisi in due categorie: una comprende- rà tutti quelli che girano sotto MS DOS o su macchi- ne con più di 128 KRAM (Categoria A); l’altra sarà destinata a tutti gli altri (Categoria B). Ogni categoria darà un vincitore e quindi assegnerà una coppa; l'incontro fina- le tra i due programmi vin- citori avrà uno scopo pura- mente dimostrativo ma non darà diritto ad ulteriori pre- mi se non a quello rappre- sentato dal platonico titolo di Supercampione. 7) il tempo di riflessione per l'esecuzione di ciascuna mossa viene fissato in 15 se- condi per la Categoria A ed in 30 secondi per la Catego- ria B; il superamento di questi tempi fa rientrare la mossa «troppo lenta» sotto il caso previsto dalla regola 5 ). Concludiamo queste no- te con una preghiera: chiunque abbia da spedire alla redazione altro mate- riale estraneo alla Program Cup è pregato di effettuare la spedizione con un invio a parte. Considerazioni finali A questo punto mi pare veramente di aver detto tut- to quanto potesse servire a chi ha intenzione di scrive- re un programma che gioca ad Exodus. Non mi rimane che fare qualche riflessione su que- sta seconda edizione del torneo per programmi che giocano. Mi pare che l’impegno sia molto più severo del precedente e questo per il semplice fatto che mentre Trilogy limitava l'interazio- ne tra i due giocatori all’oc- cupazione di caselle che si rivelavano non più disponi- bili ai propri disegni strate- gici, Exodus impone una più profonda valutazione della posizione avversaria poiché il movimento dei propri pezzi può sfruttare nella maniera più opportu- na le «scalette» costituite dalle pedine avversarie. La difficoltà di allesti- mento dei programmi risie- derà proprio nell'attenta valutazione cui si devono sottoporre le proprie mosse in rapporto alle facilitazio- ni di spostamento che esse possono costituire per i pezzi avversari. Un’impresa dunque de- gna delle noiose giornate estive, meglio se libere da inopportuni e malaugurati impegni di lavoro o, ancor peggio, di studio. Il tempo comunque non dovrebbe mancare ed in questo senso questa edizio- ne della Coppa risulta in termini di calendario, collo- cata più felicemente della prima, la quale aveva preso invece il via due mesi più tardi. Visto il lavoro che la di- sputa del torneo comporta, non so se augurarmi una partecipazione maggiore ri- spetto a quella del torneo ai Trilogy, ma tant’è, il meccanismo mi ha ormai travolto: vorrà dire che pri- ma di perire stritolato dagli orribili ingranaggi del suc- cesso, il mio ultimo grido sarà: viva MC, viva la Pro- gram Cup! Figura 2 134 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 —SOLUZIONI— PER L UFFICIO APPLICAZIONI GIÀ PRONTE: CONDOMINI STUDIO MEDICO IMMOBILI PRIMA NOTA AGENZIA VIAGGI MAGAZZINO Forse non sai che la maggior par- te del tempo che trascorri nel tuo ufficio ti serve per spostare e convertire i dati di cui hai biso- gno per prendere le decisioni che contano. 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Ed eccoci quindi a parlare di una periferica che. avvalendosi delle capacità interne della macchina, ci permette di usare suoni «captati» dal mondo esterno, che potranno essere usati come strumenti in programmi musicali commerciali o come effetti speciali in programmi da noi creati, oppure come sintesi vocale ad alto livello. ■ MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 137 mi li mi in in in iiiiiiiii iiiiiiii imi mi min Generazione dei suoni su Amiga La generazione del suono tramite computer si può effettuare general- mente in due modi. 11 sistema più sem- plice e più comune è quello di utilizza- re il timer di sistema per generare un'onda quadra; questo fa si che la complessità e la quantità di dati che il processore deve manipolare sia mini- ma. Ciò si traduce nei vari beep che troviamo in computer non specifica- mente pensati per il suono, tipo il PC IBM. Un ulteriore sviluppo di questa tecnica ci porta ai cosi detti «Sound- chip». Questi sono in genere costituiti da più generatori di onda quadra ad ampiezza controllabile. Alcuni di que- sti chip sono in grado di produrre di- versi tipi prefissati di forme d’onda, e di produrre rumore tramite un genera- tore numerico pseudo-casuale. Questo è il tipo di chip che comunemente tro- viamo negli home computer (vedi 64, MSX, ecc.) e nei video giochi da bar. Le limitazioni che si hanno generando il suono in questo modo risiedono ov- viamente nella scarsa varietà di forme d'onda, e quindi di suoni generabili. D'altro canto in questo modo il tempo che il processore deve dedicare alla generazione di suoni è poco, e lo ren- de libero di fare altre cose. Un altro approccio è quello del campionamento. Questa è la tecnica usata dai Compact Disc per la ripro- duzione musicale, che descrivo breve- mente. Qualsiasi forma d’onda può es- sere scomposta in campioni, ovvero numeri che rappresentano il valore di ampiezza della stessa ad ogni dato istante. Se effettuiamo dei campioni per un determinato periodo di tempo, avremo una serie di valori che ci per- mette di descrivere numericamente una qualsiasi forma d'onda. Più alto è il quantitativo di campioni, più grande il campo di valori che il campione può avere, e più alta sarà la fedeltà con la quale la forma d'onda in questione potrà essere descritta. Per motivi mate- matici che qui non tratteremo (esiste il Teorema del campionamento) la fre- quenza di campionamento deve essere almeno doppia della larghezza di ban- da della forma d'onda da campionare. Se infine traduciamo questi numeri in impulsi elettrici con voltaggio propor- zionale a quello del campione e li indi- rizziamo verso un altoparlante, ottere- mo il suono corrispondente alla forma d'onda campionata. Per esempio un ti- pico lettore CD riproduce un secondo di musica con 44100 campioni, ognu- no con un valore di 16 bit. Questo fa si che il CD riesca a riprodurre gamme di suoni fin oltre i 20000 Hz, in pratica il massimo percepibile dall’orec- chio umano. In termini di memoria su di un CD sono immagazzinati circa 635 Mbyte per 60 minuti di musica! Se noi creiamo i campioni diretta- mente nella memoria di un computer, possiamo riprodurli mediante un con- vertitore digitale-analogico. Questo si- stema consente una grande flessibilità, permettendo di ricreare un qualsiasi ti- po di forma d'onda, quindi qualsiasi suono esistente in natura e non. Questa tecnica è stata poco usata nel corso della storia dei micro-com- puter per via delle grandi quantità di memoria che essa richiede, e per via dello sfruttamento intensivo del pro- cessore. Sul vecchio e glorioso Apple II esisteva la possibilità di produrre suoni campionati mediante un conver- titore D/A da 1 bit. Certo un bit era poco, ma già questo consentiva una grande varietà di suoni, persino voce. Date le quantità di memoria impiegate e il necessario intervento della CPU sul convertitore, poco tempo e memo- ria rimanevano per poter fare qualco- s'altro sull’Apple II. Su Amiga la generazione di suoni avviene interamente per campiona- mento. La sezione audio contenuta in Paula (uno dei tre coprocessori) com- prende quattro canali, con quattro convertitori D/A da 8 bit, con 6 bit di controllo d'ampiezza. Ognuno è indi- pendente dall'altro e dotato di un pro- prio canale DMA. Il DMA consente la riproduzione automatica di una forma d'onda in memoria. Una volta che un suono campionato è in memoria, è sufficiente per il 68000 di caricare nei registri del DMA i dati relativi alla lunghezza, alla posizione in memoria, e alla velocità di campionamento. Do- po di che il DMA passerà i dati descri- venti la forma d'onda al convertitore, senza intervento della CPU. Inoltre è possibile far generare ad un singolo 138 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 convertitore più di una forma d'onda, concatenandone o sommandone due o più insieme. È possibile ottenere quin- di più voci usando un solo convertito- re, ovvero un solo canale. Possiamo anche collegare insieme due canali. In questo modo i dati provenienti da un canale verranno usati per modulare l'ampiezza, la frequenza o entrambe, di un altro canale. Questo apre il mon- do a sofisticati tipi di sintesi via soft- ware, paragonabili a quelli di sintetiz- zatori professionali. Inoltre l’hardware audio può essere usato con la filosofia multitasking di Amiga. Allocando dei canali virtuali, questi potranno essere utilizzati da più programmi coordinati insieme, ognu- no dei quali penserà di avere il con- trollo dei canali audio reali. Per esem- pio: un programma potrebbe gestire la partitura di un piano, usando i quattro canali per ottenere sino a quattro note insieme; un altro programma potrebbe controllare la sezione ritmica, con quattro diversi tamburi. La divisione del tempo concesso ai due programmi avverrebbe in maniera così rapida da poter udire un accordo di quattro note e quattro tamburi «simultaneamente». Purtroppo, a quanto ci risulti, un pro- gramma del genere non è ancora stato scritto. Del resto di programmi che sfruttano le reali potenzialità di Amiga ce ne sono pochissimi: una macchina potente vizia il programmatore. Il suo- no proveniente dai quattro canali vie- ne diviso in due uscite separate, per ef- fetti stereofonici. Inoltre l'uscita dai convertitori viene filtrata in modo da addolcire i «gradini» ottenuti con il campionamento, e per eliminare le va- rie frequenze spurie che si ottengono con questo metodo. FutureSound Spiegare a grandi linee la tecnica di campionamento di cui Amiga si avvale mi è sembrato necessario per far me- glio comprendere come funziona il FutureSound. Esso è in pratica un convertitore analogico-digitale ad alta velocità, una porta parallela ed una se- zione di amplificazione integrati in unico circuito. FutureSound si presenta come una piccola scatolina che si collega alla porta parallela. Il cavo della stampan- te verrà collegato direttamente al Fu- tureSound, ad un duplicato della por- ta parallela. All'accensione della mac- china il controllo della porta parallela è affidato al FutureSound, sul quale si illumina un rosso interruttore-spia: premendolo si spegne, collegando la stampante. Soluzione molto elegante, che ci evita un continuo scambio di cavi. L'input esterno avviene tramite un microfono, fornito con il sistema, o tramite una qualsiasi fonte AUX ester- na (piastra, giradischi, CD, ecc.) me- diante un Pin-Jack standard. Si posso- no anche usare le due entrate contem- poraneamente. Una manopola ci per- mette di controllare il livello d'ingres- so. Quello che avviene è esattamente il contrario di quello che succede all'in- terno di Amiga. In figura I sono sche- matizzate le varie fasi del passaggio: 1) Una forma d'onda viene percepita tramite il microfono dal FutureSound. 2) Qui essa viene campionata dal con- vertitore A/D del FutureSound. I dati vengono passati sotto forma di bit tra- mite la porta parallela. 3) Uno dei convertitori D/A di Amiga ricostrui- sce la forma d’onda campionando ■ dati del FutureSound. 4) Il segnale viene livellato da un filtro e spedito ad un amplificatore, il quale ci restituisce il suono iniziale. Tutto qui? No, il software in dota- zione permette molto di più che la re- gistrazione e la riproduzione di suoni fine a se stessa. Utilizzazione Come potete vedere dalle foto il pannello di controllo appare molto spartano, abituati alle solite spettaco- lari presentazioni. La prima cosa da fare per cominciare a registrare è rego- lare il livello di ingresso. Questo è con- tinuamente monitorato da un indicato- re a barra in tempo reale, sul quadro di controllo. L'indicatore è anche provvisto di memoria del picco e di spia che ci av- verte che stiamo campionando un se- gnale con livello troppo alto. Questo è molto utile perché per ottenere buoni risultati bisogna far sì che il livello raggiunga i limiti del valore massimo di campionamento (da + 128 a — 127), ma non li oltrepassi. Fatto questo pre- miamo il tasto RECORD, come su un registratore, e comincia il campiona- mento. Durante l'operazione Amiga si blocca sino a registrazione avvenuta. Per riascoltare quello che abbiamo in memoria premiamo PLAY e... meravi- glia! Sulla parte centrale dello schermo viene visualizzata la forma d’onda re- lativa alla traccia selezionata. Abbia- mo a disposizione quattro tracce indi- pendenti. Ad ognuna di queste tracce possiamo allocare un certo quantitati- vo di memoria, e registrare indipen- dentemente su ognuna. Possiamo sce- gliere se riascoltare una o più tracce contemporaneamente. Possiamo an- che riversare una traccia su di un'altra, o effettuare il miscelamento di due tracce. La velocità che possiamo seleziona- re per il campionamento è variabile, e può arrivare fino a 28800 Hz. Per la sola voce vediamo che 10000 Hz sono sufficienti: infatti con questa frequen- za abbiamo una banda di 5 Kz, che paragonata a quella delle linee telefo- niche di 3500 Hz (be', in teoria do- vrebbe esserlo), sembra più che accet- tabile. Ma i musicisti sono esigenti. Le apparecchiture professionali (che co- stano milioni) campionano fino a 70000 Hz, più del doppio di Amiga. Diciamo che per registrare un brano musicale possiamo tenerci sui 15, 20 kHz, mentre per applicazioni partico- lari come la creazione di strumenti (per la quale bastano uno o due secon- di), potremo usare la massima fre- quenza. Con un Amiga non espanso (512 K) abbiamo a disposizione circa 290 Kbyte di memoria contigua: que- sto ci consente di campionare a 28 kHz per dieci secondi: dieci Kbyte/se- condo. Notevole. Con un’espansione di memoria le cose migliorano, ma non di molto questa volta. Infatti i da- ti relativi al campionamento devono risiedere nella Chip Memory (i 512 K base) per poter essere indirizzali dal chip Paula, come accade per la grafi- ca. In compenso il programma può es- sere collocato nella memoria Fast (o esterna), liberando cosi altri 100 Kbyte circa. Al momento attuale il software di FutureSound non è in grado di uti- lizzare l'eventuale memoria esterna con un sistema di paginazione, vedre- mo nella solita, inevitabile versione 2.0. Possiamo anche riascoltare le regi- strazioni a velocità diverse, come se variassimo la velocità di rotazione di un giradischi. Manipolazione dei suoni Una volta effettuata una registrazio- ne possiamo operare diverse operazio- ni di modifica su di essa. Sul grafico possiamo posizionare un cursore me- diante i tasti FF, REWIND, e STEP. Vari contatori indicano la posizione attuale del cursore e i punti d'inizio e fine riproduzione. Il grafico può esse- re ingrandito per evidenziare i punti più interessanti. Un indicatore ci dà il valore del campione alla posizione del MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 139 i mmoli Mniiiiiiiinmm mimili ini» unii cursore, ed è anche possibile uno spo- stamento passo-passo del contatore. Una volta specificati i punti di ini- zio e fine riproduzione è possibile ope- rare in modo selettivo solo su questo segmento della registrazione. Possia- mo per esempio copiare più volte parti di un brano su di un'altra traccia, o sulla stessa, per effetti tipo No-No- Notorious (iieeegh!). Possiamo inverti- re il segmento selezionato, in modo da ascoltarlo al contrario. E possiamo ef- fettuare il loop sul segmento: con bra- ni abbastanza lunghi è possibile cen- trare esattamente una strofa e farla ri- petere aH’infinito, tipo accompagna- mento. Effetti speciali di vario genere si possono inventare: se facciamo ri- produrre a due tracce, l’una legger- mente in ritardo rispetto all’altra, lo stesso brano otteniamo un effetto di eco o di riverbero. Un'opzione di estrema utilità è quella di scala del segmento seleziona- to. Essa ci permette di individuare il valore massimo di ampiezza del seg- mento, e modificare quest’ultimo. L'intero segmento sarà soggetto ad una modificazione proporzionale a quella effettuata sul massimo. In que- sto modo possiamo specificare l'enfasi nel modo desiderato. Possiamo anche aumentare il valore totale di ampiezza della traccia, in modo da ridurre gli er- rori di quantizzazione, anche se au- menterà l'eventuale rumore di fondo. Una volta finita l’elaborazione del suono si salva tutto su disco. Si può farlo in tre formati. Il primo è sempli- ce, e serve per archiviare i dati o per richiamarli esternamente con le routi- ne fornite con il sistema. Il secondo permette di salvarli nello stesso modo, ma in formato IFF, per permettere ad I • II pannello di con- trollo. 2. 3 - Il suono di un tamburo catturato con FutureSound e suona- to con De Luxe Music. altri programmi di utilizzare (ed even- tualmente modificare) i dati. Il terzo è il formato IFF 3 ottave, che serve per generare strumenti. Una volta selezio- nato il particolare segmento, esso vie- ne ricalcolato su tre ottave. Si può an- che specificare che una parte di esso venga usata come onda di ripetizione, per effetti di sostenimento. Il file risul- tante può essere caricato da altri pro- grammi che prevedono l'implementa- zione di strumenti IFF (lo standard di Amiga, sviluppato dalla Electronic Arts) come DeLuxe Music Construc- tion Set, o ProMIDI Studio. Tenendo presente che qualsiasi suono può esse- re campionato, si può immaginare l'in- credibile varietà di strumenti, anche ir- reali (pensate ad usare lo stridio delle gomme, o lo scroscio dell'acqua) che si possono «costruire». Infine la possibilità di usare i brani campionati nei nostri programmi. Chiari esempi in C e AmigaBasic si trovano sul disco del sistema. Trovia- mo addirittura il sorgente della routi- ne in C del comando Play, che serve per suonare un brano. Conclusioni Come prima occhiata al mondo mu- sicale di Amiga non ci sembra male. La musica con il computer è sicura- mente un argomento degno di nota, e visto che Amiga è notevolmente dota- to in proposito, ritorneremo sull'argo- mento. Per quanto riguarda il Future Sound, esso ci appare un ottimo stru- mento, considerato il basso costo, che mette nelle mani possibilità date sino ad ora soltanto ai professionisti, e do- tati di capacità finanziarie nonché mu- sicali. Un ottimo prodotto con una buona documentazione, anche se co- me al solito in inglese. Anzi a quel che ci risulta non è importato in Italia. MS 140 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 I llllll MIIIIIIIII IMI llllllllllllll llllll 1^11 Tutta la grafita di Amiga di Andrea de Prisco ■ C’è chi dice che l'Amiga sia una macchina prevalentemente grafica. Altri dicono che sia buona solo a far quello. Altri ancora (gli invidiosi) dicono che non è buona neanche per questo. AMIGhevole di questo mese mostrerà come «stanno i fatti», illustrando cosa è possibile e cosa è impossibile fare con un Amiga ■ Prologo Siamo nel lontano 1980... o qualco- sa prima. Eravamo agli albori dell'al- fabetizzazione informatica, quando i computer, pur costando mille volte meno di un centro di calcolo da uni- versità, ancora non avevano sfondato nelle fasce basse del mercato dell'ho- me computing. Il mitico PET della Commodore, dotato di soli 8, 16 o 32K di memoria, venduto per alcune milionate in configurazione accettabi- le, si spartiva praticamente tutto il mercato computereccio dell'epoca as- sieme ai mitici Apple 11 e qualche TRS-80. L'Apple, in più dei due suoi concor- renti, disponeva di serie di una fatidi- ca grafica ad alta risoluzione con la quale (udite! udite!) era possibile per- fino disegnare sullo schermo... PET e TRS solo a richiesta acqui- stando cioè dell'hardware accessorio. Il TRS-80 disponeva delle variabili in doppia precisione nel Basic fornito con la macchina, mentre coi PET pote- vi sbizzarrirti un po’ di più con le peri- feriche (dischi, stampanti, plotter) di- sponendo di serie dell’interfaccia IE- EE-488 (che però non rispettava lo standard). Secondo alcuni l'Apple la spuntò vincitore (basta pensare che l'attuale 2GS è ancora compatibile con il nonno di 8 anni fa...) proprio per il fatto di essere più grafico degli altri. Evidente- mente disponendo di un video grafico, le cose che potevi fare col tuo compu- ter erano certamente di più e l'idea do- veva risultare abbastanza allettante. Stiamo parlando di risoluzioni grafi- che massime di 280 x 192 pixel con 6 colori non senza alcune limitazioni circa la disposizione di questi. 8 anni dopo la macchina più grafica disponibile sul mercato con poche mi- lionate di scontrino fiscale è l'Amiga. Nessuna limitazione fino a 640x512 pixel in 16 colori e se accetti qualche compromesso ne visualizzi ben 4096 su di un solo schermo grafico. Più vol- te ho contato e ricontato i vari modi grafici di questa macchina e ogni volta ottenevo risultati diversi. Sono cosi tanti che è facile dimenticarne qualcu- 2 di base Detto in due parole l’Amiga dispo- ne di 2 modi grafici di base, tre modi speciali, una variante, con un numero di colori per pagina grafica variabile. Il tutto è facilmente componibile se- condo degli schemi assai semplici che sviluppano una varietà di modi grafici in grado di soddisfare praticamente qualsiasi necessità. Fine dell'articolo. Bugia: procediamo con ordine. Dicevamo che esistono 2 modi gra- fici di base, detti di bassa e di alla riso- luzione coi quali definiamo la risolu- zione orizzontale della nostra pagina grafica: 320 o 640 punti per linea. Fis- sata una risoluzione possiamo definire il numero di linee di cui questa è com- posta e il numero di colori in cui è possibile visualizzare ogni pixel. Di ri- soluzione verticale ne riparleremo tra un po’, dapprima esauriamo l'argo- mento colori. Disponendo di 16 livelli di blu, 16 di rosso e 16 di verde, com- binando opportunamente tali compo- nenti cromatiche l'Amiga è capace di visualizzare 4096 tinte. I modi grafici «normali» di Amiga permettono di de- finire una palette di colori (da 2 a 16 per l'alta e da 2 a 32 per la bassa riso- luzione) in cui ognuno di questi è scel- to indicando le tre componenti croma- tiche di cui sopra ovvero spaziando in tutti i 4096 colori possibili. Ovviamen- te, lo spiegheremo meglio in fondo al- MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 141 Ili II III MIMI!! Ili tini IIIIM limili limi DII III l'articolo, quanto più grande sarà la palette di colori tanta più memoria oc- cuperà la pagina grafica: per ogni pi- xel dovremo riservare più o meno bit a seconda del numero di colori che que- sto potrà assumere. Grazie poi all'architettura del pro- cessore video, è anche possibile visua- lizzare più pagine grafiche contempo- raneamente, anche con risoluzioni, nu- mero di colori, varianti e modi speciali diversi. La visualizzazione in tal caso avverrà per fasce orizzontali, dato che il processore video è in grado di varia- re più volte i contenuti dei propri regi- stri interni nel corso di un solo quadro dello schermo, ovvero in corrispon- denza di determinate (dall'utente) po- sizioni del pennello elettronico. In tal modo, ad esempio, possiamo avere una prima zona di schermo in alta ri- soluzione, poi un pezzo in bassa, infi- ne una porzione hold e modify (vedi dopo), tutto per la gioia dei nostri oc- chi. Chi solo ha giocato un po' col mou- se avrà certamente già sperimentato quanto detto: non è raro infatti che lanciando alcune applicazioni, possia- mo tirare giù lo schermo correntemen- te visualizzato e vedere il workbench sotto a questo. Se abbiamo ancora spazio in memoria, dal workbench ap- pena scoperto possiamo lanciare qual- cos'altro, e fare lo stesso con le due applicazioni all'opera: un vero diverti- mento. Interlace ON Settando un determinato bit di un opportuno registro del processore vi- deo di Amiga, possiamo accedere al modo interlacciato di visualizzazione col quale si raddoppia la risoluzione verticale portandola a ben 512 linee anziché 256. Il modo interlacciato è disponibile sia per la bassa che per Figura 2 - Modo interlacciato. * Figura I - Come i bit-piane selezionano i colori. l'alta risoluzione quindi avremo le se- guenti quattro risoluzioni: 320 x 256 640 x 256 320x512 640 x 512 Lo scotto da pagare per avere 512 li- nee è un fastidiosissimo sfarfallio di schermo tanto più accentuato quanto più sono contrastati i colori visualizza- ti. Ciò si manifesta dato che le 512 li- nee non vengono visualizzate in una sola passata del pennello elettronico ma in maniera interlacciata: durante i quadri pari si visualizzano le linee pa- ri, durante i quadri dispari le linee di- spari sfasando le seconde di mezza ri- ga rispetto alle prime. Disponendo di un monitor ad alta persistenza (presso la Commodore alcuni mesi fa mi ave- vano preannunciato la futura commer- cializzazione di un simile salame), l'ef- fetto sfarfalloso diminuisce fino a scomparire del tutto, nel qual caso si rischia l'effetto cometa degli oggetti in movimento (scrolling compresi) e dun- que non sappiamo più qual è il male peggiore. Fatto sta, comunque, che al momento in cui scriviamo tale nuovo monitor Commodore, ancora non s’è visto, quindi ne riparleremo più ap- profonditamente a tempo debito. Modi grafici speciali Sono in tutto 3, e cominceremo dal più misterioso, il modo grafico Half Brite, non menzionato nella documen- tazione ufficiale di Amiga (redatta in America prima dell'uscita sul mercato della macchina) il quale sembra ap- partenere solo alle macchine europee, dotate di uscita videocomposita PAL. Traduzione: quello che state per leggere prendetelo con le dovute cau- tele essendo solo voci di corridoio, al momento attuale non verificabili. Dal momento che non si è visto ancora nessun programma che sfrutta tale modo grafico, né un demo, potrebbe anche essere tutto falso. Solo per com- pletezza lo annoveriamo tra gli altri. Il modo grafico Half Brite (brite è l'americanizzazione di bright, diminu- tivo di brightness, luminosità) è paren- te stretto dello standard RGBI digitale nel campo dell'RGB analogico. Ogni pixel di schermo, può essere visualiz- zato in 32 colori diversi, specificando anche per ognuno di essi se desideria- mo o meno la mezza luminosità: in tutto, dunque, 64 tinte per schermo grafico. Attenzione: non 64 tinte diverse, ma 32 più le stesse con luminosità dimez- zata. Chiusa la parentesi corridoio. Il secondo modo grafico speciale di Amiga è detto Dual Playfield. Ridu- cendo il numero di colori sino ad un massimo di 8 per pixel possiamo vi- sualizzare, sovrapposti, due schermi grafici indipendenti. Non come visto prima suddividendo in senso orizzon- tale lo schermo: questa volta la so- vrapposizione è totale, e definendo dei buchi nello schermo visualizzato sopra possiamo vedere lo schermo con prio- rità più bassa. Inoltre i due schermi possono essere scambiati tra di loro (sotto il primo e sopra il secondo), ma- nopolati indipendentemente, e gene- ralmente contengono colori diversi. Con questa tecnica è facile realizzare giochi di simulazione astronave, som- mergibile o carro armato in cui il pri- mo playfield è l’interno del veicolo, buchiamo la pagina grafica in corri- spondenza dei finestrini, e sul secondo playfield visualizziamo il paesaggio esterno. Il famoso gioco Skyfox della Electronics Arts è sicuramente realiz- zato cosi: non a caso si contano solo otto colori per il disegno dell'abitaco- lo (sette più il colore dei vetri, traspa- rente) e otto per l'esterno. Anche il modo Dual Playfield è combinabile con la risoluzione orizzontale, e nel 142 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 inni limimi imimimiii mimi ini uni iote caso dell'aita risoluzione disponiamo al massimo di tre colori (più il traspa- rente) per schermo. 11 terzo modo grafico speciale, com- binabile solo con la risoluzione verti- cale (interlace on/off) è detto Hold & Modify e permette di visualizzare con- temporaneamente 4096 colori su un solo schermo grafico, naturalmente con alcune pesanti limitazioni che ora illustreremo. Ciò perché per visualiz- zare una pagina grafica 320x256 in 4096 colori senza limitazioni occorro- no ben 120 K e alla Hi-Toro (dove «si sono inventati» Amiga) hanno pensa- to che erano troppi per un computer normale, quindi limitiamo. Col modo hold & modify lo spazio occupato da una simile pagina grafica si riduce della metà (tutto qui) e la li- mitazione consiste nel fatto che due punti affiancati in orizzontale non possono differire che per una sola del- le tre componenti cromatiche. Ovvero se il pixel n ha come componenti cro- matiche rosso 3, verde 5 e blu 7, il pi- xel n + 1 avrà due componenti croma- tiche uguali al pixel n e una sola (eventualmente) diversa. Tale «fattap- posta» è poco noioso in caso di sfu- mature di tinte simili (es. gli incarnati) ma degrada non poco l'effetto finale in caso di pixel troppo diversi l'un Pai- Come palliativo della limitazione or ora menzionata un bonus di una palet- te di 16 colori qualsiasi, da usare per stacchi cromatici troppo bruschi che impiegherebbero ben tre pixel di sfu- matura intermedia. In tal caso l’effetto è molto soddisfacente se in tutto il no- stro schermo non abbiamo più di 16 salti cromatici. In caso contrario do- vremo nuovamente ricorrere alle sfu- mature. Tutto ciò sarà molto più chia- ro quando ne spiegheremo (prossimo paragrafo) l'organizzazione in memo- Implementazione All’interno di Amiga distinguiamo due tipi di memoria RAM: la chip me- mory e la fast memory. La prima, for- mata da 512 K byte è fornita con la macchina ed è l’unica parte di memo- ria alla quale possono accedere i chip custom della macchina (oltre natural- mente al 68000). La fast ram, non for- nita con l'Amiga 1000, ma disponibile sottoforma di espansione esterna, è ac- cessibile solo da parte del 68000. È detta fast dato che il processore non deve spartire gli accessi a questa con gli altri coprocessori. Quando, di contro, questo tenta un accesso alla chip ram, potrebbe dover aspettare, il consenso del meccanismo di arbitrag- gio della memoria. Ciò non succede spesso in quanto generalmente i chip custom accedono alla chip ram solo quando il processore non lo fa, presu- mibilmente quando, dopo aver letto una istruzione, la sta decodificando per decidere il da farsi. Tutto ciò implica una prima grossa limitazione, il fatto che disponendo di molta memoria fast possiamo lanciare quante applicazioni vogliamo, ma se abbiamo tante schermate da visualiz- zare (dato che queste devono essere contenute nella chip ram) potremmo avere problemi di memoria pur non avendola ancora terminata. Traduzio- ne: possiamo anche avere 8 mega di ram, ma per tutto ciò che riguarda il video e il suono non potremo superare la soglia dei 512 K. A meno che, ov- viamente, non effettuiamo swap di memoria tra le due regioni, nel qualca- so un po' di problemi si semplifiche- ranno seppure con un certo degrado delle performance della macchina. Detto questo, per memorizzare una pagina grafica, l'Amiga utilizza il me- todo dei bit-piane, figura 2, col quale è possibile avere una gestione più otti- mizzata della Ram. Se la nostra pagina grafica è monocromatica avremo biso- gno di un solo bit per pixel visualizza- to quindi adopereremo un solo bit- piane. Un bit-piane è dunque una por- zione di memoria grande tanti bit quanti sono i pixel da visualizzare. Ad esempio, in bassa risoluzione non in- terlacciata (320x256), due soli colori per pixel (colore fondo o colore pixel), allocheremo 10240 byte di memoria. Passando da due a quattro colori, per ogni pixel avremo bisogno di due bit di memoria. Una organizzazione tradizionale allocherebbe semplice- mente una porzione doppia di memo- ria, mentre i progettisti di Amiga han- MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 143 ■limi mi iiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiii mi no ben pensato di allocare due porzio- ni di memoria, uguali tra di loro e ognuna di dimensioni pari alla porzio- ne di prima. L'ottimizzazione sta nel fatto che non si necessita di grandi zo- ne contigue di byte, ma è sufficiente anche più zone di minor dimensione allocate anche distanti tra loro. Per 8 colori utilizzeremo tre bit-pia- ne, per 16 quattro, per 32 cinque (solo bassa risoluzione) per 64 sei bit-piane (modo half brite). Per visualizzare un punto, sarà suffi- ciente accedere tante volte in memoria quanti sono i bit-piane, e stabilire cosi di quale colore dovrà essere il pixel. All'uopo, 32 registri del processore vi- deo contengono la palette, ovvero per ognuno di questi è indicato la quantità di blu, di verde e di rosso. In figura 2 è mostrato uno scorcio di pagina grafica 320x200 in 32 colori. Il pixel li evi- denziato, nei rispettivi bit-piane vale la sequenza binaria 11000 (24 in deci- male), il processore accede al registro 24 per conoscere il colore e lo visualiz- za con quella tinta. Pixel dopo pixel. Nel modo grafico half brite, il sesto bit-piane è utilizzato per indicare, di ogni pixel, la visualizzazione a lumi- nosità normale o dimezzata, del colore indicato dai 5 bit-piane rimanenti. Il limite massimo di 6 bit-piane è dettato proprio dal fatto che il processore vi- deo di Amiga dispone di soli 6 registri puntatori ad altrettanti bit-piane. Ciò che non si capisce, è il fatto di limitare tale numero addirittura a 4 quando si passa dalla bassa all'alta risoluzione: in quest’ultimo caso, infatti, potremo disporre al massimo di una palette di 16 colori. Il modo grafico Hold & Modify uti- lizza ancora tutti e sei i bit-piane di- sponibili. Quindi per ogni pixel visua- lizzato disporremo di 6 bit. Per visua- lizzare pagine grafiche con 4096 colori si utilizza la seguente decodifica dei bit associati ad ogni pixel: se i primi due pixel valgono 00. i rimanenti 4 pi- xel puntano ad uno dei 16 registri co- lore del processore: in pratica il fun- zionamento in questo caso è pari al modo grafico normale. Se i primi due bit non valgono 00 possiamo modifi- care, rispetto al pixel precedente, una delle sue tre componenti cromatiche. Per la precisione, se il valore è 01, i ri- manenti bit indicano la quantità di blu del pixel in questione, rosso e verde come nel pixel precedente. Se vale 10 è il rosso a giocare la sua carta, se infi- ne il valore di tali due bit è 1 1, possia- mo modificare il verde. Per fare un esempio, per passare dal colore (blu = 3, rosso = 4, verde = 5) al colore (blu = 12, rosso = 6, verde = 9) se quest’ultimo è uno dei sedici conte- nuti nella palette, ad esempio alla po- sizione 4. basterà che i bit corrispon- denti al pixel segnino: 0 0100 altrimenti si dovranno utilizzare due pixel di colore intermedio cambiando una componente cromatica per volta: 01 1010 per impostare 12 di blu, 10 0110 per rosso = 6 11 1001 per verde = 9 ed ottenere il colore desi- derato. Il modo grafico Dual Play- field, infine, è implementato utilizzan- do fino a 6 bit-piane (massimo 3 per playfield) secondo l'assortimento mo- strato in figura 3. Se combiniamo con esso anche l'alta risoluzione potremo utilizzarne fino a 4. in totale. Se tutti i bit corrispondenti a un pi- xel sono a 0 otteniamo il colore traspa- rente che ci permette di vedere il play- field di sfondo. Con combinazioni di- verse di bit indichiamo come al solito registri colore nei quali sono contenu- te le componenti cromatiche di ogni tinta prescelta. Fortunatamente i due play-field puntano ad insiemi diversi di registri e quindi massimo di 8 colori disponibili sul primo possono benissimo essere diversi da quelli disponibili sul secon- do. Essendo due oggetti completamen- te distinti e separati risulta in tal modo facile effettuare complesse animazioni facendo, ad esempio, scrollare in due direzioni diverse gli schermi superiore e inferiore. Tutto qui. 144 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 iiiii li iiiii imi ^software a cura di Andrea de Prisco ■ Secondo appuntamento coi software Amiga dei lettori. Questo mese presenteremo un interessante gioco di navicelle, nemico e... mattonelle fatto interamente in AmigaBasic. Il divertimento è proprio questo: nonostante una velocità operativa non troppo elevata, il solo pensiero che sotto vi sia soltanto il Basic fa quasi accapponare la pelle. ■ | di Dame Sbrega - Roma Il programma listato in queste pagi- ne è il nucleo principale del gioco. Chi acquisterà il dischetto presso la reda- zione avrà in più una schermata inizia- le con tanto di FI 5 in volo ed una al- quanto stonata musichetta ispirata a Mozart (speriamo non se la sia presa a male... Mozart). Il gioco é assai semplice: ci trovia- mo in volo con il nostro FI 5 su di un paesaggio di piramidi mozzate. Il no- stro scopo è quello di colpire tutte le piramidi che ci passano sotto. Ovvia- mente le piramidi mancate potremo colpirle al giro successivo dato che lo sfondo si ripete ciclicamente, come se stessimo volando attorno ad un gigan- tesco cilindro. Semplice, no?... NO. C'è un piccolo problema: mentre compiamo la nostra missione la sfera viola del nemico, co- me lo stesso autore l'ha battezzata, si diverte ad andare in giro per lo scher- mo rimbalzando a mo‘ di pallina quando sbatte contro i bordi. Se nella sua traiettoria ci intercetta, ci distrug- ge facendoci quindi perdere una navi- cella. Il caso è tutt'altro che fortuito, anzi per completare uno schermo biso- gna praticamente “multiplexare” il no- stro apparato visivo, seguendo con un occhio il nemico e con l'altro le pira- midi da abbattere. Si parte con un credito di 5 navicel- le. e ogni quadro che completiamo ot- teniamo un bonus di 3 navicelle. Perse tutte le navicelle una allegra musichet- ta ci avvisa che siamo deceduti e il re- lativo punteggio appare sullo scher- Vuoi giocare ancora (Y/N)? Commento al programma Come già anticipato, in apertura, il gioco non è eccessivamente divertente, ma il solo fatto di essere realizzato in- teramente in Basic fa aggiudicare a pieni voti la palma d'oro all'autore. MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 145 ili li lini mi iiibiiiiiiiii ini iiinmimmi mi 146 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 Il IMI lllllllllllllllllllllllllll IMI Anche la grafica è curata sufficiente- mente bene (un no! alla musica) ma soprattutto il bello del programma... il programma! (ricordate la pubblicità del pollo?, a me fa letteralmente im- pazzire!). È veramente ben strutturato, ha fi- nalmente la vera forma di un program- ma (dichiarazioni-inizializzazioni, main program, procedure) i nomi del- le variabili e delle procedure sono in- tuitivi e non le solite x, y, a, b, c. Tro- viamo ad esempio la procedura init- mat che disegna una mattonella e l’as- socia al nome mat; troviamo initmus per la musica, initcol per i colori, init per inizializzare il campo di gioco. Di- scorso analogo per le procedure usate nel main, attac, defen, expnem, exp- nav. A tutto questo aggiungiamo la musica che cambia ogni due mattonel- le colpite e ci festeggia amighevolmen- le ogni quadro completato, più la ge- stione delle collisioni sprite-sprite sot- toforma di interrupt, altra caratteristi- ca interessantissima dell'AmigaBasic. Volendo, a tutti i costi, fare un pic- colo appunto potremmo consigliare l'autore e, giacché siamo nelle pagine di una rivista, i lettori che si accingono a scrivere in AmigaBasic, di non abu- sare troppo del costrutto SHARED per la condivisione delle variabili tra main e procedura, brutto informatica- mente parlando e sostituibile senza sforzi con una più elegante lista di pa- rametri formali con la quale interfac- ciare la procedura. Prendendo questa abitudine, anche se non è il caso del giochino navicelloso, potremmo co- minciare a pensare in termini di proce- dure in modo da crearci una collezio- ne di utility personalizzate da utilizza- re anche in programmi futuri. Il mec- canismo del passaggio dei parametri, infatti, permette di svincolare i nomi usati dal programma principale da quelli adoperati nel corso della proce- dura e quindi una stessa procedura, senza effettuare nessuna modifica, può essere usata in programmi diffe- renti. Ma anche di questo avremo mo- do di riparlarne in Amighevole, a tutti voi buon lavoro e un arrivederci. Questo programma è disponibile su diseo presso la redazione. Vedere l'e- lenco dei programmi disponibili e le istruzioni per T'acquisto a pag. 229. MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 llll Hard Disk Rodime 20 plus ■ « Shopping far Megabytes», dice una pubblicità americana di un produttore di hard disk. E questo shopping si sta facendo sempre meno costoso e più affidabile, come è nella regola del mondo dei byte. Ormai anche al piccolo utente il floppy va stretto: sogna dischi di un metro di diametro, capaci di contenere il diario tormentato della sua vita, sogna accessi veloci e caricamenti da Ferrari Testarossa, pensa a quando riuscirà a nascondere nelle viscere più profonde del suo discente i conti delle sue spese per il computer o le sue poesie giovanili, di cui si vergogna atrocemente ma che continua a conservare dietro l'ultimo cassetto a sinistra. E la logica dell'evoluzione, tanto più veloce in un mondo tanto veloce come quello dei mega. Mac non ha perso tempo da parte sua. Dai dischetti singola faccia di un paio di anni fa si è passati all'hard disk incorporato del Mac SE. il tutto mantenendo più o meno sempre lo stesso prezzo. Nel frattempo molti costruttori hanno immesso sul mercato diversi dischi rigidi, dal vecchio ed un po' lento Paradise ( lento solo perché a connessione seriale) fino a! recente Supermac Technology DataFrame. all'atipico Bernoulli Box da 10+10. dal sofisticato software di sistema. In questa ottica si inserisce l'HD Rodime (per la precisione il Rodime System Hard Disk 20 Plus), un eccellente, affidabile e poco costoso disco rigido, già comparso da qualche tempo sul nostro mercato. ■ L’hard disk Rodime viene fornito in un grosso imballo di cartone che, aperto, mostra una custodia di polisti- rolo espanso contenente il disco, un cavo multipolare dotato di connettore SCSI, della lunghezza di circa 50 cm ed alcuni manuali d'istruzioni. L'ap- parecchio ha la forma di un parallele- pipedo, di dimensioni pari a 24.5 x 23.5 x 6.5 cm, con un'appendice centrale posteriore, a forma di tronco di piramide, che contiene il piccolo ventilatore di raffreddamento, effi- ciente e abbastanza silenzioso. Il gu- scio esterno, di plastica piuttosto spes- sa e robusta, ricorda nel colore e nella finitura il materiale dell’involucro del Macintosh. L'ingombro in pianta pres- soché identico a quello del Mac e la ri- dotta lunghezza del cavetto di collega- mento impongono la disposizione so- vrapposta del computer sulla periferi- ca, soluzione, comunque, generalmen- te adottata con la maggior parte degli 148 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 hard disk dedicati al «melone». La parte anteriore della periferica ospita, oltre la scritta di marca e la si- gla della periferica, un led indicatore di funzionamento; il pannello poste- riore, invece, è molto più affollato. La parte sinistra è dedicata all'alimenta- zione (presa ed interruttore d'accen- sione); quella destra ospita l’indicato- re di tensione di alimentazione (la macchina si adatta automaticamente ad una frequenza di rete variabile da 47 a 63 Hz), il selettore di indirizzo (settato a 0 in default) di rete SCSI (ne parliamo in altro punto dell’articolo) e le due porte SCSI, quella superiore di entrata e l’altra d’uscita, nel caso si vo- gliano collegare insieme più HD Rodi- me. È in dotazione un cavo d’alimenta- zione di rete. Completa il tutto un di- schetto di software di sistema peraltro già registrato sullo stesso hard disk, che viene fornito già inizializzato. So- no cosi presenti (e conviene mantene- re sempre su disco) una serie di utility destinate alla periferica stessa ed ad operazioni di supporto, per l’utente, all'uso del disco stesso. La figura a) evidenzia, oltre la solita cartella siste- ma, due applicazioni di servizio: il 20 Plus Tester, una utility di autotest effi- ciente e rapida, ed il 20 Plus Installer. La prima utility nominata esegue uno scanning dell'intero hard disk alla ri- cerca di blocchi difettosi che, se trova- ti, vengono sostituiti da blocchi di ri- cambio allocati in un'area, altrimenti non accessibile, del disco (ciò garanti- sce una capacità sempre fissa e costan- le che hanno subito modifiche dopo l'ultima sessione; ed infine «Selected» in cui, tramite una finestra, è possibile eseguire copie guidate da menu. Una scorciatoia, sotto questo punto di vi- sta, è rappresentata da alcune opzioni, come «Quicksel» che permette una ra- pida selezione di file analoghi, e «File Filler» che consente di escludere in maniera permanente certe applicazio- ni (come ad esempio, il System, il dri- ver Imagewriter, i programmi applica- tivi, come Paint e Write) da operazioni di copiatura ed aggiornamento ovvia- mente inutili. Qualche annotazione circa la velocità di accesso e caricamento La caratteristica principale cui l’u- tente guarda nell'acquistare un HD è, oltre la capacità, la velocità d'accesso e di caricamento nelle operazioni di I/O. Visto che nella prova non era ov- viamente possibile stabilire l'affidabi- lità nel tempo dei materiali (che co- munque dovrebbe essere eccellente, considerata la qualità dei materiali e la cura estrema dei particolari nella realizzazione della periferica), abbia- le del disco stesso). L'altra utility è un vero e proprio formattatore-installato- re di disco; il suo uso è piuttosto ov- vio, anche in considerazione che, per l'indirizzamento della procedura di se- gnalazione, viene utilizzato l'ID Num- ber. La terza utility merita un discorso a parte, cosi come d'altro canto le è de- dicata uno specifico manualetto d’i- struzioni. Va sotto il nome di File- guard (letteralmente «Guardia del Corpo dei File») e consente di esegui- re l'indispensabile operazione di back- up del disco rigido su floppy. L'utili- ty, che riconosce solo gli HD Rodime, e pertanto non funziona su altri dischi, ivi compresi quelli Apple, trasferisce documenti dalfhard disk sotto forma di particolari file compressi (Storage File) producendo, nel contempo, una Storage Directory, una specie di indi- ce generale che tiene traccia di tutti gli indirizzamenti e la movimentazione che avviene nel corso delle operazioni di backup. Senza tale directory non è. ovviamente, possibile eseguire alcuna operazione su file già salvati, per cui è opportuno eseguire sempre una copia di essa dopo ogni operazione di salva- taggio. Le operazioni di archiviazione sono piuttosto semplici, e solo una modesta collaborazione viene chiesta all'opera- tore. È possibile eseguire operazioni di backup e restoring in tre modi di- versi: «Entire Volume» in cui viene eseguita copia di tutto quello che c’è sul disco: «Incrementai» in cui viene eseguito solo un aggiornamento dei fi- MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 149 mo eseguito alcune operazioni di cari- camento e lancio del disco, confron- tando diverse combinazioni, ivi com- presa, ovviamente, la classica soluzio- ne di utilizzo dei floppy, come metro di base. Gli hard disk collegati alla porta SCSI di Mac hanno la caratteristica di essere incomparabilmente più veloci di quelli collegati alla porta seriale del floppy. In teoria la velocità potrebbe essere ancora maggiore ma addirittura Mac non può accettare informazioni dal disco alla velocità con cui questo gliele invia. Questa disparità di rapporto invio- accettazione è dovuta, comunque, al fatto che il Macintosh interrompe pe- riodicamente la propria attività di rice- zione dati per organizzare, nella sua memoria interna, le informazioni o la parte del programma che sta riceven- do. La velocità con cui vengono esegui- te le operazioni è, inoltre, notevolmen- te influenzata, anche, dalla suddivisio- ne gerarchica delle cartelle in cui è or- ganizzato il disco. Tanto per intender- ci gerarchie molto «profonde», o do- cumenti molto «lontani» dal program- ma che li ha generati allungano in ma- niera sensibile la velocità di carica- mento. Mac World, la più volte nominata e autorevole rivista dedicata esclusiva- mente al Macintosh riferisce ed evi- denzia come tempi di caricamento di un programma particolarmente com- plesso come Microsoft Excel siano di- mezzati nel confronto hard-floppy, mentre il caricamento di un documen- to Excel di 300 k risulti eseguito, da hd, in tempi trascurabilmente inferiori rispetto ad un floppy DSDD. Abbia- mo provato a fare qualcosa del genere anche noi con qualche programma lungo da caricare e lanciare (come ad esempio il Page Maker, il 3D ed il nuovissimo MSWord 3.0). I risultati li vedete nel grafico allegato, e parlano, come al solito, più di molte parole. Alcune note sull’uso di HD Rodime in rete Ogni Macintosh, dal Plus in poi, può supportare fino a 7 HD Rodime collegati su un bus condiviso SCSI. Il tipo di connessione utilizzato è quello meglio noto come collegamento a margherita (daisy chain). Tale tipo di collegamento (comunque comune ad 150 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 Illllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll altre periferiche) tiene conto dei se- guenti due fattori: — SCSI ID (numero di identifica 1 zione di gruppo SCSI) — Bus termination (limite di bus) Nel caso occorra collegare due o più periferiche 20 PLUS in rete Daisy Chain, è necessario che ogni HD ab- bia un ID diverso. Sono deputati a tal uso numeri dallo zero (secondo la classica notazione americana) al sei, selezionabili su uno switch a rotazione sistemato sul pannello del coperchio posteriore del disco, immediatamente sopra a sinistra delle porte SCSI. Lo switch è comandabile tramite un cac- ciavite sottile: occorre ruotare una freccina fino a selezionare il valore de- siderato. L'ordine di assegnazione, lungo la sequenza, degli ID non deve essere ne- cessariamento quello numerico; non bisogna comunque assegnare il valore di ID 0 (zero) alla periferica più vicina al Mac. Ancora, in una rete di periferi- che collegate con sistema a margherita occorre che la prima e l'ultima perife- rica presente fisicamente sulla rete debba essere provvista di terminatore. Ogni HD Rodime è internamente già predisposto di un terminatore (un blocco di resistori sistemati a pressio- ne sul circuito stampato, nella parte inferiore del pannello), che va rimosso se il numero di periferiche presenti fa si che l’unità su cui stiamo operando non compaia come prima od ultima unità fisica della rete. È una operazione piuttosto sempli- ce, peraltro ben evidenziata e spiegata su un opuscolo allegato alla macchina stessa. Conclusioni L’hard disk Rodime si presenta con MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 tutte le carte in regola per fungere da ottimo collaboratore del Mac, e come economica alternativa al leggermente più costoso HD Apple. Funziona, per inciso, anche con l'SE, sia nella confi- gurazione con il solo microfloppy sia in quella con il disco rigido interno (un apposito switch consente di sele- zionare una delle due situazioni). Effi- ciente nella manipolazione dei file, ve- loce, silenzioso, poco soggetto ad at- tacchi di febbre nell'uso continuato, dotato di software di base efficiente e ben costruito, dimostra in maniera lampante come si stia avvicinando a grandi passi l'era del tramonto dei floppy come supporto magnetico abi- tuale. La presenza di un importatore ufficiale, dal nome ben noto, inoltre, garantisce quella continuità di assi- stenza troppe volte dimenticata o tra- scurata dall'utente. ^ Caratteristiche tecniche dell’HD Rodime collegamento a Macintosh Plus Memoria Capacità di memoria 20805 k formattati Superfici di deposito dati 4 Testine per superficie 1 Dimensioni blocchi 532 byte (512 + 20 di sistema) Totale blocchi presenti su disco 40045 Caratteristiche del drive Numero porte 2 Tempo d'accesso medio 85 millisecondi Velocità di rotazione 2700 g/m Tempo medio di bootstrap 7,5 sec Rilancio da Finder Lancio da Minifinder 4,7 sec Interfaccia Cavo tipo Amphenol lunghezza cm 54; piedini 50; compatibile porta SCSI Norme di utilizzo: Temperatura di utilizzo 5 - 40 C° Umidità relativa non > al 90% (senza condensa) Tensione di rete 220-250 V Frequenza di rete 47-63 Hz Potenza massima 65 W Peso 2,620 kg Giudizi non quantizzabili: Rumorosità mollo contenuta Riscaldamento modesto 151 Calailator Construdion Set Può un calcolatore riprodursi secondo i nostri desideri e generare una calcolatrice tagliata secondo le nostre esigenze? Parreb- be di si, servendosi di Calculator Construc- tion Set. È questo un programma che, nel senso più pieno del termine, genera calco- latrici personali da inserire tra i desk acces- sory del Mac. Vediamo come funziona: al lancio del programma compare la finestra di figura a; essa può essere, idealmente e material- mente, divisa in 3 parti: quella centrale è per cosi dire, il banco di lavoro: quella a destra contiene i pezzi da assemblare, quel- la a sinistra i pezzi per costruire la macchi- La finestra centrale contiene un guscio di calcolatrice, del tutto vergine, delle dimen- sioni di 4.8 x 8 cm; questo è dotato solo, in basso a sinistra, del logo della Dubl-Click, rappresentato da due mouse affiancati. Il guscio possiede, in testa, la solita barra ne- ra di spostamento già presente sulla calco- latrice originale Apple. Diamo uno sguardo alla finestra a sini- stra: contiene 8 simboli, un cestino, e, nella metà inferiore, due finestre di editing, ri- spettivamente del cursore e del pattern de- stinato a colorare il guscio della calcolatri- ce. I tool superiori servono alle diverse operazioni di spostamento, resizing, editing e cancellazione nel campo centrale. La finestra a destra serve a «costruire» la calcolatrice. Si sceglie la misura iniziale, che può anche superare la finestra disponi- bile, e si trasportano in essa i tasti desidera- ti. Questi possono essere di varia forma (si vedono le figure) e possono rappresentare caratteri alfanumerici (tasti A), funzioni (F), macroistruzioni (M), e tasti program- mabili (P). I primi accolgono i classici numeri, o, vo- lendo. anche serie particolari di caratteri, jcome trattini o punteggiato. I secondi as- solvono all'inserimento di funzioni, come Sin, Log, % ecc. Con gli M-Key è possibile, ancora predeterminare delle macro. Si usa su una finestra come quella della figura b, che permette di assegnare ad un tasto una sequenza prefissata di operazioni, una for- mula, cioè. La quarta opzione si riferisce a tasti davvero programmabili, vale a dire che ad essi vengono assegnate sequenze non fisse, ma sono «liberi»; essi possono accogliere, nel calcolatore finale, una serie di istruzioni che verranno definite e reste- ranno valide finché la calcolatrice sarà spenta. A differenza di quelli precedenti, solo un tasto P è ammesso per ogni calcola- trice: in effetti si tratta di una specie del ta- sto LEARN delle piccole TI Texas e di al- cune HP. Nella stessa finestra sono inseriti due gruppi di funzioni finanziarie (valore pre- sente e futuro, annualità, ecc.) che sono as- semblale e pronte all'uso già in un'unica fi- nestra. Più in basso c'è il bottone acceso- spento e 12 tasti di utility, che consentono di fare varie cose, come stampa sulla Ima- gewriter, spool dei calcoli su un textfile o nel Clipboard, abbinamento di una nota ad un tasto, settaggi di un timer, un allarme, un contatore, o un indicatore tempo-data. Altri tool sono 5 tipi di switch, variabili da 2 a 6 posizioni, cui è possibile, attraverso una apposita finestra, assegnare default ed opzioni di unità di misura (gradi, radianti, simbologia algebrica, notazione di base nu- merica, output personalizzato finanziario. ecc.). La cosa più interessante è che tutto quello (funzioni, notazioni) che finora ab- biamo esposto può essere mappato sulla ta- stiera, vale a dire che è possibile assegnare ad un tasto quello che, sullo schermo, è sta- to appena scelto (molto utile, ciò, nel caso di tasti programmabili). La base della finestra è occupata da un visore, che darà i risultati delle operazioni. Esiste ancora una piccola stampante a rul- lo, dotala di bottone di «Inverse» per leg- gere i valori pregressi (fino ad un massimo di 25). Infine esiste una catasta di cinque visori (che possono essere presi, però, sepa- ratamente), che consente di ottenere con- temporaneamente output diversificati: ad esempio, per un programmatore, potrebbe essere molto utile disporre di un altro viso- re con uscita esadecimale od ottale. In fondo a tutto troviamo un calendario, preassemblalo, pratico e veloce, già predi- sposto per i bisestili (in pratica decifra il se- gnale del clock interno). Infine il calcolatore, tramite un'opzione particolare, può funzionare in Notazione Polacca Inversa. L'uso del programma è del tutto intuiti- vo; apposite utility interne evitano la parte più seccante di riaggiustaggio e sistemazio- ne dei tasti. All'assemblaggio finale tutti i pezzi si riallineano da sè per dare un look più conveniente al tutto ed il guscio si ridi- mensiona nella misura più piccola possibi- le (come se uno dovesse portarsela in ta- sca!). Addirittura è consentito inserire un messaggio personale prefissato, che compa- re, come finestra, schiacciando l'icona di Doubl-Click. Il programma genera, comunque, calco- latori autoinstallantisi sul sistema prescel- to: una piccola comodità in più, per chi non vuole usare il DA Mover, che, comun- que, funziona ugualmente. Un piccolo di- fetto, rappresentato dalla memoria volatile, pare sia sparito nella nuova release, che ap- pare sul mercato USA in questi giorni. 152 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 ET P S.r.l. Via del Macao 4-00185 Roma-Tel 06-47.46.880 IMPORTATRICE E DISTRIBUTRICE IN ESCLUSIVA PER L'ITALIA ExpneSS I N O LT R E HARD DISK Rodime Nec Tandom PRINTER Fujitsu Citizen TAPE Memtech MONITOR Hantarex Ide Mitsubishi Tvm CERCASI RIVENDITORI LA PERFEZIONE DIVENTA MITO MITO - 5 1/4" Floppy 48 TPI Doppia Faccia - Doppia Densità Garantito al 100% Velocità di registrazione 5800 BPI 600.000 bytes unformatted RECOVERY SERVICE - Un nostro servizio esclusivo. Cosa è il Recovery Service? È uno scudo a protezione del vostro lavoro. Se per un incidente qualsiasi: macchie di caffè, cioccolato o impronte, il vostro disk dovesse danneggiarsi la MICROFORUM e in grado di recuperare i dati senza alcun esborso da parte vostra. 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TKISolver cosi riassunta, in analogia alle fasi appena descritte: — fase iniziale: uso di: GLOBAL SHEET RULE SHEET — determinazione delle modalità di soluzione uso di VARIABLE SHEET e VARIABLE SUBSHEET UNIT SHEET FUNCTION SHEET USER FUNCTION SHEET LIST SHEET (nel caso si debba ricor- rere a soluzioni iterative) — determinazione del tipo di resa dei risultati come lista come disegno Come si vede TKISolver utilizza una metodologia del tutto analoga a quella manuale per la soluzione di problemi. Anzi, a dire il vero, fin da quando si inizia ad utilizzarlo, la sud- divisione in fogli, lungi dall'essere complicata o d'impiccio, consente una tenuta in ordine delle diverse parti del problema, che risulta alla fine di inso- stituibile chiarezza. Tanto per riferire un particolare, ho provato, successiva- mente alla mia prima conoscenza di TKISolver, a risolvere alcuni proble- mi, adottando carta e penna, dividen- do il foglio in zone, destinate ad acco- gliere le diverse parti del problema. Ci si ritroverà con un ordine impensato, con una facilità di controllo del pro- blema, in caso d'errore, del tutto im- pensabile, e con velocità di esecuzione insospettabilmente ridotta rispetto a quella dei nostri beneamati fogli pro- tocollo zeppi di calcoli disordinati. Provare per credere. For Help, type? su questa linea, ol- tre questa frase, possono comparire messaggi relativi a suggerimenti, forni- ti dal programma, su comandi da ese- guire, od informazioni associate con l'ultimo errore in cui si è incorsi. Sull’Apple Macintosh (fig. di), ov- viamente, i risultati, a livello grafico, sono incomparabilmente migliori; l'u- so delle finestre e della barre di scroll permette una organizzazione dello schermo e delle informazioni più effi- ciente e razionale. Ciononostante la sostanza è la stessa, e le modalità d’u- so non cambiano. Quando il programma TKISolver viene lanciato, ci troveremo di fronte ad una schermata simile a quella delle figure d) e di). Il programma si riferi- sce ai fogli individuandoli come fine- stre, a cui accede mediante i tasti di movimento del cursore (MS-DOS) o tramite il mouse (su Mac). L'uso più diffuso è quello di mostrare due fine- stre, ognuna delle quali viene trattata indipendentemente dall’altra, e le ope- razioni di modifica, ridimensionamen- to, scrolling dell’una non influiscono in alcun modo sull'altra. Su Mac, la cosa inoltre è particolarmente facilita- ta dalle barre laterali di scroll. In ogni caso, comunque sia ottenuto il movi- mento, sia tramite l'uso dei tasti con le freccette, sia tramite il mouse, l’indica- tore di posizione del cursore si aggior- nerà automaticamente per indicare la nuova posizione. Sotto questo punto di vista TKISol- ver dispone di un comando molto più efficiente per spostare il cursore, che risulta molto più apprezzato quando il modello è particolarmente lungo ed ampio: il comando GOTO. Esso fun- ziona come il classico GOTO Visicalc, ma con qualche miglioria. Vediamo le opzioni : — quando sono presenti un nume- ro ed una lettera (l'opzione più gene- rale) viene indicata la precisa locazio- ne di spostamento — solo un numero: spostamento sulla stessa colonna, alla riga specifi- cata (si ricordi: il numero indica la ri- ga, la lettera la colonna, e la stessa let- tera fa riferimento all'iniziale della co- lonna riferita: cosi (r] sta per [rule], o [s] sta per [status] od [st], ad esempio) — solo lettera: spostamento sulla stessa riga, alla colonna che inizia con la lettera — [*]: spostamento al fondo della stessa colonna — [*], seguito da una lettera (si ri- cordi: le parentesi quadre sono qui in- serite solo per evidenziare che si tratta di una specifica lettera da battere alla tastiera, e non vanno quindi incluse nel comando): spostamento all'estre- mo della stessa riga. — r "1. seguito da una serie di lettere: 179 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 TKISOLVER 1 TK!iolu«f « ttg Spumare Ufi» 3M Figura e - Introduzione di una semplice formula. Si noli come, nel foglio variabili, la capienza della colonna NAME. di sole 7 lettere, «tagli- il no- me della variabile, che. comunque, può essere letta utilizzando i triangoli di scrolling laterale, e che compare sempre, per intero, nella status area. Figura f)- Calcolo della superficie totale di un cono. Si noti che. al contra- rio di quanto suggerirebbero le apparenze, non è necessario esprimere le formule in forma canonica. Vale a dire che (si veda la figura Fi) il pro- gramma provvede ad estrarre dalle formule fornite tutti gli elementi che gli servono per la risoluzione delle incognite, se possibile . si tratta di un comando più sofisticato di finding e searching; consente di effettuare ricerche, sulla stessa colon- na, dell'argomento seguente le virgo- lette. Il comando GOTO è efficiente in qualsiasi momento, e in qualunque fo- glio si stia lavorando in quel momen- to. Basta battere: GOTO Il sistema risponde: GOTO: Destination of search Si inserisce la nostra richiesta e l’o- perazione è conclusa. Un altro comando da apprendere subito è quello che consente il passag- gio tra due fogli diversi. Mentre su Mac basta spostare il cursore col mou- se e schiacciare, in MS-DOS occorre battere: SWITCH per trasferirsi sul secondo foglio, se presente. Si noti che il salto posiziona il cursore in alto a sinistra, nella prima casella del nuovo foglio: se si decide di ritornare indietro, con un nuovo SWITCH, il sistema «ricorda» la sua precedente posizione, e si rimette al posto che occupava precedentemente. È arrivato il momento di partire, e facciamolo con un esempio: imbriglia- mo la tremenda potenza della nostra macchina per eseguire il calcolo della superficie di un rettangolo. Una lunga ed estenuante ricerca in alcune biblio- teche universitarie ci porta a scoprire la regola di soluzione. Andiamo col cursore nel foglio regole (RULE) e battiamo la formula. Essa segue le normali regole grammaticali e sintatti- che imparate nell'algebra e nella geo- metria. L'equazione dovrà essere rap- presentata da due termini, separati da un segno di [ = ]; le variabili in essa contenute saranno riconosciute dal- l'essere separate da spazi o da segni matematici, come [ + ], [*], [(], [sin] e gli altri a noi ben noti. Il RULE SHEET, sotto questo punto di vista, è il più semplice da usare: esso, come abbia- mo visto la volta scorsa, possiede solo due colonne; la prima [S] indica lo sta- to della riga: ad esempio, se contiene un asterisco indica rinserimento di una nuova formula od un’equazione non ancora risolta: una parentesi ton- da chiusa, [)], indica che un tentativo di soluzione ha trovato un errore nel- l’equazione. Nel foglio formule (RULE) l'equa- zione o l'espressione va inserita secon- do le più pure regole e precedenze sta- bilite dall'algebra. La formula, accura- tamente trafugata, dell'area del rettan- golo sarà scritta, nella colonna [Rule] del RULE SHEET, come più ci aggra- derà (si ricordi solo di lavorare anche con la finestra delle variabili aperta). Battiamo, quindi superficie = base • altezza Qualche piccola cosa da ricordare: si possono usare i nomi che si preferi- scono, purché siano tutti interi. Perciò non va bene [superficie del rettango- lo], ma [superficie— del— rettangolo] si! Inoltre la lunghezza massima della formula non può superare i 200 carat- teri (MS-DOS); è possibile inserire, in coda alla equazione, dei commenti, se- parati dalla formula stessa da virgolet- te [”]. Inserita correttamente la formula (l'u- so di tasti di BACKSPACE e BREAK 180 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 TKISOLVER è del tutto analogo a quello dei Word Processor) e dato il RETURN succede qualcosa nel foglio Variabili: il programma interpreta la formula, ne estrae i nomi delle variabili e li colloca nel foglio superiore. Lo schermo si presenterà nella forma che vediamo in figura e). Nella figura f2) vediamo come è possibile inserire, in successione, una serie di formule, tra loro collegate, atte a risolvere un problemino di geome- tria un po' più complicato. Non esiste alcun problema di interpretazione: il valore di (ATAN (1) *4) non è altro che il valore di ji approssimato alla dodicesima cifra (1 rappresenta ra- dianti). Il foglio variabili non presenta grandi difficoltà, tranne, forse, il signi- ficato della colonna di status [St], il cui significato è stato riassunto la volta scorsa, ma che non è male ricordare adesso, in fase di sperimentazione. Di- remo, quindi che, in questa colonna, la lettera[B]lank resetta il valore della variabile, [GJuess individua un valore inserito come limite da usare in una soluzione iterativa, [I]nput «fissa» la variabile come valore da assegnare in input, con [0]utput accade il contra- rio, e, infine, [L]ist definisce la variabi- le associata con una lista. Delle altre colonne, [Input] indica variabili asse- gnate da chi usa il programma, [Out- put] indica risultati delle operazioni. [Unit] evidenzia unità di misura e con- versione (ne parleremo in seguito), ed infine vediamo la colonna [Commen- ti], di intuibile uso. Nella figura f2) è rappresentata una serie di formule destinate a calcolare l'area totale di un cono: le operazioni da eseguire per impostare il disegno della maschera sono semplici ed intui- tive: partendo dal RULE battiamo di seguito le formule necessarie (ogni ri- ga può contenere una sola formula): ogni volta che si batte il [RETURN] i nomi delle nuove variabili inserite compaiono automaticamente nel fo- glio Variabili (è questo, oltre tutto, un buon sistema per controllare che si siano fatti errori di battitura). Esaurita la lista delle formule proviamo a schiacciare il segno [!] (che in Mac è possibile fare con il mouse). Non suc- cede nulla, tranne un segnale di atten- zione: il programma non riesce a risol- vere un sistema d'equazioni in cui non conosce alcuna variabile ! Passiamo al foglio variabili. Ricordi sbiaditi della scuola media e della nostra compagna di banco, oggi mamma di tre figli, ci fanno intendere che, per la soluzione del problema, occorre conoscere alme- no due delle dimensioni caratteristi- che del cono. Nel foglio variabili, nel- la colonna [Input] battiamo i relativi valori (se tentassimo di scrivere nella colonna [Output] avremmo solo un Figura g Elenco delle funzioni ACOS(x) ACOSH(x) arcocosenolperbollco disponibili in TK'.Solver ; APPLY(funzlone . area) applica una funzione ad un'area ATANH(x) arcotangente iperbolica frammiste tra loro. COS(x) C0SH(x) cosenoiperbollco COUNTflista) D0T(llsta, lista) moltiplica tra di loro gli elementi di E() base del logaritmi neperiani ELEMENTO nu mero degl lelementl utilizzati EXP(x) esponenziali ( E elevato alla potenza di x) OIVEN(varlablle.x,j») valuta le variabili come valori di INRx) funzione Intero LN(x) logaritmo naturale ( neperiano) L0G(x) logaritmo ( base IO) MAX( serie o lista) valore massimo nel la serie Miniserie o lista) valore minimo nella serie MOO(a.b) valore modulo ( divisione Intera) NPV(x. serie) valore presente netto PIO valore di pi greco POLY(x, erte) funzlonq>ollnomiale SCN(x) funzione segno SlN(x) SINH(x) seno Iperbolico SQRT(x) radice quadrata STEP(x.y) funzione passo SUM< serie) funzione somma elementi della sene TAN(x) tangente TANH(x) tangentelperbolica messaggio d’errore). Riprovando la so- luzione, col tipico sfarfallio, nei cam- pi, di Visicalc, compare. Come si vede nella prima riga, nel foglio formule è possibile inserire una serie di funzioni già predefinite: l'elenco completo del- le funzioni riconosciute dal sistema è in figura g). La nostra griglia funziona, come si vede dalla congruenza dei risultati. Prima che tentativi grossolani guasti- no il nostro capolavoro di geometria proviamo ad usare il comando [S]ave. Questo ordine permette di salvare, as- segnandogli un nome, il disegno di ba- se che abbiamo appena costruito (inci- dentalmente conserva anche i dati in esso contenuti, ma si tratta di un parti- colare trascurabile, visto che, alla nuo- va riapertura ed alla successiva fase di ricalcolo i vecchi parametri spariranno per far posto ai nuovi). Esiste, in verità un altro comando per uscire dal pro- gramma [QJuit, ma la spiacevole carat- teristica di non registrare il contenuto e l'aggiornamento eventuale del mo- dello appena costruito. Per essere più precisi il sistema informa che si sta la- sciando una griglia non salvata su di- sco e permette di ritornare al program- ma normale per eseguire le desiderate registrazioni (in Mac il solito menu in finestra abbrevia e semplifica, come al solito, molto le operazioni), ma, or- mai, è ben piccola barriera, come si sa. alle abitudini cattive di battere conti- nuamente tasti in sequenza senza pre- occuparsi di guardar bene cosa si fa effettivamente. A chi scrive (e penso a molti di voi) è capitato sovente di mangiarsi le mani fino ai polsi per aver risposto meccanicamente a richie- ste del sistema in maniera bovina e su- pina! Prima di sospendere per questa puntata vedremo, ancora, un utile co- mando: [E]dit. Come è facilmente in- tuibile, si tratta di un comando che consente, come se si lavorasse con un WP od un editor di un linguaggio, di eseguire modifiche nelle finestre. In Mac la cosa è abbastanza rapida, in quanto l'operazione funziona puntan- do, «cliccando», e, eventualmente, con operazioni di taglio ed incollag- gio. In MS-DOS e su macchine HP la cosa è un tantino più noiosa, affidata com'è al tasto di Backspace ed alle frecce direzionali. Si tratta, comunque, sempre di operazioni abbastanza intui- tive, che abbisognano di poca pratica, anche perchè, ovviamente, non si stan- no manipolando grossi volumi di scrit- tura. Anche per stavolta sospendiamo, data la lunghezza del dire! La prossi- ma volta entreremo nelle «features» più complesse del nostro programma; a risentirci! MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 181 B» di Andrea de Prisco And, Or, Not ■ Concluso il breve ciclo sulla teoria della calcolabilità, a partire da questo numero Appunti di Informatica tratterà il tema delle reti logiche: i veri «mattoni» che costituiscono Vhardware di un computer. Trattando di calcolabilità abbiamo mostrato come partendo da semplici strumenti quali i numeri naturali e le operazioni primitive su essi definite era possibile calcolare qualsiasi funzione calcolabile. A partire da questo mese, con le reti logiche, andando a rispolverare i fatidici zeri e uno binari che corrono all'interno di ogni calcolatore digitale, scopriremo insieme fin dove è possibile arrivare. Buon viaggio... ■ Algebra della commutazione Tra le tante cose che «sanno pure le pietre» annoveriamo certamente il fat- to che i computer (tradizionali) inten- dono solo in termini di zeri e di uno, le cosiddette cifre binarie, e non in ter- mini di programmi scritti in un lin- guaggio ad alto livello o in una qual- siasi forma di linguaggio assembly. Al- la fin fine, ciò che la CPU sarà in gra- do di masticare saranno sempre e solo livelli logici 0 e 1, vero-falso, +5 volt — 0 volt, che dire si voglia. Nel corso di questi articoli, i quali come al solito non hanno neppure il minimo intento di sostituirsi ai testi specifici in materia, assumeremo che all’interno di un computer circolino le cifre binarie 0 e 1. Il fatto che questi non siano veri e propri numeri ma se- gnali elettrici non lo terremo in consi- derazione, tanto per cambiare, per non appesantire troppo la faccenda. Anco- ra una volta, e non poteva essere di- versamente, ci comporteremo quanto più informaticamente possibile: ciò che manipoleremo è pura informazio- ne. Punto e basta. Detto questo, prima di entrare nel merito, occorre fare una piccola intro- duzione riguardo l'algebra della com- mutazione (tranquilli, è di una banali- tà unica...) che è alla base della descri- zione delle reti logiche che tratteremo. Gli 0 e gli 1 già li abbiamo: diamo per vero il fatto che in qualche modo esi- stono e dobbiamo solo manipolarli. Per fare questo, si usano essenzial- mente tre operazioni: l'And, l’Or e il Not che danno il nome a quest’artico- lo. Le prime prendono due cifre bina- rie e ne restituiscono una, la terza prende una cifra binaria e ne restitui- sce un’altra. Per cifra binaria, qualora non fosse chiaro, si intende uno 0 o un 1. Null’altro. La più semplice, il Not non fa altro che complementare la cifra binaria: se è 0 da 1, se è 1 da 0, ovvero: NOT(O) = 1 NOT(1) = 0 L’And di due cifre binarie è uguale a 1 se entrambe le cifre sono pari a 1, 0 altrimenti. Per iscritto: 0 AND 0 = 0 0 AND 1 = 0 1 AND 0 = 0 1 AND 1 = 1 Di contro, l’Or di due cifre binarie è uguale a 1 se almeno una di queste due è pari a 1 : 0 OR 0 = 0 0 OR 1 = 1 1 OR 0 = 1 1 OR 1 = 1 Fanno parte dell’algebra della com- mutazione alcuni importanti teoremi facilmente dimostrabili col metodo della perfetta induzione: essendo il do- minio e il codominio così ristretto, è sufficiente verificare le relazioni sosti- tuendo una per una (e sono sempre poche) tutte le combinazioni di valori alle variabili indicate. Tali relazioni sono mostrate in figura 1 : li, per com- pattare la scrittura, l'AND è sostituito da un puntino, l’OR dal simbolo + e il NOT col simbolo di complementa- zione. A, B, o C sono variabili binarie ovvero possono valere 0 o 1. Reti logiche combinatorie Nell’introduzione di questo articolo dicevamo che le reti logiche rappre- sentano i veri e propri mattoni coi quali è formato l’hardware di ogni cal- colatore digitale. Distinguiamo tra reti combinatorie e reti sequenziali: di quest’ultime ci occuperemo in seguito. Una rete logi- ca combinatoria, vista dall' esterno ap- pare come una scatola chiusa dotata di morsetti di ingresso e morsetti di uscita. Se volete, pensate pure ad un 182 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 APPUNTI DI INFORMATICA integrato con tanto di piedini. Appli- cando in ingresso una qualsiasi combi- nazione di valori binari (uno per mor- setto di ingresso) otterremo ai morsetti di uscita un determinato valore bina- rio dipendente da questo. Né più né meno che una funzione. Da sottolineare la staticità di una re- te combinatoria: a differenza delle reti sequenziali, applicando più volte lo stesso dato in ingresso otterremo sem- pre lo stesso risultato in uscita. Ovvero presa la nostra misteriosa scatoletta fi- gura 2A, la prima cosa che possiamo fare è costruire la corrispondente ta- bella di verità (figura 2B): applichia- mo agli ingressi tutte le combinazioni di 0 e di 1 e annotiamo cosa accade in uscita, ai morsetti Y0...Y3. Le reti logiche, come intuibile, pos- sono avere un numero qualsiasi di in- gressi e un numero qualsiasi di uscite, il nostro scopo sarà quello di realizza- re la rete partendo solo dal comporta- mento esterno: un po’ come risolvere un gioco, dimmi come ti comporti... ti dirò come sei. AH'interno Cominciamo la nostra avventura al- l'interno delle reti logiche svelandovi il primo segreto: le funzioni logiche elementari. Non sono una novità in quanto ne abbiamo appena parlato nell'algebra della commutazione: ci ri- feriamo all'AND, OR e NOT, questa volta sottoforma di componenti più che funzioni binarie. In figura 3 sono mostrate rispettivamente una porta AND, una porta OR e una porta NOT tutte con relativa tabellina di verità. Come nel caso della scatoletta di cui sopra, applicando ad esempio ad una porta AND uno 0 e un 1, troveremo in uscita uno 0; applicando due 1 otterre- mo un 1 in uscita. Discorso analogo per le altre porte, riferendovi sempre (finché non imparate!) alle relative ta- belline di verità. È inoltre possibile estendere le porte AND e OR di cui sopra a più di due ingressi, lasciando ovviamente inalterato il loro significa- to: una porta AND ad n ingressi pre- senta in uscita il valore 1 se lutti i suoi ingressi sono ad 1 ; una porta OR ad n ingressi restituisce 1 se almeno uno dei suoi ingressi è ad 1. Altrimenti 0. Le reti logiche combinatorie sono formate da elementi di questo tipo. Progettare una rete logica si traduce nel combinare opportunamente i com- ponenti di figura 3 (possibilmente con minor spreco possibile) fino ad ottene- re una rete rispondente alle caratteri- stiche richieste. Le caratteristiche ri- chieste sono semplicemente di avere una relativa tabella di verità uguale a quella di partenza tutto qui. Un primo esempio Secondo segreto: una rete logica ad n ingressi ed m uscite non è altro che un insieme di m reti ad n ingressi ed una sola uscita che forniscono ognuna uno dei valori Yl...Ym. Da questo, la risoluzione di una rete siffatta si ridu- ce a risolvere un certo insieme di reti ad una sola uscita. Ovvero come pri- mo esempio vedremo la risoluzione di una rete a tre ingressi ed una uscita, la cui tabella di verità è mostrata in figu- ra 4A. La prima operazione che compire- mo sarà di ricavare l’espressione logi- ca equivalente alla tabella: una espres- sione fatta di Not, And e Or che valu- tata (sostituendo i valori per X0, X 1 e X2) ha un comportamento analogo a quello della rete da risolvere. È molto facile: dalla tabella si evi- denziano tutte le righe la cui Y vale 1 e si costruisce la forma canonica dell’e- spressione come somma di termini prodotto, ognuno di questi ottenuto complementando o meno le variabili se in quella riga valevano 0 o 1. Come prima, somma sta per Or e prodotto per And. Procediamo: prendiamo la prima riga in cui la Y vale 1, la terza. Le variabili valgono Oli, quindi il primo termine è: X2X1X0 X2 è complementato dato che il suo valore era 0, X I e X0 no in quanto va- levano 1. La quinta riga (la seconda con Y uguale a 1) vale 1 1 0. Il secondo ter- MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 183 APPUNTI DI INFORMATICA mine, di conseguenza, sarà: X2X1X0 EQUIVALENZE Mappe di Karnaugh e cosi via sino all’ultimo termine. L’espressione completa è mostrata sempre in figura 4. II passaggio da espressione a rete è quantomai imme- diato, trattandosi semplicemente di so- stituire ogni termine con l'opportuno elemento AND (con elementi NOT al- l’ingresso, i pallini, dove necessario) e mettere in OR tutte le uscite di questi, come mostrato in figura 4B. Signore e signori ecco a voi la rete corrisponden- te. Si poteva anche procedere in manie- ra complementare in prodotti di som- me invece che di somme di prodotti, nel qualcaso avremmo evidenziato le righe in cui la Y valeva 0. In tal caso la rete sarebbe stata formata da tre ele- menti OR le cui uscite finivano in una porta AND: a dire il vero avremmo anche risparmiato elementi, ma non importa, il primo è solo un esempio... e per risparmiare si utilizzano ben altri metodi. Prima di svelarvi altri segreti, una simpatica curiosità. NAND & NOR Esistono altri due importanti ele- menti logici, le porte NAND e NOR, mostrati in figura 5, sottoforma di componente e di relativa tabellina di verità. Non sono altro che delle nor- mali porte AND e OR suffissale da un NOT: dove le prime valevano 0 queste valgono 1 e viceversa. Perché tanta im- portanza a questi due nuovi signori? Semplice, usando solo elementi NAND o solo elementi NOR è possi- bile costruire qualsiasi rete combinato- = £ = Figura 6 ria. Per dimostrare questo fatto, assun- to che OR, AND e NOT di prima so- no sufficienti (credeteci), è sufficiente mostrare come è possibile costruire ognuna di queste tre porte con soli ele- menti NAND e NOR. Il tutto è mo- strato in figura 6. Ad esempio per otte- nere un NOT è sufficiente cortocircui- tare gli ingressi di una di queste nuove porte per ottenere il voluto. Infatti dal teorema 3 di figura I abbiamo che A A = A e che A + A = A, se dopo di questo troviamo un «pallino» si ha che: A NAND A = NOT(A) A NOR A = NOT(A) Matteo SuperStar Che bella battuta! Fatto sta che il sottoscritto (erano da poco passate le 17 di un grigio pomerig- gio romano, in compagnia del piccolo Ri- no), armato dei potenti mezzi tecnologi- camente avanzati della mia valigetta tut- tofare, si accingeva a sedere al tavolo dei grafici (i noti fratelli Saltarelli) per ese- guire i disegni che trovate ora in queste pagine. 11 buon Matteo, approfittando del mo- mentaneo attimo di quiete (ebbene si, strano a dirlo, ma in quel momento in re- dazione c'era proprio silenzio) ronzava anch'egli tra le stanze e i corridoi redazio- nali di MCmicrocomputer. Dovete sapere che il buon Matteo, as- sunto dalla Technimedia in qualità di ma- gazziniere addetto anche (a quanto pare) alla spedizione di programmi su disco e nastro, è sicuramente il più amato da tutti proprio per le sue alte doti di signorilità, savoire faire, feeling, public relation (ne- gate al sottoscritto da molti) e tant’altro. Soprattutto, a differenza di altri/e dipen- denti, non urla, non piange, non è isteri- co, non è nevrastenico, esaurito o schizo- frenico o... peggio. Pallometro in mano, comincio a dise- gnare le prime porte and/or. Matteo mi guarda e dice: «Toh!, un bel servizio di bicchieri...» Lieve sorriso comprensivo da parte del sottoscritto, mentre continuo a disegna- Pochi attimi ancora poi Matteo replica: «Ah!, no, sono delle porte logiche... toh! anche le mappe di Karnaugh...» La matita mi scivola tra le dita. Rino ed io ci guardiamo nelle palle degli occhi per poi esclamare in coro: «Azzo!... Che bella battuta!» Poi scoprimmo che Matteo (da oggi ri- battezzato professor Matteo) prima di prendere il posto di lavoro in questione, studiava fisica all’università e dopo aver lasciato gli studi ufficiali, alla sera legge libri di informatica di vario taglio e peso. Propongo una targa di riconoscimento... più una bella promozione a docente ordi- nario. Tanti auguri. Figura 7 Esempi di Implicanti Figura 8 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 APPUNTI DI INFORMATICA Per ottenere porte AND e OR usere- mo il teorema 8 (le cosiddette formule di De Morgan, per chi non le avesse riconosciute) se dobbiamo costruire una porta AND da porte NOR o porte OR da porte NAND, o semplicemente ne useremo due in cascata, dove la se- conda funziona da NOT (caso in cui dobbiamo passare da NOR a OR o da NAND ad AND). Bell'è dimostrato: con le sole porte NOR o con le sole porte NAND possiamo costruire AND, OR e NOT e, conseguentemen- te, qualsiasi rete combinatoria. Tutto questo è «cosa buona» quando si è in- teressati più alla standardizzazione cir- cuitale (uso di un solo tipo di porta) che ad un vero e proprio risparmio di elementi. Non è nuovo il fatto che co- sti meno la realizzazione e costruzione di un integrato fatto da molti pezzi «facili» piuttosto che da pochi pezzi «diffìcili». Karnaugh e gli Implicanti In barba a tutto quello che abbiamo detto poche righe fa, mettiamoci nel- l’ottica di voler risparmiare a tutti i co- sti elementi. In altre parole ci propo- niamo di realizzare reti funzionalmen- te equivalenti a quelle ricavabili dalle tabelle di verità, con un numero infe- riori di componenti. Per fare questo adopereremo le note (?) mappe di Karnaugh, e il metodo degli implican- ti. Procediamo con ordine. Le mappe di Karnaugh costituisco- no semplicemente un modo diverso dalle tabelle di verità per descrivere come si comporta per i vari input ogni terminale di uscita di una rete. II caso più semplice è ovviamente quello di una rete con due soli ingressi (reti a un solo ingresso possono solo essere il NOT o l'indentità): in questo caso la mappa ha dimensione 2x2 dove le ri- ghe sono etichettate dai valori di un ingresso le colonne dai valori dell'al- tro ingresso (figura 7A). Nelle caselle, in figura 7, sono indicati dei generici puntini, metteremo 0 o 1 a seconda del valore della funzione sugli ingressi di riga e colonna corrispondenti. In figu- ra 7B troviamo la mappa per un termi- Quanti lettori? Proprio in questi giorni sono arrivate in redazione alcune migliaia (si fa per dire) di lettere. Praticamente tutte iniziavano con... non c’è due senza tre!!! Pare infatti che a leggere Appunti di informatica sia- no in 6 o 7 e non 2 come evidenziato sul numero 61. Matrice comune di tutte que- ste lettere, oltre ai complimenti per la rivi- sta (qualcuno, poveraccio, s'è anche com- plimentato per la rubrica in questione), dicevamo matrice comune la soluzione del quesito proposto dal lettore di Mon- falcone, con tanto di dimostrazioni del fatto che il 4 non compare mai ecc. ecc. Sapete che vi dico? Bravi! Però nessuno ha detto di man- dare a noi le soluzioni. Considerato però che tra le lettere giunte ce n'è una dispe- rata di un lettore che non é riuscito a sco- prire l'enigma, quasi quasi sul prossimo numero faremo una bella selezione delle soluzioni più interessanti. A causa dei tempi tecnici della rivista non è stato pos- sibile farlo questo mese (a stento siamo riusciti a infilare questo riquadretto) indi- per-cui-poscia il mese prossimo faremo una pausa circa le reti logiche. Appunta- mento dunque tra trenta giorni. 185 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 APPUNTI DI INFORMATICA naie di uscita di una rete a 3 ingressi, in figura 7C quella per reti a 4 ingres- si. Si noti come siano state accorpate le variabili: sulle righe o sulle colonne abbiamo i valori congiunti di due va- riabili. Altra cosa importante, il fatto che tra una colonna e l’altra (e tra una riga e l'altra nel caso di fig. 7C) varia sempre una variabile alla volta: dalla coppia 00 si passa a 01, da questa si passa a 11 e da questa a 10: il tutto funziona anche da una sponda all’al- tra, da 10 si passa a 00, come se la mappa fosse un «doppio cilindro». Ciò è importante per poter evidenziare gli implicanti che ora tratteremo. Si tratta di evidenziare sulla mappa zone quanto più estese possibile di 1, formate da 1 -2-4-8 caselle adiacenti in modo da formare rettangoli o quadra- ti. Dal momento che le mappe godo- no, per così dire, di simmetria circola- re, una di queste aree (gli implicanti) può anche iniziare da un estremo e terminare sull'altro, «passando da die- tro alla mappa». Giusto per fare qual- che esempio, in figura 8 sono mostrate delle mappe a tre ingressi in cui abbia- mo evidenziato 5 tipici implicanti. Ad esempio, in figura 8A abbiamo eviden- ziato l’implicante di quattro 1 disposti a quadrato. In figura 8B e 8C, rispetti- vamente, implicanti rettangolari da 2 a 4 caselle. In figura 8D e 8E due impli- canti di quelli «che girano da dietro alla mappa». Detto questo, la domanda più ovvia è: «a che servono questi benedetti im- plicanti?». Semplicissimo: un impli- cante identifica un termine AND del- l'espressione che stiamo costruendo e una volta evidenziati tanti implicanti quanti bastano a coprire tutti gii 1 del- la mappa possiamo passare alla espressione corrispondente e da que- sta alla rete. Il problema è semmai quello di ca- pire un dato implicante quale termine identifica. Per risolvere questo piccolo arcano, cominciamo dall'implicante di figura 8A: notiamo che gli 1 in que- stione restano tali indipendentemente dal valore di X2 e dal valore di X0. Ciò significa che basta che XI valga 1 che il valore della Y è 1. Questo impli- cante identifica allora il termine XI. Passiamo a figura 8B: li gli 1 eviden- ziati non dipendono da X2 ma sono tali quando XI vale 0 e X0 vale I. L’implicante corrispondente è: X7-X0 Discorso simile al primo per l’impli- cante di figura 8C : basta che X2 valga 0, quindi l’implicante è: X2 Per le figure 8D e 8E gli implicanti corrispondenti, sempre per gli stessi motivi, sono rispettivamente: XO e X0 • X2 Riassumendo, una volta evidenziati tanti implicanti (più grandi possibile, anche a costo di sovrapporre parte di questi) quanti bastano a coprire tutti gli 1 della mappa, ricaviamo i corri- spondenti termini AND da mettere in OR come facevamo col metodo delle tabelle. Anche in questo caso possia- mo muoverci in senso diametralmente opposto, evidenziando zone di 0 (gli implicati) ed ottenere espressioni di prodotti di somme: guardando la mappa è facile comprendere se è me- glio evidenziare gli implicanti o gli im- plicati. Facciamo ora un esempio concreto: torniamo alla tabella di figura 4A e, per prima cosa costruiamo la mappa corrispondente, mostrata in figura 9A. Riusciamo ad evidenziare facilmente due implicanti, uno di 2 e uno di 4 ca- selle. Il primo identifica il termine XI X0, il secondo il termine X2. L’e- spressione corrispondente: Y = X2 + X1X0 e la rete corrispondente di figura 9B parlano da sole: esse sono funzional- mente equivalenti a quelle di figura 4B: come risparmio non c’è male! Un bel digit Per concludere questa sessione com- binatoria delle reti logiche, una picco- la applicazione paleo-computereccia: piloteremo un digit a sette segmenti. Dando in ingresso un numero compre- so tra 0 e 7 in binario (per utilizzare tre sole linee) vedremo apparire sul no- stro digit il valore decimale dato dal- l’accensione dei necessari segmenti. La nostra rete logica combinatoria avrà dunque tre ingressi (X2, XI, X0) e sette uscite (Y0...Y6) che come detto piloteranno i sette segmenti mostrati in figura 10A. In figura 10B troviamo la tabella di verità dell'intera rete. In figura 10C una per una le mappe rela- tive ai 7 morsetti di uscita, già comple- te di espressioni relative agli implican- ti. A proposito di queste, vogliamo far- vi notare quella relativa a Y5, dove troviamo un implicante A di dimensio- ne 1 che identifica un termine di tre variabili : proprio lo stesso che avrem- mo trovato sviluppando la rete secon- do il metodo delle tabelle di verità. La rete completa è mostrata in figu- ra 11, un bel lavorone, ma alla fine funziona... Uffa! Questa volta l'ho sparata grossa. Errata corrige: MC n. 61 pagina 152 dove sta scritto «Se ad esempio il nostro insieme è finito ed è formato da 4 elementi l'insie- me delle funzioni da tale insieme in se stesso è 2 alla 4 dunque 16...» non è vero un tubo! Si vede proprio che io i conti non li so proprio fare. Infatti 4 alla 2 so- no il numero delle funzioni da 4 elementi in 2 elementi, mentre il numero delle fun- zioni da 4 in 4 è 4 alla 4 ovvero 256 (alme- no credo... che faccia 256). Quindi la pro- fezia di fine paragrafo (cfr. sempre la stessa pagina) pare più una maledizione che altro. Stile legge di Murphy. Ovviamente, fermo restando che il re- sto, Murphy permettendo, dovrebbe esse- re giusto, in particolare per quel che ri- guarda gli insiemi infiniti. Non chiedete- mi comunque di dimostrarvelo... non ci casco più. Scusate il contrattempo. Gra- zie. Arrivederci. Punto. 186 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 AVETE MAI PENSATO CHE LA C.D.C. importa direttamente dai costruttori di INTERFACCE, MAIN BOARD, TASTIERE, CASES, ecc. solo le parti staccate per garantire il meglio della produzione orientale ed inoltre ASSEMBLA in proprio effetuando un TEST PRELIMINARE DI FUNZIONAMENTO. LA C.D.C. inserisce sui propri PC/XT/AT' da SEMPRE solo ed esclusivamente i DRIVE CHINON che sono sinonimo di qualità, silenziosità, ed affidabilità. 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ROMAGNOLA, 63 - 56012 FORNACETTE (PI) - Tel. 0587 - 422.022 RICHIEDETECI IL CATALOGO E PREVENTIVI OGGI STESSO!! di Cristiano Teodoro Numeri di Fibonacci e di Lucas Nel campo della matematica relati- vo alla Teoria dei Numeri la succes- sione di numeri interi F 0 , F ( , F,, F 3 , F^, definita dalla seguente rela- zione di ricorrenza: F k = F k _, + F k _2 con F 0 = 1 e F, = 1 (K = 2,3.4 ) prende il nome di successione di Fibo- nacci. F^è il generico numero di Fibo- nacci di indice K. Un'altra successione di numeri, chiamata successione di Lucas, forse meno nota, ma non meno interessante per le sue proprietà aritmetiche, che giocano un ruolo importante nella ve- rifica della primalità di particolari nu- meri (i numeri di Mersenne: per la de- finizione di tali numeri vedasi la rubri- ca «MC algoritmi» n. 53 di MCmicro- computer) è la successione di numeri interi L„, L,, L 2 , Lj L N , definita da una relazione di ricorrenza del tipo di quella che vale per i numeri di Fi- bonacci : L k = L*. + l* » ma con Ln = 2 e L, = 1 (K = 2,3,4 ...). L k è il generico numero di Lucas di indice K. Si è già altre volte parlato sulle pagi- ne di questa rivista dei numeri di Fibo- nacci. Sono stati anche dati esempi di routine con istruzioni di tipo iterativo o ricorsivo (lasciamo agli informatici puri la diatriba sulla scelta più conve- niente), partendo sempre dalla relazio- ne di ricorrenza suddetta. Tali pro- grammi tuttavia danno dei risultati nu- merici condizionati dalla limitata pre- cisione che presenta l'organo di calco- lo utilizzato. Volendo calcolare ad esempio F,#,, ci si dovrebbe accontentare di avere un risultato approssimato e precisa- mente: F 100 = 3.54224848 E + 20 con un computer con precisione PR = 9 F 100 = 3.542248481792619 E + 20 con computer a doppia precisione (PR= 16). Soltanto avendo a disposizione un organo di calcolo più preciso (ad es. a tripla precisione: PR = 24) potremmo conoscere il valore numerico esatto di Fia,,, che risulta composto da 21 cifre. Per numeri di Fibonacci o di Lucas di indice più elevato e quindi piùi grandi sarebbe necessario un calcola- tore con precisione ancora più alta e cosi via. Come si può allora riuscire ad ottenere i valori esatti, cioè calcola- ti con tutte le cifre esatte sino all’unità, di tali numeri anche molto grandi, co- stituiti da centinaia od addirittura da migliaia di cifre? Il programma proposto in questo ar- ticolo risolve il quesito. Esso, in pratica, non è altro che una versione in aritmetica a precisione multipla della classica routine che s'avvale della relazione di ricorrenza citata, rifacendosi peraltro alle indica- zioni generali date in un precedente articolo su questo tipo di aritmetica (vedi n. 56 di MCmicrocomputer). Con tale programma, il lettore è in grado di visualizzare a sua scelta i nu- meri di Fibonacci o di Lucas sino al- l'indice N desiderato. Inoltre, per ac- celerare il tempo di risposta del risul- tato, il lettore può scegliere di visualiz- zare solo il valore del Numero con l'indice richiesto. Le uniche limitazio- ne sono date dalla capacità di memo- ria del calcolatore (ad esempio con il C64 non si può andare oltre un indice N = 95000), ma soprattutto dal tempo impiegato dal computer per eseguire la gran mole di calcoli elementari ri- chiesti. Proprio per accelerare l’esecuzione di questa mole di calcoli è opportuno eseguirli in base 10° con G il più ele- vato possibile, compatibilmente con la precisione PR del computer. Nel pro- MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 ALGORITMI gramma proposto si opera con un G = PR — I = 8, quindi in base IO 8 , per- chè il computer usato (C64 o CI 28) presenta una precisione PR = 9. Per un computer con PR diversa basterà cam- biare il valore della variabile PR alla riga 250. Che si possa operare qui con un G cosi alto senza mai perdere in ogni cal- colo elementare eseguito la piena pre- cisione, ciò non è in contrasto con quanto asserito nel citato articolo. Nel presente programma infatti l'unico ti- po di calcolo in multiprecisione da eseguire è l'addizione fra due soli ope- randi. Per dimensionare poi in modo otti- male i vettori necessari nell'elabora- zione, si è sfruttata la possibilità di po- ter conoscere a priori di quante cifre risulta composto il numero di Fibo- nacci o di Lucas in esame. Dalla letteratura tecnica (vedi rif.ti bibliografici citati) sono note le se- guenti formule dirette (chiamate For- me di Binet): f 1 /1-V5\ * 1 / Ì-V5\ ‘ V5\ 2 ) VS\ 2 I Sfortunatamente queste formule, nemmeno usando l’aritmetica a preci- sione multipla, possono essere conve- nientemente utilizzate per il calcolo diretto di F K o L K . Possono però esse- re usate per conoscere il numero Y di cifre componenti F K o L K . Un esempio può chiarire quanto asserito. Si voglia sapere di quante cifre è composto F 157 . Si ha: se si trascura, come è lecito, la parte con segno negativo della (I). Poniamo ora J_/UV5\»L ra > Vìi 2 / da cui: i=157loi„(iìYìj_ Log, ,5 Svolgendo i calcoli si ottiene: X = 32.4615... F, 57 è dunque un numero intero compreso tra IO 32 e IO 33 e sarà pertanto composto da 33 cifre. Si ha Y = INT(X) + 1-33 cifre Scelto pertanto l’indice N, trovato il numero di cifre degli operandi (si ri- corda che qui gli operandi sono vetto- ri), è facile allora dimensionare tali vettori con il numero strettamente ne- cessario di componenti. Inoltre, du- rante l'esecuzione dei calcoli relativi a F k con K < N, dalla conoscenza sem- pre a priori delle cifre costituenti cia- scun F k si è in grado di eseguire solo i calcoli indispensabili per arrivare al ri- sultato finale. Nelle Tabelle 1, 2, 3, 4 vengono ri- portati alcuni esempi di calcolo sia di numeri di Fibonacci che di Lucas, cosi come effettivamente compaiono sul vi- deo. Ci si può domandare se sia possibi- le trovare il valore esatto di numeri di Fibonacci o di Lucas, anche molto grandi, senza dover calcolare tutti i numeri dello stesso tipo, di indice in- feriore. Ciò è quello che si è costretti a fare impiegando nel programma, co- me si è fatto, la relazione di ricorrenza che definisce la successione. La risposta è affermativa. Infatti fa- cendo ricorso alle seguenti relazioni, prese dalla letteratura specializzata (vedi Bibliografia): i,=f, Fa=f«L, L„=L ( -L,-(-1)*2 Fm=F|mVF|-F|m L,.„ = L k L„-(-1) ii L„ F^F i . 1 F,.,-(-1)‘ si può già intravedere la possibilità di realizzare interessanti programmi atti a calcolare i numeri in esame in ma- niera più efficiente e meno banale. Ma rimandiamo ad un prossimo in- tervento il proseguimento del discor- so. Bibliografia G.H. Hardy and E.M. Wright: An introduction to thè theory of numbers - Fifth edi- tion - Clarendon Press. Oxford 1984. M.R. Schroeder: La teoria dei numeri - Franco Muzzio Editore, dicembre 1986. P. Filipponi: Sulle proprietà dei rapporti fra particolari numeri di Fibonacci e di Lu- cas - Note Recensioni Notizie, pubblicazione trimestrale dell'Istituto Superiore Po- ste e Telecomunicazioni - voi. XXXI II, N. 3-4, 1984. P. Filipponi: Fibonacci e i suoi numeri - Poste & Telecomunicazioni, gennaio/febbra- io 1986 - Editore Fondazione Ugo Bordoni. MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 nraisu^^ pjsnsvsu&x di Raffaello De Masi Identificazione degli Discutiamo qualche attimo sul pro- blema della identificazione degli og- getti individuandoli come immagini bidimensionali. L'approccio al proble- ma non presenta soverchie difficoltà specie quando ci si accontenta di una certa tolleranza nei risultati o, in altri termini, se non è necessario affinare l’analisi oltre certi gradi di sensibilità, per quanto attiene al riconoscimento dell'immagine come confronto fra quella incognita ed un «dizionario» di immagini standard, tra cui scegliere. Il problema più semplice di ricono- scimento è quello della individuazione del significato di un carattere alfanu- merico stampato secondo certe regole e stereotipi; questa semplificazione del problema in rigidi limiti è necessa- ria, per far intendere come il procedi- mento di riconoscimento parta da al- cuni stretti canoni di analogia che, proprio per la loro stessa, intrinseca scarsa flessibilità, ben difficilmente possono portare a certi risultati «intel- ligenti». La figura a) ottenuta, per comodità utilizzando il pacchetto «Fontastic» mostra una lettera C come immagine digitalizzata (viene utilizzato, a tal uo- po, un carattere «Cape Canaveral», piuttosto squadrato, molto simile al carattere usato per la stampa con in- chiostro magnetico utilizzata su asse- gni), in cui viene usata una risoluzione di 21 x 14 caselle ed i soli due colori bianco e nero (senza toni diversi di grigio). L’algoritmo di riconoscimento si basa sul confronto tra la matrice bi- dimensionale di sequenze bianco-ne- ro, rappresentante la lettera, ed una serie di array precostituite, campione, destinate a dizionario di confronto. Ma cosa succede se un numero è sbia- dito o stampato male. Occorre, in tal caso, eseguire un test di somiglianza, nel caso più semplice sommando il numero dei punti della matrice e con- frontandolo con quello della lettera campione. Il procedimento si presta a gravi er- rori, se si considera che, anche al di fuori di imperfezioni nella stampa del carattere da riconoscere, le lettere [p], [q], [b] e [d], sono rappresentate dallo stesso numero di punti. Ancora pur immaginando di operare sempre sugli stessi caratteri, si andrà incontro, pro- babilmente, a problemi di scala, anche se questo è, forse, il minore dei mali. Un metodo di soluzione per la ricer- ca delle analogie è quello, di cui ab- biamo già parlato qualche mese fa, quando indicammo una metodologia più raffinata di confronto basata non solo sulla corrispondenza tra numero di punti, ma anche tra punti aventi lo stesso «peso». Chi non ricorda quanto dicemmo sappia che l'immagine viene conservata in una array bidimensiona- oggetti le, in cui viene annotata non solo la presenza (o l’assenza) di punti, ma an- che la stessa posizione. Questo sistema posizionale consente una univoca cor- rispondenza tra punti analoghi del bi- nomio immagine-oggetto, e permette confronti più rigorosi (si tratta della metodologia attualmente in uso in molte macchine riconoscitrici di carat- teri). Ma come si fa quando si desidera che una macchina riconosca non più una immagine riferibile, per forma o dimensione, a qualcosa già in suo pos- sesso, ma occorre «riconoscere» l’im- magine facente parte di una categoria, di un «tipo». Ad esempio, immaginia- mo di individuare una metodologia destinata a riconoscere figure piane: come fare ad identificare la figura bl) come un trapezio? Il metodo di sem- plice confronto appena descritto è del tutto inutile (le figure b2) b3) e b4), so- ^\] „ Q ■ b4 b5 190 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 INTELLIGENZA ARTIFICIALE MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 191 INTELLIGENZA ARTIFICIALE lo per fare qualche esempio, sono al- trettanti trapezi, per nulla confrontabi- li, con tecniche di confronto tra array bidimensionali, tra loro). Una routine di rotazione e di scalatura darebbe ri- sultati soddisfacenti, ma appare ovvio che si tratta di ben misera soluzione, se si considera che la figura b5) non sa- rebbe, in questo modo, riconosciuta co- me trapezio, pur essendolo. Occorre, allora, abbandonare il criterio di puro confronto, per passare a quello di defi- nizione: se per l’uomo, un trapezio è «una figura piana, limitata e chiusa da quattro lati, con soli due lati paralle- li», la soluzione potrebbe essere quella di dotare il programma di riconosci- mento di routine capaci di contare i la- ti, misurare le ampiezze degli angoli, individuare linee rette e parallele, rico- noscere contorni chiusi, ecc. Il pro- grammatore potrebbe, col tempo, cre- arsi una biblioteca piuttosto organica di semplici routine di riconoscimento, abbinando le quali (si ricordi come il Lisp consente di strutturare liste orga- niche di elementi congruenti) sarebbe possibile aggirare intrinsechi problemi di orientamento, scalatura. e, per quanto possibile, sfumatura e mancan- za di definizione dell’immagine. Ma siamo, in questo, come nel caso precedente, sempre in una tipologia piuttosto stretta e limitata di schemi ri- conoscitivi fondamentali: saliamo ad un livello superiore chiedendoci: «Co- me è possibile riconoscere oggetti da una immagine prelevata dal vivo?». Superato il problema della acquisizio- ne della immagine sotto forma digita- le, ci troveremo inizialmente di fronte alla solita array bidimensionale di nu- meri da cui estrarre le informazioni destinate a distinguere le immagini stesse. L'array appena descritta va sottopo- sta ad una prima manipolazione, in quanto esiste un primo problema da rimuovere. Una immagine digitalizza- ta (chi usa una telecamera od un digi- tizer conosce già il problema per esser- visi trovato di fronte spesso; molti di- gitizzatori possiedono opzioni destina- te a manipolare l’immagine prodotta per eliminare difetti della rappresenta- zione stessa) possiede una serie di er- rori e di discrepanze casuali che oc- corre correggere prima di procedere, e che sono stati introdotti nelfimmagine da inevitabili più o meno grandi difetti di risoluzione della macchina lettrice (d'altro canto gli stessi fotografi, scru- polosi, di una volta ritoccavano le foto da loro eseguite, sebbene la lastra fo- tografica sia un mezzo di riproduzione immensamente più efficiente e risolu- Figure e concelli espressi nel presente ar- ticolo sono stali ricavati da diversi scritti; tra essi ci sentiamo di segnalare, per la chiarezza espositiva e per la organicità dei contenuti, l'opera di Raphael — Il computer che pensa Muzzio Editore, di recente pubblicazione, cui chi scrive si rifa per numerose notizie di base e per di- verse tipologie di indagine, descritte nel presente articolo. tivo di una telecamera o di un digiti- zer). La tipologia più comune d’errore è rappresentata da aree (nella maggior parte dei casi, punti) piccole bianche completamente circondate da punti neri (o viceversa, ovviamente). In que- sti casi, con buona probabilità si tratta di un errore nella lettura della immagi- ne sorgente. La macchina esegue, allo- ra, un processo di regolarizzazione della immagine oggetto, secondo alcu- ne regole che vedremo di seguito. Il ragionamento che anima il pro- cesso di omogeneizzazione dell'Imma- gine si basa sul presupposto che i pun- ti di discrepanza notati sono errori, o particolari cosi piccoli dell’oggetto da poter essere agevolmente trascurati. Processi di omogeneizzazione possono essere eseguiti con diverse procedure, più o meno efficienti, cosi riassumibi- li: — se un punto possiede luminosità superiore od inferiore a tutti quelli ad esso circostanti, esso viene «ricolora- to» in modo da assumere la luminosi- tà, rispettivamente, del più o del meno brillante dei punti ad esso adiacenti; — se un punto possiede luminosità, ancora una volta, superiore od inferio- re a tutti quelli circostanti, esso viene sostituito con un nuovo punto, la cui luminosità è la media aritmetica di quella dei punti adiacenti; — ad ogni punto spurio viene asse- gnato un valore di luminosità determi- nato da una verifica matematica delle luminosità dei punti immediatamente vicini. In questa ottica varie formule sono state proposte, tra cui è abba- stanza accurata quella proposta nel volume di Raphael, nominato di segui- to, che assegna al punto un valore di- pendente dalla somma delle due diffe- renze tra i punti a maggiore «distan- za» luminosa e quelli a minore. Si trat- ta di un'operazione, questa, abbastan- za difficile da codificare, in quanto oc- corre stabilire una scala di gradualità od almeno un limite di valori che se- gni il passaggio tra i due valori da as- segnare: zero ed uno. Qualunque sia il sistema adottato il processo di «spianamento» dell’im- magine cosi effettuato porta a varia- zioni notevoli dell’immagine. Successi- ve operazioni di regolarizzazione por- tano all'effetto contrario di quello de- siderato, vale a dire che l’immagine, piano piano, degrada ad una massa in- distinta di parti scure e chiare. Il terzo degli algoritmi citati, comunque, se ra- gionevolmente usato, porta ad una schematizzazione utile e sufficiente- mente accurata dell'immagine, che, so- vente, può portare a buoni risultati nella fase di riconoscimento. Raphael, nel volume già richiamato, evidenzia come un principio di regola- rizzazione sia utilizzato nel ben noto Life, il gioco della vita cosi caro al Giustozzi. Le regole del gioco, per chi non le ricordasse, sono: — si considera un piano (il mondo bidimensionale in cui vivono le cellule del gioco) come array di punti neri (cellule viventi) e bianchi (posti vuoti). Ogni posto vuoto che abbia 3 cellule immediatamente circostanti (negli otto posti disponibili), viene occupato da una nuova cellula ( I, o, il che è lo stes- so, da un punto nero); — ogni cellula che non sia circon- data da due o tre cellule muore (si tra- sforma in 0; spazio bianco); — tutte le modifiche descritte ven- gono operate simultaneamente sull’in- tera area. Questo algoritmo di modifica, come è noto, può portare a risultati del tutto dissimili dall'immagine di partenza; con ciò viene dimostrato che un pro- cesso automatizzato di modifica e re- golarizzazione della disposizione di punti, lungi dall'essere il toccasana, abbisogna di continua verifica da par- te di un supervisore (uomo o macchi- na) che stabilisca quando e dove fer- mare la modifica deH’immagine per evitare che il rimedio sia peggiore del male. «Life» è interessante per un altro motivo: consente cioè di verificare se esiste la possibilità che due immagini, per successivo addolcimento delle stesse siano tra loro confondibili: nel- la serie di figure c) è possibile vedere l’evoluzione della lettera di figura a) sottoposta a successivi passaggi del gioco attraverso un programma dispo- nibile su Macintosh. Il risultato finale, che vedete, ottenuto dopo 17 passaggi, mostra come ben poco sia rimasto del- l’immagine iniziale, e come questa vi sia del tutto irriconoscibile. Premesso ciò, vedremo la prossima volta come è possibile giungere ad un diverso approccio nel riconoscimento delle immagini, senza far uso di criteri di somiglianza con modelli precosti- tuiti. 192 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 COMPUTER AT COMPATIBILI COMPAT da montare secondo le configurazioni da voi richieste W AT versione PORTATILE montato e collaudato MB 8 - Scheda madre di tipo compatto (baby), Clock 6-8 Me, Con 8 slot per card aggiuntive. Installate 512K RAM espandibili a 1024. L 1.220.000 PS 8 - Alimentatore switch da 200 W di potenza. Ventola silenziosa. Ingresso 190± 240Vca, 40 ± 100Hz. L 180.000 CA 9 - Contenitore rinforzato colore chiaro. Frontale con; commutatore tastiera, tur- bo reset. Spazio frontale per due unità disco. Spazio interno per 4 unità disco. Co- perchio a slitta. L 145.000 KB 100 - Tastiera professionale estesa con 100 tasti. Feed back tattile. Kick sound. Cordone di collegamento estensibile. Regolazione dell'inclinazione.L. 180.000 CX 20 - Scheda grafica video monocromatica (Hercules) con connettore Standard RGB/TTL. Provvista anche di porta parallela per stampante. Risoluzione 720 x 348. L. 153.900 CX 25 - Scheda grafica video colori con connettore Standard RGB e connettore con uscita videocomposita adatta a monitor con ingresso video composito. Risoluzione 640 x 200 (bianco/nero) 320 x 200 (16 colori). Provvista di uscita per stampante pa- rallela. L 153.900 Chi desidera il computer AT montato e collaudato deve aggiungere al costo dei pezzi singoli la cifra di L. 90.000. LH 8 - FLoppy disk driver da 1 ,2 M byte trazione diretta. Made in Japan.L 270.000 CTRL - Controller Western Digital Scheda lunga. Può controllare 2 Hard Disk da 20 Mb e 2 floppy da 1 ,2 Mb. L 375.000 HD 5126 - Hard Disk 20 M Byte. Tempo di accesso 65 mS. Made in Japan. Garanzia 1 anno. 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PLAYER. Via F ili Vaipiani 6/A, Tel. 0543/36300 Milano. CRC ITALIA, Via Oano Papa 4/1, Tel. 02/6071515 Salerno, SACO ELETTRONICA Via Maganano 65. Tei 089/394901 Il set di istruzioni Istruzioni di stringa primo t°* e ■ In questa puntata parleremo di cosa si intende. nelVassembler dell' 8086 / 88 , con il termine di stringa ed analizzeremo le istruzioni di gestione delle stringhe. Vedremo che con tale termine non si intendono necessariamente insiemi di caratteri ASCII, così come siamo abituati lavorando con linguaggi ad alto livello. ■ Le «stringhe» Tale termine, che come detto può ingenerare confusione se paragoniamo il suo significato con quello assegnato- gli da linguaggi ad alto livello (Basic e Pascal in testa), rappresenta innanzi- tutto un generico blocco di dati, siano essi byte o word, sui quali possiamo effettuare un certo numero di opera- zioni «primitive», intendendo con quest’ultimo termine il fatto che si tratta di operazioni «basilari», «stand- ard» ed in un certo senso «irrinuncia- bili» sulle quali eventualmente co- struire operazioni più complesse. Tali operazioni sulle stringhe sono paragonabili alle quattro operazioni sui numeri, le quali sono anch'esse delle operazioni «primitive»: come per calcolare un integrale utilizziamo una opportuna sequenza di operazioni primitive su operandi «numero» cosi avremo operazioni più complesse su stringhe, ad esempio la sostituzione di tutte le occorrenze di certi dati all’in- terno di un dato blocco con altri dati di un altro blocco. Proprio quest’ultimo esempio può mostrare che le «stringhe-ad-alto-livel- lo» (quelle di caratteri ASCII, tanto per intenderci) sono solo un caso par- ticolare del più generico «blocco di dati elementari»: l’esempio infatti può benissimo riferirsi alla sostituzione, al- l’interno di un testo, di tutte le occor- renze di un certo vocabolo con un al- tro, operazione che è fondamentale in un qualunque word processor. Tra parentesi il termine «stringa», di uso ormai corrente, è una brutta ita- lianizzazione del termine inglese, «string»: con tale termine gli anglofo- ni intendono (oltre ad una ventina di altri significati, come loro solito) sia il termine «stringa» (inteso come laccio da scarpa), sia il termine «fila» (ad esempio di perle in una collana), sia appunto l’atto di infilare le perle per creare una collana. Riteniamo che gli ultimi due significati siano più vicini alla realtà rappresentata da un certo numero di caratteri o dati generici che siano, uno posto di seguito all’altro (quasi in fila indiana!), tanto è vero che ne possiamo eliminare da un certo punto in poi come estrarre uno ad uno: in questo senso non vediamo co- me un laccio da scarpa (che è il signifi- cato che diamo noi alla parola «strin- ga», anche se francamente non l’usia- mo poi spesso) possa avere qualcosa a che fare con un insieme di caratteri o dati. Comunque il termine è ormai tal- mente radicato nella terminologia cor- rente che non ci ricordiamo più del suo significato vero... Chiusa dunque questa parentesi eti- 194 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 niologica, torniamo alle «stringhe- 8086»: un singolo byte, tre word con- secutive, un intero segmento di 64K byte sono tre esempi di stringhe sulle quali possiamo appunto eseguire certe operazioni. Non importa il «contenuto» della o delle celle di memoria che costituisco- no la stringa, ma ci interessa appunto l'insieme di dati nella sua interezza, insieme sul quale e con il quale possia- mo compiere operazioni di sposta- mento di comparazione, di analisi, di caricamento e di lettura. Particolarità dell’assembler 8086/88 è quella di avere delle operazioni pri- mitive al massimo, che agiscono sul singolo elemento dell'insieme conside- rato, ma che possono essere agevol- mente estese ad un insieme molto grande di singoli elementi. Entrando più nei dettagli abbiamo visto già che possiamo lavorare su ele- menti dati da byte o word, posti in me- moria: ora a seconda se l’operazione lo richiede, si avrà in alcuni casi un blocco di dati «sorgente» ed un bloc- co di dati «destinazione». Ancor più esattamente potremo ave- re un byte o una word all'interno del gruppo sorgente ed un byte o una word all'interno del gruppo destina- zione: intuitivamente gli spostamenti e le comparazioni avranno un’entità sor- gente ed una destinazione, le analisi ed i caricamenti avranno solo entità destinazioni mentre infine le letture avranno solamente le entità sorgenti. Tutte le volte che parliamo di sor- genti e di destinazioni dobbiamo tener presente che ci riferiamo a locazioni di memoria, che come tali posseggono un indirizzo rappresentato dalla solita coppia «segment:offset»: nel caso di byte o word sorgenti, si «punterà», al- l'entità per mezzo del registro SI, in- tendendo per default che il dato si tro- va nel Data Segment (DS) corrente, mentre viceversa (e qui si scopre una prima applicazione dell’Extra Seg- ment) nel caso di byte o word destina- zione si punterà a tale dato per mezzo del registro DI (per quanto riguarda l’offset) e per mezzo dell’Extra Seg- ment (ES appunto). Bisogna sempre tenere bene a mente quest'ultima particolarità, secondo la quale il dato destinazione si trova al- l’indirizzo formato da «ES:DI», con- trapposto al dato sorgente che si trova in «(DS:)SI», dove appunto il «DS» è stato messo tra parentesi in quanto di default. Inutile dire che una dimenticanza in tal merito comporta non già un errore sintattico o di programma, ma bensì un malfunzionamento all’atto dell’ese- cuzione del nostro programma, che non funzionerà come vogliamo (ma gi- rerà comunque!) Detto dunque questo, c’è da aggiun- gere il fatto che la singola operazione primitiva sul singolo dato potrà essere ripetuta per un certo numero prefissa- to di volte: dal momento che si ha a che fare con strutture formate da più byte o word, nasce allora l’esigenza di aggiornare il puntatore, formato nel primo caso da SI e nel secondo caso da ES:D1. In entrambi i casi l'assembler ci consente un incremento o un decre- mento automatico (a nostra scelta) del puntatore, senza dover materialmente utilizzare un’istruzione di INC o di DEC, ma sfruttando un particolare flag detto di «direzione» (Direction Rag, DF), che con il suo stato indiche- rà all’istruzione di stringa se il o i pun- tatori dovranno essere incrementati o decrementati. Altra particolarità (e poi inizieremo l'analisi vera e propria delle istruzioni) è che sarà l'istruzione stessa ad indica- re se si deve operare su byte o word e perciò decidere se l'incremento o il de- cremento del puntatore deve essere di un'unità (nel caso del byte) o di due unità (nel caso di word): se infatti la- voriamo con word è ovvio che il pun- tatore deve avanzare o indietreggiare di due ogni volta altrimenti si andreb- be a puntare al byte più significativo di una word. Le Istruzioni dì strlnga-STOS Iniziamo dunque dall’istruzione più semplice, la STOS, che permette di memorizzare il contenuto dell'accu- mulatore nella cella puntata da ES:DI e cioè in una cella della nostra stringa. In particolare avremo le due istru- zioni STOSB e STOSW se rispettiva- mente il dato da inizializzare sarà un byte o una word (è questa una regola generale: la «B» finale indicherà un’o- perazione su entità byte, mentre la «W» si riferirà ad entità word): nel ca- so della STOSB sarà il contenuto di AL a finire nel byte destinazione men- tre è intuitivo che nel caso della STOSW sarà il contenuto di AX a fini- re nella word posta in ES:DI. Nel primo caso si avrà l’incremento o il decremento di DI di un’unità men- tre nel caso della STOSW il registro DI aumenterà o diminiurà di due uni- tà. Bisogna dunque ricordarsi di settare opportunamente il (lag di direzione, con le due istruzioni di cui parleremo nel prossimo paragrafo. Le due istruzioni qui viste (STOSB e STOSW) non necessitano di operandi in quanto l'assemblatore già presup- pone che i registri siano stati caricati correttamente (in caso contrario poi il programma non ci darà risultati cor- retti, pur essendo esatto sintatticamen- te...) e si può riassumere il loro com- portamento con i due schemi seguenti : Aggiungiamo che, come ogni istru- zione di caricamento che si rispetti, i flag non vengono alterati in alcun mo- do, neanche se ad esempio il valore da porre nella stringa è proprio 0. Analiz- ziamo ora un esempio nel quale sup- poniamo di voler inizializzare un byte (posto alla locazione VETTORE), con il valore 55H. Per poter sfruttare la STOSB, dob- MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 195 ASSEMBLER 8086/8088 biamo innanzitutto inizializzare l’Ex- tra Segment (ES), in modo da farlo puntare al segmento che noi vogliamo (supponiamo che VETTORE si trovi nel Data Segment corrente), poi dob- biamo caricare il registro DI con l’off- set della locazione di memoria in que- stione poi dobbiamo inizializzare l’ac- cumulatore ed infine... dobbiamo usa- re la STOSB. Un esempio di frammento di pro- gramma può essere l’esempio B. I lettori più attenti potrebbero già brontolare notando che il tutto si pote- va ottenere con una sola istruzione senza scomodare nell’ordine l’Extra Segment (ES), il registro DI, l’accumu- latore (AL) e., la STOSB: basta infatti scrivere l’istruzione: MOV VETTORE. 55H per ottenere esattamente la stessa co- sa! Evidentemente abbiamo fatto que- sto esempio solo per introdurre il con- cetto di «ripetizione» di un’istruzione di stringa. Come vedremo infatti nel seguito analizzando in dettaglio il «prefisso» REP, le due istruzioni in esame posso- no essere ripetute per un numero di volte impostato nel registro CX, ed è inutile dire che è qui che compare tut- ta la potenza di questa istruzione di stringa (e anche delle altre, come ve- dremo). Supponiamo dunque di voler azze- rare non più un byte, ma ben 64K e cioè addirittura un intero segmento, che supponiamo chiamarsi «SEG- MENTÒ»: in questo caso dovremo aggiungere a quanto fatto in preceden- za l'inizializzazione del registro CX ed il settaggio del flag di direzione. Inoltre possiamo usare l’istruzione STOSW che ci permette di azzerare una word alla volta fatto che consente di dimezzare il valore contenuto in CX e contemporaneamente di effet- tuare l’azzeramento in metà tempo. Nell’esempio C dimostriamo come possiamo azzerare un intero segmento. Non vogliamo usare la STOSW, ma vogliamo eseguire il programma con le istruzioni normali? Presto detto: lo stesso programma si può scrivere nel modo seguente: In questo caso non si scomodano al- tri registri, all’infuori di CX e DI, ma il rovescio della medaglia è nel tempo di esecuzione che è quasi il doppio che nel caso della STOSW: mentre in- fatti nel primo caso c’è solo la REP STOSW che viene eseguita ogni iterata e perciò per 32768 volte, nel secondo caso è un pacchetto di istruzioni che viene eseguito per ogni iterata. Tanto per addentrarci in un campo non ancora affrontato, cerchiamo di quantizzare in «soldoni» le durate dei due cicli magari in termini di un clock di 4.77 MHz, tipico di un PC IBM. Nel primo caso ogni istruzione «REP STOSW» richiede 6+ 10 cicli di clock per ogni iterata (6 per la REP e 10 per la STOSW) e perciò un totale di 16*32768 = 524288 cicli, che a 4.77 MHz significano circa 0.11 secondi! Pensate! un decimo di secondo per az- zerare 64K byte di RAM... Un secon- do per azzerare tutta la RAM (640K) del nostro PC! (Ma allora perchè il PC ci mette cosi tanto all’accensione? Non è questa la sede adatta: ne parle- remo nella rubrica apposita. N.d.r.). Il secondo programmino invece ri- chiede 15 cicli solo per l’istruzione di MOV, altri due cicli ne richiedono le singole INC e DEC (invece di INC DI - INC DI potevamo usare ADD DI,2 che impiega sempre 4 cicli), mentre in- fine la JNZ impiega ogni volta 8 cicli (nel caso in cui la condizione NZ è ve- rificata e nel nostro caso 32767 volte!) contro i 4 cicli dell'ultima iterata in cui non deve effettuare il salto a ritro- so: in totale abbiamo (15 + 2 + 2 + 2) * 32768 + 8 * 32767 + 4 cicli pari alla bellezza di 950268 cicli con durata di circa 0.2 secondi, come dire quasi il doppio del caso precedente... Le istruzioni CLD e STD Sono due istruzioncine semplici semplici che rispettivamente azzerano (CLD, «CLear Direction flag») e set- tano (STD, «SeT Direction flag»), il flag di direzione (DF), nel primo caso permettendo l’incremento automatico di uno o entrambi i registri puntatori DI e SI (a seconda di quale dei due sia richiesto dall'istruzione di stringa) e nel secondo caso abilitando il decre- mento automatico di DI e/o SI di una o due unità. Volete una regoletta facile facile in- ventata dal redattore della rubrica? Per ricordarsi mnemonicamente se il flag DF posto a «0» indichi un in- cremento o un decremento (non utiliz- zando molto spesso istruzioni di strin- ga capita di dimenticarsi questi piccoli particolari), invece di andare a sfoglia- re manuali (o la rivista...), allora si può aggirare l’ostacolo pensando mental- mente alla lettera «D» di CLD e STD non più relativa al «Direction flag» (la qual cosa appunto non ci è di minimo aiuto in caso di dimenticanza), ma piuttosto possiamo associare la «D» alla parola «Decrement» e cosi la CLD si può leggere come «CLear De- crement» (cancella il decremento e perciò attiva l’incremento...), mentre la STD si può leggere come «SeT Decre- ment» (setta il decremento...): sempli- ce ma efficace, non c’è che provare! L'istruzione LODS Questa istruzione è in un certo sen- so la «duale» della STOS già analizza- ta, in quanto consente di caricare nel- l'accumulatore (AL o AX) il contenu- to di una cella di memoria apparte- nente ad una stringa. In questo caso la cella è individuata a livello «offset» dal registro SI (che ricordiamo essere 196 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 ASSEMBLER 8086/8088 il «Source index») e come segment per default da DS e perciò dal seg- mento corrente contenente in genere i dati del programma. Analogamente al- la STOS, la LODS ha insito nel suo funzionamento, l’aggiornamento auto- matico del puntatore SI, il quale può essere incrementato o decrementato a seconda dello stato del (lag DF. Anche in questo caso si hanno due istruzioni distinte (LODSB e LODSW), rispettivamente riferite ad un byte e ad una word, il cui contenu- to viene posto rispettivamente in AL e AX. Anche in questo caso possiamo ve- dere quali sono le operazioni che il microprocessore compie all'atto del- l’esecuzione: in particolare si ha quan- to si vede nell'esempio E. Dal momento che le istruzioni in esame non fanno altro che caricare l'accumulatore con un dato contenuto in memoria, nel 99% dei casi non ha alcun senso effettuare la «ripetizione» dell’istruzione stessa per mezzo dell'i- struzione (o meglio «prefisso») «REP» in quanto non ha molto senso caricare in accumulatore un valore e nell'istruzione dopo caricarne un al- tro: nell’1% dei casi in cui si ha neces- sità di usare la «REP LODSB» (casi che effettivamente esistono, ma sui quali non è interessante soffermarci in questo contesto) basta sapere che la coppia di istruzioni funziona egregia- mente, come dire che é permesso ripe- tere anche le istruzioni LODS. Come tutte le istruzioni di carica- mento di registri, anche le due LODS non alterano in alcun modo i flag. L'istruzione MOVS - come spostare blocchi di memoria Siamo arrivati dunque alla MOVS, la quale è in un certo senso l'unione delle due istruzioni di stringa viste precedentemente ed è un'istruzione molto potente in quanto, unica nel suo genere consente di effettuare sposta- menti «da memoria a memoria», cosa che finora, con la semplice «MOV» non era possibile fare. In particolare anche in questo caso si può avere a che fare con dati sotto forma di byte o di word (e questo sarà deciso dalla presenza rispettivamente della lettera «B» o della lettera «W» nel nome dell'istruzione, che dunque si chiamerà MOVSB e MOVSW) e combinando la potenza di questa istruzione, che agisce sul singolo byte o sulla singola word, con la ripetibilità data dal prefisso REP, si ottiene una super-istruzione che effettua lo sposta- mento di blocchi di memoria da un certo indirizzo ad un altro. In questo caso il byte o la word sor- gente sarà indirizzata fisicamente dal- la coppia formata da DS (di default come per la LODS), e da SI (come off- set), mentre il byte o la word di desti- nazione avranno un indirizzo fisico che (è facilmente intuibile) è dato dal- la coppia formata da ES (l'Extra Seg- ment, come per la STOS) e da DI (il «Destination Index»). Ancora una volta si ha l’automatismo nell’incre- mento o decremento di entrambi i re- gistri indice. Possiamo infatti vedere nelle due ta- belline di figura F il comportamento dell’istruzione nel caso di movimento di byte e di word. In parole povere, l'istruzione MOVS trasferisce il dato puntato da DS:SI nella locazione puntata da ES:D1, ag- giornando subito dopo i due puntatori a seconda dello stato del «Direction (o Decrement...) Flag». Vogliamo ad esempio spostare 1000 byte, contenuti in un segmento, in un altro segmento, non solo «formalmen- te» (come sarebbe più semplice fare a livello assemblatore), ma soprattutto fisicamente. Supponiamo di avere due segmenti di dati, chiamati rispettivamente PAR- TENZA e ARRIVO, contenenti l'uno i 1000 byte (riempiti non ci interessa co- me) e l'altro i byte «vuoti»; il blocco inizia all'etichetta START avente un certo offset (non necessariamente nul- lo) e deve essere spostato all’etichetta BEGIN, anch'essa dotata di offset non nullo, appartenente al segmento ARRIVO. Vediamo dunque come è facile ef- fettuare lo spostamento, per mezzo del frammento di programma G. Da notare, in questo programma, che i registri SI e DI sono caricati ri- spettivamente con l’offset dell'etichet- ta START e dell’etichetta BEGIN per mezzo dell'istruzione MOV, anche se START e BEGIN appartengono l'uno al Data Segment e l'altro all'Extra Segment. C"è da dire che per velocizzare l’o- perazione (in pratica si dimezza il tem- po!) conviene caricare il valore 500 nel registro CX e pensare di trasferire word anziché byte per mezzo dell’i- struzione MOVSW: l’assembler in questo caso non genera errori di sorta in quanto si «fida» (grazie alla lettera «W») che tanto la sorgente quanto la destinazione sono dello stesso tipo e cioè word. Concludiamo questa prima parte di- cendo che anche per l'istruzione di spostamento blocchi (o stringhe, che dir si voglia) MOVS vale la constata- zione che non c’è nessuna ragione per cui i flag possano essere alterati: infat- ti il nostro buon microprocessore si guarda bene di effettuare scriteriate al- terazioni dei poveri flag. MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 197 di Andrea de Prisco MMU: stonanti rivelazioni ■ MMU sta per Memory Management Unti. Nella sua accezione più classica, una MMU serve per tradurre un indirizzo logico in un indirizzo fisico. Molte volte, per motivi di praticità, sono demandati alle MMU altri compiti sempre inerenti la gestione della memoria. Con questo articolo vedremo cosa fa la MMU aliinterno del 128. oltre naturalmente a gestire i banchi di memoria discussi alcuni numeri fa. ■ Cos’è una MMU Prima di entrare nel merito centovet- totesimo desideriamo dare alcuni chia- rimenti circa l’accezione classica di MMU. Come descritto in Appunti di Informatica di MC numero 53, i calco- latori veri dispongono del meccanismo della memoria virtuale. Ciò al fine di ottimizzare l'utilizzo della memoria fi- sica, da parte dei vari processi in ese- cuzione. Semplicisticamente parlando, per ogni programma in esecuzione non è mantenuto in memoria centrale tutto il codice e tutti i dati, ma solo un sottoin- sieme di questi necessari per l'elabora- zione in quel momento. Se un determi- nato dato o un pezzo di codice è ri- chiesto, ma non è contenuto in memo- ria, il sistema provvede a prelevarlo dalla memoria secondaria (dischi) eventualmente scaricando qualcos'al- tro per «fare posto». A causa di que- sto fatto, lo spazio di indirizzamento logico di un processo è in generale di- verso dai veri e propri indirizzi di me- moria e quindi (generalmente a tempo- di esecuzione) si rende necessario un meccanismo di traduzione (indirizzo logico|/|indirizzo fisicoj, per poter ac- cedere al dato necessario. Se ad esem- pio il calcolatore in questione imple- menta la sua memoria virtuale a pagi- ne, un processo in esecuzione potreb- be riferire un dato contenuto nella pa- gina logica 3, posizione 100. Dal mo- mento che tale pagina logica, sempre- chè sia presente in memoria, potrebbe 198 essere locata nella pagina fisica 5, l’in- dirizzo effettivo per prelevare il dato sarà pagina 5 locazione 100. Per attuare questa traduzione nel più breve tempo possibile (ogni acces- so alla memoria deve essere tradotto) tale compito è interamente demandato ad una unità specializzata interposta tra processore e memoria denominata appunto MMU. Essa riceve l'indirizzo logico dal processore, esegue imme- diatamente la traduzione in indirizzo fisico, richiede il dato alla memoria e lo invia al processore che continua l’e- laborazione normalmente, non essen- dosi accorto di nulla (per lui è stato un normale accesso in memoria). Oltre a questo, una MMU che si ri- spetti si occupa anche di smistare indi- rizzamenti a periferiche I/O memory mapped, a segnalare eventuali fault di pagina o di segmento, a gestire le in- terruzioni (questo assieme al processo- re). L’MMU del 128 L’utilizzo di una MMU nel 128 non è certamente necessaria per i motivi sopra esposti. Trova la sua ragion d'essere dato che, tutti ormai lo sanno, 11 processore di questo è capace di in- dirizzare solo 64 k, mentre la memoria disponibile tra ram e rom è molta di più. Come nel caso dei veri calcolatori, avremo che un riferimento logico ad una cella di memoria è dato dalla cop- pia (banco, posizione) mentre I'indiriz- zamento fisico... beh, quello proprio non è identificabile dato che la memo- ria fisica del 128 è sparsa per tutta la macchina sottoforma di due banchi ram da 64 k l'uno, 16 k rom del siste- ma operativo, 32 k rom del Basic -f monitor, generatore dei caratteri, me- mory mapped I/O ecc. Purtroppo, a livello hardware, non è possibile che un programma locato in un banco possa fare riferimenti ad al- tri banchi, se non comandato alla MMU una commutazione di banco. Fortunatamente al livello di sistema operativo ciò non accade essendo di- sponibili delle apposite routine che permettono di accedere a qualunque locazione di qualsiasi banco semplice- mente effettuando opportune chiama- te (cfr. MC n. 57, 128 da zero). 12 registri Per impartire ordini alla MMU. che come vedremo non si occupa solo dei banchi nudi e crudi, si utilizzano 12 re- MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 128 DA ZERO gistri mappati a partire dall'indirizzo esadecimaie SD500 del banco 15 (figu- ra 1). In quella zona, come più volte ri- petuto, è mappato l'I/O della macchi- na compreso quindi i registri per il suono, per i CIA, per il video ecc. 1 primi 5 registri della MMU sono inol- tre mappati a partire daH'indirizzo esadecimaie SFFOO di ogni banco: ciò per evitare che, una volta commutato un determinato banco di memoria, non sapremmo più come tornare in- dietro. Del primo registro, SFFOO o SD500, ne abbiamo già parlato nel numero 57, ed è li che vi rimandiamo per maggiori chiarimenti. Esso è la vera cloche di comando della memoria dato che set- tando o resettendo i suoi bit si può im- postare qualsiasi configurazione, an- che non prevista dal comando BANK del Basic. In figura 2 è mostrato tale registro e il significato dei suoi bit. I registri 1-4, locati a SD50I-SD504 del banco 14, e disponibili solo in let- tura anche a SFF01..04, servono per impostare delle preconfigurazioni di memoria, quelle che più useremo, ri- chiamabili semplicemente accedendo ai registri copia corrispondenti. Ovve- ro, una volta settate le nostre configu- razioni preferite a partire da SD501, per effettuare una commutazione sarà sufficiente accedere in scrittura nel re- gistro copia corrispondente (SFF01.. 04) ed essere cosi catapultali nella nuova configurazione di memoria. II primo dei registri non disponibili sottoforma di copia è registro Modo di Configurazione (MCR) ed è raffigu- rato in figura 3. In esso possiamo leg- gere alcune informazioni a dire il vero non troppo interessanti: ad esempio se all'accensione il tasto 40/80 colonne era premuto o meno. Il bit 0 sembra l’unico degno di nota dato che con- trolla quale processore è attualmente al lavoro (Z80 o 8502). A partire dall'indirizzo SD506 le co- se si fanno sempre più interessanti. Con questo primo registro (Registro Configurazione Ram, figura 4) è possi- bile configurare la memoria secondo altri punti di vista. Ad esempio possia- mo cambiare la ram visibile dal Video Interface Chip, (40 colonne) impostan- do il banco 1 . È cosi possibile effettua- re rapidi swap di schermo, sia in bassa che in alta risoluzione (oppure swap di sprite...) semplicemente allocando lo stesso spazio di memoria video sia nel banco 0 che nel banco 1. Per effet- tuare lo swap sarà sufficiente comuni- care alla MMU quale banco deve esse- re visibile dal VIC e il gioco è fatto. Sempre nel registro RCR troviamo la possibilità di definire aree comuni ai due banchi in testa o in coda, di di- mensioni pari a 1,4,8 o 16 k byte. Per default, come detto sempre alcuni nu- meri fa, l’area di memoria comune as- somma a 1 k, allocato a inizio memo- ria. Grazie a questo artificio, un pro- gramma giacente in una zona di me- moria comune può ordinare commuta- zioni di configurazione alla MMU senza perdere il controllo del flusso. Puntatori di pagina Tramite la MMU del 128 è possibile definire pagine (non banchi, attenzio- ne) 0 e 1 in qualsiasi punto della me- moria del 128. Come si sa, il processo- re 8502 permette alcuni modi di indi- rizzamento solo in pagina 0 mentre lo stack di sistema è sempre allocato in pagina I. Ad esempio, per spostare grosse aree di memoria, chiunque ab- bia usato solo un po' il linguaggio macchina, conoscerà il modo di indi- rizzamento: LDA ($PP), Y dove SPP è un indirizzo in pagina 0. Chi invece il linguaggio macchina lo usa spesso e volentieri, avrà notato co- me le locazioni libere in pagina 0 sono sempre poche (sono quasi tutte adope- rate dal sistema) e occorre ricorrere a vari artifizi per rubarne qualcuna in più. Utilizzando opportunamente la MMU possiamo tagliare la testa al to- ro definendo una nuova pagina 0, ad esempio a partire daH’indirizzo SI 000 e disporre cosi di 256 locazioni di tale tipo, tutte libere per noi. Ovvero, dopo aver impostato opportunamente la MMU, scrivendo: STA $03 immetteremo il contenuto dell'accu- mulatore nella locazione SI 003 e un accesso del tipo: LDA ($03), Y equivale a un LDA (S 1 003), Y addirit- tura non disponibile normalmente. Come detto prima, è possibile fare 10 stesso giochetto anche per lo stack (pagina 1) nel qual caso potremmo im- plementarne uno nuovo in qualsiasi punto della memoria. Ciò può essere utile non tanto come nuovo stack, ma come indirizzamento rapido di una qualsiasi area di memoria. Ad esem- pio per azzerare 256 byte a partire da SI 000 allochiamo li in nostro nuovo stack e, caricato nell'accumulatore il valore 0, non ci resta che dare 256 PHA per essere accontentati. Si noti che un «PHA» è ben più rapido di un normale «STA 1000, X» dato che il primo richiede 3 cicli di clock il secon- do 5. In figura 5 sono mostrati i regi- stri interessati, per la pagina 0 e 1. Le rispettive parti basse indicano la pagi- na riferita come pagina 0 o 1, mentre delle parti alte interessa solo il bit me- no significativo nel quale indicheremo se ci riferiamo al banco 0 o 1 della Attenzione a rimettere a posto stack, stack pointer e pagina 0 dopo l’uso: avremmo sicuramente effetti catastro- fici dimenticandocene. Per finire, in figura 6, è mostrato il registro Versione, nel quale possiamo leggere (!) quanti banchi ram possiede 11 nostro 128 e, addirittura!, la versione della nostra MMU. Il massimo. MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 199 128 da u ro fornai di I/O di Asnaghi Adriano - Mestre (VE) La routine presente in questa sezio- ne permette di definire i file sui quali l’utente intende operare. Per utilizzare un file in CI 28 occor- re passare alle routine specializzate il nome del file, i parametri di modo, il banco dove prelevare il nome stesso ed il banco dove prelevare (SAVE) o mettere (LOAD) il file stesso. Questi lavori sono eseguiti dalle seguenti rou- 1) Definisce il BANCO per il NO- ME e l’AREA di memoria. La routine è locata a SFF68 con sal- to a SF73F. I parametri da fornire so- Accumulatore - indice di configura- zione del banco per l’area di memoria; Reg. Y - indice di configurazione del banco per il nome del file. L’utente può anche fare a meno di utilizzare la routine se memorizza nel- le locazioni di pagina zero SC6 e SC7 rispettivamente il banco per il nome dei file e quello per l’area di memoria. 2) Definisce i PARAMETRI del file. La routine è locata a SFFBA con un salto a SF738. Essa utilizza i seguenti parametri ; Accumulatore - numero logico del file; Reg. X - indirizzo device; Reg. Y - indirizzo secondario. I valori possono essere memorizzati direttamente dall'utente nelle posizio- ni SB8, SBA e $B9 di pagina zero. Per l'indirizzo di device si ha la se- guente assegnazione: 0-3 tastiera, tape, user-port (RS- 232), screen; 4-7 printer; 8-1 1 disk drive. Per l’indirizzo secondario si devono consultare i manuali relativi ai dispo- sitivi usati. Per esempio un indirizzo secondario 0 per la stampante specifi- ca il modo upper/graphic, ecc. 3) Definisce il NOME del file. La routine è locata a SFFBD con un salto a SF731. Essa utilizza i seguenti parametri: Accumulatore - lunghezza del nome del file; Reg. X - indirizzo basso del nome del file; Reg. Y - indirizzo alto del nome del file. I valori possono essere memorizzati direttamente dall'utente nelle posizio- ni SB7, SBB e SBC di pagina zero. 4) APRE il file. La routine è locata a SFFCO con un salto indiretto a S031A che contiene l’indirizzo SEFBD. Nessun parametro è richiesto. Finché questa routine non è esegui- ta, non è possibile aprire canali di In- put o Output. 5) Apre un canale di INPUT o di OUTPUT. Esiste una routine per l’INPUT lo- cata a SFFC6 con salto indiretto a $031 E che contiene l'indirizzo SF106 ed una per l’OUTPUT locata a SFFC9 con salto relativo a S0320 che contiene l’indirizzo SF14C. 1 parametri da pas- sare sono: Reg. X - numero logico del file. Le routine ritornano un indicatore di errore nel Carry. Se esso è 0 l’opera- zione è avvenuta correttamente. 6) LEGGE un carattere dal canale di INPUT. La routine è locata a SFFCF con salto indiretto a $0324 che contiene l'indirizzo 8EF06. La routine legge un carattere del ca- nale di input definito con la routine in 5). Nessun parametro deve essere pas- sato. La routine ritorna il carattere let- to nell’Accumulatore. 7) SCRIVE un carattere nel canale di OUTPUT. La routine è locata a SFFD2 con salto indiretto a S0326 che contiene l’indirizzo SEF79. La routine manda il carattere al ca- nale di output definito con la routine in 5). Il carattere da scrivere deve esse- re passato nell’Accumulatore. Se si desidera invece mandare un carattere direttamente sul video, alla posizione corrente del cursore, basta utilizzare la routine locata a SC72D. 8) CHIUDE il file. La routine è locata a SFFC3 con sal- to indiretto a S031C che contiene l’in- dirizzo SFF18. La routine chiude il file logico il cui valore è specificato nell’Accumulato- re. La routine ritorna un indicatore di errore nel Carry. Se esso è a 0 l’opera- zione si è conclusa correttamente. 9) CARICA un file in MEMORIA. La routine è locata a SFFD5 con salto a SF265. Prima di chiamare que- sta routine devono essere definiti i banchi per il nome del file e per l'area di memoria, il numero logico del file ed il nome del file stesso. I parametri da passare alla routine sono: Reg. X - indirizzo basso dell'area di memoria dove verrà caricato il file; Reg. Y - indirizzo alto dell'area di memoria dove verrà caricato il file. Nella figura A pubblichiamo un esempio di caricamento: 10) SALVA la memoria su di un FI- LE. La routine è locata a SFFD8 con salto a SF53E. Come per la routine precedente, anche questa deve essere chiamata dopo aver definito il banco per l’area di memoria, per il nome del file, ecc. I parametri da passare alla routine Accumulatore - indirizzo di pagina zero di due byte contenenti rispettiva- mente l’indirizzo basso e alto indicanti l’indirizzo dell’inizio dell’area da sal- Reg. X - indirizzo basso della fine dell’area da salvare; Reg. Y - indirizzo alto della fine del- l’area da salvare. Nella figura B possiamo vedere un esempio di salvataggio. 200 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 V^ruppo L^istributori A^ssociati IL MIGLIOR SERVIZIO AL MIGLIOR PREZZO PRODOTTI CON GARANZIA UFFICIALE Sede: S. Martino Siccomario (Pavia) - S.S. dei giovi (ang. via Gabba) - Q 0382 - 49.94.39 COMPUTERS: . M24 - 640K RAM, 2 FDD 360K. VIDEO. TASTIERA, L. 3.450.000 . M24 • 640K RAM. ! UNITA FDD 360 K. 1 HD 20 Mb, VIDEO, TASTIERA L 4.450.000 . M24 SP ■ 640X RAM, ! FDD 360K. ! HD 20 Mb. VIDEO TASTIERA L. 5,500.000 . M28 - 5I2K RAM, 1 FDD 1.2 MI), 1 HD 20 Mb, VIDEO. TASTIERA L. 6.990.000 . M28 ■ 512K RAM, 1 FDD 1,2 Mb. 1 HD 20 Mb. VIDEO. TASTIERA. STREAMER DA 20 Mb. L. 7.980.000 . M28 ■ 5I2K RAM, 1 FDD 1.2 Mb. 1 HD 40 Mb, VIDEO, TASTIERA, STREAMER DA 20 Mb L. 9.100.000 Box espansione I floppy da 369K auioalimemaio - M28 L. 862.000 Streamer interno da 20 Mb ■ M28 L 1.912.000 Stieamet da 20 Mb in box esterno autoafimentato ■: M28 L 2.378.000 □ s PC • 256 K RAM. 2 FDD 360K. VIDEO. TASTIERA L. 2.245.000 • POC • 256 K RAM. 2 FDD 360K. VIDEOORAFICO a colori. TASTIERA L. 2.830.000 . PC-HD - 256 K RAM. 1 FDD 360K. HD 20 Mb. VIDEO. TASTIERA L, 3.493.000 . PCVHDC - 256 K RAM. 1 FDD 360K. HD 20 Mb, VIDEOGKAFICO a colon, TASTIERA t. 4.077.000 • PC+ • 640 X RAM, 2 FDD 360X, 8086, VIDEO GRAFICO, TASTIERA 1.3.078.000 . PC+/HD - 640 X RAM. 1 FDD 360X. 1 HD 20 Mb. VIDEO GRAFICO. TASTIERA l. 4.310.000 • PCAXM • 80286 6-8-10 Mhz. 640K. I FDD 1.2 Mb. VIDEO, TASTIERA 1.4.310.000 t P&AX HD2 ■ 30286 6-8-10 Mhz, 640X, 1 FDD 1,2 Mb. 1 HD 20 Mb, VIDEO. TASTIERA L. 5.724.000 • PtVAX HD4 • 80286 6-8-10 Mhz, 640K. 1 FDD 1,2 Mb, 1 HD 40 Mb. VIDEO, TASTIERA l. 7.074.000 12 MESI DI GAMMA INTEGRALE . AMIGA • ; ).'i X RAM. VIDEO a colon. TASTIERA, MOUSE L. 2.550.001 . DRIVE 3,5" • ESTERNO TECNOLOGIA TOSHIBA L. 349.001 • Dischetti da 3 5" doppia taccia (min. 50 pezzu L. 3.80 (RKhiedeted hi listai STAMPANTI: le. 120 CPS, grafica, parallela • LQ 800 F/T • 80 colonne, 180 CPS, grafica parallele 60CPSNLQ l. 1.3SO.OOO • LQ 1000 F/T • 136 colonne. 180 CPS, grafica, parallela L. 1.598.000 • LQ 2500 F/T - 136 colonne, 270 CPS, grafica, parallela fogli singoli per EX-101 . EPSON LX-86 . EPSON FX-800 • EPSON FX-1000 . EPSON FX-85 . EPSON FX-105 .EPSON EX-800 . EPSON EX-1000 . EPSON LQ-800 . EPSON LQ-2500 . 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La memoria di schermo (la screen image table) è lunga 768 byte e contie- ne il codice ASCII del carattere visua- lizzato su ciascuna delle 768 (32 per 24) posizioni dello schermo ad iniziare dalla posizione in alto a sinistra. L’i- struzione del Basic PR1NT modifica solo questa zona della VRAM ; per cui la stampa di un carattere sullo scher- mo può essere fatta anche con: VPOKE BASE <5>-»R»32»C, ASC dove R e C rappresentano la riga e la colonna ove si vuole stampare il carat- tere contenuto in AS. La pattern descriptor table contiene la definizione dei 256 caratteri ASCII (8 byte per carattere). La seguente rou- tine in Basic ridefinisce il carattere 65 (A): La color table è lunga 32 byte; ogni byte definisce il colore di un gruppo di 8 caratteri: il nybble più significati- vo rappresenta il colore del primo pia- no, mentre il nybble meno significati- vo rappresenta il colore dello sfondo. Ad esempio possiamo cambiare il co- lore della lettera A (e di tutti i caratteri con codici ASCII compresi tra 64 e 71) in rosso con sfondo celeste con: VPOKE BASE<6>»65\B.&H67 Non a caso in Basic queste 3 «ta- ble» hanno lo stesso inizio anche in screen 2; questo permette alcuni truc- chi di programmazione quali l’uso del- le istruzioni tipicamente grafiche (co- me LINE e CIRCLE) anche in screen 1. Queste istruzioni, modificando solo la pattern descriptor table, consentono un diverso modo di ridefinire i caratte- ri. Provate a ridefinire la lettera A con il seguente programmino: 70 POKE E.HFCAF . I Le prime 3 linee cancellano il pat- tern della lettera A; nella linea 40 la locazione di memoria OFCAFH (SCRMOD), che contiene l’attuale screen, viene modificata per «inganna- re» il Basic e fargli credere di trovarci in screen 2; l’istruzione PSET (8,24) serve per posizionare il cursore grafico nella parte bassa a sinistra della lettera A. MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 203 MISTER MSX Lo Screen 2 Lo screen 2 presenta molte analogie con lo screen 1, e pur essendo uno screen grafico è organizzato come uno screen di testo: infatti può pensarsi composto di 32 colonne e 24 righe ed i codici ASCII dei 768 caratteri visua- lizzati sono contenuti nella screen image table. Come in screen I ad ogni carattere corrispondono 8 byte nella pattern descriptor table, che rappre- sentano appunto il pattern del caratte- re. A differenza dello screen 1 abbia- mo però la possibilità di definire i pat- tern di 768 caratteri diversi, e, poiché i caratteri ASCII sono solo 256, lo schermo è immaginato diviso in 3 par- ti, ognuna delle quali ha un suo gene- ratore di caratteri. In pratica nella pattern descriptor table (che è lunga 6K) i primi 2K sono i pattern dei caratteri visualizzati nelle prime 8 righe dello schermo, i succes- sivi 2K sono i pattern dei caratteri vi- sualizzati nelle 8 righe centrali, ed infi- ne gli ultimi 2K rappresentano i pat- tern dei caratteri visualizzati nelle ulti- me 8 righe dello schermo. Ad ogni byte della pattern descrip- tor table (che definisce 8 punti del ca- rattere) corrisponde un byte nella co- lor table: il nybble più significativo definisce il colore dei pixel 'on', men- tre il nybble meno significativo rap- presenta il colore dei pixel 'off. Ad esempio se il primo byte della pattern descriptor table è 010I0000B e il pri- mo byte della color table è 2FH, il co- lore del secondo e del quarto punto sarà verde (codice 2) mentre gli altri punti saranno bianchi (codice 15). Di qui la limitazione per cui si possono avere solo 2 colori diversi per ogni 8 punti. La maniera più semplice di usare questo screen è di inizializzare la scre- en image table con i numeri da 0 a 255, nell’ordine, ripetuti 3 volte; in questo modo il tracciamento di un punto consiste solo nel modificare un byte nella pattern descriptor table ed, eventualmente, anche il corrisponden- te byte nella color table. Supponendo che la pattern descriptor table inizi da 0 (come è di default), per ricercare il byte ed il bit da modificare si possono utilizzare le seguenti formule: (dove X e Y rappresentano le coordi- nate del punto). Anche se non è usuale vi è la possi- bilità di gestire lo screen 2 in modo le- sto, in maniera analoga allo screen 1, ma sfruttando le sue migliori caratteri- stiche. Con le istruzioni: IO SCREEN I ^ entriamo in screen 2 senza che il Basic se ne accorga. Dobbiamo, a questo punto, inizializzare i generatori di ca- ratteri : Inizializziamo poi la color table: Ci troviamo, ora, in un ambiente si- mile a quello che si ha in screen I ; in più abbiamo la possibilità di definire 3 differenti set di caratteri, attivi ognuno nella propria porzione di schermo, (ed è quello che fa, fra gli altri, PRINT X PRESS della Anglosoft) o di definire addirittura caratteri multicolor. Per i più scettici valga il seguente esempio: Lo Screen 3 In screen 3 (modo multicolor) lo schermo è diviso in 48 righe e 64 co- lonne; ognuno dei 3072 elementi («box») è composto di 4 per 4 pixel. La screen image table è lunga, ap- punto, 3072 byte e deve essere inizia- lizzata nel seguente modo: i primi 128 byte devono contenere i numeri da 0 a 31 ripetuti 4 volte; i successivi 128 by- te devono contenere i numeri da 32 a 63 ripetuti sempre 4 volte; e cosi fino agli ultimi 128 byte che devono conte- nere i numeri da 160 a 191 ripetuti 4 volte. La pattern descriptor table, inve- ce dei pattern, contiene i colori: ogni byte descrive il colore di 2 box adia- centi; il nybble più significativo con- tiene il colore del box di sinistra, men- tre il nybble meno significativo contie- ne il colore del box di destra. I primi 8 byte definiscono il colore delle prime 8 coppie di box poste nelle prime 8 ri- ghe; i successivi 8 byte definiscono il colore delle successive 8 coppie di box poste sempre nelle prime 8 righe; e co- si di seguito. La color table non viene usata, in apparente contrasto con la tabella pubblicata sulla prima parte di questa serie di articoli sul video. In fatto di complicazione lo screen 3 ci fa sembrare banale tutto quello che abbiamo visto in precedenza, ma per fortuna, come al solito, ci sono le routine del BIOS che ci danno un vali- do aiuto. Le routine del Bios Dopo l'ampia carrellata delle routi- ne del BIOS presentata nello scorso numero, continuiamo l'elenco di quel- le mancanti, cioè quelle relative agli screen grafici. Tutte queste routine che verranno illustrate in seguito lavorano in tutti gli screen grafici, anche quelli degli MSX2. 010EH (SCALXY): Controlla che le coordinate del pun- to abbiano un valore corretto; se que- ste hanno un valore superiore al valo- re massimo, quest'ultimo viene asse- gnato ad esse; se hanno un valore ne- gativo, vengono poste a zero. Se siamo in screen 3 le coordinate vengono an- che divise per 4. In ingresso BC e DE devono contenere le coordinate X e Y; in uscita BC e DE contengono le coor- dinate corrette. Se una delle coordina- te è al di fuori del campo permesso, il flag di carry viene cancellato, altri- menti viene settato. I registri AF, BC e DE sono alterati. 01 11H (MAPXYC): Questa routine serve per calcolare l’indirizzo in VRAM del pixel definito dalle coordinate contenute in BC (X) e DE (Y). In screen 3 le coordinate deb- bono essere comprese tra 0 e 47 (riga) e 0 e 63 (colonna), per cui è conve- niente chiamare prima la precedente routine (SCALXY) per correggere le coordinate. In uscita l’indirizzo del by- te da modificare viene posto nei 2 byte a 0F92AH (CLOC) con il byte meno significativo per primo. Inoltre la loca- zione di memoria 0F92CH (CMASK) rappresenta la posizione del bit all'in- terno del byte, nel senso che tale bit viene posto ad 1 : quindi se il pixel è rappresentato dal bit 3 del byte. CMASK conterrà 8 (0001000B). In screen 3, dove ogni box è composto di 4 pixel, vengono settati tutti e 4 i bit che compongono il nybble; per cui, se il box di sinistra è quello interessato, CMASK conterrà I1110000B. I regi- stri AF, D e HL vengono modificati. In pratica questa routine posiziona il cursore grafico senza disegnare il punto. 01 14H (FETCHC) e 0117H (STOREC): La prima routine riporta il contenu- to di CLOC in HL ed il contenuto di CMASK nell’accumulatore. La secon- da fa l’operazione inversa, cioè memo- rizza il contenuto di HL e di A in CLOC e in CMASK. 011DH (READC): Riporta nell’accumulatore il colore del pixel indirizzato, come al solito, da CLOC e CMASK, ed è equivalente al- l’istruzione Basic POINT. Col seguen- te esempio leggiamo il colore del pun- to di coordinate (100, 120): 204 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 MISTER MSX Questa routine abilita gli interrupt. 0120H (SETC): Disegna un punto indirizzato da CLOC e CMASK, assumendo come colore il contenuto della locazione di memoria 0F3F2H (ATRBYT). Date le limitazioni dello screen 2, vengono modificati anche i colori di tutti gli al- tri pixel, definiti dallo stesso byte, che si trovano nelle stesse condizioni (cioè che sono ugualmente 0 o 1). Viene mo- dificalo solo AF e gli interrupt sono abilitati. OOFCH (RIGHTC) e OOFFH (LETTO): Spostano il cursore grafico di un pi- xel a destra (la prima) o a sinistra (la seconda), modificando di conseguen- za il contenuto di CLOC e CMASK. Queste routine non controllano se ci troviamo già al margine (destro o sini- stro) dello schermo; per cui, se ci tro- viamo al margine destro, richiamando RIGHTC il cursore verrà posizionato al margine sinistro della riga successi- va. In screen 3 il cursore grafico è mosso di un box. 0102H (UPC) e 0108H (DOWNC): Queste routine spostano il cursore grafico rispettivamente in alto e in basso. Se per effetto di questo sposta- mento il cursore si trovasse al di fuori dello schermo, la posizione del curso- re rimane invariata. 0105H (TU PC) e 010BH (TDOWNC): Sono analoghe alle 2 precedenti, con l'unica differenza che, se il curso- re si trova al bordo superiore o inferio- re dello schermo, il flag di carry viene settato, altrimenti questo flag è resetta- to. 0123H (NSETCX): Traccia N punti a destra del cursore grafico: il numero dei punti da traccia- re deve essere contenuto in HL, men- tre il colore è definito da ATRBYT. In screen 2 la posizione del cursore rima- ne invariata, mentre in screen 3 il cur- sore è posto un box a sinistra dell'ulti- mo box disegnato. Modifica AF, BC, DE, HL e gli interrupt vengono abili- tati. 0I29H (PNTINI): Routine di inizializzazione dell’i- struzione Basic PAINT, la cui unica funzione è quella di controllare che il colore del bordo dell'area da riempire sia inferiore a 16; in caso positivo il colore, contenuto nell'accumulatore, viene memorizzato in 0FCB2H (BDRATR). Se il contenuto dell'accu- mulatore è maggiore di 15 viene setta- to il flag di carry. Se ci troviamo in screen 2 il colore dell’area da riempire (ATRBYT) viene ricopiato in BDRATR, aggiungendo una ulteriore limitazione. 012CH (SCANR): È una delle routine usate per riem- pire una figura. A partire dalla posi- zione del cursore controlla tutti i punti a destra sino al raggiungimento del bordo della figura (BDRATR) o del margine destro dello schermo, quindi traccia una linea (del colore in ATRBYT) composta dal numero dei punti controllati. Se il cursore si trova già su un punto che ha il colore del bordo questa routine si comporta in maniera differente dall’istruzione Ba- sic PAINT (che non riempirebbe nien- te), ma controlla N punti a destra fino a che non trova un punto di colore dif- ferente dal bordo; il numero N (skip count) deve essere contenuto in DE. Inoltre il riempimento della linea con- trollata dipende dal contenuto di B: se è zero la linea non viene tracciata. Il numero dei punti controllati viene sal- vato in 0F867H (FILNAM+1). Que- sta routine modifica AF, BC, DE, HL ed abilita gli interrupt. Nel seguente esempio viene dise- gnata una cornice massiccia bianca, viene posizionato il cursore sul bordo e x infine, l'area interna viene riempita di rosso; quest'ultime due cose sono evidentemente impossibili da fare con la sola istruzione del Basic PAINT. La linea 180 contiene le seguenti istruzioni in linguaggio macchina: 012FH (SCANL): Routine analoga alla precedente, controlla i punti a sinistra del cursore. A differenza di SCANR non richiede parametri in ingresso, dato che non ammette lo skip count e dato che i punti controllati vengono in ogni caso tracciati. In screen 2 (e in screen 4 su- gli MSX2) questa routine, oltre a trac- ciare una linea a sinistra del cursore, traccia anche una linea, a destra del cursore, composta del numero di punti contenuti in FILNAM+1: segno evi- dente che l'istruzione del Basic PAINT richiama prima SCANR, sen- za fargli tracciare la linea, e poi richia- ma SCANL che provvede a disegnare la linea intera. Vediamo un esempio di uso di questa routine in A. Questa routine modifica AF, BC, DE, HL ed abilita gli interrupt. 008DH (GRPPRT): Stampa il carattere contenuto nel- l'accumulatore su uno schermo grafi- co. La posizione in cui avviene la stampa è definita dalle 2 coppie di by- te in 0FCB7H (GRPACX) e 0FCB9H (GRPACY). Provate l’esempio B. Come si poteva intuire dall'esem- pio, questa routine abilita gli interrupt e non modifica alcun registro. E usuale vedere programmi Basic che posizionano il cursore grafico, per la successiva stampa di una stringa, con l'istruzione PSET, con la conse- guente comparsa di un antiestetico punto all'inizio del primo carattere. Questo problema si può risolvere facil- mente «pokando» le coordinate del punto in GRPACX e GRPACY. E con questo abbiamo veramente terminato con il video. L’appuntamen- to è fra un mese con un nuovo argo- mento. ////ss. 205 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 / ( omandi esterni Abbiamo analizzato in dettaglio nel- le scorse puntate i vari comandi inter- ni dell'MS-DOS, intendendo con il termine «interni» il fatto che i coman- di in questione sono inglobati nel file che costituisce il sistema operativo stesso: dato che quest'ultimo viene ca- ricato in memoria all’atto del boot- strap, ecco che l'esecuzione di tali co- mandi è immediata. Viceversa abbiamo già detto che esi- stono i cosiddetti comandi «esterni», nel senso che pur facendo parte del corredo dell’MS-DOS, sono presenti nel dischetto di sistema come file a parte, da caricare ogni volta che ne sorga la necessità e che fatalmente vengono cancellati per sovrapposizio- ne da parte di altri programmi: come meccanismo di gestione si vede che si tratta di programmi veri e propri come quelli che possiamo generare noi con un compilatore. Per analizzare meglio questi coman- di esterni li abbiamo suddivisi in quat- tro gruppi, da analizzare uno ogni puntata della rubrica, a seconda dello scopo che tali comandi si prefiggono: COMANDI ESTERNI disk directory utility filter backup assign exe2bin find chkdsk attrib link more diskcopy join mode sort format share print recover restore subst sys In questa puntata dunque analizze- remo in dettaglio i comandi apparte- nenti al primo gruppo e che si riferi- scono a routine di gestione dei di- schetti. A dispetto dell’ordine riportato nel- la tabellina precedente, che è pura- mente alfabetico, andiamo ad analiz- zare dapprima il comando CHKDSK, che già abbiamo incontrato nel nume- ro 60 di MC. I comandi esterni - chkdsk Si tratta di un comando che consen- te di effettuare l’analisi di un dischetto individuandone gli errori, che in alcu- ni casi possono anche essere corretti e come aggiunta fornisce la qualità di memoria esistente nel nostro compu- ter e quanta ne abbiamo a disposizio- ne per i nostri programmi: ricordiamo- ci sempre che il sistema operativo oc- cupa spazio cosi come lo fa la zona di dati utilizzati dall'MS-DOS e dal firm- ware (il BIOS residente su di una EPROM). Chi sperasse ancora di avere tutti e 640k byte (o 512k o 256k a seconda delle «non-espansioni») a disposizio- ne per i propri programmi forse rimar- rà deluso, ma questa è la legge... Vediamo dunque per cominciare quale è la sintassi del comando in esa- me: dove come al solito abbiamo posto tra parentesi quadre ciò che può anche non essere impostato. In particolare il comando «chkdsk», da solo o con l'aggiunta di una certa unità a dischi, fornisce l'in- dicazione completa dell’utilizzazione dei 360k byte del dischetto, suddivisi tra byte occupati da file, da directory e subdirectory, dal sistema operativo e a disposizione dell’utente. Vediamo ad esempio che cosa ci mostra il comando chkdsk a: sapendo che ci troviamo nel disco vir- tuale «C:» ampio 360k byte e sapendo che in «A:» c’è il ben noto Wordstar con i suoi file di appoggio più qualche altro file: 206 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 I TRUCCHI DELL'MS-DOS È molto semplice comprendere il si- gnificato delle varie voci dell’elenco riportato da chkdsk: notiamo che ad esempio il nome del volume può esse- re ampio fino ad 1 1 caratteri e se è in- feriore (nel nostro caso 8) allora viene riempito di «blank»; la data di crea- zione in realtà non è quella vera, così come accade quando si creano file nuovi, a meno di non disporre di un «reai time clock» all'interno del com- puter o di avere la pazienza di aggior- nare data e ora ogni volta che accen- diamo o resettiamo il computer. Infine i «pochi» byte a disposizione (chi s'è «mangiato» i 400k e passa by- te?!) sono dovuti al fatto che è stato creato appunto un disco virtuale da 360k byte sul quale di solito copiamo il Wordstar: tra l'altro il nostro benea- mato word processor diventa vera- mente più veloce («una scheggia» co- me si dice nella capitale) dal momento che gli accessi al disco in memoria so- no di gran lunga più veloci che non quelli da dischetto. Tornando alla sintassi del comando in esame, la voce «» si riferisce al path completo di un certo file che possiamo controllare (si parla di «path», lo ricordiamo, in quanto non necessariamente il file in esame si trova nella directory principale, ma potrà trovarsi in una sotto-directory): in particolare viene analizzato se il file in esame è allocato nel dischetto in settori contigui, fatto che ne snellisce la gestione durante il caricamento ed il generale in tutte le operazioni da e verso il disco. Ad esempio con il comando chkdsk a:wsv si ottiene, oltre alla tabellina già vista, l'analisi di eventuali errori riscontrati nel file esaminato: >lu»e UORDSTBR creato 1 Jan 1980 0 : Ecco dunque l'indicazione che il fi- le WS.COM contiene 2 blocchi di set- tori non contigui, il che comporta co- me visto un rallentamento nelle opera- zioni da e verso il disco. Lo switch «/V» consente di visua- lizzare i messaggi inviati dal comando in questione man mano che vengono generati e si ottiene un output più completo. Noi abbiamo provato ad inviare il comando chkdsk a:-.- N per analizzare tutti i file del disco ed abbiamo ottenuto: Vediamo dunque che in questo caso vengono visualizzati tutti i file presenti nel disco, compresi quelli «hidden» («nascosti») quali «IBMBIOS.COM» e «IBMDOS.COM», come pure il «fi- le» WORDSTAR che altro non è, in- vece, che il nome del volume o disco che dir si voglia. Se fossero state presenti delle sotto- directory, allora avremmo visto sia l’indicazione dell'«indirizzario» (chis- sà che lingua è?!) che dei file ad esso appartenenti. Per ovviare infine all'inconveniente dei file con blocchi non contigui, con- sigliamo di copiare l'intero dischetto su di un altro appena formattato e an- cora vuoto, per mezzo dell'ovvio co- mando copy b: il quale generalmente permette di otte- nere in «b:» tutti i file allocati in setto- ri contigui. La frammentazione, per chi volesse scendere più nei dettagli, è causata ad esempio dalla cancellazione di un file e la successiva scrittura di un nuovo fi- le di ampiezza maggiore del preceden- te: in tal caso il sistema operativo allo- ca nella zona occupata dal file cancel- lato una parte del nuovo file, mentre la parte rimanente la alloca nella pri- ma zona libera che trova, magari qual- che traccia più in là. Peggio si ha se in un dischetto can- celliamo alcuni file piccoli qua e là (ri- ducendo il disco ad una sorta di «co- labrodo logico») e poi andiamo a scri- verci sopra un file molto grande: que- st'ultimo andrà a sistemarsi proprio nei buchi del colabrodo... Lasciamo immaginare al lettore co- sa succede in ogni istante in un hard- disk, senza che nemmeno ce ne rendia- mo conto. Ci rimane da analizzare il significa- to dello switch «/f»: la «f» sta per «fix» e cioè consente di correggere gli eventuali errori trovati nella directory. In questo caso il comando fa si che venga emesso un apposito messaggio diagnostico, a cui segue in alcuni casi la correzione dell’errore, anch’essa se- gnalata da un altro messaggio, mentre in altri viene lasciato all’utente il com- pito di effettuare la correzione (di soli- to si tratta di errata indicazione della directory o del file o della subdirecto- ry)- Non spingiamo ulteriormente 1 ana- lisi dei casi in cui «chkdsk» effettua la correzione, in quanto dovremmo pri- ma parlare della struttura fisica del di- schetto : se ne riparlerà senz’altro e più in dettaglio in una prossima puntata (è una promessa!). I comandi esterni - format Ecco un comando molto ben noto e perciò utilizzato tutte le volte in cui dobbiamo formattare un dischetto ver- gine. E un comando anche ben noto per i suoi effetti disastrosi su dischetti vice- versa contenenti il nostro miglior soft- ware oppure (peggio...) sul nostro «Winchester» (alias hard disk) che conteneva anni di sudato lavoro. Nella sua versione originaria di for- mattatore (e non in quella successiva di distruttore) il comando «format» ha la seguente sintassi format [l [/o] [/v] [/s] dove il termine «drive» consente ov- viamente di formattare il dischetto po- sto in quel «drive». Il primo switch, «/o», è praticamen- te sconosciuto perché di pochissima utilità, in quanto permette al program- matore di formattare un dischetto se- condo i dettami della versione l.x del- l'MS-DOS, seppur ancor compatibile con le versioni 1.25 e 2.00: abbiamo detto che è praticamente inutile come switch in quanto le vecchie versioni del DOS non brillavano certo per ve- locità di accesso a dati registrati su di- sco (e questo lo diciamo «per sentito dire» in quanto non abbiamo vera- mente mai fatto la prova...) e poi il co- MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 207 TRUCCHI DELL'MS-DOS mando stesso è in questo caso ancora più lento del solito. Il secondo switch, «/v», permette di inserire un nome per il volume o di- schetto che sia, impostandolo dopo che si ha un apposito prompt da parte del programma: sappiamo già che il nome del volume può avere al massi- mo 1 1 caratteri, mentre è divertente vedere che nella versione italiana (che per pietà non riportiamo...) il prompt di richiesta è cosi lungo da lasciare so- lo qualche spazio per il nome da im- postare dopodiché il cursore va a ca- po, lasciando le prime volte nel dub- bio se è stato accettato tutto il nome intero oppure solo la prima parte. Comunque, estetica a parte, il nome viene preso per intero, ma certo basta- va aggiungere un «return - line feed» al prompt per avere un output appena decente. Il terzo switch, «/s», infine istruisce il programma «format» di copiare i fi- le del sistema operativo dal dischetto di default a quello appena formattato, dopodiché visualizza una tabellina do- ve sono indicati i byte presenti sul di- sco, quelli utilizzati dal sistema opera- tivo, quelli eventualmente appartenen- ti a tracce o settori difettosi e quelli ri- masti liberi per l'utilizzatore. Nel caso che compaiano dei byte inutilizzabili per errore di formattazio- ne (ed in genere sono sempre in quan- tità pari a multipli di 512 byte), allora conviene tentare una nuova formatta- zione e solo in caso di nuova segnala- zione di settori non utilizzabili, con- viene scrivere sull'etichetta del di- schetto che in esso ci sono meno byte utilizzabili. I comandi esterni - diskcopy Si tratta del comando esterno che consente di ricopiare totalmente un di- schetto in un altro, che deve già essere formattato: è tutto sommato pratica- mente inutile in quanto non aggiunge altro al comando «copy *.*» se non l'eliminazione della viceversa utile in- dicazione del file appena copiato, a vantaggio di una maggiore velocità di esecuzione. Inoltre poi il comando «diskcopy» (che non prevede altri parametri che il drive di partenza e quello di arrivo) ef- fettua la copia intera di un disco «per- fettamente MS-DOS» e perciò non serve per copiare i dischetti protetti ed in genere «formattati in maniera stra- na» (vedi i vari giochi, i pacchetti ap- plicativi tipo Lotus, Symphony, ecc., ecc.) per i quali esistono una ventina tra copiatori-sbloccalori-sprotettori- convertitori, continuamente aggiornati ed in grado di «sproteggere» qualsiasi software. Nei rari casi in cui il «diskcopy» riuscisse poi a copiare un disco protet- to allora il programma nel 99,99% dei casi non girerà mai... I comandi esterni - recover Questo programma è, «sulla carta», un’utility che permette di recuperare un file o addirittura un intero dischet- to contenente settori rovinati, rispetti- vamente indicando come parametro il «pathname» del file oppure il nome dell'unità dove poniamo il dischetto da recuperare. Dicevamo che «sulla carta» fa quanto detto, mentre in realtà, se non si dispone di un manuale in cui è spie- gato meglio il suo meccanismo, si ri- schia di rovinare definitivamente un dischetto, nel senso che ora tutti i no- stri file si chiameranno «fileOOO», «fi- leOOl », «file002» ecc. e tanto valeva che li chiamasse «vattelapesca», «ti- zio», «caio», «sempronio» o, perché no, l'onnipresente «pippo» in quanto poi anche la lunghezza dei file stessi non corrisponde più in alcuni casi a quella dei file originari. Questo lo diciamo per esperienza vissuta ed allora consigliamo, in casi in cui si ha il sospetto che uno o più fi- le siano rovinati, di rivolgersi al più vi- cino amico o collega dotato anche lui dello stesso dischetto! Se il consiglio non vi sembra attua- bile oppure troppo semplicistico, allo- ra possiamo consigliare l'uso di una serie di «Utilities» (con la «U» maiu- scola, è proprio il caso!) reclamizzate e reperibili ovunque, le quali permet- tono di compiere salvataggi a tutti i li- velli: se ancora non avete capito di quali utility si tratta, ve ne citiamo l’autore, il ben noto Peter Norton. Non credano i lettori che questa sorta di pubblicità ci venga pagata: è soltanto «dare a Cesare quel che è di Cesare» riconoscendo le qualità di un prodotto in paragone alle caratteristi- che (è il caso di dire) «vecchiotte» di un prodotto anche lui «vecchiotto». Con questo abbandoniamo il co- mando «recover» e passiamo oltre. I comandi esterni backup e restore Abbiamo riunito i due comandi «backup» e «restore» in quanto tutti e due, chi in un verso e chi nell'altro, consentono di effettuare il salvataggio (backup) di un hard disk su floppy disk ed il ripristino (restore) da questi ultimi all’hard disk: anche i parametri ed in particolare gli switch saranno simmetrici nell’uno e nell'altro coman- do. Iniziamo dunque da «backup» la cui sintassi è indicata nella figura E, dove i vari parametri e switch hanno il seguente significato: — il primo «drive:» unito al «pa- thname» rappresenta l'hard disk da cui si vuole effettuare il back-up del o dei file indicati appunto dal path; — il secondo «drive:» è viceversa il nome dell'unità a dischi che ospiterà il dischetto di back-up: a meno che non sia usato Io switch «/a» (vedi dopo), i file presenti sul dischetto di destina- zione verranno cancellati: — lo switch «/s» («subdirectory») consente di effettuare il back-up an- che delle sub-directory oltre che dei fi- le indicati: — lo switch «/m» («modified») in- forma il comando di effettuare il back- up soltanto dei file che sono stati cam- biati dall'ultimo salvataggio: vedremo in seguito, con Io switch «/l», in quale modo il sistema «ricordi» quali file erano stati salvati e quali no: — lo switch «/a» («append») inve- ce consente, all'atto del salvataggio dei file dall'hard disk, di lasciare inal- terati i file già presenti nel dischetto di destinazione, esplicando cosi una fun- zione di «append»; — lo switch «/p» («pack») serve ad impacchettare più file possibili al- l’interno del dischetto di destinazione: addirittura in ultima analisi crea una sottodirectory nuova sul dischetto di destinazione, se è l'unica possibilità di riempire tale dischetto. Curioso, no?! — lo switch «/d» («date») è molto utile per far eseguire il back-up dei file che erano stati modificati a partire da una certa data: da qui sorge la necessi- tà di avere un «reai lime clock» all'in- terno del computer altrimenti questo sotto-comando cosi potente risulta praticamente inutilizzabile se non ab- biamo avuto l'accortezza di settare la data di sistema con l’apposito coman- do «date»; — lo swicth «/t» («time») è analo- go al precedente solo che effettua il back-up dei soli file modificati in un istante successivo a quello dato: valgo- no per questo switch le medesime con- siderazioni di quello precedente; — lo switch «/l» («log») consente di creare nella root directory dell’hard disk un file «di log» (il cui nome è eventualmente specificato oppure è BACKUP.LOG), contenente le infor- mazioni salienti riguardo il back-up in corso. 208 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 I TRUCCHI DELL'MS-DOS In particolare la prima linea riporta la data e l'ora del back-up e le linee successive riportano il nome del file salvato ed il numero del floppy disk su cui è stato salvato: è inutile dire che questa informazione è di fondamenta- le importanza allorché andremo ad ef- fettuare la «restore» (vedi dopo) del file in esame, direttamente dal dischet- to che contiene il file, senza doverlo cercare tra tutti i dischetti. C’è da ag- giungere che se il file di «log» (avente il nome definito da noi oppure «back- up.log») già era esistente, allora il no- stro comando si guarderà bene dal di- struggerlo (vista l'utilità delle informa- zioni in esso riportate), ma semplice- mente aggiungerà in coda le successi- ve informazioni relative al back-up in corso. Parlando ora del comando «resto- re» vedremo molte analogie con il co- mando «backup»: in particolare alcu- ni switch avranno un significato «dua- le» rispetto ai precedenti. La sintassi del comando è indicata nella figura F, dove i parametri hanno il seguente significato: — il primo «drive:» è il nome dell’u- nità contenente il dischetto di back- up: — il secondo «drive:» e l’eventuale «pathname» rappresentano l’indica- zione dell'unità hard disk e del file che vogliamo recuperare; — Io switch «/s» («subdirecto- ries») -consente il recupero anche delle sotto-directory oltre che dei file; — lo switch «/p » («permission») non è il duale del precedente, ma vice- versa fa si che, se il file corrente da re- cuperare è di tipo «hidden» o «read- only», venga emesso un prompt richie- dente il consenso al recupero del file; — lo switch «/b» («before») effet- tua il «restore» dei file che sono stati modificati «prima» di una certa data specificata; — lo switch «/a» («after») invece serve per ripristinare i file modificati solo «dopo» una certa data, anch'essa da specificare; — lo switch «/e» («earlier») è l’a- nalogo allo switch «/b», solo che è ri- ferito ad un istante di tempo e non ad una data: il salvataggio avviene solo per i file modificati «prima» di quell’i- stante indicato. Che sciccheria! — lo switch «/l» («later») è analo- go al precedente, ma relativo stavolta ai file modificati «dopo» il dato istan- te di tempo; — lo switch «/m» («modified») in- vece effettua il recupero dei file che erano stati modificati a partire dall'ul- timo salvataggio (e qui ritorna in ballo l’utilissimo file di «log»); — Io switch «/n» («no longer») in- fine permette di restorare solo quei fi- le che non esistono più sul Winchester, in quanto erano stati cancellati a parti- re dall’ultimo back-up: è in fondo pro- prio questo il motivo per cui usiamo il comando «restore», o no?! Infine diciamo che il comando «re- store», caso alquanto raro per i pro- grammi in genere, come ultimo atto al termine dell'esecuzione setta il para- metro di sistema «ERRORLEVEL» a seconda di quanto è successo nel cor- so dell'esecuzione. Si hanno i seguenti valori: Valore Significato 0 operazione terminata correttamente 1 il o i file indicati nel comando non sono stati trovati 2 Il comando è stato interrotto dall'utente 3 il comando è stato interrotto a causa di un errore Con questo abbiamo terminato l'a- nalisi del primo lotto di comandi esterni. F.M. STEREO MB4DIO CITM'UNO TERNI 105 Mhz ROMA 97,5 Mhz - 98,8 Mhz VITERBO 97,4 Mhz LA TUA ROCK STATION CON QUALCHE STRAPPO ALLA REGOLA Via di Vigna Stelluti, 23 - 00191 Roma - Tel. 06/3272997 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 209 QUALITÀ DELL'ENERGIA QUALITÀ DELLA VITA L’ENEL, si è posto all'avanguardia, in ambito europeo, per quanto concerne il rispetto dell’ambiente, nella produzione di energia elettrica con centrali termoelettriche Nelle nuove centrali policombustibili, l’ENEL produrrà ener- gia elettrica secondo norme che si è autoimposto e che an- ticipano le direttive che la CEE, è previsto, dovrebbe appro- vare in futuro per le “Centrali pulite” Anche nelle centrali in fase di conversione (da petrolio a carbone), si avrà una drastica riduzione delle emissioni in- quinanti che si ridurranno a meno di un terzo rispetto ai va- lori che si avevano prima della trasformazione ENEL a cura di Valter Di Dio In attesa dei programmi per il nuovo nato llgs (attesa che si prospetta molto più breve del previsto) andiamo avanti con il software «tradizionale». Il primo programma permette di stampare le eti- chette per le cassette audio e quindi, con qualche modifica, può essere usato an- che per le videocassette. Il secondo programma è un semplice Shell/Metzner, ma accompagnato dal classico BubbleSort e dall'HeapSort; tutti in Basic, e con una tabella di con- fronto. A proposito della valutazione dei tem- pi di lavoro di un programma di Sort spesso non basta valutare quanto impie- gano ad ordinare un vettore di stringhe generate a caso, ma si deve calcolare la velocità per tre tipi di vettore: 1) Vettore già ordinato (il Bubble è il più veloce): 2) Vettore in ordine inverso (se ne ve- dono delle belle!): 3) Vettore disordinato; 4) Vettore parzialmente ordinato (9096): 5) Vettore parzialmente ordinato al contrario. Il più delle volle conviene utilizzare metodi di Sort diversi a seconda delle condizioni dell'archivio, uno dei Sort più veloci in generale è comunque il Quick- Sort (del resto lo dice il nome) poco co- nosciuto in giro. lapidila di Riccardo Giannetti Torrenieri (SI) Capita, molto spesso, di avere più di un interesse: da parte mia, unisco al- l’interesse per Tinformatica personale un interesse notevole anche per la mu- sica. Sono quindi in possesso di una certa quantità di cassette registrate softwar presso altri ragazzi o in proprio. Que- ste cassette rimangono spesso senza ti- toli. Qualcuno potrebbe obiettare che ciò è di poca importanza, ma questo qualcuno non ha mai cercato un pezzo in un album triplo registrato su tre cas- sette senza titoli. A questo punto po- trebbe sorgere un’altra obiezione: non ci vuol niente a prendere una penna e scrivervi su i titoli: è vero, ma il lato estetico va a farsi benedire; se a qual- cuno il dato estetico non importa può cessare di leggere a questo punto per- ché il programma che presento è per- fettamente inutile dal punto di vista funzionale, ma utilissimo, a mio avvi- so, al lato estetico. Ma, in sostanza, Lapicida, cosa fa? scrive i titoli delle canzoni sulle cassette. Vediamo come funziona. Partiamo dal titolo: Lapicida è, in latino, lo «scalpellino», colui che scri- ve le lapidi (non solo mortuarie) e quindi questo nome si adatta abba- stanza bene alla funzione che svolge il programma, anche se ciò che scrive è certamente meno duraturo di una lapi- de. All’inizio il programma chiede di selezionare lo stile in cui verrà stampa- ta la «lapide». 1 codici di controllo non sono universali e quelli del mio programma si adattano alla mia stam- pante, cioè una Copal SC-1200 che dovrebbe, dico dovrebbe, essere com- patibile con l'EPSON FX-80. Chi possiede un’altra stampante non deve far altro che modificare i co- dici alle linee 330-410. Selezionato il modo di stampa bisogna immettere il titolo che non può essere più lungo di tanto a seconda del modo di stampa scelto. Comunque si può stare tran- quilli perché se il titolo immesso è troppo lungo, verrà visualizzato un messaggio sullo schermo. Dopo si può scegliere di giustificare il titolo a sini- stra, a destra o nel centro della casset- ta premendo rispettivamente le lettere S, D e C. Premendo ESC si può sce- gliere di nuovo il tipo di stampa senza che quello prima venga annullato. Mi spiego. Se in un primo tempo aveva- mo selezionato il corsivo, ritornando indietro e selezionando il grassetto la stampa avverrà in corsivo grassetto. Giustificato il titolo possiamo immet- tere i titoli delle singole canzoni. Ab- biamo a disposizione 13 linee di stam- pa e due colonne. Per scrivere i titoli basta posizionarsi con i tasti - > e <- (il -> va avanti e il <- indietro) sulla linea desiderata ed iniziare a scrivere. Se sbagliamo possiamo correggere sempre con le due frecce. Non essen- do un INPUT, ma una serie di GET possiamo immettere tutti i caratteri de- siderati come le virgole. Da notare il fatto che con CTRL-I si inserisce uno spazio e con CTRL-D si cancella un carattere. Questo si ottiene conoscendo la loca- zione di memoria in cui si trova il cur- sore e arretrando o avanzando i carat- teri successivi. Per conoscere la loca- zione del cursore si ricorre alla formu- la: LOC = Q3 + Y + 128*(XX— 1) in cui Q3 è 1023, 1063, 1 103 a seconda del fatto che il cursore si trovi fra le linee 1-8,9-16,17-24. Y è la posizione oriz- zontale del cursore e XX è, con le stes- se condizioni di prima, X, X-8, X-16. Quando abbiamo completato la pri- ma colonna, premendo CTRL-P pas- siamo alla seconda e premendo ESC ritorniamo al titolo. CTRL-P e ESC possono essere premuti in qualsiasi momento purché non si stia scrivendo il titolo di una canzone. La seconda colonna funziona come la prima sol- tanto che premendo ESC si torna alla prima e premendo CTRL-P si passa alla fase di stampa. Questa è l’ultima fase e avviene in due tempi. In un pri- mo tempo il risultato viene visualizza- to sullo schermo e la pressione di CTRL-P viene stampato. Premendo invece ESC torniamo all’INPUT della seconda colonna. MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 211 4 software Descrizione del programma 1310 Subroutine per la scritta: MO$(2): Pica e Elite per tornare indie- TA$(X): Modi di stampa della 10-30 Reset della stampante tro. stampante 40-110 Inizializzazione variabili PO: Posizione del cursore ne- 120-470 Scelta carattere gli INPUT 480-590 600-920 Input titolo Input 1' e 2’ colonna Variabili usate CA$(13,2): Linee per i titoli delle can- TA(X): Se 1 il corrispondente mo- do è inserito se 0 disinse- 930-1120 Fase di stampa zoni MO(X): Come sopra per Pica e 1130 Subroutine che scrive il no- C$(13): Contiene le scritte 1 — , 2 Elite me del programma - 13 - MX: Massimo numero di carat- 1140-1300 Subroutine che calcola la M%: Numero dei possibili mo- teri utilizzabili loc. del cursore di della stampante Tl$: Titolo. 212 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 software. Sor! più velote di Silvano Mattoni - Roma Tabella dei tempi impiegati per il riordino di elementi costituiti da stringhe di nove caratteri ciascuna (L = IO), ottenute con la funzione random e memorizzate per aver sempre le stesse parole da riordinare. Si fa notare che mentre nell'HEAPSORT tradizionale i confronti e gli scambi tra gli elementi del vettore da riordinare non tengono conto se gli elementi sono già in ordine ed il tempo im- piegato dipende solo dal numero degli elementi, nel metodo SHELL.METZNER modificato che Vi presentiamo, invece il numero dei confronti e degli scambi dipendono dal « disordine » del vettore. Nel caso che gli elementi sono già in ordine, non avviene nessuno scambio ed i con- fronti sono limitati, di conseguenza i «tempi» indicati nel citalo prospetto vengono ridotti a cir- ca un quarto del totale: normalmente, per un riordino parziale il «tempo indicato» può essere dimezzato. Vi presentiamo un programma di riordino, ottenuto mediante alcune modifiche apportate sul metodo deno- minato SHELL.METZNER (pubbli- cato su MC n. 4), il quale risulta più veloce anche dell'HEAPSORT (vedere MC n. 6) ritenuto uno dei più veloci. Le modifiche consistono nel riunire su una stessa riga più istruzioni con lo scopo di ridurre, o eliminare, i «GO- TO». Questo, credo, comporta anche una migliore interpretazione del lista- to in quanto ogni riga di programma è un'espressione logica di un'azione completa. Le variabili usate sono: AS(NN) = vettore degli elementi stringa da riordinare; NN = numero degli elementi da riordinare; M = NN/2, intervallo tra due ele- menti, successivamente dimezzato. È strutturato in tre LOOP nidificati: — il primo pone la variabile «M» uguale alla metà del valore preceden- te; — il secondo, ponendo la variabile J da 1 a NN-M, confronta i vari ele- menti; — il terzo, ponendo I uguale a J, nel caso che gli elementi non sono in ordine, procede allo scambio e ridu- cendo la variabile I, ritorna su se stes- sa. La linea n. 150 è, ovviamente più lunga del normale, ma esegue sequen- zialmente, quattro funzioni diverse, ma solo se necessario (cioè dipendenti l’una dalla precedente): 1) confronta due elementi posti nel- l'intervallo «M»; 2) esegue lo scambio dei due ele- menti (solo se è soddisfatta la condi- zione del prec. n. 1); 3) decrementa l’indice I dell’inter- vallo «M», solo se è possibile; 4) riporta il confronto agli elementi del precedente intervento (sempre se soddisfatte tutte le precedenti condi- zioni). Credo che, esaminando il listato, ci si possa rendere conto del funziona- mento: i vari elementi del vettore da riordinare vengono sequenzialmente confrontati con un intervallo «M», dapprima uguale alla metà dell’intero vettore e, nel caso che gli elementi confrontati non sono nell’ordine, ven- gono scambiati, e successivamente (ve- dere linea n. 150), vengono ri-confronta- ti a ritroso (cioè ponendo 1 = 1 — M). 100 REM =SHELL .METZNER . 2 110 M = NN: PRINT CHR* <7>: REM «INIZIO US FOR P = 1 T0 LOG (NN) / LOG <2> 120 M = INT > A* M THEN 1 = 1 - M: GOTO 150 140 NEXT 170 NEXT 200 PRINT CHR» (7): REM «FINE 100 REM «BUB8LE.S0RT2 110 PRINT CHR» (7): REM «INIZIO 120 FOR M = 1 T0 (« - I 125 T = M 130 FOR J = 1 * M TO KN 150 IF A»(T) > A*< J) THEN T = J 140 NEXT 170 IF T > M THEN K* = A*(M):A» = A»(T):A»(T) = K* 180 NEXT 200 PRINT CHR» (7): REM «FINE Figura I - Metodo SHELL METZNER modificato Figura 2 - Metodo BUBBLE.SORT t tipo ridotto) Figura 3 - Metodo HEAPSORT (originale). programma. 100 REM «HEAPSORT 101 PRINT CHR» (7): REM «INIZIO 110 L = INT ! GOTO 150 130 B» = A*(M) :A»(M) = A»<1):M = M - I 140 IF M » 1 THEN A»(l) = B*: GOTO 200 150 J = L 140 I = J:J = 2 » J: IF J > M THEN A« < A*(J ♦ 1) THEN J = J ♦ 1 180 IF B* < A»(J) THEN A*< I > = A*(J>: GOTO 140 190 A»< I ) = B*: GOTO 120 200 PRINT CHR» (7): REM «FINE 3 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 213 software Successivamente il ciclo si ripete di- mezzando l’intervallo «M» fino a por- re M = 1. Nel caso che gli elementi sono già ordinati i confronti sono limitati (circa NN * INT (LOG(NN)/LOG(2)— I) ed aumentano a seconda degli scambi necessari per il riordino. Cioè il riordino viene eseguito, co- me per il Bubble-Sort, mediante un preliminare controllo della sequenzia- lità dei vari elementi, e se necessario, successivamente scambiati (o spostati verso l’alto). La differenza è che i con- fronti cominciano con un intervallo pari alla metà del totale (successiva- mente dimezzato) e che il numero dei cicli è proporzionale alle cifre del det- to numero «NN» (per mille elementi sono 9 e per duemila sono 10 cicli). In ogni modo, pur ritenendo questo programmino di riordino abbastanza efficiente, non è paragonabile a quello di Bo Arnklit (vedere MC n. 3) il quale però può essere usato solo con il com- puter APPLE II e solo in memoria, mentre questo, con i necessari adatta- menti, può essere usato con qualsiasi altro computer e lavora anche con ar- chivi su disco.. POSTA ari amici di MCmicrocomputer. ho letto con molto interesse il vostro eccel- lente test dedicalo all'Apple llgs nel numero di dicembre, ma vi ho trovalo qualche impre- cisione che mi permetto di riferirvi, pensando che possano interessare anche ai vostri letto- Non è vero che Apple abbia limitalo la me- moria RAM del computer ad 8 Megabyte: quello è il limite imposto dall'attuale versione del sistema operativo ProDOS 16. ma il limi- le di visibilità della macchina è di 15 Mega- byte. mentre il megabyte più in alto nella mappa di memoria è riservato alla ROM. Ag- giungo che è già in fase di sviluppo una ulte- riore versione di ProDOS 16 chiamala I.I. anche se non so se apporti modifiche nella gestione della memoria. Sempre restando al sistema operativo, l'o- rologio incorporalo di serie non è riconosciu- to automaticamente da tutti i ProDOS 8. ma solo dalle versioni più recenti ( dalla 1.2 in poi), in quanto non aderisce allo standard Thunderclock adottato dalla Apple sino a pochi mesi fa. Il Finder. MouseDesk 2.0. non è parte in- tegrante del sistema operativo ProDOS 16 dell'Apple llgs: anzi, funziona perfettamente anche sugli Apple II e Ile, in quanto usa la doppia alta risoluzione e non la super alta ri- soluzione. Il selector-dispatcher di ProDOS 16 che fa parte integrante del sistema è inve- ce il programma chiamato START oppure START.OUT che si trova nella subdirectory SYSTEM. MouseDesk è perfettamente di- spensabile. e da considerarsi solo una utile utility, di sistema. Per un impeto d'orgoglio correggo anche un errore assai veniale: IWM. la Integrated Wozniak Machine che controlla i floppy disk, non è stata creata da Wozniak per Ma- cintosh. Anzi. Woz ha negalo in una intervi- sta di aver mai collaborato alla creazione di Mac. IWM è stata creata per Apple Ile. ed è stata anche adottata dai creatori di Mac. Il disco RAM selezionato da Pannello di Controllo non si chiama /RAM ma bensì /RAM 5 ed è disponibile su tutti gli Apple II con almeno 128 Kbyte di RAM nella macchi- na RAM è. invece, il nome del disco RAM da 64 Kbyte disponibile su tutti gli Apple II con almeno 128 Kbyte e che viene cancellato rilanciando il sistema operativo, mentre que- sto non avviene con RAM 5. gestito diretta- mente dal Memory Manager e non dal siste- ma operativo. Grazie e saluti, Luca Accomazzi. Triuggio (MI) li ingraziamo Accomazzi a nome dei let- tori cui giriamo le precisazioni, riguardo la massima RAM disponibile per l'Apple IIGS il limite di 8 mega byte non è imposto ovviamente dall'hardware, ma dalla Apple Ine. che si è riservata I mega per la ROM e 7 per un ROM disk (una serie di routine su E PROM che vengono viste come un disco a sola lettura). Leggendo la prova, del re- sto, si legge che la RAM è allocata ai ban- chi 224 e 225 (per cui 224 ♦ 64k = 14.679.840) ben oltre quindi il limite degli 8 mega. È verissimo invece (e aggiungerem- mo purtroppo) che la versione del ProDOS 16 e quella del MouseDesk sono provviso- rie, ma la Apple ci ha assicurato che saran- no pronte quanto prima le versioni definiti- ve (si diceva addirittura contemporanea- mente alle prime consegne!). Per il RAM disk mi sembrava sufficiente la didascalia della foto dell'ultima pagina della prova, comunque precisare non fa mai male... orto un assiduo lettore e conservo tutte le copie della Pi rivista. Nel numero 53 di MC. a pag. 128. si legge che il programma Heapsort di Bo Arnklit (MC n. 3) può funzionare anche con il Pro- DOS. Ho provalo: ma appena tento di caricare il programma ottengo: NO BUFFER A VA ILA - BLE. Ho provato anche a modificare (oltre alla HIMEM da 37800 e 37532) anche la lo- cazione del programma stesso. Posseggo un Apple Ile rinnovalo (cioè con il microprocessore 65C02) e Vi prego di indi- care quale procedura è necessaria per utiliz- zarlo con il ProDOS. Silvano Mattoni. Roma solo che il ProDOS vuole che HIMEM ini- zi ad un numero di pagina (pagina di me- moria: 256 byte) intero; inoltre se si usano dei file sul disco si devono lasciare tra l'ini- zio del programma in L.M. e HIMEM altri 1024 byte (per i buffer di I/O), quindi l'HI- MEM deve essere posto a 37632 se non si aprono altri file, c a 36608 se si usano file sul disco. A lami lettori chiedono dove si possono tro- vare informazioni relative alla gestione degli interrupt sull'Apple Ile e Ile /e. Tutto ciò che interessa si trova sul Reference Manual del Ile. ordinabile direttamente alla Apple Italia o presso i rivenditori Apple. In attesa eccovi una piccola «chicca»: Buffer di tastiera per Apple Ile Questa piccola routine in linguaggio macchina setta i parametri della porta se- riale numero 2 in modo da portarne a 128 i caratteri del buffer che, per la cronaca, si trova nella memoria ausiliaria a partire dal- la locazione $800. Una volta lanciata non serve più (salvo dopo un reset) e per que- sto motivo é stata allocata dentro al buffer di input (pagina 2) a partire dalla locazione S2FO. 2F0: 78 2F1 : A9 80 2F3: 8D FA 05 2F6: 8D FF 05 2F9: A9 OF 2FB: OC AA CO 2FE: 58 2FF: 60 SEI LDA #*80 STA *5FA STA *5FF LDA #*0F TSB *C0AA CLI RTS BSAVE KEYBUFF , A*2F 0 , L* 1 0 Purtroppo la routine non funziona men- tre l’Apple utilizza il disco. Per disattivarla temporaneamente fare una POKE 1530,0 e per riattivarla POKE 1530,128. 214 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 software D a qualche mese posseggo un Apple II eu- roplus. Vorrei chiedervi alcune cose: — come fare per stampare la seconda pa- gina grafica ? I per ora riesco solo a far stam- pare la prima pag. grafica con i comandi PR# I : PR1NT CHR$(14S) da me scoperti — Come mai non riesco ad ottenere dalla mia EPSON RX-100+ i caratteri grafici co- me l'omino, il telefono ecc. (vedi fotocopia al- legata delle pagine del manuale) né da pro- gramma né agendo sugli switches della stam- — Cosa debbo acquistare per disporre del- le minuscole? (sulla piastra del circuito stam- pato del mio APPLE tra il T e l'8' slot é stampato il numero 102 e vicino il connettore dell'alimentazione compare il numero 8122 scritto a mano). — Cosa debbo acquistare per utilizzare lettere e numeri sulle pagine grafiche? (mi in- teressa il prezzo) — Cosa pensate del computer APPLE compatibile proposto in kit nel numero 104-105 della rivista NUOVE ELETTRONI- CA? Sarà veramente compatibile al 100%? Vi ringrazio dell'attenzione e vi invio i miei più cordiali saluti. Roberto Giannetti, Paliano (FR) O Itre al tipo di stampante avrebbe dovu- to comunicare la scheda di interfaccia uti- lizzata; dai comandi sembra che si tratti di una Graftrax + , se è cosi il comando di stampa della pagina grafica è il CTRL Q, se la stampante accetta il chr$( 1 45) vuol di- re che il bit alto non viene inviato dalla scheda o, più probabilmente, non viene considerato dalla stampante (vedere in pro- posito gli switch di configurazione dentro la stampante stessa). Per stampare la secon- da pagina occorre settare prima i parametri di HARD COPY in un certo byte. — L'impossibilità di accedere ai simboli semigrafici può dipendere sempre dal bit alto mancante, oppure dal fatto che l’Ap- plesoft tende ad intercettare le sequenze di escape destinate alla stampante; se fosse questo il problema si deve usare un apposi- to programmino in Linguaggio Macchina per inviare i parametri preceduti da Escape (chrS 27). — Se ha acquistato il suo Apple 11 negli ultimi 5 anni è sicuramente un PLUS e quindi va bene il Kit n. MI. — Per scrivere testi in Alta risoluzione basta comprare ... MC numero 1 7 oppure di- rettamente il disco con «il meglio di MC». Un programma molto valido (anche se macchinoso) è l'HRCG del disco Tool Kit che si trova presso tutti i rivenditori — Con quello che costano oramai i computer Apple originali (usati), vale anco- ra la pena di acquistare un Compatibile di seppur minimamente dubbia compatibili- tà? kj onci un fortunato possessore di un Apple Ile e recentemente ho acquistato la nuova stampante Apple Imagewriler II. Ho alcuni quesiti da porvi: 1) Esiste qualche programma grafico del tipo «The Print Shop» che preveda la stampa grafica a colori con la mia stampante? 2) Esiste una nuova versione del Print Shop che stampi a colori? 3) Come fare a modificare il programma originale « The Print Shop » in modo da inse- rire una routine che esegua la stampa grafica a colori? Cordiali saluti. Gianfranco Mascaro. Como E sistono vari programmi che permettono di effettuare la stampa grafica a colori con le nuove Imagewriter li, di una nuova ver- sione del Print Shop ho sentito vociferare ma non so se sia già arrivata in Italia e chi la distribuisca. Se qualche lettore (o il di- stributore stesso) volesse fornire ulteriori informazioni può inviarle in redazione (o alla mia casella in MC-LINK) e le pubbli- cheremo volentieri. AMIGA CLUB Centinaia di programmi - nuovi arrivi ogni settimana dagli USA e dall'Inghilterra - manualistica aggiornatissima disponibili anche programmi per MS-DOS (IBM® E COMPATIBILI). Consulenze su ogni tipo di applicazione, periferiche e utilizzi speciali. Bollettino informativo mensile, sulla base delle note hard e soft dalle più importanti reti americane. Studio "chiavi in mano" di ogni tipo di applicazione. Biblioteca completa dei famosi: "FISH Disks". Raccolte di software altamente qualificato, approntate negli USA da Fred Fish. Per informazioni ed iscrizione al Club, scrivere, telefonare o visitarci in sede DESME - Via S. Secondo, 95 - 10128 Torino - Tel. (01 1) 592.551-503.004 A tutti i nuovi SOCI per il 1987 verrà inviato IN OMAGGIO il manuale AMIGA DOS. Indispensabile manuale operativo del vostro AMIGA. Telefonando .il numero 011/503004 dalle 19,00 alle 9.00 troverete il Bulleltin Board "DESME - LINK" Specializzato in informazioni per "AMIGA" MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 215 a cura di Tommaso Paniuso StruH-80/33 di Fabrizio Brunetti - Ferrara Descrizione generale Il programma «STRUTT-80/33» permette di studiare strutture piane, comunque caricate, riconducibili ad un insieme di aste collegate tra loro quali, ad esempio, telai e strutture reti- colari. La risoluzione dello schema statico fornisce gli sforzi assiali cui so- no sottoposte le varie aste nonché i momenti di estremità delle stesse. Tali valori consentono di trattare ogni asta ed i relativi carichi come travi sempli- cemente appoggiate e soggette appun- to ai carichi esterni ed alle azioni cal- colate dal programma. Come indicato nelle schermate in- troduttive del programma stesso, la ri- soluzione degli schemi statici è basata sul metodo generale delle deformazio- ni e tiene conto della deformabilità flessionale ed assiale degli elementi. Si ottengono cosi notevoli precisioni nel calcolo degli spostamenti e degli sfor- zi. Le strutture esaminate devono esse- re vincolate esternamente, come verrà suggerito nel seguito, in modo da evi- tare spostamenti e rotazioni rigide del- le stesse. Il numero massimo di elementi in cui può essere scomposta una struttu- ra è riportato nella tabella che segue: Numero massimo aste: 80 Numero massimo nodi spostabili : 33 Numero massimo nodi presenti: 40 Le indicazioni riportate in prece- denza sono frutto di alcune scelte per- sonali ispirate a criteri di ottimizzazio- ne della memoria RAM disponibile e di possibili configurazioni strutturali studiabili. Tali valori possono essere comunque variati, ridimensionando opportunamente le matrici indicate al- l'inizio del listato BASIC, in funzione della memoria disponibile (eventuali espansioni RAM) o di particolari esi- genze strutturali. Il programma consente il salvatag- gio e la lettura da disco dei dati relati- vi alla struttura; in questo modo sono possibili eventuali modifiche degli ele- menti stessi senza dover reinserire tutti i dati. È possibile indirizzare l’output sia al video che ad una stampante (COM- MODORE MPS 802 od equivalente): nel caso si opti per la stampa su carta è possibile ottenere anche lo schema strutturale studiato sfruttando un pro- gramma di hard-copy la cui attivazio- ne è completamente automatica: que- sta ultima fase risulta abbastanza lun- ga, anche se il programma è compilato con PETSPEED 128, in quanto il gra- fico prodotto viene generato sfruttan- do la stampa espansa di caratteri pro- grammabili propria della MPS 802. È da rilevare che il programma per- mette lo studio di strutture particolari quali archi e travi ad inerzia variabile: infatti si possono scomporre tali strut- ture in conci, di dimensioni qualsiasi, considerati ciascuno a geometria co- stante. Per chi vuole il listato Il listato di questo programma è molto lungo. In conseguenza di ciò, si è ritenuto opportuno non pubbli- carlo, sia perché avrebbe occupato troppo spazio sulla rivista sottraen- done ad altri argomenti, sia perchè una digitazione senza errori di un li- stato cosi lungo appare poco proba- bile. Chi è interessato al programma può ordinare secondo il solito siste- ma, il disco o la cassetta in redazio- ne. È anche possibile «pescare» di- rettamente (e gratuitamente) i pro- grammi per via telematica, dal no- stro servizio MC-Link: questo ov- viamente vale per chi è attrezzato in tal senso. Ricordiamo che per otte- nere una casella su MC-Link è suffi- ciente telefonare (con un modem e un programma di comunicazione) al numero 06/4510211. Questo programma è disponibile su disco presso la redazione. Vedere l’e- lenco dei programmi disponibili e le istruzioni per l'acquisto a pag. 229. 216 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 software ^ ©S NOTA: Il programma principale gi- ra perfettamente in BASIC ed il pro- cesso di compilazione dello stesso vie- ne completato; purtroppo il program- ma compilato non gira. Da controlli effettuati risulta che il compilato non elabora i dati per la costruzione della matrice di rigidezza. Se qualche utente riesce ad effettuare la compilazione del programma in questione è pregato di comunicarlo all'autore (Tel. 0532/63038; 0532/26383). Uso del programma Per tradurre uno schema statico classico in uno schema strutturale adatto alla risoluzione automatica è opportuno seguire le seguenti fasi: 1) Individuare i punti caratteristici dello schema e collocarvi un nodo; operativamente occorre considerare come nodo qualsiasi variazione di di- rezione o di caratteristiche geometri- che delle aste nonché qualsiasi punto di applicazione di azioni concentrate (forze o coppie). 2) Analizzare il tipo vincolo esterno presente. Se il vincolo esterno è un in- castro è sufficiente sostituire ad esso un nodo. Se il vincolo esterno è una cerniera occorre considerare un nodo, in corrispondenza della cerniera stes- sa, a cui sono collegate due aste fitti- zie, ortogonali tra loro, di area molto grande ed inerzia molto piccola in mo- do che siano consentite le rotazioni ed impediti gli spostamenti del nodo (cer- niera). Infine se il vincolo esterno è un appoggio semplice è sufficiente consi- derare collegata al nodo una sola asta fittizia di area molto grande ed inerzia molto piccola in modo che sia consen- tita solo la rotazione del nodo e lo spostamento dello stesso nella direzio- ne perpendicolare alla direzione del- l’asta fittizia. Si può considerare che una grandezza come l'area o l'inerzia, espresse rispettivamente in cnr e cm\ sia «molto grande» quando assume un valore pari a 1E20 (dieci elevato alla ventesima); analogamente tali gran- dezze sono «molto piccole» quando assumono un valore pari 1E-20 (dieci elevato alla -20). 3) Se lo schema statico è dotato di un asse di simmetria è possibile consi- derarne solo metà; i punti giacenti sul- l'asse di simmetria saranno vincolati ad aste fittizie di opportuna sezione ed inerzia. Più precisamente occorre con- sentire lo spostamento lungo l'asse di simmetria e bloccare le rotazioni e lo spostamento nella direzione ortogona- le allo stesso; quindi ogni punto sul- l'asse di simmetria dovrà essere colle- gato ad un'asta fittizia, orientata come wwKimnnnHHt i n i t Ki nnnt)ntKim)t)H(H)!itwn»() ! y»inmit> i» ìi>rKKiniKifinr)( ] i)(miiiiin(miiim j n * t * Risoluzione automatica di telai piani con aste * * cotwnque inclinate e comunque caricate » * * * * * Ing. Fabrizio Brunetti, Piazza Europa n. 7 Ferrara * * » Per «ere ragguagli sul funzionawnto del program^ premere i: ì altrimenti premere " C " l'asse stesso, di area molto piccola ed inerzia molto grande e ad una seconda asta fittizia, orientata perpendicolar- mente all’asse di simmetria, di area molto grande ed inerzia molto piccola. In tal modo si realizzano le condizioni di congruenza degli spostamenti impo- ste da un asse di simmetria. 1 nodi di estremità, esterni, delle aste fittizie possono essere posizionati in modo che la lunghezza dell'asta sia pari a 10 o 20 cm. 4) Una volta stabilita sia la distribu- zione dei nodi «interni» (quindi spo- stabili) che «esterni» (quindi fissi), delle aste reali e di quelle fittizie, oc- corre procedere alla individuazione pianimetrica degli stessi. Operativa- mente occorre creare un sistema di as- si cartesiani X-X ed Y-Y a cui riferire i nodi stessi. Ad ogni nodo sarà associa- to un numero, un'ascissa ed un'ordi- NOTA BENE: È molto importante numerare per ultimi i nodi esterni in quanto il programma provvede a por- re uguali a zero gli spostamenti e le ro- tazioni di un numero di nodi pari al numero di nodi esterni partendo dal- l'elemento con numero più alto e pro- cedendo a ritroso. È altresi importante predisporre un numero sufficiente di nodi esterni in modo che siano impe- dite rotazioni rigide e spostamenti del- la struttura. In caso di labilità della struttura il valore dello spostamento consentito dal vincolo mancante sa- rebbe senza significato; una condizio- ne di labilità è comunque deducibile dai tabulati risultanti in quanto i valo- ri degli spostamenti consentiti proprio dalla condizione suddetta mandereb- bero in overflow il formato di stampa degli spostamenti stessi (si otterrebbe perciò una serie di asterischi). 5) Si dovrà quindi procedere alla numerazione delle aste che potrà esse- re eseguita liberamente non esistendo in questo caso nessun vincolo di nu- merazione (presente invece nella nu- merazione dei nodi). È buona norma numerare consecutivamente le aste di caratteristiche geometriche, sezione ed inerzia, uguali: in tal modo infatti è possibile, durante la fase di input, evi- tare la ridigitazione dei dati richiesti posizionando il cursore sui dati già in- seriti, relativi all’asta precedente, e premendo il tasto “RETURN” (dopo aver cancellato il punto interrogativo a sinistra dei valori dell'area e dell’iner- zia già immessi). Una descrizione sul modo di procedere è indicato nell'e- sempio allegato. Per risolvere una struttura occorre innanzi tutto nuHerare i nodi, tenendo presente die i nodi da considerare fissi (vincolati esternanente) debbono essere Mwrati per alt ini in nodo che il program» possa porre i loro Hovinenti uguali a zero, e le aste. fccorre altresi' fissare un sistena di assi cartesiani a cui riferire le coordinate dei nodi. lina volta definiti i carichi (forze concentrate e/o distri- buite e coppie) nonché' l'area e l'inerzia delle aste e' possibile iniziare l'input dei dati. Il program» richiede in input alcuni dati riguardanti la struttura quali, ad ese* io, una indicazione ed on comento, nonché' le unita' di Misura che potranno essere variate da cm in Metri e da kg in tonnellate. Per continuare con le istruzioni prenere " 1 " altrinenti preMere " C " MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 217 ^software 6) Le forze esterne agenti sulla struttura dovranno essere scomposte nelle direzione X X ed Y-Y. Per con- venzione si considerano positive le forze, sia concentrate che distribuite, orientate verso destra e verso l'alto; le coppie concentrate sono positive se orarie. Si precisa che durante l'input dei dati relativi alle aste saranno ri- chiesti, ovviamente se presenti, i valori dei carichi distribuiti "qx” e “qy". Per carico distribuito “qx” (o “qy”) si in- tende il carico effettivo proiettato nel- la direzione X-X (o Y-Y) e diviso per la proiezione del tratto unitario di asta nella direzione Y-Y (o X-X). A titolo di esempio si consulti la figura 2.1. Sempre in merito all'input dei dati re- lativi alle aste si precisa che il nodo «iniziale» ed il nodo «finale» di un'a- sta dipendono dall'inclinazione della stessa rispetto all'orizzontale; più pre- cisamente l'angolo che identifica la di- rezione dell'asta deve sempre essere compreso tra —90 e +90 DEG (misu- rati in senso antiorario a partire dal- l'asse X-X). Quindi, analizzando la fi- gura 2.1, il punto A è da considerarsi nodo «iniziale» ed il punto B nodo «finale» (angolo ALFAI minore di + 90 DEG); infatti considerando co- me «iniziale» il nodo B l’angolo che identifica l'orientazione dell'asta risul- ta essere quello indicato con ALFA2 di valore maggiore a +90 DEG. L'a- sta compresa tra il punto C ed il punto D, sempre in figura 2.1, risulta quindi essere orientata da C verso D (nodo «iniziale» = C) in quanto l’angolo ALFA3 soddisfa la condizione richie- sta mentre l’angolo ALFA4 no. Giunti a questo punto si dovrebbero avere a disposizione due tabelle conte- nenti i dati in input. La prima tabella, riferita ai nodi, conterrà nell'ordine i seguenti elementi: y* 9* - 9* ■i nivLtli i un (X aìm-OU £ Mof».r£ cl ie "' che è il codice :e dove: lello sprite (0-7): ei dati dello sprite: 'x.y' indicano la posizione dello ‘m' = 0 risoluzione normale, ' t icolor; 'p' = 0 priorità sprite, ‘p' = l 'c' colore dello s| Se lo sprite deve ta risoluzione, per è indispen; ' '* 32768+10: 1 numei ione, pei ovvi ululivi ui mi «abile inserire i dati a pa: Kb, Rannodai :ii:i: ss o sprite in a: 224 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 “Va* Disabilita (spegne) lo sprite 'n'. - JMEMC n Se n = I trasferisce la memoria carattere in S3000; se n = 0 ripristina la memoria. Musica ed effetti speciali Questi sono comandi che vi permettono di sfruttare al meglio e con poca fatica le straordinarie doti musicali del vostro Com- modore 64. Permettono di creare semplici melodie o effetti «specialissimi» grazie al- l'uso dei filtri. - JADSR v,o,a,d,s,r,m,f Seleziona i valori di ADSR (Attack, De- cay, Sustain, Relase) (ovvero l’inviluppo) per una voce e deve sempre essere usato prima di suonare una nota. V = voce (0-1-2): ‘o" = forma d'onda (0 — rumore, I = rett., 2 = dente sega, 3 = triang.); •a' = Attack (0-15): ‘d’ = Decay (0-15): ‘s' = Sustain (0-15): •r' - Relase (0-15): 'm' = modo (0 = normale, I = ring si- mulato, 2 = Syncronize): T = frequenza del tocco simulato. — JFILT fq,rs,fl,f2,f3,m Serve a selezionare i filtri dove: fq' = frequenza di taglio del filtro (*I7 in Hertz); "rs" = risonanza (0-15): •fi' = I -attiva filtro per voce 1,0-disatti- •f2’ = I -attiva filtro per voce 2, 0-disatti- ■f3' = I -attiva filtro per voce 3, 0-disatti- - m' = modo filtro (0 = no filtro, I = passa basso, 2 = passa banda, 3 = passa alto). Per attivare più modi di filtro differenti si sommano assieme i valori: 1 + 2=3 - pas- sa basso + passa banda. - J PLAY v,f, voi. Permette di suonare una nota T con vo- lume 'voi' e voce V. - JMSOFn Disattiva la voce 'n'. Effetti speciali Questi comandi permettono di arricchire i vostri programmi di effetti speciali quali caratteri rotanti in diverse direzioni o tre- molanti. Sono comandi molto utili anche per la realizzazione di giochi. - JROTA c,v,t Fa ruotare il carattere di codice schermo 'c' con velocità V (0-254) in queste direzio- *t’ = 0 ruota a destra: ■f = I ruota a sinistra: 't' = 2 ruota in alto: ‘t’ = 3 ruota in basso. Prima di eseguire questo comando, biso- gna digitare JMEMC I, per spostare la me- moria. Si possono eseguire al massimo 5 rotazioni contemporaneamente. - JFERM n Ferma la rotazione del carattere di codi- ce schermo 'n\ MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 Velocizzazione del registratore Questi comandi permettono di salvare, verificare e rileggere dal registratore i vostri programmi con una velocità circa 10 volte maggiore quella normale. - J-SAV Salva un programma su registratore in iper-velocità. - J-VER Verifica un programma registrato su na- stro in iper-velocità. - J-LDA Carica dal registratore un programma in iper-velocità. Brevi note tecniche ed Informazioni Il programma è allocato da S9000 a S9FFF e dopo la ROM da SC000 a SCFFF. A $9200 c’è la routine di interpretazione dei comandi, da $9000 a $9200 ci sono tutti i dati relativi. ai comandi ed i vettori per il salto alle vane subroutine. A $9500 ci sono i dati transienti usati da Il Castello di D rotula di Carlo Arlotti Viserba di Rimini (FO) Il fine ultimo di questa avventura, è quello di riuscire a trovare ed uccidere il Conte Dracula. Essa inizia all'esterno da dove co- minceremo subito a cercare tutte le possibi- li vie di accesso al castello (cosa non trop- po semplice). Una volta riusciti ad entrare, si devono trovare gli oggetti necessari per il compimento del gioco. L'avventura è stata descritta interamente in Basic per cui una volta entrati in possesso della stessa si consiglia effettuarne una ver- sione compilata per rendere il gioco più ve- loce e divertente. Le persone che hanno una discreta espe- rienza di Basic possono facilmente modifi- care luoghi, oggetti, spostamenti in modo tale da crearsi una avventura «su misura». Il gioco gira perfettamente anche su regi- stratore semplicemente variando un paio di righe. Subito dopo che si è mandato in esecuzio- ne il programma principale (DRACULA) svariati comandi che non agiscono sul- l'IRQ (JSCRL, JBSCK, ecc...). Una qualsiasi azione in queste zone di memoria comprometterebbe sicuramente il funzionamento del programma. Quando si è in alta risoluzione viene commutato il terzo blocco di memoria, la schermata in alta risoluzione viene posta sotto la ROM Basic (SA000, SBFFF) e i da- ti del colore vanno posti a $8000. In questo caso i dati degli sprite vanno messi nella zona di memoria compresa tra $8400 e $8FFF (62 sprite). I vettori che vengono variati sono : 0302 - 0303 che punta a $9 IDA (Warm Start): 0308 - 0309 che punta a $9200 (Charac- ter Dispatch); 0314 - 0315 che punta a SCF6A IRQ. Per fare partire il programma dopo un SYS 64738 si può fare: SYS 53014 (CF16) con intestazione e presentazione. SYS 37480 (9268) senza presentazione. Infine lo Strange Basic è resistente al RUN/STOP e RESTORE. esso richiede il nome del file che contiene i dati relativi all'inizio del gioco: il nome del file di inizio è «BOOT». Cambiando il no- me del file, è possibile riprendere un gioco precedentemente salvato. Il corpo dell'avventura è composto da due pezzi: quello principale ed un file sequen- ziale che contiene tutti i dati necessari per 10 svolgimento del gioco. Per poter creare quest'ultimo è sufficiente mandare in ese- cuzione il programma «DATI DRACU- LA» che prowederà a creare automatica- mente il file sequenziale Boot sia che si usi 11 registratore che il drive. L'interprete dei comandi accetta solo verbi in seconda per- sona (per intenderci prendi, guarda, sali, ecc.), seguiti dall'oggetto. Lista comandi Accendi, Impiccati, Spegni, Alza, Immergiti, Salta. Ascolta, Inventario, Sega, Abbassa, Leggi. Sali, Asciuga, Scendi, Mangia, Taglia. Annega, Muori, Vai in alto. Apri. Prendi, Vai in basso. Cerca, Risali, Est, Esci, Ovest, Esamina, Salva gioco. Nord, Suona, Sud. Guarda, Sposta, Inserisci, Scava, Abbreviazioni A per Vai in alto, B per Vai in basso, E per est, O per ovest, N per nord, S per sud, O per guarda e I per inventario. 225 Hard & so: la Ni*jy PUÒ ESSERE LA TUA MIGLIORE^ AMIGA Distributore autorizzato COMMODORE In regalo a tutti gli acquirenti di un PC a^Imiga la tessera del N I U, 1 A -*Mm/ga CLUB. vAmiga costa £ 1 .950.000 IVA comp. consegna GRATIS IN TUTTA ITALIA. Tutto il software disponibile e l’hardware novità. Inoltre la NIWA vi propone per il vostro C/64-C/128: Floppy disk “Memorette” 5 1 / 4 ssdd 100% error free cd Floppy disk bulk 3 1 / 2 dsdd 100% error free da Allinea testine Cartridge Allinea testine con turbotape e turbo 202 MPS 802 New Graphic CON MONTAGGIO GRATUITO rende 100% compatibile la tua MPS 802 con i programmi di grafica O.M.A. Non permettere che i tuoi programmi originali si ROVININO. 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Marelli Tel. 02/2440776-2476523 a cura di Francesco Ragusa MSX Bank di Andrea Boschin, Spinea (VE) Questo mese dedichiamo lo spazio a disposizione della nostra rubrica ad un programma di una certa utilità: MSX Bank. È stato uno dei programmi che ci hanno creato qualche problema per la pubblicazione a causa della notevole quantità di memoria occupata nella nuova versione originale, ben 27.4 K. che impediva di fatto il rispetto della re- gola principale che ci siamo imposti a partire dallo scorso mese: la compatibi- lità con l'MSX2 ed i disk-drive. Si è re- so. pertanto, necessario un lungo lavoro «di forbici» tendente ad eliminare tutto il superfluo fino a rientrare nei 23mila byte (area delle variabili compresa) di- sponibili per il Basic di qualsivoglia ver- sione del nostro standard preferito. Niente di fondamentale è andato, però, perduto: eliminata la pur simpatica schermata di presentazione e la routine di Help, utile ma senza dubbio degna- mente sostituibile dalla lettura attenta delle istruzioni che seguono, si è trovato anche lo spazio per inserire la possibilità di LO AD e SAVE su disco, mancante nella versione originale. Certo, come ogni cosa di questo mondo, il program- ma sarebbe ancora perfezionabile ma ulteriori modifiche avrebbero comporta- to sostanziali riscritture di quanto pro- dotto dal nostro lettore. Tutto questo per ribadire ancora una volta la richiesta di software universalmente utilizzabile nel- l'ambito del sistema ossia non esorbi- tante in termini di memoria occupata flessibile ed utilizzabile SEMPRE anche con il disk-drive e quindi privo di routine in L/M dislocate nell'area di memoria normalmente utilizzata dal disk Basic. Terminiamo con un invito a corredare i propri programmi di spiegazioni chiare e. soprattutto, esaurienti : non abbiate ti- more di essere prolissi, ci semplificherete di molto il lavoro. E adesso, spazio alla descrizione di MSX Bank. II programma MSX Bank serve per tenere la contabilità del conto corren- te. Il suo menu principale è composto di 12 opzioni che descriveremo breve- mente: 1) AGGIUNTA: permette di ag- giungere un record al file. II numero massimo di record è 300 ed ognuno di questi è composto da: DATA (5 carat- teri, ad esempio 12/11), OPERAZIO- NE (3 caratteri, es. AFF per affitto), VALUTA (7 caratteri, es. 12Mar87), DARE o AVERE (max. 99999900), COMMENTO (max. 15 caratteri). Si può inserire un valore in AVERE solo se si risponde 0 a DARE; si può uscire da questa opzione senza aggiungere record rispondendo a DATA con il ca- rattere chiocciola (SHIFT+2). 2) CORREZIONE: serve a modifi- care un record cui si accede fornendo il relativo numero. 3) CANCELLAZIONE: come so- pra ma per cancellare un record. La velocità di esecuzione di questa opzio- ne, che riordina anche i record rima- nenti, è, quindi, proporzionale alla '.OPPEZIONE a? 14^04 otI?°2SóoJ i IbbSi OPZ VrtUUTM twPE cjejo 13i-|0gi30 13000000 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 227 lunghezza del file da riordinare; è pos- sibile uscire senza cancellare nulla chiedendo il record numero 0. 4) VISIONE: permette di visionare l’intero file su video. I comandi locali sono CURSORE SU per pagina prece- dente, CURSORE GIÙ per pagina se- guente, ESC per uscire e SELECT per visualizzare il commento al posto dei dati. 5) RICERCA: serve per ricercare all’interno del file una determinata pa- rola, parte di parola o cifra. Si può ef- fettuare sia la ricerca ALFANUME- RICA che quella NUMERICA e l’out- put, che comprende anche il totale del DARE e dell’AVERE, può essere otte- nuto sia su video che su stampante. 6) SALDO: fornisce il totale del DARE, quello dell'AVERE e la loro differenza. 7) STAMPA: permette di stampare una parte o tutto il contenuto di un fi- le. È previsto anche l’utilizzo di fogli singoli fermando la stampa con SPA- ZIO e riprendendola con RETURN. 8) SALVATAGGIO: permette di salvare su cassetta o su disco il file in formato ASCII. Il nome del file da salvare non può superare i sei caratte- ri. 9) CARICAMENTO: permette di caricare un file da cassetta o disco. 10) FINE: serve ad uscire dal pro- gramma. Il comando non cancella né il programma stesso né i dati ed asse- gna al tasto FI l’istruzione per rientra- re senza perdita di dati qualora questa opzione fosse scelta accidentalmente. 1 1 ) DEF-KEY : permette di assegna- re ad uno qualsiasi dei tasti funzione (sconsigliato l’uso di FI che viene ri- definito in caso di accesso accidentale all’opzione FINE) un testo lungo al massimo 15 caratteri. È utile per scri- vere «d’un colpo» i commenti più fre- quenti. 12) MOTOR ON/OFF: come l’o- monima istruzione Basic accende o spegne il motore del registratore. Il programma è interamente in Ba- sic; esiste una sola chiamata «strana» (per i meno esperti) all'indirizzo esa- decimale 156 che pulisce il buffer del- la tastiera. Non crediamo ci sia bisogno di ulte- riori commenti, buoni conti (correnti) a tutti! MC r-C Per chi vuole il listato Il listato di questo programma è mol- to lungo. In conseguenza di ciò. si è ri- tenuto opportuno non pubblicarlo, sia perchè avrebbe occupato troppo spazio sulla rivista sottraendone ad altri argo- menti, sia perché una digitazione senza errori di un listato cosi lungo appare poco probabile. Chi è interessato al programma può ordinare, secondo il solito sistema, il di- sco o la cassetta in redazione. È anche possibile «pescare» direttamente (e gra- tuitamente) il programma per via tele- matica, dal nostro servizio MC-Link; questo ovviamente vale per chi è attrez- zato in tal senso. Ricordiamo che per ottenere una casella su MC-Link è suffi- ciente telefonare (con un modem e un programma di comunicazione) al nume- ro 06/4510211. Questo programma è disponibile su cassetta e disco presso la redazione. Ve- dere l'elenco dei programmi disponibili e le istruzioni per l'acquisto a pag. 229. 228 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 Per l’ordinazione inviare l'im- porto (a mezzo assegno, c/c o vaglia postale) alla Technimedia srl. Via Carlo Perrier 9, 00157 Elenco del software disponibile su cassetta o minifloppy Per ovviare alle difficoltà incontrate da molti lettori nella digitazione dei listati pubblicali nelle varie rubriche di software sulla rivista. MCmicrocomputer mette a disposizione i programmi più significativi direttamente su supporto magnetico. Riepiloghiamo qui sotto i programmi disponibili per le varie macchine, ricordando che i titoli non sono previsti per computer diversi da quelli indicati. Il numero della rivista su cui viene descritto ciascun programma è riportato nell'apposita colonna: consigliamo gli interessati di procurarsi i relativi numeri arretrati, eventualmente rivolgendosi al nostro Servizio Arretrati utilizzando il tagliando pubblicato in fondo alla rivista. MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 229 Ailnnide s£ RCS Rizzoli (So) Glaxovetrf fllotòitulLA UNA NOVITÀ CHE MOLTI CONOSCONO Oltre alle 2.000 piccole, medie aziende e studi professionali che utilizzano con soddisfazio- ne il pacchetto gestionale M.I.D.A., ora anche le grandi aziende lo hanno scelto per la gestio- ne di singole unità operative. M.l.D.A. è il più affermato programma ge- stionale in MS-DOS per Personal Computer IBM, Olivetti e compatibili perché: l'impostazione modulare gli consente di espandersi con il crescere delle esigenze dell’azienda, oltre a poter dialogare con Lotus 1-2-3, Symphony, dBase III, Microsoft Word, Chart ed altri diffusi pacchetti; la struttura “intelligente” dei suoi menu guida gli inserimenti verso la soluzione ottimale, limitando il rischio di errate impostazioni delle operazioni contabili; la rete di distribuzione ed assistenza i.soft su M.l.D.A. è la più completa ed efficiente, con servizio tecnico telefonico “Hot-Line" e Cen- tri di Assistenza Regionale di supporto; la versione multiutente in rete locale consente di utilizzare M.l.D.A. da più posti lavoro contemporaneamente massimizzando quindi la rapidità ed efficienza delle procedure con- tabili. Il successo di M.l.D.A. è una realtà che si basa sui fatti: contabilità generale - contabilità finanziaria - contabilità analitica - contabilità economica - gestione ritenuta d’acconto - gestione porta- foglio effetti - analisi di bilancio - magazzino e fatturazione - distinta base - gestione ordini clienti - gestione ordini fornitori - dialogo con altri pacchetti - versione multiutente . Desidero ricevere ulteriori informazioni 1 su M.l.D.A.© I Nome I | Cognome | . Società ' Telefono I Via N‘ | | Cap Città | I Tipo Personal Computer ! J Viale Restelli, 5 - 20124 Milano Tel. 02/68.88 228 • 683.797 - 68.80.841/2/3 ASSOFT Copyright Edor M.Q. recida cofflS u *® r I prezzi riportati nella Guidacomputer sono comunicati dai distributori dei vari prodotti e si riferiscono alla vendita di singoli pezzi all'utente finale. Sui prezzi indicati possono esserci variazioni dipendenti dal singolo distributore. Per acquisto OEM e comunque vendite multiple sono generalmente previsti sconti quantità. I dati sono aggiornati a circa 20-30 giorni prima della data di uscita in edicola della rivista. MC microcomputer non si assume responsabilità per eventuali errori o variazioni. Tutti i prezzi sono IVA esclusa ^ * COMPUTER PERIFERICHE - ACCESSORI ACORN (G.B.) G. Ricordi & C. SpA - Via Berchat 2. 20121 Milano ALPHA MICRO (U.S.A.) S.H.R. Srl - C.P. 275 - 48100 Ravenna Master 5 1 2 - CPU 801 86 - 51 2 K RAM 1 28 K ROM Master 128 - CPU 65C12 - 128 K RAM 128 K ROM Co-processore Turbo (65C102) per Master 128 Co-processore 80186 Personal computer BBC B - int. disco Cambridge Co-processor - CPU NS 32016 - 1M RAM Personal computer BBC B - 32 K RAM 32 K ROM Secondo processore 6502 + 64 K RAM Secondo processore Z80 + 64 K RAM Doppio minifloppy 400 + 400 K Minifloppy singolo 100 K Monitor col. Microvitec 14" media risoluzione Monitor col Cabel 14” media risoluzione Monitor monocromatico Hantarex 14'' fosfori gialli Monitor monocromatico Philips 1 4" fosfori verdi Stampante Star NL-10 con int. Centronics Winchester 20M Plotter linear Graphics A3 con software Stampante H136A 160 cps 132 colonne Sistema grafico Bitstik Interfaccia IEEE 488 Sintetizzatore 1 6 canali con software musicale Prestai Adapter (adattatore Videotel 1200/75) 2.150.000 1.260.000 300.000 890.000 600.000 3.000.000 750.000 550.000 1.100.000 800.000 350.000 805.000 500.000 345.000 200.000 985.000 2.550.000 3.600.000 800.000 1.550.000 900.000 700.000 350.000 350.000 330.000 900.000 AC PRISMA ECO Srl - Via Murio Clementi 65 - 00193 Roma 2.150.880 4.250.880 5.640.000 6.080.000 PC8 MHz 256K RAM 2 drive 360K scheda Hercules II XT/20 come sopra ma con Hard disk 1 0 Mb AT/1 640K RAM 1 drive 1 .2 Mb scheda Hercules II AT/2 come sopra ma con Hard disk 20 Mb con controller AM-1000 Multiutente da tavolo basato su MC68000 da 512 Kb a 2.5 Mb RAM. da 20 a 2 1 0 Mb Winch. , fino a 1 1 utenti 9.650.000 AM-1500 Multiutente Tower basato su MC68010, da 2 Mb a 16 Mb RAM. da 70 Mb a 600 Mb Winch,. fino a 120 utenti 36.500.000 APPLE COMPUTER (U.S.A.) Apple Computer S.p.A. - Via Rivollana 8, 20090 Sagrale (MI) Apple IIGS 256K 1.700.350 Apple IIGS 51 2K 1.800.350 Monitor Monocromatico 1 2" 340.000 Monitor a Colori RGB 990.000 Unità Disco da 3.5''-DF-800K 850.000 Unita disco da 5"VSF-140K 500.000 Disco Rigido da 20 Mb 2.500.000 Stampante Image Writer 1 5" 1 .550.000 Scheda espansione di memoria da 256 «byte 250.000 Kit da 256 Kb RAM 140.000 Interfaccia SCSI per Disco Rigido 200.000 Apple Ile -128 K RAM - 1 minifloppy integrato - Mouse 1.500.350 Monitor Ile 250.000 Supporto per monitor Ile 72.000 Disk Ile aggiuntivo 1 40 K 500.000 Mouse per Ile 170.000 Unidisk IIC 800K 850.000 Borsa per Ile 75.000 Macintosh Plus - 1024K RAM 128K ROM - 1 drive da 800Kbyte 4.190.350 Macintosh SE 1 02 4K RAM 256K ROM 2 drive da 800Kbyte 5.290.350 Macintosh SE HD20 - 1024K RAM 256K ROM 1 drive da 800Kbyte I HD interno da 20 Mb 6.290.350 Unita disco esterna da 800K byte 3.5" 850.000 Disco rigido SCSI HD 20 SC 2.500.000 Disco rigido SCSI HD 40 SC 3.200.000 Disco rigido SCSI HD 80 SC 5.000.000 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 231 232 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 guida computer PCM 286/40 FAST - 80C286. 512 K RAM - 1.2 M + 40 M veloce PCM 286/80 FAST - 80C286. 512 K RAM - 1 2 M + 80 M veloce PCM at compact/20 - 80286. 51 2 K RAM, 1 .2 M + 20 M PCM 386 - 80C386, clock 16 MHz. 512 K RAM - D 360 pori - drive esterno 5"1/4, 360 K per PC portatile D 720 pori - drive esterno 3.5". 720 K per PC portatile D 1200 - drive 5"1/4. 1.2 M per PC ATe 286 HDI 20 - Hard Disk slim - 20 Mbyte (accesso 85 msec.) HDI 20 FAST - Hard Disk slim - 20 Mbyte (accesso 40 msec.) HD 20/M 1 9 - Hard Disk 20 Mbyte per M 1 9 HDI 40 FAST - Hard Disk slim - 40 Mbyte (accesso 40 msec.) HD 20/AT - Hard Disk slim interno 20 Mbyte (accesso 85 msec.) HD 20 FAST/AT - Hard Disk slim interno 20 Mbyle (accesso 40 msec) HD 40 FAST/AT - Hard Disk interno 40 Mbyte (accesso 40 msec.) HO 80 FAST/AT - Hard Disk 80 Mbyte (accesso 28 msec.) FILE CARD 20 - Disco rigido aggiuntivo 20M su scheda BACK UP 201 ME - Memtech. cartuccia 20M, 5 Mb/min BACK UP 201 XE - Xebec. cartuccia 20 M CRT M 12" TTL - TTL fosfori verdi CRT bit 14" TTL - TTL fosfori verdi, supporto basculante CRT bit 12" Comp - Composito fosfori verdi CRT M 14" Comp - Composito fosfori verdi, supporto basculante CRT bit Colore - Monitor colore 1 4" basculante 600x285 CRT bit EGA - Monitor a colori 14" avanzalo 640x350 Bitwriter 182 I - 80 col. 120 cps - int. parallela IBM comp. Bitwriter 192 I - 80 col. 200 cps - int. parallela IBM comp. Bitwriter 193 I - 132 col. 200 cps - int parallela IBM comp. Bitwriter 292 1 - 80 col. 240 cps - int. parallela IBM comp. Bitwriter 293 1 - 1 32 col. 240 cps - int. parallela IBM comp. Bitwriter 294 1- 132 col. 400 cps - int parallela IBM comp Bit Jet - 80 col. 1 50 cps - ini. parallela IBM Comp. per PC Bit portable Rete didattica bit Teach Net Master - Centralina da tavolo con i controlli per la rete Slave - Centralina per il collegamento del singolo posto di lavoro Cavobus - Cavo da 3 metri per collegare un posto di lavoro Slave Pnnter - Centralina per la condivisione stampante parallela 5.050.000 6.650.000 4.550.000 8.500.000 550.000 550.000 410.000 1.100.000 1.650.000 1.450.000 2.350.000 850.000 1.400.000 2.100.000 3.700.000 1 400.000 2.350.000 1.630.000 230.000 310.000 210.000 310.000 800.000 1.300.000 850.000 1.065.000 1.285.000 1.970.000 2.300.000 3 120.000 980.000 960.000 780.000 82.000 166.000 BONDWELL INTERNATIONAL LTD. (U.S.A.) La Casa del Computer Via della Misericordia 84 - 56025 Pontedera IPI) PC/XT portable Bondwell 8 (51 2K RAM + 1 floppy 720K) 2.980.000 540.000 Drive esterno 3" 1 . per Bondwell 8 (720K) 490.000 Modem 101C(300 bps) 189.000 Accoppiatore acusbco RS-Coupler CALCOMP (U.S.A.) Calcomp S.p.A. Palazzo FI - 20090 Milanofiori Assago IMI) Plotter M84 (8 penne A4) 3.100.000 Plotter 1041GT (foglio singolo At) 1 1.180.000 Plotter 1042 GT (Dual-mode AO) 20.670.000 Plotter 1043 GT (Foglio singolo AO) 15.080.000 Plotter 1044 GTIDual mode AO) 23.270.000 Plotter/printer - Colour Master (A4-Trasf Termico) 9.350.000 Tablet 2200(12 * 12") 1.250.000 Tablet 2200 02x18") 1.900.000 1 S - 1 .300 lire CANON Canon Italia S.p.A. Via dell'Industria 13 - 37012 Bussolengo (VR) Home Computer MSX V20 694.000 Stampante per MSX T22A 450.000 Joystick VJ 200 31.500 Unità floppy disk da 37. VF1 00 925.000 Mouse con software grafico 1 85.000 Canon X07 portatile - Interi. RS 232 - Centronics + plotter 4 colori 620.000 Stampante per X-07 446.600 E.G.S. s.r.l. Elettronica Generale & Software Via Ticino 6d - 00198 ROMA 06/857060 CONCESSIONARIA f EPSON ^ Centro Assistenza Tecnica Spedire a: E.G.S. , Via Ticino, 6/d 00198 ROMA Nome/ Cognome Città ~ Roma Augusta (SR) - Sora (FR) - Candito (NA) - E.G.S. Via Ticino, 6/0 E.G.S. Via Principe Umberto, 250 Terslgm Angelo Via Mameli ,29/31 General Computer V.le fiziano, 16 (06/857060) (0931/975496) (0776/830352) (081/8308451 ) MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 233 guida computer CITIZEN Tela v Via L. Da Vinci, 43 - 20090 frenano S. Naviglio (MI) Stampante 120 car/sec. 80 col. Int. parallela 1200 (senza interfaccia) int. parallela x 120D int. seriale int. x Commodore 64 x 120D int x Apple Ile LSP10 Stampante 160 car/sec. 80 col. MSP IO Stampante 160 car/sec. 136 colonne MSP 15 Stampante 200 car/sec’ 132 colonne MSP 25 Stampante Laser overture 1 1 0 CITIZEN (Giappone) ViaMatteo Cintali, 75 - 20148 Milano 120D - 80c 120«ps - senza interfaccia 1200 - con interfaccia parallela 120D - con interfaccia Commodore 64/128 1200 - con interfaccia seriale 1200/LSP LSP10 - 80c 120cps - IBM/Epson MSP 10 - 80c 1 60cps - IBM/Epson, buffer 8 K MSP15 - 1 36c 1 60cps - IBM/Epson, buffer 8 K MSP20 - 80c 200cps - IBM/Epson. buffer 8 K MSP25 - 136c 200cps - IBM/Epson, buffer 8 K HQP43 - 24 aghi, 130c 200cps - IBM/Epson, buffer 8-128 K PRE35 - stampante a margherita, 136c 35 cps APMSP - interfaccia Apple per MSP RMSP- interfaccia seriale per MSP RS120 - interfaccia seriale per 120D/LSP SF10 - alimentatore di fogli singoli per MSP10/20 SF1 5 - alimentatore di fogli singoli per MSP1 5/25 COMMODORE (U.S.A.) Commodore Italiana Via Fili Gracchi 48 - 20092 Cinisello Balsamo (MI) C-64 con Geos 1801 - Monitor a colori 14" con audio 1541 -Floppy 170 K C-128 C-128D 1901 Monitor a colori 13” con audio, RGBI e composito 1571 - Floppy 350 K 1311 - Joystick per 64 e 128 1312 -Paddle per 64 e 128 Mouse per 64 e 128 PC-10-II 8088, RAM 512 K, 2 floppy 360 K, scheda colore AGA, mo- nitor monocromatico 12", MS-DOS 2.1 1 PC-20-II Come PC- 10-11, t floppy 360 K + 1 hard disk 20 M PC-AT - 80286, RAM 640, K. 1 floppy 1.2 M + 1 hard disk 20 M scheda colore AGA, monitor 14", MS-DOS 3.1 BU-2 - espansione da 512 a 640 K per i PC Amiga 1000 - RAM 512 K, 1 microfloppy 880 K, tastiera, mouse, mo- nitor a colori 1081, Amiga-DOS e Amiga-Basic Al 010 - microfloppy esterno 880 K per Amiga MPS-803 - stampante 80 c 60 cps MPS-1000 - stampante DPS-1 101 - stampante a margherita 165 c 17 cps 6400-C - stampante a margherita 130 c 40 cps COMPAQ (U.S.A.) Compaq Computer S.p.A. Milanofiori Str. 7 Pai R, 20089 Ronano (MI) Portable Dual - 8088, 256 K. 2 floppy 360 K Portable Plus - 8088, 256 K, 1 floppy 360 K + 1 HD 1 0 M Portable 11/1 - 80286, 256 K, 1 floppy 360 K Portable 11/2 - 80286, 256 K, 2 floppy 360 K Portable 11/3 - 80286, 640 K, 1 floppy 360 K + 1 Hd 10 M Portable 11/4 - 80286, 640 K. 1 floppy 360 K + 1 Hd 20 M Portable 286/3 - 80286, 640 K, 1 floppy 1.2 M + 1 Hd 20 M + ta- 605.000 120.000 165.000 135.000 228.000 802.000 2.300.000 275.000 1.160.000 1.235.000 1.482.000 1.889.000 5.250.000 630.000 750.000 810.000 780.000 850.000 990.000 1.260.000 1.350.000 1.580.000 2.300.000 2.000.000 230.000 85.000 150.000 450.000 540.000 399.000 465.000 450.000 650.000 1.190.000 650.000 590.000 13.500 22.500 99.000 6.460.000 6.790.000 9 200^000 pe backup 10 M 10.880.000 Deskpro/1 8086, 128 K, 1 floppy 360 K 3.750.000 Deskpro/t 8086, 128 K, 1 floppy 360 K 3.750.000 Deskpro/2 8086, 256 K, 2 floppy 360 K 4,280.000 Deskpro/3 8086, 640 K, 1 floppy 360 K 5.900.000 Deskpro/1 8086, 128 K, 1 floppy 360 K 3.750.000 Deskpro 286/1 80286, 256 K, 1 floppy 1 .2 M 7.500.000 Deskpro 286/1 A 80286, 256 K, 1 floppy 360 K 7.500.000 Deskpro 286/2 80286, 51 2 K, 1 floppy 1 .2 M + 1 HD 30 M 9.700.000 Deskpro 286/2A 80286, 512 K, I floppy 360 K + 1 HD 30 M 9.700.000 Deskpro 286/3 80286, 512 K, 1 floppy 1.2 M + 1 HD 30 M + tape backup 10 M 1 1.450.000 Deskpro 386 mod. 40 1 1 .700.000 Deskpro 386 mod. 1 30 1 5.500.000 CONRAC Integrai - Via Gramsci 16/B - 20060 Cassina de' Pecchi (MI) 71 1 1 - Monitor a colori 1 9" 25MHz 5.800.000 7121 - Monitor a colori 19" 40MHz 6.500.000 7311 - Monitor a colori 19" 100MHz 8.900.000 7351 - Monitor a colori 19" 110MHz 9.900.000 7400 - Monitor a colori 19" 1 10 MHz Trinitron 10.800.000 7174 - Monitor a colori 19" per EGA 4.200.000 COPAL (Japan) La Casa del Computer Via della Misericordia 84 - 56025 Pontedera (PI) Stampante 80 col., 100 cps. SC-1000 620.000 Stampante 80 col., 120 cps. SC-1200 650.000 Stampante 80 col., 180 cps. SC-1500 1.020.000 Stampante 136 col., 180 cps. SC-5500 1.150.000 CORECO (Canada) Pene! Via Ormea 99 - 10126 Torino Oculus - 100 512 x 512 Digitalizzatore binario di immagini in real-time 4.643.000 Oculus - 1 50 51 2 x 51 2 Dig. bin. real-time im. con fin. grafiche 5.065.000 Oculus - 200 512 x 512 Dig. bin. real-time im. 128 liv. di grigio 6.280.000 Oculus - 200CA - Adattatore Colore RGB per 0culus-200 1 269.000 Oculus - 200RLE - Coprocessore di codifica Run Lenght 3.162.000 Software per Oculus Card (IBM) Picture Book-100 - Data-Base per immagini da Oculus 100 (fino a 50 per floppy) 771.000 Picture book-200 - Data-Base per immagini da Oculus 200 (5 x disk, 150 x 10M HD) 771.000 Industriai inspector - Ricon. oggetti per ispez. e controlli di qualità 5.487.000 Binary. Lib Gray. Lib - Subroutines In -C» per trattamento di immagini 771.000 CORVUS SYSTEMS (U.S.A.) LAN SVSTEMS S.r.l Via Roncali n. 9 - 40134 - Bologna 750.000 750.000 750.000 750.000 5.500.000 9.200.000 per Apple II (Pascal, CP / M, Prodos) per PC IBM Family (DOS 3.0, DOS 3. 1 , NCI p-system) pe DEC Rainbow 1 00 (MS/DOS 2.11. CP/M) ci e Multiuser con n. 1 Omnidrive (11,21,45, 126 MB) Printer Server per Apple Ile, DEC Rainbow, IBM PC Family, cadauno NNO-8 8-User Novell Advanced NetWare NNO-50 50-User Novell Advanced NetWare Emulatore di 3274 per collegamenti a mainframe IBM in SNA/SDLC: SNA Gateway 220 V, con display emulator software per 3278 e 3279 SNA Gateway Utilities e display emulator software per 3278 PC dischetto 640 Mb XT-64 Mb 2x1,2 ML 234 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 guida computer. AT-IBM Compat. 80286/1024 Kb 1.2 Mb - floppy, monitor Omniserver - 80386-1024 Kb + slol 5.500.000 15.000.000 COSMIC (Italia) Cosmic s.r.l Via Viggiano. 70 - 00187 Roma PC COSMIC 256K RAM, drive 360K, MS-DOS monitor monocromatico 1,799.000 PC COSMIC HD 10 256K RAM, monitor monocromatico. 360K + 10Mb, MS-DOS PC COSMIC HD 20 256K RAM, monitor monocromatico, 360K + 20Mb, MS-DOS 3.700.000 4.200.000 CRYSTAL (Japan) La Casa del Computer Via detta Misericordia, 84 - 58025 Pontedera (Pisa) Monitor 1 2" Crystal P39 TTL verde Monitor 1 2" Crystal P42 doppia frequenza (TTL + Composito) verde Monitor 12" Crystal PLA TTL ambra Monitor 1 2" Crystal PWD TTL bianco Monitor 14" Crystal TVM color per E.G.A. card 198.000 272.000 226.000 286.000 1.350.000 DELIN s.r.l. Via Tevere 6 - Località Orsomannoro - 50019 Sesto Fiorentino GPA 727 Buffer di stampa Cenfronics 1 6K RAM GPA 727 Buffer di stampa Centronics 64K RAM Alimentatore c o. per Buffer GPA 727 Commutatore hardware/software con 1 ingresso e 2 uscite Centronics Commutatore hardware con 1 ingresso e 2 uscite Centronics Commutatore hardware con 2 ingressi e 1 uscita Centronics Commutatore hardware con 2 ingressi e 2 uscite Centronics Commutatore hardware con 1 ingr. e 2 uscite o viceversa Seriale Commutatore hardware con 1 ingr. e 3 uscite o viceversa Seriale Convertitore di protocollo GPX 232 Ser./Par. con 2K Buffer Convertitore di prot. GPX 232 Ser./Par. con comm. Linea Seriale Alimentatore per GPX 232 Convertitore di protocollo da IEEE/488 (PET, HP) a Centronics 74007 Modem Commodore 128/64 - Full Duplex auto answer/dial 74021 Modem phone 10030 - Full duplex V21 300 baud 74028 Personal Modem Hayes VD230-V21 300 baud 74042 Super Modem phone Hayes WD 1 600 300/1200 baud auto an- swer/dial 74048 Modem su scheda 212 PC - 1200 baud full duplex omologalo per IBM - Sperry - Commodore - Honey Well PC 74049 Modem Minimo Hayes 1200/75 baud Videotel DIGITAL EQUIP^ENT Digital Equipment S.p.A. - V.le Fulvio Testi 105 - 20092 Cinisetto Balsamo (MI) 230.000 300.000 36.000 170.000 140.000 220.000 260.000 200.000 226.000 272.000 304.000 36.000 136.000 99.000 239.000 258.000 595.000 1.149.000 1.218.000 Professional 380 e sue funzioni MSC11-B Memoria RAM da 512 Kb PC380-AB Modulo di sistema PRO 380 PC38E-IR Package sys Pro 380 33Mb RT-1 1 VC241-B Estensione memoria grafica Pro 380 MSCII-CK Memoria RAM da 256 Kb PC3K1-BA Country kit USA PC3K1-B1 Country kit Italia RCD52-A Disco Winchester 33Mb + controller VR201 B Monitor fosforo verde 12 pollici VR201 C Monitor fosforo ambra 12 pollici VR241-A1 Monitora colori 13 pollici VT220-A3 Terminale video alfanum. b/n 12" VT220-B3 Terminale video alfanum. verde 1 2" VT220-C3 Terminale video alfanum. ambra 12“ VT22K-AA Tastiera per VT220 Vaxmate PC500-BI - 1Mb RAM + 1 floppy 1.2 MB + monitor Vaxmate RCD31-EA - Box espansione 20 Mb - 2 slot Vaxmate MS/DOS V3.10 - MS/windows Vaxmate PC50X-AA espansione memoria 2 MB Vaxmate Q6A93-VZ Vaxmate Software Server Vaxmate Q6A93-H7 Vaxmate Software Server-H Kit 3.394.000 11.090.000 18.200.000 2.384.000 1.266.000 521.000 521.000 8.501.000 604.000 604.000 1.766.000 1.584.000 1.584.000 1.584.000 387.000 8.026.000 3.088.000 706.000 3.384.000 1.530.000 506.000 DYNEER Technitron MilanoOori Pai. E/2 - 20094 Assago (MI) DW36 36CPS 132 Colonne - Parallela 2.925.000 DW36 36CPS 132 Colonne - Seriale 3.100.000 DW33 - Parallela IBM Comp. 3. 1 55.000 EDUE (Italia) Elettronica Emiliana s.r.l. Via Cassiani 155-41 100 Modena Alletta Stampante ad impatto a f 6 colonne - alimentazione 5 Vcc Alletta 16 BASE 208.000 Alletta 1 6 PANEL (da pannello) 235.000 ALFA Serie di stampanti ad impatto alimentazione 5 Vcc modelli a 24 e 40 colonne, versione High Speed a 24, 30, 36, e 42 colonne Alfabase da 236.000 a 279.000 Alfapanel (da pannello) da 272.000 a 31 1 .000 Alfarack (con aw.re ini.) da 432.000 a 461 .000 SCRIBA 20 serie stampanti ad impatto 26 e 35 col. con awolgirotolo Scriba 2 1 per carta in rotolo, due colori ' 791 .000 Scriba 21 V per carta In rotolo e validazione su mod. discreto 852.000 Scriba 24 per moduli discreti, 5 copie, senza limitazione di lormato 93 1 .000 EMULEX-PERSYST Telav Via L Da Vinci 43 - 20090 Trezzano S.N. (MI) Scheda video alta risoluzione 1 6 colori per IBM BOB 1 6 1 .640.000 Mega memory MM-0 OKB 928.000 MM-1MEG 1Mb 2.510.000 MM-2MEG 2Mb 4.190.000 MM-3MEG 3Mb 5.870.000 Schede di memoria fino a 2Mb Stretch STR-0 OKB 61 5.000 STR-1MEG 1Mb 2.280.000 STR-2MEG 2Mb 3.943.000 SC-51 2 Acceleratore 9.54 MHz + 512 K RAM 2.100.000 O DOD OD O rM 5H0P Z_ om outp re, Via Valeggio 5-35141 Padova - Tel. (049) 44.801 Divisione vendita per corrispondenza ESCLUSIVITÀ E QUALITÀ INSIEME DA BIT SHOP COMPUTERS Con l'O.M.A. (L 69.000), la cartuccia che riporta il programma sprotetto in un unico file su disco e cassetta. Il FREEZE - FRAME (L. 55.000), alternativo all'O.M.A.. velocizza- toti di caricamento dei programmi di circa 20 volte come SPE- EDDOS 64/128 a L. 59.000 ed eccezionali dispositivi, tra cui E PROM 802, sono i prodotti che Vi mettiamo a disposizione a prezzi... concorrenziali. 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Via rimavo. 12 - 20124 - Milano FUJI PHOTO FILM Melchioni Compulertime - Viale Europa 49 - Cotogno Monzese - 20093 Milano PD 1 30A Slampante 1 3$ col. 1 30 cps 1 .034.000 PX-8 SW - Come PX-8, con Won RAM Disk 120 K per PX-8 video 12" 1" rd disk 20 M PC/M - 1 PC/C - Come PC/M con video c PC/HDM - Come PC/M, con 1 PC/HDC - Come PC/HDM, con video grafico a colon da 14 PC+/HDM - come PC +M, con 1 floppy 360 K + hard disk 20 M PC/HDC - Come PC+/M, con video grafico a colori da 14" : - 40 c, 45 cps • come P-80, a 24 aghi ’ ■ ink jet, portatile - 80 c. 160 cp FX-800 - 80 col., 200 cps FX-1000 - 136 col., 200 cps EX-800 - 80 col., 250 cps EX-1000 - 136 col., 250 cps LQ-800 F/T - 24 aghi, 80 col., 180 cps LQ-1000 F/T - 24 aghi, 136 col., 180 cps LQ-2500 F/T - 24 aghi, 136 col., 270 cps SQ-2500 - ink jet, 136 col., 450 cps buffer 8 Kt ERICSSON Ericsson Informatica S.p.A. Via Elio Vittonni 129 - 00144 Roma VDU monocromatico, 256 Kb, 2 FD, DOS + BASIC + Doc, tastiera Italia VDU colort. 256 Kb, 2 FD. DOS+ BASIC + Doc, tastiera Italia VDU rnonocr., 256 Kb, 1 FD+ 10 Mb HD, DOS + BASIC + Doc, tasi. VDU colort. 256 Kb, 1 FD+ 10 Mb HD, DOS + BASIC + Doc, tastiera VDU rnonocr., 256 Kb, 1 FD + 20 Mb HD, DOS + BASIC + Doc, tasi. VDU colort, 256 Kb, 1 FD + 20 Mb HD, DOS + BASIC +• Doc, tastiera Stampante a matrice, 80 caratteri Stampante a matrice, 80 caratteri. NLQ Stampante a matrice, 132 caratteri, NLQ Plotter a 6 penne, tonnato A4 Personal Computer Portatile 256 Kb, 1 FD, tast. Italia, DOS Espansione memoria a 256 Kb RAM-DISK da 512 Kb Unita floppy disk esterna Stampante integrata Modem-accopp. acustico integr Borsa in Nylon per trasporlo PC System Unii 256 Kb. t FD System Unit 256 Kb. 2 FD System Unii 256 Kb. 1 FD + IO MbHD System Unit 256 Kb. 1 FD + 20 Mb HD Video monocromatico, risoluz. 640 x 400 punti Video colore, risol. 640x 200 Tastiera USA Tastiera italiana Drive per disco llessib. 320 Kb Drive per disco rigido 10 Mb Drive per disco rigido 20 Mb Controller board per disco rigido (da 10 Mb e 20 Mb) Scheda epans. 128 Kb Scheda espans. 384 Kb Adat video grafico alta risol. Adat video grafico a colori Scheda multifunz. con 128 Kb Scheda multifunz. con 384 Kb Scheda interi. 2 fili (SS3) Scheda comunicazione sincronia 1.390.000 280.000 290.000 70.000 490.000 2.200.000 2.590.000 770.000 220.000 2.200.000 2.830.000 3.300.000 3.930.000 3.100.000 3.730.000 4.200.000 4.830.000 340.000 400.000 600.000 1.350.000 330.000 720.000 900.000 1.100.000 1.250.000 1.550.000 1.550.000 1.850.000 2.300.000 2.980.000 5.120.000 5.820.000 7.870.000 8.570.000 8.450.000 9.150.000 795.000 1.300.000 1.800.000 1.760.000 6.200.000 180.000 750.000 1.200.000 990.000 750.000 195.000 2.950.000 3.550.000 5.800.000 6.800.000 850.000 1.350.000 355.000 355.000 610.000 1.600.000 2.600.000 1.200.000 260.000 460.000 680.000 840.000 830.000 1.600.000 1.210.000 1.150.000 GETRONICS Data Base S.p.A. - V.le Legioni Romane - 20147 Milano VISA M14G - Monitor 14" green monocromatico compatib. IBMPC VISA M12A - Monitor 12” ambra mon. comp. IBM/PC ed Apple VISA MC53 - Monitor 1 4" colori compat. IBM/PC ed Apple VISA MC54 - Monitor 14" colori compat. IBM/PC e Apple alta risoluz. VISA 1 1 - Terminale video emulazione Digital 12" green (P-34) VISA 12 - Terminale video emulazione Digitale 12" green (P-31) VISA 50L - Term. emul. Digilal-Hazeltine Wordstar-Ansi X 3.64 12" green (P-31) VISA 95 - Terminale video emulaz. Televideo 950 14" green (P-31) VISA 100 - Term. emulaz. Digital-Ansi X4.64/14" green (P-31) VISA 220 A - Terminale video emulaz. Digital 12" ambra VISA 220G - Terminale video emulaz. Digital 12” green VISA 125 - Terminale video Wìse 50 - Televideo 910 - Lear Siegler ADM ADDS Vìewpoint VISA 40 14" verde VISA 125 - Terminale video come sopra ma schermo ambra EGA CARD scheda col. grafica per MC 54 comp. EGA IBM PC TER Terminale video 14" per IBM AT GIANNI VECCHIETTI GVH Via della Bavarara 39 - 40131 Bologna 4 T Hercules o colore I T versione in kit CDM 1200 (GN/OR) video MD 3 video Philips CM 8533 Philips BM 7513 CX 20 scheda grafica Hercules CX 25 scheda colore CX 26 scheda Eoa CX 50 scheda RS 232 CX 70 scheda 576 K LH 4 Disk Drive Teac 360 K trazione diretta slim LH 6 Disk Drive ACC 360 K trazione diretta slim MB 4 Main Board Turbo 256 K RAM 4.77-8 MHz HD 20 Hard disk 20 M MP 303 Modemphone GM 4 Mouse K 5060 Keyboard XT-AT compat capacitiva 84 tasti GIERRE INFORMATICA Via Umbria 36 - 42100 Reggio Emilia PC2FH IBICOMP 256K 2DD360K PC10MBH IBICOMP 256K 1DD360K 1HD10MB PCI 0TAPEH IBICOMP 256K 1DD360K 1HD10MBTP10 PC20MBH IBICOMP 256K 1DD360K 1HD20MB PC20TAPEH IBICOMP 256K 1DD360K 1HD20MBTP10 AT20MB IBICOMP AT 51 2K IDDI. 2MB 1HD20MB AT40MB IBICOMP AT 51 2K 1 0DI ,2MB 1 HD40MB AT70HB IBICOMP AT512K 1DD1.2MB 1HD70MB 00830001 1 Monitor IBICOMP 12" Monocromatico TTL N35400001 Roppy Tape XT 5" slim 10MB N35400002 Roppy Tape AT 5" slim 20MB N35400003 Roppy Tape XT/AT 60MB N35400004 Sottosistema Tape 5" 10MB con Cabinet alimene e cavi N35400005 Sottosistema Tape 5" 20MB con Cabinet alimene e cavi P00100001 CM-100 (80 col.-80 cps. interi, parallela) P00 100003 VP-8100 (80 col -100 cps. interi, parallela) P001 00008 DT-160 (80 col -160 cps. compatibile PC ibm) P001 00006 DT-130 (80 col.-130 cps. compatibile PC ibm) P00100012 LP- 1516 (136 col.-160 cps. compatibile PC Ibm) P00100010 LP-1510 (136 col.-130 cps. compatibile PC ibm) P00100013 - Interfaccia RS 232 P001 000 16 DWP-2500 Daisy whell printer (22 cps. 136 col.) P001 0001 8 - Inseritore automatico P00100019 - Trattore per la carta 328.000 292.000 860.000 1.230.000 934.000 1.134.000 1.584.000 1.300.000 1.367.000 1.484.000 1.484.000 1.209.000 680.000 1.435.000 1.100.000 899.000 199.000 699.000 649.000 189.000 153.900 153.900 oo.uuu 69.500 218.000 199.000 310.000 990.000 199.000 185.000 110.000 2.048.000 3.069.000 5.430.000 3.480.000 6.189.000 5.721.000 7.829.000 1 1 817.000 286.130 1.865.672 2.350.746 4.328.358 2.611.940 2.835.821 580.799 730.957 821.618 742.290 1.133.267 1.048.272 50.997 983.109 59.497 376.811 189.822 236 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 Outstanding Computer from Apollo CMI-400 BABY PC/AT COMPATIBLE • Same as CM 1-300 • XT size CMI-300 PC/AT COMPATIBLE • CPU: 80286 • 20M HDD • RAM: 1MB • FDD/hDD controller • 1 ,2M FDD • 200W power supply 6/8 or 6/10 Mhz switchable Keyboard Monitor APOLLO COMPUTER CO., LTD. 2F . No. 5. Lane 58. Pao hsing Rd. Flsin Tien City, Taipei Flsien, Taiwan. R.O.C. P. 0. Box: 22106 TAIPEI Tel: (02) 7001447 (3 lines) 7098109 Tlx: 13121 APCOCO Fax: 886-2-7098129 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 237 — guida computer 9 154 AB- 10 M 9134DB - 14.5 M 9134HB- 20 M 9144A - sottosistema nastro 1/4" per backup HP-1B CS/80 Plotler - tavolette grafiche - stampami - monitor 7440A - plotter A4 8 penne 7475A- plotler A3 6 penne 7550A - plotter A3 8 penne 46087A - tavoletta grafica A4 46088A - tavoletta grafica A3 2225 - stampante grafica ink-|et 80c/150 cps 82906A - stampante grafica ad aghi 80C/160 cps 2686AB - stampante laserjet 8 pag/min 2686AB opz. 300 - 512 K interi, parallela per 2686 AB Accessori e interfacce per serie 80 82937A - Interfaccia HP1B 82939A - Interfaccia seriale RS-232C 82949A - Interfaccia parallela Centronics Accessori per HP-1 10 Plus 82981A - Cassetto porta RAM con 128 K 82982A- Cassetto porta ROM 82984A - Espansione memoria 128 K Accessori per HP-1 50 II 45885A - Coprocessore malemalico 8087 Accessori, interfacce e periferiche per 9807 829 16A - Espansione memoria 1 M 82919AZ - Interfaccia RS-232C Accessori, interfacce e periferiche per Vedrà 4581 1A - Unità floppy 5"1/4 360 K 4581 2A - Unità floppy 5“1/4 1.2 M 458 16A - Unità Winchester 20 M 45817A- Unità whinchesler 40 M 45973A - Scheda memoria 512 K 45974A - Scheda memoria 1 M 3573 1BB - Monitor 12" monocromatico 3574 1BB - Monitor 12" colori HITACHI (Giappone) Inlogral - Via Gramsci 1S/B - 20060 Cassina de Pecchi (Milano) Plotler Big 3 (A3-4 penne) Plotter Big. 36 (A3-6 penne) Tablet Tiger 1 1x1 1 con penna e cavo Tablei Tiger 1 5x1 5 con penna e cavo Tablet Tiger 1 1x1 1 con cursore 4 tasti, penna e cavo Tablei Tiger 1 5x1 5 con cursore 4 tasti, penna e cavo Tablet Tiger 1 2x1 7 penna e cavo Tablet Tiger 12x17 con cursore 4 tasti, penna e cavo Stilo Cursore 4 tasti Alimentatore esterno + 1 2 ± 5V HONEYWELL HISI (Italia) Honeywell HISI - Via Vida. 1 1 - 20127 Milano 4.364.000 7.221.000 2.853.000 4.129.000 8.616.000 1.594.000 2.510.000 190.000 545.000 300.000 704.000 3.100.000 4.000.000 346.000 346.000 1.230.000 562.000 1.500.000 1.780.000 6.510.000 2.090.000 HONEYWELL HISI (Italia) Honeywell Hisi - Via Tazzoti, 6 - 20154 Milano 3.261.000 424.000 470.000 577.000 2.907.000 4.878.000 1.267.000 2.121.000 611.000 2.048.000 2.360.000 3.480.000 2.280.000 3.280.000 2.420.000 3.420.000 2.580.000 2.720.000 300.000 400.000 200.000 Honeywell 36 CO 132 colonne - 300/60 cps Honeywell 4/66 Plotter Stampante + Plotter A2 8 colori Honeywell 4/66 Coax 1 36 colonne - 400/75 cps IBM IBM Italia - Via Rivoltarla 13 - San Felice - 20090 Segrate (Mi) XT 286 Personal Sistems 2 - mod. 30 - Unità di lavorazione - Tastiera - Video Monocr. Personal Sistems 2 - mod. 50 - Unità di lavorazione - Tastiera - Video Monocr. Personal Sistems 2 - mod. 60 - Unità di lavorazione - Tastiera - Video Monocr Personal Sistems 2 - mod. 80 - Unità di lavorazione - Tastiera - Video Monocr. AT AVANZATO 512 KB-1 da 1 -2 MB ma con 1 D X 30 MB DOS 3.3 UNITÀ VIDEO Monocromatico 12" 640 x 480 punti - 88 pixel Colori 8512 - 14" - 640 x 480 punti - 68 pixel Colori 8512 - 12" - 640 x 480 punti - 88 pixel Colori 8514 - 16" - 1024 x 768 punti - 92 pixel STAMPANTI Professionale bidirez. 9 aghi - 240 cps max Grafica a Colori Di Qualità a ruota di stampa Silenz. di Qualità termico resistiva - 270 cps max Prolessionale X24 bid. 24 aghi, 240 cps max XL24 bid. 24 aghi - 240 cps max - carrello lungo PLOTTER A COLORI Plotter A0 880.000 1.200.000 1.700.000 1.140.000 1.395.000 2.375.000 3.000. 000 4.800.000 6.000. 000 6.800.000 10.600.000 9.800.000 145.000 415.000 1.050.000 1.200.000 2.500.000 870.000 1.857.000 2.088.000 2.300.000 1.250.000 16.500.000 2.944.000 18.000.000 HWS0210 EP-Superteam 256 Kb RAM 1 + 360 Kb Hercules 2.000.000 HWS0220 EP-Superteam 2 x 360 Kb 2.400.000 HWS0240 EP-Superteam 1 x 360 Kb + 10 Mb 3.500.000 KBD0780 tastiera internazionale 83 tasti (EP) 301 .000 KB00785 tastiera italiana 301 .000 DMU5794 video monocromatico 12” 338.000 DMU5795 video colore 1 4" 900.000 CMM0701 espansione di memoria da 512 a 640 dB 60.000 CMM0703 espansione di memoria da 256 a 512 Kb 200.000 DCM0703 porta seriale asincrona 1 00.000 CPA0797 adattatore per monitor con grafica e/o colore 300.000 CPA0798 adattatore per monitor monocromatico ad alta risoluzione 335.000 CBL1910 cavo stampante parallela 95.000 CPF0792 coprocessor 8087-2 513.000 HWS0610 AP-Superteam 1 x 1.2 Mb 6.000.000 HWS0640 AP-Superteam 512 Kb RAM 1 x 1.2 Mb + 20 Mb 8.000.000 HWS0650 AP-Superteam 1 x 360 Kb + 20 Mb 8.000.000 KBD0782 tastiera intemazionale 1 1 6 tasti (AP) 460.000 CDU0701 unità disco addizionale da 20 Mb full size (AP) 1.801 .000 MTU0702 streamer tape da 60 Mb e controller (AP) 3.300.000 DIU0702 unità diskette addizionale da 360 Kb (AP) 465.000 DIU0703 unità diskette addizionale da 1 .2 Mb (AP) 538.000 ICL (GB) ICL Italia S.p.A. - Centro direzionate MHanohori - 20094 Milano Mod 19 - 512 Kb - 2 Minifloppy da 800 Kb - CDOS - Basic - 16 Bil 4 500.000 Mod. 49 - 512 Kb - 1 Minifloppy da 800Kb - 1 Winchester 20 Mb - CDOS - Basic - 1 6 Bit 1 0.500.000 Mod. 59 - 512 Kb - 1 Minifloppy da 800 Kb - 1 Winchester 50 Mb - CDOS - Basic - 1 6 Bit 1 2.000.000 Mod. 249 - Intel 80286 - 1 Mb - 1 Minifloppy da 800 Kb - 1 Winche- ster 20 Mb - CDOS - Basic- 16 Bit 12.000.000 Mod. 259 - Intel 80286 - 1 Mb - 1 Minifloppy da 800 Kb - 1 Winche- ster 50 Mb - CDOS - Basic - 1 6 Bit 1 3.500.000 Unità Video Tastiera Monocromatico 1 .700.000 Unità Video a colori grafico 5.000.000 JOYTECH (Taiwan) Electronic Devices s.r.l. - Via Ubaldo Comandini, 49 - OOI73 Roma Linea Lithius PC/XT Compatibile Mod. PC/l - 128 K. 8 slot tastiera. 1 minifloppy, scheda grafica RGB, monitor verde e ambra 2.400.000 Mod. PC/2 - come PC/1 con 2 minifloppy 2.720.000 238 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 guida computer-. Mod. PC/XT - come PC/1 con hard disk 10.5 Mbyte Scheda multilunzione 256K (OK RAM. orol.. interi, set. e parali. Scheda multifunzione 384K (come scheda 256K, con 128K RAM) Unea Lithius A Apple compatibile (DOS a PRODOS) Mod. LP48/T1 - 48K RAM Mod. LP/64T1 - 64K RAM Mod. P2 64/TI - 64K RAM 6502 + Z80 Mod. P2-64/TS - come P2-64/T1 con tastiera separata Mod. E64/T1 - 64K RAM, 80 colonne, PRODOS Mod. E64/TS - come E64/T) con tastiera separata Sistemi Starter 1 - Lithius P48/FI + 1 drive + monitor Philips PCT 1204 Starter 2 - come Starter 1 con Lithius P2-6401 Starter 3 - Lithius P2-64H, 1 drive, monitor, stamp. LO 120 cps Interfaccia 2 driver Interfaccia grafica Epson Interfaccia parallela Centronics Interfaccia RS 232 Interfaccia RS 232C Interfaccia Via card 6522 Interfaccia 16K Ram Interfaccia Z80 (CPU 1 MHz) Interfaccia Z80 (CPU 4 MHz) Interfaccia 80 Colonne Soft Switch Interfaccia Pai card Interfaccia Super serial Interfaccia Modem card CCITTV21 300 8 Interfaccia ICE 6502 card Interfaccia ICE Z 80 card Paddle per Apple (manopole) 8088 card + software Accelerator card (6402 a 4 MHz) Driver Slim Super 5 trazione diretta meccanica Chinon JUKI (Giappone) Telami s rl - Va Matteo Civitati 75 - 20148 Milano MANNESMANN TALLY Via Borsini, 6 - 20094 Corsia) (Mi) 4.700.000 280.000 352.000 MICROVITEC Tetav - Via L. Da Vinci. 43 - 20090 Trezzano Sul Naviglio (MI) 540.000 580.000 690.000 890.000 750.000 850.000 1.200.000 1.300.000 2.700.000 63.000 80.000 64.000 75.000 170.000 70.000 80.000 70.000 90.000 130.000 80.000 170.000 170.000 232.000 270.000 25.000 300.000 300.000 350.000 1 322/S12 1 4" alta risoluzione per EGA 1 .300.000 1 456/DI2E 1 4" media risoluzione per CGA 1 1 50.000 1 446/012 1 4“ alta risoluzione per CGA 1 .550.000 2046/05 20" media risoluzione per CGA 2. 1 50.000 1 4L46/DI2 ( 1 6KHz) 1 4" alta risoluzione RGB/TTL 1 .650.000 1 4L49/DN2 ( 1 6KHz) 1 4" alta risoluzione RGBA 1 .750.000 20L46/CI5 (1 6KHz) 20" media risoluzione RGB/TTl 2.250.000 1 4M624/DS2 (25KHz) 1 4" media risoluzione RGB/TTL 1 .750.000 1 4H624/DS2 (25KHz) 1 4” alta risoluzione RGB/TTL 2.050.000 1 4L629/DS2 (25KHz) 1 4" alta risoluzione LP RGBA 2. 1 50.000 20L629/CW2 (25KHz) 20" aita risoluzione LP RGBA 4.000.000 1 4H629/DV2 (31KHz) 14" alta risoluzione RGBA 2.250.000 20P629/DV2 (3 1 KHz) 20" media risoluzione LP RGBA 3.800.000 20H629/CS2 (31KHz) 20" alta risoluzione RGBA 4.100.000 20L629/CS2 (31KHz) 20" alla risoluzione LP RGBA 4.200.000 MONTEREY CO. LTD. (Taiwan) La Casa de! Computer - Via della Misericordia. 84 - 56025 Pontedera (Pisa) AT BASE: 512K, alimentatore 200W, tastiera e cabinet AT FULL hard disk 20 MB., floppy 1.2 MB., controller ed Hercules PC/XT BASE: 256K, alim. 150W, tastiera, n. 1 floppy 360K PC/XT TURBO BASE: 8 MHz. (OK ram), alim. 150W, tastiera, 1 floppy 360 K PC/XT m.b. 256K. ta: AT I/O card (n. 2 se 2.300.000 5.200.000 1.199.000 1.499.000 1.690.000 320.000 278.000 224.000 490.000 590.000 376.000 520.000 392.000 870.000 330.000 120.000 72.000 190.000 340.000 220.000 220.000 270.000 435.000 98.000 72.000 190.000 308.000 270.000 570.000 148.000 138.000 350.000 490.000 400.000 980.000 MT80 PC - 80 col - 130 cps - Ini. parallela MT85 - 80 col - 180 cps - NLQ45 cps - Ini. parallela o seriale MT86 - 1 36 col - 1 80 cps - NLQ 1 80 cps - Int parallela o seriale MT80 Plus - 100 cps - 80 col. Interi, parallela MT 290- 132 Cd. -200 cps Caricatore automatico di fogli per MT 180/280/290 MT 290 + introduttore automatico frontale di fogli singolo MT 460 + 132 col - 200 cps - grafica - int. parallela o seriale MT 460D - 132 col - 270 cps - OCRA/B barcode MT 490 - 132 col - 400 cps - NLQ1 50 cps - grafica ini. parali, o seriale MT 490F - 1 32 col 400 cps - NLQ 1 50 cps - stamp. 4 col. graf . MT 660 - 600 Ipm - Interfaccia parallela Interfaccia seriale per MT 660 MT/20 Stamp. a margh. 20 cps. - 1 10 col. - Interi, parali, o seriale MT/90 Stamp. ink jet 256 cps. - 80 cd. Interi, parallela o seriale MT/910 Stampante laser 10 ppm Interi, parallela o seriale MT/330 Stamp. aghi - 330 cps. 136 col. - seriale o parai. 790.000 1.020.000 1.250.000 3.100.000 M.P.M. Computer (Italia) M.P.M. Srl - V. Casorati. 12 - 42100 Reggio Emilia F2 MPM XT 256 Kb. 2 360 Kb, Hercules II. 1 .850.000 F20 come il precedente con 1 HO 20 Mb 2.900.000 F30 come il precedente con 1 HO 30 Mb 3.250.000 A20 MPM AT 512 Kb, 1 1.2 Mb. 1 HO 20 Mb 4.600.000 A30 come il precedente con 1 HO 30 Mb 5.600.000 A40 come II precedente con 1 HD 40 Mb 5.950.000 A85 come A40 con 1 HD da 85 Mb 7,300.000 MPM 386 - 1 Mb RAM-80386 - 1 6 MHz - disco da 40 Mb - drive da 1.2 10.000.000 MPM 386/66 - come sopra disco da 66 Mb 1 4,200.000 MPM 386/120 - come sopra discoda 120 Mb 17.800.000 MPM 386/150 - come sopra disco da 150 Mb 18.800.000 DM 1 4 Monitor AD1 1 4“ monocromatico 400.000 MP Monitor 1 2” monocromatico basculante 300.000 PXII Monitor AD1 1 4" a colori 1 .000.000 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 239 _ guida computer MULTITECH (Taiwan) Lhgilek s.r.l. - V. Valli. 26 - 4201 1 Bagnolo in Piano IRE) MPF- IP Computer MPF 1 Plus con Z80 MPF/65 Computer MPF 1 con 6502 MPF/88 Computer MPF t con 8088 MPF-II Computer e Accessori Base ST 40 Stampante Termica MULTITECH 40C/120 cps MPF-III Computer/Tast. 66K RAM 24K ROM 80 col. uscita Centronics MPF-IV Computer/tastiera 1 28K RAM 24K ROM completo di Interfacce x drive, stampante, 80 colonne, CP/M (Z-80) TVC-PAL PC 522 MPF PC/522 - 256K RAM - 2FDD x 360 PC 501 MPF PC/501 - 256K RAM - 1 FOD x 360 PC 502 MPF PC/502 - 51 2K RAM - 2 FOD x 360 PC 702 MPF PC/702 - 640K RAM - 2 FOD x 360 con processore 4,77/8MHz XT 720 MPF PC-XT/720 - 640K RAM - 1 FDD x 360 1 HD 20 Mb con processore 4,77/8MHz PC55XT MPF PC-55/XT 640K RAM - 360K + 1 0Mb PC-ET1 MPF PC-ET 1 - 640K RAM - 2 FDD x 360 compì, di mon. 15" 1024 x 1024 di risol. e scheda grafica da 1024 x 768 pixel mo- 12 MBV Monitor 12” FV MULTITECH alta ris. - arti rifl., bascul. MDM-PC Monitor 12" MULTfTECH monoc. a lunga persisi., bascu. x PC CVM PC Monitor 13" MULTITECH, colore x PC MHM-15 Monitor 15” MULTITECH 1024 x 1024 di risol., fosf. PI 58 DK MFV 1 Monitor 14" monoc. gir./basc. 12 DKV 1 Monitor 12" a.r. grafico 530.000 780.000 850.000 500.000 420.000 900.000 1.200.000 3.200.000 1.400.000 1.800.000 2.800.000 4.600.000 4.000.000 6.400.000 340.000 360.000 1.300.000 1.400.000 420.000 280.000 NUMONICS TELAV - Via L . da Vinci, 43 - 20090 Tremano Sul Naviglio IMI) Tavolette grafiche complete di alimentatore, stilo e interfaccia RS232C mod. 2210 15x 15cm 1.060.000 mod. 2210 30x30 cm 1.340.000 mod. 2210 30 x 43 cm 1.570.000 mod. 2210 50 x 50 em 2.876.000 mod. 2210 60 x 90 cm 5.940.000 mod. 2210 90 x 120 cm 8.115.000 mod. 2210 112 x 152 em 9.800.000 Potter 5460 7.650.000 Plotler 5860 9.500.000 Plotter OCI 928 23.000.000 OKI (Giappone) Techndron - Viale Milanofioh Pai E/2 - 20094 Assago IMI) Microline 1 82 80 col. 1 20 CPS 850.000 Miaoline 192 80 col. 160 CPS Parallela 1.065.000 Microlme 1 92 80 col. 1 60 CPS Seriale 1 .250.000 Microlme 193 136 col. 160 CPS Parallela 1.285.000 Miaollne 193 136 col. 160 CPS Seriale 1.500.000 Microline 84 132 col. 200 CPS Parallela 2.270.000 Microline 292 80 col. 200 CPS a colori BN parallela o IBM o seriale 1 .970.000 Microline 293 1 36 col. 200 CPS a colori BN parallela o IBM o seriale 2.300.000 Microline 294 1 36 col. 400 CPS a colori BN parallela o IBM o seriale 3. 1 20.000 Miaollne 84 1 32 col. 200 CPS Seriale 2.500.000 OKI 2350 136 col. 350 CPS 6.040.000 OKI 2410 132 col. 350 CPS NLQ 6.450.000 OKI MATE20 - 80 col. 80 CPS - colori 750.000 Insertine 6 4.990.000 OLIVETTI (Italia) OUvetti S.p.A. - Via Meravigli 12 - 20123 Milano 3.750.000 1.100.000 5.300.000 5.009.000 6.500.000 7.500.000 M19 con 2 Floppy Disk 256K Stampante M19 DM 280/1 - M24 bifloppy 256K RAM - vii M21 bifloppy 256K RAM -vii M24 - 512 K RAM -coni m M24 - 512 K RAM - 1 H.D.ir OSBORNE (U.S.A.) Computator Sri - Va F Verdinois 3-00159 Roma Osbome 1 (portatile 64K RAM. tastiera video 5", 2 mmifloppy 200K, interfaccia. CP/M. Wordstar, MBasic, CBasic. SuperCalc) 2.1 00.000 Screen Pac (scheda 52, 80, 104 colonne) esci, instali. 420.000 Osbome Executive (portatile 128K RAM, tastiera, video 7". 2 minifloppy 200K. 2 RS232, IEEE 488-Contronics. CP/M plus. p-System, Wordstar. MBasic. CBasic. SuperCalc. Personal Pearl) 2.900.000 Osbome Executive T come sopra ma con 1 minifloppy da 200 Kb e 1 HD da 21 MB interno 4.500.000 Osbome Encore 51 2-02-MA (adattatore CRT esterno) 51 2 K RAM 4.495.000 Accumulatore Ni-Cad per Encore 1 65.000 Osbome Vixen (portatile, 64K RAM. video 7", 2 minifloppy 400K, inter- facce, CP/M, Wordstar, M8asic. SuperCalc2. Osboard, Media Master, Desolation, TumKey) 3.300.000 Osbome Vixen FIO (1 minifloppy 400K, 1 disco rigido 10M) 4.600.000 PERTEL s.n.c. Periels.n.c. - Via Ormea 99 - 10126 Torino Via Card - I/O card con due 6522 VIA - 1 6 linee I/O parallele Super Parallel Pori - I/O card con 1 6 OUT e 1 6 linee INPUT TTL D/A Card 8 bit + I/O pori - D/A conva 8 bit 2 can. con I/O TTL 2 can. A/D Card 8 bit comp. Al -02 - A/D converter 16 canali 8 bit 0-5 A/D D/A Card 8 bit 1 6 Channels - A/D converta 8 bit con D/A conver, SDS-II (sistema di sviluppo) - Emulatore APPLE II Clock Card - Reai Urne dock con batteria tampone compatibile PRODOS Custom card - 48 Kbytes EPROM con bootstrap per sostituire i drive Parallel printer interface OKI Z80 Card per CP/M - Sist. compì, per Instali, ed uso del CP/M Diglcoder - Scheda acquisizione per encoder ottici 2 canali 8 + 8 DIGIT Teleraster per APPLE II + le - composito 256 x 256 64 livelli Grafpack 4.0 - Routines gest. TELERASTER con hard-copy, Utilities graf. Image Acquisition (2.0) - con FAST-SCAN ed utility (zoom, etc.) Imago III per APPLE - 512 x 512 - 6 bit 64 gray level + softw. GPP-01 General purpouse pori - Schede di I/O per IBM PC/XT Digicoder per IBM - Scheda acquis. encoda ottici Color-monochrome VDU Card - pa IBM e comp. HI- RES mono VDU-Printer adapt. - 720 x 348 comp. Hacules + iri- 307.000 250.000 384.000 384.000 255.000 7.500.000 541.000 1.258.000 297.000 e compai. - 256 x 256, 8 bit, 256 gray-levl PHILIPS S.p.A. Philips S.p.A. - Piana N Novembre, 3 - 20124 Milano VG8020 Computer MSX VG8235 Computer MSX 2 NMS8800 NMS8810 VW 0010 Stampante - 40 Col. - matrice dei punti VW 0020 Stampante - 80 Col. - matrice dei punti VW 0030 Stampante - 80 Col. - Letta quality D6450/60P Registratore dedicato VY 0002 -Quick disk Drive VY 0010 -Roppy disk drive VY 0011 Disk drive aggiuntivo BM 7552 monitor monocromatico VU 0001 Joystick VU 0005 joystick VU 0031 esp RAM da 16K VU 0033esp. RAM da 48 K VU 0034 esp. RAM da 64 K VU 0040 interfaccia parallela Centronics VU 0041 espansione slot YES mod. P. 3050-2-80186 - 128 Kb RAM - 2 miaofloppy da 720 Kb YES mod. P. 3050-5-80186 - 640 Kb RAM - 1 microfloppy da 720 Kb -Hard disk 20 Mb P3102-04-8088 - 512 Kb RAM - 2 floppy da 360 Kb F*3 1 02-07-8086 - 512 Kb RAM - 1 floppy da 360 Kb - Hard disk da 20 Mb P3200-05-80286 - 512 Kb RAM - 1 floppy 1.2 Mb Video monoaomatico Video colore Stampante grafica 80 col. - 160 cps. Stampante grafica 1 36 col. - 1 60 cps. Stampante PX1: 300 cps. carrello 340 mm (8 font) Stampante LPX1. 300 cps. carrello 400 mm (8 font) P3200-06-80286 - 512 Kb RAM - 1 floppy da 1.2 Mb - 1 Hard disk da 25 Mb 415.000 1.084.000 1.654.000 552.000 1.800.000 323.000 474.000 96.000 270.000 500.000 390.000 173.500 16.600 36.000 67.000 100.000 140.000 48.500 63.500 4.990.000 4.540.000 6.200.000 7.570.000 230.000 650.000 1.300.000 1.650.000 4.400.000 4.600.000 ROBOCOM TELAV - Via L da Vinci, 43 - 20090 Treuano Sul Naviglio IMI) Robo CAD-PC per IBM PC/XT/AT 3.000.000 240 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 guida computer— ROLAND Tetav -Va L . Da Vinci 43 - 20090 Renano S.N. (MI) Ptolter A3/A4 8 Penne. DXY 800A 1 .350.000 Plotler A3/A4 8 Penne, DXY 880A 1 .990.000 Plotter A3/A4 8 Penne. DXY 980A 2.600.000 Plotter A3 8 Penne DXY 885 2.550.000 Plotter A3 8 Penne DXY 990 3.450.000 Plotter A2 8 Penne DPX 2000 9.900.000 SCHI-TEC (Taiwan) Computerline srl Va Ubaldo Comandici. 49 -00173 Roma XT-01; 256K RAM. 2 a. 360K Bytes. V/Grafica Pr. Ad. XT-02: 256K RAM. I FL. 360K Bytes. 1 Winch. 10M Bytes AT-01: 512K RAM. 1 R 1.2M 1 WINC. 20M V/Grafica. 200 W Sistema Operativo Xenix System V 16301 Floppy Drive da 360 Kbyte 16302 Floppy da 1.2M 1 6257/N Cntr. Floppy per XT PA8133 Cntr. Floppy per AT 1601/T Cntr Winchester per XT PA8794 Cr HDO10SM 1 6051 B Back-Up20 Box a nastro da 20MB box per AT 16255 RS232C Scheda set. asine. COMI (COM2 opz ) PA8137 4RS232C 4 porte ser da COMI a C0M8 per AT PA-81 24 I/O ser./par per AT ia con 48 linee progr. IN/OUT 16265 A/D-D/A conv. 12 bit. 16 eh. A/D. 1 eh, D/A 1 6266 A/D-D/A-l/0 conv. 8 bit, 64 eh. A/D, 2 eh. D/A 16266H A/D-D/A conv. 14 bit. 16 eh. A/D, 2 eh. D/A 1650R RAM 64K Kit di esp. di memoria Ram 9 chip 1 651 R RAM 256K Kit di esp. di m ” ' " 1.837.000 2.422.000 4.970.000 1.210.000 312.000 548.000 85.000 180.000 380.000 754.000 990.000 1.247.000 1.392.000 2.245.000 2.572.000 2.700.000 4.100.000 7.802.000 2.820.000 3.400.000 1.020.000 4.699.000 800.000 1.280.000 1.900.000 1.560.000 2.120.000 80.000 450.000 170.000 225.000 300.000 205.000 280.000 46.000 50.000 227.000 570.000 152.000 323.000 OOU.UUU 50.000 120.000 10.000 540.000 1.265.000 176.000 222.000 220.000 733.000 725.000 932.000 415.000 340.000 1.792.000 120.000 105.000 540.000 580.000 25.000 170.000 200.000 260.000 16296 Power Supply XT Alimentatore 130W, 220V, 50 Hz 210.000 PA8596 Power Supply AT Alimentatore 200W. 220V, 50 Hz 380.000 MIKI Mouse Meccanico con encoder ottico 260.000 NETWK Net-Work collegamento in rete locale con SW 1 .490.000 E5251 Emulatore 5251 con SW 1 .900.000 E5251B Emulatore 5251 via Modem con SW 1.680.000 1 6365 Modem Card Hayes Scheda modem 580.000 WD7012 Modem 300/1200 baud CCim/21 & V22 Hayes comp 800.000 WD7012P Modem/Phone come sopra con in più il telefono 850.000 Sansung Monitor B/N 1 2", TTL, 1 8kHz per Hercules 330.000 ADIPXII Monitor Colore per IBM C.G.A. 1.100.000 ADIPX22 Monitor colore per scheda colore E.G.A. IBM 1 .350.000 LP300 User Print 300 x 300 dots/inch. 8 f./min. 8.920.000 1 6342 Llght Pen Penna ottica 326.000 A-650 Bar-Code tenore di codici a barre 1 . 1 03.000 ET2000 Terminate asincrono con schermo 12" 1.000.000 PWM-200 Gruppo intervento da 200W 780.000 PWM-300 Gruppo intervento da 300W 1 .053.000 PWM-500 Gruppo intervento da 500W 1 .395.000 PCB- 1 Buffer Box per stamp. par. max di 64K 326.000 DD-2A T Switch RS232 meccanico 298.000 DD-2B X Switch RS232 mecc. scambia due linee 307.000 DSRAP2 T Switch Printer meccanico 1 1 8.000 DSRAP4 Switch Printer mecc. scambia 4 Centronics 1 66.000 DS2A T Switch Printer elettr. bufi. 64K 1 stamp. 298.000 DS2B T Switch Printer elettr. buffer da 64K 2 stamp. 308.000 PCC44 Data Switch elett. 4 stamp. 4 sist. 64/256K 1 . 1 09.000 CONSEGNA PRONTA, GARANZIA 12 MESI S.C.M. Smith Corona Marchand (U.S.A.) Tiber SpA - Via Madonna de 1 Riposo. 127 - 00165 Roma Stampanti D80 ad aghi 80 Col. grafica, parallela, Centronics 80 cps D200 grafica. Centronics - RS232 1 60 cps D300 132 Col. grafica. Centronics e RS232 160 cps 400.000 1.050.000 1.350.000 SEIKOSHA Claitron S.p.a. - Via Gallarate, 211 - 20157 Milano Caricatore automatico logli singoli per BT-5420FA MP1300AT- 80 col, 300 cps. -NLQ Opzione colore per MP1300AT (kit color + nastro) 3.950.000 750.000 1.450.000 465.000 480.000 1 780.000 570.000 SEIKOSHA (Giappone) Rebit Computer - Divistone della GBC Italiana Spa Viale Matteotti. 66 - 20092 Cinisello Balsamo (MI) GP50A (46 Col. 40 CPS) Ini. parallela Centronics 260.000 GP50S (32 Col. 35 CPS) per Sinclair ZX8 1 e Spectrum 290.000 GP55 AS (46 Col 40 CPS) interfaccia seriale RS 232C 330.000 GP100 AT (80 Col. 50 CPS) per Home Computer Atari 550.000 GP500 VC (80 Col. 50 CPS) per computer Commodore VIC 20 e 64 550.000 GP500 AS (80 Col. 50 CPS) mi. seriale RS 232C 550.000 GP500 A (80 Col. 50 CPS) int. parallela Centronics 5 1 0.000 GP550 A (80 Col. 50 CPS) int. parallela Centronics N.LQ. 650.000 GP700 VC (80 Col. 50 CPS) a colori per Computer Commodore 64 900.000 SPI 000 AP (MACINTOSH - APRE IIC) 80 col. 1 00 CPS - NLQ 20cps 780.000 BP5200 A come 52001 ma con interi. Centronics e RS232 2.300.000 BP 52001 (136 Col. 200 CPS) N.LQ. vers. total. PC IBM comp. 2.300.000 Inseritore automatico foglio singolo per BP 5200 A/l 640.000 SP 1 000 1 80 col. 1 00 cps NLQ IBM Comp. 780.000 SP 1 000 VC 806 Col. 1 00 cps VLQ Commodore Comp 780.000 SP 1 000 AS 80 col. 1 00 cps NLQ int. seriale RS 232C 740.000 SHARP CORPORATION (Giappone) Melchiont Computertime - Viale Europa 49 - Cotogno Monzese - 20093 Milano MZ-5646 - CPU 8086-2 - 512 Kb - 1 Floppy 360 Kb - 1 Hard disk 20 Mb - Video monocr. 12" ' 7.150.000 PC-7000 - CPU 8086 - 320 Kb - 2 Floppy da 360 Kb - Display a cri- stalli illuminati 80 x 25 3.490.000 CE-700P - Stampante termica per PC-7000 990.000 JX-720 - Stampante a getto d'inchiostro 3.500.000 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 241 _ guida computer PC-7500 - CPU 80286 - 512 Kb - 1 Roppy da 1.2 Mb - 1 Hard disk 20 Mb - Monitor 12" monocr. SIEMENS AG (Repubblica Federale Tedesca) Siemens Beare Spa - Va Lazzaroni 3 - 20134 Milano Stampante PT88T Ink jet (150 cps.) 80 Col. Stampante PT88T compatibile I8M 150 cps (4 Kb RAM) Stampante PT 89N ad aghi (80 cps - 132 col.) Stampante PT 89T compatibile IBM 150 cps - 4 Kb ram Stampante PT 89T Ink jet (150 cps. - 132 col.) 4 Kb RAM Stampante PT8012 Ink jet (270 cps.) 132 Col. PT 90 ink jet (132 Col. 400-680 cps) NLQ 200/340 cps SINCLAIR (Gran Bretagna) Rebit Computer ■ G.B.C. Italiana S.p.A. Viale Matteotti. 66 - 20092 G’nisello Balsamo (MI) Sinclair QL - 1 28K RAM Espansione da 64K RAM PCML Espansione da 128K RAM PCML Espansione da 256K RAM PCML Espansione da 51 2K RAM PCML Micro floppy drive 1 da 3,50" mod. DD-50 Micro floppy drive 2 da 3,50” mod. DD-40 Stampante QL 1000 Printer QL Monitor 14" a Colori RGB ZX Spectrum Plus 48 K ZX Microdrive ZX Espansion System 80 K Interfaccia I Kit di trasformazione per Spectrum 48K SONY ITALIA Via F ili Gracchi. 30 - 20092 Gnisello Balsamo (MI) HB-10 Computer MSX 64K RAM HB-F700P Home Computer MSX2 HBD-30W - Roppy disk drive per MSX2 DF-DD HB-50 IP Computer MSX 64K RAM Bit Cortìer + Joystick incorporati HBD-50P Roppy disk drive 3.5" SDC-500 Bit Corder PRN-C41 Plotter/stampante a colori PRN-T24 Stampante a matrice di punti JS-55 Joystick JS-C75 Joystick senza filo JS-75 - Joystick - Trasmittente e ricevente UNISYS (U.S.A.) Unisys S.p.A. - Via Pota, 9 - 20124 Milano Personal computer PC/HT mod. 100 Personal computer PC/HT mod. 200 Personal computer PC/HT mod. 250 Personal computer PC/HT mod. 400 Personal computer PC/HT mod. 450 Tastiera italiana Coprocessore aritmetico 8087 Personal computer PC/fT Base (RAM 512 K) Personal computer PC/IT Espanso (HD 40 MB) Personal computer PC/IT Avanzato (1024 K) Tastiera italiana Controller per video a colori media risoluzione Video a colori media risoluzione Controller per video a colori alta risoluzione Video a colori alta risoluzione Coprocessore aritmetico 80287 Interfaccia parallela (HT-IT) Interfaccia RS-232 (HT-IT) Stampante grafica mod. 5 - 80 o 100 cps Stampante a margherita mod. 21 Stampante mod. 1 15 - 160 cps Tavoletta grafica 215x280 Tavoletta grafica 305x305 Base rotante per video Supporlo da pavimento 7.568.000 STAR EUROPE Clailron S.p.A. - Via Gallarate. 211 - 20151 Milano NL 10 80 col. -120 cps. -NLQ Cartridge IBM per NL 10 Cartndge Commodore per NL10 Cartridge seriale RS232C per NL10 NXT5 135 col. - 120 cps. - NLQ Gemini 160 80 col. -160 cps. Gemini 160 IBM 80 col. - 160 cps. Gemini 160 MSX 80 col. - 160 cps. Gemini 160 Parallelo seriale 80 col. 160 cps NO 10 80 col. -160 cps. NLQ ND 15 136 col. -160 cps. NLQ NR 10 80 col. -200 cps. NLQ NR 1 5 136 col. - 200 cps NLQ NB 24-1 5 136 col. - 216 cps - LO (24 aghi) NB 1 5 136 col. - 300 cps. - LQ (24 aghi) SUMMAGRAPHICS i ri Pai. E/2 - . ac Tablet 961 - Tavoletta grafica 9" x 6" compatibile con Apple Ma- ttosh, provvista di stilo, alimentatore, cavo, software e manuale d'uso ac Tablet 1 201 - Come sopra ma con area attiva 1 2" x 1 2" eh 961-Sty - Tavoletta grafica 6" x 9" per PC IBM e compa- >n cursore a 4 pulsanti al h 1201-Sty - Tavoletta grafica I2"x 12" per PC IBM e ita di stilo, alimentatore, cavo e manuale in cursore a 4 pulsanti al compatibile Mouse System, comple- - Pacchetto software della Digital TANDBERG DATA Data Base - Viale Legioni Romane 5 - 20147 Milano Sistema di back-up PC IBM mTertaaia SC™ 60 Mb Sistema di back-up PC IBM interfaccia QIC-02 60 Mb Sistema di back-up PC IBM interfaccia QIC-02 120 Mb TEXAS INSTRUMENTS Stampante modello 855 a frizione GRAY Modulo prestige elite 875.000 110.000 11 0.000 110.000 310.000 1.420.000 720.000 720.000 720.000 840.000 1.200.000 1.350.000 1.350.000 1.650.000 2.250.000 3.300.000 1.040.000 1.430.000 1.040.000 1.170.000 1.560.000 1.560.000 1.260.000 730.000 1.120.000 2.260.000 360.000 2.250.000 2.620.000 3.090.000 2.320.000 2.320.000 10.600.000 8.500.000 180.000 1.390.000 1.030.000 1.950.000 1.000.000 550.000 2.100.000 700.000 4.000.000 5.700.000 90.000 550.000 2.100.000 1.640.000 1.750.000 1.940.000 1.940.000 80.000 242 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 guida computer— Stampante modello 855 con trattore TAN o GRAY 2.050.000 Stampante modello 860 con trattore TAN o GRAY 2. 1 0O'OOO Stampante mod. 865 con trattore TAN o GRAY 2.600.000 T/2100 System 3 - 1 x 360/720 K + disco 10 M 7.035.000 81283 - Drive 5"1/4 esterno per T/2100 1.150.000 T/3100 - 80286, 640 K RAM, 720 K + 1 0 M 8.790.000 81295 - Drive 5"1/4 esterno 1.2 M per T/3100 1.425.000 T/1500 System 2 - 8088, 384 K RAM, 2 x 360 K 2.650.000 T/1500 con 1 x 360 K + disco 1 0 M 4.250.000 T/1 500 con 1 x 360 K + disco 20 M 4.500.000 T/300 System 1 - 8088, 192 K RAM. 1 x 720 K 3.200.000 T/300 System 2 - 2 x 720 K 3.850.000 81511 - Osco rigido interno 1 0 M per T/300 3.450.000 T/350 System 2 - 8086, 256 K RAM, 2 x 1 .2 K 4.240.000 T/350 System FH - 1 x 1 .2 M + disco 1 0 M 7.335.000 T/350 System FH - 1 x 1.2 M + disco 20 M 9.660.000 PA7251 - stampante 80c 125 cps 800.000 82912 - stamp. a frasi, termico per T/1100 1.125.000 PI 340 - 132c 112cps 1.350.000 TOBIA (Italia) llalselda - V.le Cesare Pavese, 45 - 00144 Poma 1 00CO - 1 drive da 960 K 990.000 1 00C1 Tobia Pc Comp. IBM 256 Kb - 2 drive da 360 K cad. t .290.000 1 00X1 Tobia XT Comp. IBM 5 1 2 Kb - 1 drive 1 0 Mb W. 1 . 1 90.000 1 00C2 Tobia PC Colore 256 Kb - 2 floppy - 360 cad. 1 .800.000 1 00X2 Tobia Turbo XT 1 0 MHz 640 Kb RAM - 2 drive da 360 Kb cad. 2.400.000 200C1 Tobia Turbo AT 1 0 MHz - 1 Mb RAM - 1 drive da 1 .2 Mb 3.400.000 200X1 Tobia AT 1 Mb RAM 20 Mb HO + 1 drive 1.2 Mb 4.200.000 1 1 0C1 Tobia Compact PC-256 Kb t drive 360 K 2.400.000 210X1 Tobia Compact AT-Drive 1 .2 Mb - H.D. 20 Mb 512 Kb RAM 3.900.000 3 D DIGITAL DESIGN AND DEVELOPMENT LTD. Pertels.n.c. - Via Ormea. 99 - 10126 Torino TORRINGTON Telav - Via L . Da Vino. 43 - 20090 Tremano Sul Naviglio IMI) Manager Mouse per IBM PC xt. 3270 PC. M24, Erics, ecc. - 1001C 420.000 Manager Mouse per IBM AT - 1 001 AT 485.000 Manager Mouse come 1001C, softw. progr tunz. test 463.000 Manager Mouse come sopra per PC AT - Key Free AT 527.000 Manager Mouse come 1 00 1 C ma con software di disegno - Telepaint 468.000 Manager Mouse come sopra per PC AT - Telepaint 530.000 XAD-1 - A/D converter 12 bit lOmS 4 canali + REAL TIME CLOCK 736.000 XAD-2 - A/D converter 1 2 bit 1 0mS 2 canali fissi + 3 VARIABLE GAIN 736.000 Il 04 - A/D conv. 1 2 bit. 8 can. var. GAIN 1 .739.000 INLAB - Thinklab 1 9" Rack sys. 2. 1 42.000 Modulo Inlab R-8CDMUX MUX a 8 canali differenziali + amplificatore 771 .000 Modulo Inlab - R- 1 6CDMUX MUX a 1 6 canali single end + ampli!. 871 .000 Modulo Inlab R-8IAAMUX - 8 amplificatori seguiti da multiplexer 1 . 1 57.000 Modulo Inlab R-8CTA - 8 amplificatori a guadagno variabile 1 .543.000 Modulo Inlab R-8PGA - 8 amplificatori seguiti da multiplexer e PGA 1 .642.000 Modulo Inlab R- 1 2ADS - 1 2 bit integrating ADC 964.000 Modulo Inlab R-12ADF - 12 bit SAR ADC 25 microsec. 1.063.000 Modulo Inlab R-OPOADC - 8 canali 13 bit 2.701.000 Modulo Inlab R-ADCRAM - 1 2 bit ADC 2.31 5.000 Modulo Inlab R- 1 2DAC4 - 1 2 bit 4 canali DAC 1 .428.000 Modulo Inlab R-12DAC41 - 12 bit 4 canali DAC con uscita 4-20 mA 1.543.000 Modulo Inlab R-8CR - 8 canali a relay, rating 1 00 VDC a 0.5 amp 578.000 Modulo Inlab R-8C00 - 8 can. output opto-isolati. rating 1 5 V a 50 mA 578.000 Mod. Inlab R- 1 0CMR - 1 0 canali REED relè a mercurio, 964.000 Modulo Inlab R-8CPR - 8 canali output con relè solid-state, 1 .378.000 Mod. Inlab R-8CPMOS - 8 can. power MOS switch. rating 4A a 50 VDC 964.000 Modulo Inlab R-32BAL - 32-bit addressable latch TU compatibile 964.000 Mod. Inlab R-6BCDIP - 24 input opto-isolanti input comp. TTl. MOS 1.119.000 Modulo Inlab R-PSMC - 4 phase intelligent stepper motor controller 1 .080.000 Modulo Inlab R-RTCC - Reai time clock/calender with battery back-up 578.000 Mod. Inlab R- 1 6TACJC - Ampi, per termocoppie 1 6 can. giunto freddo 1 .642.000 TOSHIBA (Giappone) Data Base SpA - Viale Legioni Romane 5 - 20147 Milano P321 - 24 aghi, 80 col . 21 6 cps. interi parallela 1.328.000 relativo trattore unidirezionale 206.000 caricatore per loglio singolo 1* cassetto NS15 413.000 caricatore per loglio singolo 2° cassetto 302.000 P341E- 24 aghi. 136 col.. 216 cps, interi, parallela e seriale 1.475.000 P351 - 24 aghi, 136 col., 288 cps, interi, parallela e seriale 2.501Ì000 relativo trattore unidirezionale 254.000 P351C - come P351 con possibilità di stampa a 4 colori 3.272,000 Caricatore loglio singolo per P341E-P351 e P351C NS25 f cass. 525.000 Caricatore loglio singolo per P341E-P351 e P351C NS 25 2‘ cass. 397.000 Carlridge a font X 2 128.000 TOSHIBA (Giappone) Melchioni Compulertime - Viale Europa 49 - Cologno Monzese (MI) TRIUMPH ADLER (Germania) Triumph Adler Italia - Viale Monza 263, 20126 Milano P351 - 24 aghi - 136 col, 288 cps. - int. parallela e seriale 2.501 .000 TOSHIBA (Giappone) Melchioni SpA - Va P Colletta 37, 20135 Milano PC-8 Z80, 64 K RAM 750.000 FI - primo floppy 320 K per PC-8 680.000 F2- secondo floppy 320 K per PC-8 550.000 Monitor 1 2" monocromatico a fosfori verdi 260.000 P3 - 8085, 64 K RAM, 2X786 K, CP/M 4.800.000 P50/0 - 8088, 256 K RAM, 2X360 K, MS-DOS 3.500.000 P60/2 - 8088, 256 K RAM, 1X720 K + 12.5 M 6.078.000 PIO -8088, 256 K RAM, 2X360 K 3.450.000 DRH 80/100 - stampante 80 c 100 cps 780.000 MPR 7080 - stampante 80c 1 80 cps 935.000 MPR 7136- stampante 136c 180 cps 1.135.000 MPR 7290 - stampante 1 32c 220 cps 1 .950.000 DRH 136 - stampante 80c 80 cps 1 .600.000 TRD 7020 - stamp margherita 12-c 20 cps 1.100.000 HX-22 - MSX 64 K RAM - 48 K ROM RS-232C 599.000 Alimentatore 6 V 150 mA 12.500 HX-F101 - Unità microtloppy 3.5" 320 K 699.000 HX-P550 - stampante ad aghi 1 05 cps 845.000 HX-P570 - stampante plotter 51 0.000 Monitor 1 4" a colori (ingresso composito) 565.000 1 40 R4T - tv color 1 4“ - 1 6 programmi - telecomando 600.000 HX-J400- joystick analogico 35.000 Mouse + programma Cheese per disegnare 1 35.000 HX-R700 - interfaccia seriale RS-232C 21 0.000 HX-R750 - cavo per HX-R700 76.000 XEBEC (U.S.A.) Trepiù - Via Michelangelo Peroglio, 15 - Roma TOSHIBA (Giappone) Tiber Sp A. - Via Madonna del Riposo, 127 - 00165 Roma Insider 1 1 - hd 1 0 M interno per IBM PC/XT 925.000 Insider 1 1 per Olivetti M19/M24 1.025.000 Insider 1 2 - hd 20 M interno per IBM PC/XT 1 .275.000 Insider 12 per Olivetti M24 1.300.000 Insider 1 4 - hd 30 M interno per IBM PC/XT 2.1 00.000 Insider 14 per Olivetti M24 2.140.000 571 0 - hd esterno 1 0 M per Macintosh Plus 1 . 1 90.000 5710 - hd esterno 10 M per Apple II 1.365.000 5710 -hd esterno 1 0 M per Atari 1040 1.190.000 5710 - hd esterno 10 M per Commodore Amiga 1.630.000 571 0 - hd esterno 1 0 M per IBM PC/XT/AT 1 .365.000 T/1100 mod. 1 - portatile, 256 K RAM, LCD 80x25/640x200, 1 microfloppy 720K 3.100.000 T/1 1 00 mod. 2 - display migliorato 3.990.000 T/1 1 00 Plus - 640K. 2x720K 4.200.000 81 204 - Video 1 2" monocromatico 640 x 200 495.000 81205 - Video 13“ a colori 640 x 200 1.250.000 81235 - Drive 3”1/2 esterno per T/1 100 1.025.000 81236 - Drive 5"1/4 esterno per T/1100 1.1 10.000 T/2 1 00 System 1 - 8086, 256 K RAM, display plasma, 1 MFD 5.000.000 T/2100 System 2 - 2 x 360/720 K 5.350.000 MCmicrocomputer n. 63 - maggio 1987 243 _ guida computer 5710 - hd esterno 1 0 M per Olivetti M19/M24 5720 - hd esterno 20 M per Macintosh Plus 5720 -hd esterno 20 M per Apple II 5720 - hd esterno 20 M per Atari 1040 5720 - hd esterno 20 M per Commodore Amiga 5720 - hd esterno 20 M per IBM PC/XT/AT 5720 - hd esterno 20 M per Olivetti M19/M24 5740 - hd esterno 40 M per Macintosh Plus 5740 - hd esterno 40 M per Apple II 5740 - hd esterno 40 M per Commodore Amiga 5740 - hd esterno 40 M per IBM PC/XT/AT 5740 - hd esterno 40 M per Olivetti MI9/M24 97TC - back up nastro per Apple ll/IBM/M 19-24 97TC - back up nastro per Commodore Amiga 971 OH - hd 10 M esterno 9720H - hd 20 M esterno 9730T - hd 40 M esterno + back up 70 M ZENITH DATA SYSTEMS (U.S.A.) Data MiH s.r.l - Ville Restelli 3/7. 20124 Milano ZF 148.42 - 8088. 256Kb RAM 2 floppy da ZF. 148.42 8088 256Kb RAM 1 floppy da 3 ZF 159.1 8088 256Kb RAM 1 floppy da 36 ZF. 159.2 8088 256Kb 2 floppy da 360Kb s ZF. 159.1 1 8088 768Kb RAM 2 floppy da 360Kb scheda E !W. 1 59. 1 2 8088 768Kb RAM hard disk da 20MB scheda io EGA ZF.248.81 8i I6 512K 6 512Kb RAM 1 floppy da 1.2MB 1 hard disk da 84*80286 512Kb RAM 1 floppy da 1.2MB f hard disk da Oms) 40 80386 1 MB RAM 1 floppy da 1.2MB 1 hard disk da 80 80286 1 MB RAM 1 floppy da 1.2MB 1 hard disk da 12 portatile 80C88 256KB RAM 2 floppy 5.1/4" da 360 KB Adattatore 230 Volt Cavo più software per il trasferimento di files da 5 1/4" a 3 1/2" e vice- 1.190.000 1.490.000 1.665.000 1.490.000 1.930.000 1.730.000 1.730.000 2.450.000 2.625.000 2.950.000 2.740.000 2.740.000 1.730.000 1.930.000 1.730.000 2.260.000 8.550.000 2.600.000 3.800.000 3.500.000 3.800.000 4.600.000 5.600.000 5.200.000 7.600.000 9.800.000 11.200.000 12.900.000 4.150.000 120.000 180.000 FA 1 1 (Int. Plotter per PB 700/PB770) 633.500 51.250 73.250 139.500 554.800 191.200 105.300 63.400 226.500 118.400 225.400 518.900 HEWLETT PACKARD (U.S.A.) Hewlett Packard Italiana - Vìa G. Di Vittorio, 9 - 20063 Cernusco sul Naviglio (MI) Scientifico programmabile mem. perm, HP-1 1 C 1 1 9.000 Finanziario programmabile mem. perm. HP-12C 275.000 Scientifico programmabile mem. perm. HP- 1 5C 212.000 Programmabile per progettisti eleltr. HP-1 6C 27 5.000 Calcolatore alfanum. mem. perm. 319 reg. HP-41CV 370.000 Calcolatore alfanum. mem. perm. 319 reg. Hp-41CX 524.000 Lettore di schede mago, per HP-41 - 821 04A 446.000 Stampante per HP-41 82 143 A 881.000 Lettore ottico per HP-4 1 -821 53A 286.000 Memoria di massa a cartuccia HP-IL 821 61 A 1 .252.000 Interfaccia HP-IURS232C 82 164A 671.000 Interfaccia HP-IL/P1 0 821 65A 675.000 Kit interfaccia HP-IL 821 66C 904.000 Interfaccia HP-IL/HP-IB 82 1 69A 893.000 Computer portatile HP-7 1 BZ 1.1 93.000 Computer portatile HP-75 DZ 2.61 2.000 ACCESSORI PER HP-71 B Lettore di schede 82400A 375.000 Interfaccia HP-IL 8240 1 A 277.000 Modulo di memoria RAM (4K) 82420A 1 65.000 SHARP (Giappone) Melchioni S.p.A. - Via P. Colletta, 37 - 20135 Milano ZODIAC Melchioni Computertime S.p.A. ■ Viale Europa 49 - 20093 Cotogno Monzese (MI) MCT 2000 - CPU 8088-2 (8/4,77 MHz) - 256 Kb RAM - 2 Floppy disk da 360 Kb - Monitor monocr. 1 2" 2.549.000 MCT 3000 - CPU 80286 (8/6 MHz) - 512 Kb RAM - 1 Floppy disk da 1 ,2 Mb - 1 Hard disk 20 Mb - Monitor monocr. 12" 5.900.000 CALCOLATRICI PROGRAMMABILI E POCKET COMPUTER CASIO (Giappone) Ditron S.p.A. - Viale Certosa 138 - 20156 Milano PROGRAMMABILI FX 180 P 68.000 FX 3600 P 90.280 FX 4000 P 141.200 POCKET COMPUTERS FX 770 P 242.700 PB 410 185.650 FX750P 266.200 PB700 370.000 OR 8 (Esp. 8K per PB 770) 208.362 OR 2 (Esp. per FX 770/P 2K) 69.100 PC 1350 482.000 PC 1260 306.000 CE 125 (Unità con microcassette e stampante per PC 1251) 369.000 PC 1500/A 452.000 CE 150 stampante 475.000 CE 151 (espansione 4K per PC 1500) 142.000 CE 1 55 (espansione 8K per PC 1 500) 274.000 CE 1 58 (interfaccia seriale RS 232 e parallela per PC 1 500) 421 .000 PC 1430 176.000 PC 1421 297.000 PC 2500 939.000 CE 126 P 199.000 TEXAS INSTRUMENTS (U.S.A.) Texas Instruments Italia S.P.A. - Viale dette Scienze - 02015 Cittaducale (RI) TI56 - Scientifica avanzata/56 passi In programmazione 69.000 T157-II - Scolastica programmabile/80 funzioni 65.000 T166 - Programmabile avanzata/170 funzioni-5 1 2 passi di programma 99.000 Tl-Programmer-ll - Per specialisti di computer e giochi elettronici 1 60.000 BA-54 - Finanziaria/40 passi di programmazione 89.000 TI 74 BASICALS Comp. Tasc. cale, scientifica 253.400 PC 324 stamp. Termica per TI 74 2 1 1 .000 Esp. Memo, per TI 74 - 8KRAM 109.000 TI 74 CAS/INT. 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